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Autore: Ariana_Silente    30/06/2012    0 recensioni
Cos'è successo quando Severus ha scoperto che tre alunni della sua scuola sono riusciti a intrufolarsi nel suo studio e a trafugare un oggetto di vitale importanza per tutti?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente, Severus Piton
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Serpente e Leoncini

 

***

 

 

 

Dei ragazzi hanno cercato di rubare la spada di Grifondoro dallo studio di Piton a Hogwarts. Hanno fracassato la teca, Piton li ha sorpresi mentre cercavano di portarla giù dalle scale.” 

 

 

***

 

 

Delicati raggi di luna illuminavano debolmente uno studio pittoresco, attraverso grandi vetrate che davano su un parco ondulato e verde di varie tonalità, ma a quell'ora risaltava solo il verde-nero dei pini e degli abeti silenti.
I raggi sfioravano impalpabili le sue pareti, tappezzate di quadri impreziