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Autore: CrazyMind    30/06/2012    0 recensioni
Questa è una perfetta Nonsense nata da questa mente malata da mezzanotte fino alle 3.42 e, non avendo di meglio da fare, il mio cervellino, sapendo che non pubblicavo da mesi su EFP diceva: scrivi qualcosa, scrivi qualcosa! Poi alla fine è venuto 'sta cosa! xD Ok ora passiamo ad una parte della storia per incuriosirvi! ;) Enjoy!
[...] -Che cosa ti hanno fatto? Che cosa ti ha fatto quell'essere?- erano le domande che mi fecero continuamente piangendo e singhiozzando. Avrei voluto rispondere a quell'estranea ma per prima avrei dovuto rispondere a me stessa: che cosa mi aveva fatto?
Senza nemmeno rendermene conto le scansai con non poca fatica. Le quattro ragazze dal volto vagamente familiare mi guardarono stralunate e con gli occhi colmi di lacrime.
-Io sono solo di Aren.-
"Non sono di nessuno."
-Non vi conosco.-
"Mi siete familiari."
-Andate via.-
"Rimanete e aiutatemi... Non sono io."
E mi avvicinai involontariamente ad Aren come se qualcuno mi stesse tirando per dei fili. [...]
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Correvo a perdifiato per il bosco alla ricerca di quell'essere che aveva osato rapire le persone che tenevo di più oltre alla mia famiglia. Avevo la vista sfocata per le lacrime che chiedevano insistentemente di uscire ma a cui non davo il permesso per cui le ricacciavo indietro. Il cielo era scuro, di un blu intenso quasi a sfiorare il nero; le stelle erano poche anche se il posto in cui eravamo andate a fare una gita io e le mie amiche non era molto illuminato dalle luci artificiali la sera e ciò rendeva ancora più tetro il posto; i rami degli alberi sembravano come nel cartone di Biancaneve: pronti a trattenerti contro la propria volontà e con le cortecce che formavano facce spaventose.
Ogni tanto dei rametti mi tagliavano le braccia ma dopo aver ricevuto quella lettera non feci più caso a niente e seguii il mio istinto.
Arrivai in un punto del bosco che aveva gli alberi che formavano una circonferenza e all'interno, l'aria era soltanto uno strato di erba e terra. Sembrava un ring.
"Dovrei essere arrivata al punto giusto e allora perché non ci sono? Perché non le vedo?"
-Sei arrivata vedo. Bene. Allora si può cominciare.- disse una voce maschile all'improvviso. Mi guardai intorno per cercare di capire da dove provenisse ma non vidi nessuno.
-Sono qui: dietro di te.- disse la stessa voce al mio orecchio sussurrando. Sussultai a quel suono e mi girai improvvisamente pronta ad allontanarmi da quella persone pericolosa quanto bella perché, seppur essendo cattivo era di una bellezza da togliere il fiato: gli occhi di un verde intenso come un prato primaverile, i capelli pettinati alla perfezione fino alle spalle su un biondo che andava verso il marrone chiaro, il fisico all'apparenza perfetto: spalle larghe e busto possente. Inoltre anche il suo abbigliamento era stupendo: una camicia a quadri azzurri e bianchi aperta fino a metà petto pronta ad attirare l'attenzione di qualsiasi ragazza attorno a lui; jeans scuri attillati e scarpe da ginnastica nere come la notte che ci avvolgeva.
Quella bellezza era troppa per una persona normale perciò, anche per colpa del sussurro improvviso mi spaventai e cercai di scappare ma non me ne lasciò il tempo bloccandomi un braccio facendomi rigirare verso di lui. Lo guardai negli occhi con le lacrime pronte ad uscire.
-L... Lasciami andare!- cercai di scappare a quella presa ma, pur con tutta la forza che avevo non ci riuscii. Vedendo i miei sforzi il ragazzo rise divertito.
-Come sei buffa. Tu non puoi scappare.- e dicendolo mi bloccò anche l'altro braccio. Lo rimasi a guardare allibita.
-T... Ti ho detto di... Lasciarmi andare mostro!- strinsi gli occhi urlando soprattutto l'ultima parola.
-Ora diventerai mia... Per sempre...-
Divenni rossa in faccia e immediatamente dopo sbiancai. Cosa intendeva con "Per sempre"?!
-Hei hei hei! Cosa mi vuoi fare?!- urlai sempre più spaventata.
-Tranquilla... Non è quello che pensi tu...- e mi fece cadere a terra e lui si mise sopra di me trattenendomi sempre le braccia.
-Non hai mai avuto il tuo primo bacio vero?- mi chiese molto tranquillamente.
Arrossii immediatamente: come faceva a sapere che non avevo mai baciato nessuno in vita mia?
-E... E questo che c'entra?! Lasciami!!!- mi dimenai.
-Da come sei diventata rossa deduco semplicemente la risposta. Era quello che volevo sapere. Sai, sono poche le persone che alla tua età ancora non hanno baciato nessuno...- e mi bloccò con una sola mano le braccia sopra la mia testa mentre con l'altra mi bloccò il viso in modo tale che lo potessi guardare negli occhi. Questo ragazzo era magro ma aveva una forza sovrannaturale.
-Che... Che vuoi fare?!- chiesi sempre più spaventata.
-Farti mia per sempre... Te l'ho già detto...- e si avvicinò ancora di più al mio volto. Cercai di muovere il mio viso in modo tale da non farlo avvicinare maggiormente ma non mi mossi nemmeno di un millimetro per quanto era forte la sua presa. Lottai fino alla fine fin quando la sua bocca non incontrò la mia. In quel momento sbarrai gli occhi: avevo ricevuto il mio primo bacio e per giunta da un estraneo e mostro. Qualche lacrima cadde ma non potevo fare nulla per cambiare ciò che stava succedendo e nessuno sarebbe venuto a salvarmi.
Intanto lui continuò a baciarmi all'inizio con un semplice bacio a stampo in cui sentii già le mie forze venire meno, poi un bacio sempre più approfondito visto che con la forza che si ritrovava, mi aveva aperto le labbra in modo tale da rendere più profondo il bacio. Appena le mie labbra si aprirono le forze che stavano andando via vennero sostituite da una forza maggiore, che mi annebbiarono il cervello ma che pian piano sostituirono quelle che andarono via. Il mio intero corpo era in combutta tra due forze: le mie ultime energie che cercavano di rimanere attaccate al proprio corpo e a non andare via e quelle "neutre" che ormai mi stavano invadendo completamente. Ci furono qualche altro secondo di "battaglia" ma le nuove arrivate vinsero e mi sentii completamente svuotata ma piena di una nuova energia non mia. Quando vide che ormai il suo scopo era finito si staccò da me e si alzò mentre io rimasi a terra nella stessa posizione in cui mi aveva baciato con ancora le lacrime precedenti che ancora bagnavano le mie guance. Mi accorsi solo in un secondo momento che non potevo più piangere, non sentivo più niente, ero completamente svuotata di ogni sentimento, ogni sensazione possibile.
Il ragazzo in piedi era soddisfatto e sorrideva felice. Sul suo viso era presente un sorriso meschino che non si addiceva alla sua bellezza esterna ma, per quella interna era perfetta e lo rappresentava perfettamente.
-Adesso sei mia per sempre e non sarai mai libera.- e mi porse una mano. Meccanicamente la strinsi e mi tirai su a carponi. Rimasi inginocchiata con la testa bassa ma senza più reggere la mano di quello che fino a qualche secondo prima mi aveva baciato perché quest'ultimo si era accorto di quattro persone vicine a noi che co guardavano con occhi spalancati. Non riuscivo a sentire più niente o meglio, non volevo sentire. I miei sentimenti erano stati spazzati via con quel bacio e lo stesso valeva per il mio futuro. Non potevo fare niente ormai ero come morta e a nessuno sarebbe importato. All'improvviso mi sentii abbracciare da delle persone che ricordavo vagamente. Ovviamente non ricambiai: perché avrei dovuto farlo? Non le conoscevo nemmeno.
-Che cosa ti hanno fatto? Che cosa ti ha fatto quell'essere?- erano le domande che mi fecero continuamente piangendo e singhiozzando. Avrei voluto rispondere a quell'estranea ma per prima avrei dovuto rispondere a me stessa: che cosa mi aveva fatto?
Senza nemmeno rendermene conto le scansai con non poca fatica. Le quattro ragazze dal volto vagamente familiare mi guardarono stralunate e con gli occhi colmi di lacrime.
-Io sono solo di Aren.-
"Non sono di nessuno."
-Non vi conosco.-
"Mi siete familiari."
-Andate via.-
"Rimanete e aiutatemi... Non sono io."
E mi avvicinai involontariamente ad Aren come se qualcuno mi stesse tirando per dei fili.
Lui mi passò il braccio intorno alle spalle e mi baciò i capelli.
-Co... Cosa dici Noemi? Sei la nostra migliore amica, ci conosciamo da tanto... Come puoi dire questo? Ci siamo ritrovate e tu... Ora ci cacci via?- dissero le quattro ragazze davanti a me ancora in ginocchio con nuove lacrime pronte a rompere gli argini.
Stranamente intervenne Aren.
-Avete chiesto di essere liberate in qualsiasi modo? Ovviamente per la vostra liberazione ho dovuto avere qualcosa in cambio: la vostra migliore amica Noemi. Ormai è di mia proprietà e non sarà mai libera a meno che la vera Noemi dentro di lei si risvegli ma devo averle succhiato la maggior parte delle sue energie perciò non penso che questo possa mai accadere. Ahahahah...- rise e mi baciò di nuovo facendomi perdere ancora più energie e accogliendole di nuove ma che non trasmettevano niente e non facevano provare niente.
-N... No! Non ci credo! Lasciala andare! Lei è nostra amica! Vero Noemi? Vero?!- urlarono in preda alla disperazione.
Finito il bacio mi girai verso di loro e le guardai con sguardo vuoto.
-Chi siete?- chiesi inclinando la testa da un lato.
-No...- sussurrarono e cominciarono a piangere.
-Dovete andarvene. Mi date solo fastidio stando qui.- dissi.
-Ahahah... Sentito cosa ha detto? Sciò!- e fece segno ai suoi seguaci, altri ragazzi della sua stessa bellezza di portarle via. Le ragazze si dimenarono ma poi alla fine vennero portate via. Una mi rimase impressa però: prima di andare via urlò
-Ti porteremo via! Tornerai con noi! Sta tranquilla! Tu aspettaci!- e venne condotta con le altre verso la fine del bosco.
-Finalmente se ne sono andate.- disse Aren sorridente.
-Si.- risposi apaticamente.
-Andiamo adesso.-
-Mh...- e mi feci spingere da lui dalla parte opposta dalla quale erano state condotte le ragazze.


 
DUE ANNI DOPO

-Noemi?- mi chiamò.
-Si Aren?- domandai accorrendo.
-Siediti qui.- e mi indicò il posto vuoto sul suo mega-divano.
-Dimmi Aren.- chiesi tranquillamente.
-Mi ricordavo, fra poco dovrebbe essere il tuo compleanno, giusto? Farai 18 anni, no?-
-Si.- risposi apatica non provando emozioni nel sapere del mio compleanno imminente.
-Pensavo: vorresti qualcosa? Qualche regalo in particolare? Non so, un viaggio, un'isola, una casa, una barca, dimmi tu. Qualsiasi cosa ed è tua.-
-Niente. A me basta stare con te.- e lo baciai. In realtà in quelle parole non c'era nessun sentimento, nessun amore. Come da qualche anno a questa parte, mi sentivo come una marionetta a cui facevano anche da doppiatore. Appena staccata da quel bacio sorrisi falsamente ma, evidentemente ad Aren bastava perché ricambiò il sorriso e mi strinse a sé.
-Sei così dolce.- e mi baciò i capelli.
All'improvviso si spalancò la porta da cui entrò uno dei tanti ragazzi che vivevano con noi ormai da tanti anni e con tranquillamente ci annunciò di alcuni ospiti che richiedevano di vederlo.
-Che scocciatura. Arrivo subito tesoro...- e mi baciò a stampo per poi uscire da quella porta. Rimasi ad aspettare pazientemente come un burattino in attesa del ritorno del suo burattinaio per poter muoversi nuovamente e riprendere vita.
Passarono circa cinque minuti in cui sentii delle voci fuori da quella porta parlare abbastanza tranquillamente ma percepii che dentro nascondevano un certo astio nei confronti del loro interlocutore che invece parlava senza il minimo accenno di rabbia magari solo impazienza nel finire quel discorso velocemente per lui tanto noioso quando sentii calare il silenzio e subito dopo la porta aprirsi lasciando entrare Aren che mi disse di seguirlo. Come un perfetto cagnolino con il suo amato padroncino, mi avviai verso di lui. Appena uscii mi ritrovai le sue labbra attaccate alle mie. Quel bacio, più appassionato rispetto a quello precedente, finì abbastanza presto rispetto al normale. Appena mi girai verso il nostro "pubblico" vidi delle facce familiari e non.
-E questi chi sono Aren?- chiesi tranquillamente.
-L'hai proprio ridotta bene, eh Aren? È la prima che la fai diventare così, vero?- chiese una delle due voci maschili presenti tra quelle altre quattro ragazze.
Dentro di me sentii una strana sensazione invadermi il corpo: una sensazione completamente nuova che mi fece annebbiare la vista. Che cos'era? Perché non ci vedevo più nitidamente? Appena avevo visto quelle quattro ragazze la mia vista non era più perfetta come lo era qualche secondo prima.
-Sta zitto Zain. Lei è venuta spontaneamente da me ed è voluta stare con me di sua spontanea volontà. Guarda.- e mi ribaciò se possibile ancora più appassionatamente di prima. La vista che prima era sfocata tornò a farsi nitida anche se continuavo a sentire gli occhi bagnati di chissà che cosa. Ci allontanammo e ritornammo a guardare i ragazzi che ci guardavano stringendo i pugni o meglio, guardavano Aren.
-Che cosa vogliono questi Aren?- chiesi rivolgendo la sguardo a lui.
-Portarti via da me. Ma non possono farlo. Tu sei mia. Non puoi andartene.- rispose.
-Si.- dissi e tornai a guardare i ragazzi. Le ragazze mi guardavano con gli occhi pieni di lacrime sia per rabbia che per tristezza mentre i ragazzi strinsero ancora di più i pugni digrignando i denti.
-Facciamo un accordo fratello.- disse quello che Aren chiamò come Zain.
-Vediamo, che tipo di accordo?- chiese incuriosito mettendomi un braccio attorno alle spalle.
-Queste ragazze- indicò le ragazze davanti a lui -cercheranno di far tornare normale Noemi. Se non ci riusciranno lei ritornerà a te.-
-E sei ci riuscissero? Cosa mi daresti in cambio?- chiese sempre più incuriosito e divertito.
-Prenderei il suo posto. Io al suo posto. Potrai avere tuo fratello a tua completa disposizione come vuoi tu. Nemmeno io ho dato il primo bacio. Nostra madre ce lo aveva proibito fino alla maggiore età altrimenti avremmo fatto ciò che tu hai fatto a questa povera ragazza. Ma se tu mi bacerai, sai che cosa vuol dire...- disse con sguardo serio. Io intanto osservavo la scena apaticamente come se non fossi io la diretta interessata. Le ragazze non avevano smesso un secondo di guardarmi preoccupate e tristi mentre io non ricambiavo i loro sentimenti dato che nemmeno le conoscevo pur essendomi stranamente familiari.
-Mhhh... Questa è una proposta allettante. Mio fratello al posto di Noemi. Vediamo cosa riuscite a fare. Vi do dieci minuti. Anche se, dandovi tutta la giornata scommetto non ci riuscirete mai! Ahahahah!- e si rivolse verso di me.
-Vai verso di loro e vediamoli sconfitti.- e mi diede delle pacche leggere sulla schiena. Mi avviai come mi era stato detto da quegli estranei che mi avvolsero in un fortissimo abbraccio che ovviamente non ricambiai mentre Aren ritornò nella stanza dove io e lui ci stavamo baciando.
-Noemi! Quanto ci sei mancata! Come stai? Che ti ha fatto in questi anni? Ti prego rispondi!- mi chiesero insistentemente in preda alla disperazione.
-Non sono tenuta a rispondere. Non vi conosco.-
Una delle quattro ragazze mi abbracciò ancora più fortemente. Quando le altre lasciarono spazio a lei per poterle dare il tempo di parlare lei iniziò.
-Ti ricordi quando ci siamo viste per la prima volta? Moni mi avevi chiamata. Tu e questi diminutivi! Mi chiamo Monica polla!
Sei sempre stata solare, energica, attiva e con il sorriso sulle labbra. Eri tu insieme a Michela. Tu e lei mi avete incontrato per prime. Poi ci siamo incontrate tutte alla stazione di Roma! Ricordati per favore!- e mi riabbracciò forte.
Improvvisamente sentii il mio cuore perdere un battito. Corrugai la fronte cercando di capire cos'era questa strana sensazione che stavo provando e che non avevo mai provato da quel che ricordo. Fortunatamente si staccò e il mio cuore prese a battermi normalmente di nuovo. Però cominciò ad avere delle fitte molto dolorose quando un'altra ragazza mi si avvicinò e mi accarezzò la guancia per poi abbracciarmi ancora più forte rispetto a quella precedente.
-Ti ricordi di me vero? Ti ricordi si? Dicevi sempre che ero la più matta! E su! Può una ventenne ormai superati per giunta essere così? Eh! Lo dicevi sempre! Dai! Ricordati! Sono io: Luisa! Tanti cuori... Ti ricordi questa frase vero?-
Ad ogni parola il mio cuore aveva una fitta sempre più dolorosa tanto da piegarmi quasi in due e toccarmi con una mano quel punto che stranamente mi faceva così male come se si stesse spaccando in due: una parte aveva un fluire di emozioni infinite trattenute per troppo tempo mentre l'altra non sentiva niente e cercava di ritornare al suo posto impedendo l'espandersi di quelle strani emozioni.
Il dolore era già insopportabile con questa ragazza ma quando arrivò la terza il dolore divenne ancora più intenso.
-Se hai qualche problema con me ne puoi parlare. Sul cellulare cerca sull'elenco Jennifer e chiamami per qualsiasi cosa. Sappi sempre che ci sarò per te. Non devi dimenticarlo. Ti voglio bene.- e con queste semplici parole il mio cuore stava ormai impazzendo: sembrava esser stato ricoperto per anni da uno strato di telo nero irremovibile capace di trattenere tutte le emozioni e adesso me lo stavano strappando dividendolo a piccoli pezzettini lacerandomi anche il cuore.
Trattenni a stento degli urli dolore ma non mi ressi in piedi e caddi a terra in ginocchio. Le ragazze erano preoccupate mentre il ragazzo di nome Zain mi guardò triste come se sapesse perfettamente cosa stessi patendo.
-È normale faccia così? Sta male. Sto succedendo il contrario di ciò che dovrebbe venire!- chiese infatti disperata la ragazza che aveva detto di chiamarsi Luisa.
-Lo so ma è normale. Vi avevo avvertito che sarebbe successa una cosa simile se Aren l'avesse fatta completamente sua. Però manca poco! Su non demordete che ci state riuscendo! Vai Michela! Tocca a te!-
-S...si!- disse tremante ma determinata la ragazza appena chiamata che si alzò e venne da me abbracciandomi da dietro.
Sbarrai gli occhi. Il mio cuore sembrò essersi fermato e non accennava a riprendere a battere. Poi, all'improvviso un dolore acuto arrivò come se quel telo l'avessero bruciato così il mio cuore stava bruciando facendo esplodere un turbinio di emozioni trattenute per troppo tempo, troppi anni. A quel punto non ce la feci e cacciai un urlo di dolore.
-AHHHHHHH!!!- urlai stringendomi le mani al petto come per attenuare il dolore che stavo provando cominciando a far scendere qualcosa che mi bagnarono le guance. Improvvisamente mi sentii triste, felice, arrabbiata: ero immersa in un turbinio di emozioni. Non ressi a questa tensione e, appena Michela mi lasciò caddi al suolo reggendomi il petto guardando un punto fisso. Mi si avvicinarono immediatamente le ragazze e mi cominciarono a chiamare.
-Ti ricordi adesso? Noemi? Noemi?! Ci sei?! Chi siamo noi?- chiesero agitate e preoccupate.
-Mo... Moni, L... Lu, Je... Jen e Mi... Miky.- risposi senza fiato ma facendo un sorriso questa volta sincero mentre delle lacrime cominciarono a fuoriuscire nuovamente.
Le altre tirarono un sospiro di sollievo e mi riabbracciarono ma non essendo ormai ritornata la Noemi di qualche anno prima, non sentivo più dolore.
-Che è successo? Mi ricordo del bosco e di... Quel ragazzo... Che mi ha baciata...-
-Sei stata vittima di un suo incantesimo per due anni. Quel fatto è avvenuto due anni fa.- a quell'affermazione rimasi stupita.
Incantesimo? Due anni fa? E questa casa? Di chi è?
Mi guardai intorno e vidi su un mobiletto con sopra uno specchio tutto in stile retrò, un cassettino che ricordavo bene pur non sapendo per quale motivo.
Mi alzai e mi diressi verso quel punto pur non sapendone il vero motivo: sembrava che il mio subconscio guidasse le mie azioni.
-Che stai facendo?- mi chiesero.
-Non lo so...- risposi tranquillamente e aprii il cassetto dove vi trovai un oggetto che il mio subconscio decise di prendere e nascondere sotto la maglietta. Ritornai dal gruppo.
-Adesso che ti abbiamo liberata devo andare da Aren. Era il patto.-
-Aspetta. Tu lascia fare a me.- risposi.
-Che intenzioni hai?- mi chiese Moni.
-Vedrete fra poco. Voi reggetemi il gioco. Dubbiose mi guardarono poi si spalancò la porta dietro di me e tornai con l'espressione neutra e vuota di quando ero sotto l'incantesimo.
-Beh? Allora, siete riuscite nel vostro intento?- senza lasciare il tempo alle ragazze di rispondere mi girai verso di lui guardandolo sorridendogli falsamente avvicinandomi a lui. Le ragazze mi guardarono con occhi sbarrati mentre Aren rideva soddisfatto. Quando arrivai vicino a lui mi cinse le spalle con un braccio.
-Era ovvio che sarebbe finita così.- e avvicinò il suo volto al mio. Le ragazze cominciarono ad urlare di non farlo dato che loro ormai ero libera e quindi erano sempre più preoccupate ad ogni centimetro che ci avvicinavamo. Quando vidi che stava a pochissimi millimetri lontano da me, tirai fuori da dietro la schiena il pugnale e lo colpii dritto al cuore in modo tale da renderlo innocuo.
-Ma... Noe... mi... Tu... Mi... Ami... Perché?- chiesi toccandosi quel piccolo pugnale ormai ben conficcato nella sua carne che pian piano stava assorbendo la sua energia vitale proprio come lui aveva fatto con me.
-Io non ti amo e mai ti ho amato. E poi... Sei la persona più orrenda che abbia mai potuto vedere su questa terra. Mai considerare le persone solo per il loro aspetto esteriore: i più belli potrebbero essere i più pericolosi.- e lo spinsi a terra ormai in fin di vita. I ragazzi suoi seguaci stavano accorrendo in aiuto del loro padrone ma, vivendo per un suo incantesimo, appena quest'ultimo perse le forze, non riuscì più a reggerlo e tutti i ragazzi furono liberi come lo ero adesso io. Mi vennero in contro, mi abbracciarono e se ne andarono correndo dato che quel castello sotterraneo al bosco stava crollando.
Raggiunsi raggiante il gruppo di miei amici dicendogli di correre anche in un momento di pericolo come questo.
-Andiamo o qui finisce male! Ahah!- e corremmo verso la porta d'ingresso dove saremmo potuto uscire.
Sentii una strana sensazione, mi girai e vidi il pugnale che avevo usato per pugnalare Aren volare in mezzo ai massi per venire verso Miky.
La guardai terrorizzata. Spinsi tutti fuori e mi parai tra Miky e il pugnale che si conficcò nella mia schiena facendomi cadere a terra quasi senza vita.
Appena si sentirono spingere si girarono verso di me e mi videro accasciata al suolo.
-Via!- urlai con il rimanente fiato in corpo.
-Mai!- dissero all'unisono tirandomi fuori dal quel palazzo ormai inesistente, togliendomi il pugnale e portandomi sulla schiena si diressero verso l'ospedale più vicino dove mi operarono.
Dopo qualche settimana di riposo potei uscire e finalmente ricominciare la vita con le mie amiche e anche con una nuova fiamma ovvero Zain. Sembra che me li vada a cercare io i baci pericolosi eh? ;)
 
FINE
 

Angoletto autrice:
So che è da un casino di tempo che non pubblico storie ma il mio cervello dice: scrivi questo, no questo! No questo! E poi invece alla fine li cancello tutti oppure li lascio a metà. .-. Vabbè, questa non ho la più pallida idea di come mi sia uscita fuori. Torno dalla pizzeria con i miei, mia sorella, i miei cugini (di cui mia cugina è in cinta del nono mese! Wo~!!) e a mezzanotte non avendo di meglio da fare mi vengono 'ste bestialità in testa! Mi dicevo: devo scrivere, devo scrivere, devo scrivere e ho scritto fino alle 3.42. Ora vado a letto che sto morendo di sonno!! Lasciate un commento! Sciau belli de casa!! xD
Chu!! <3
   
 
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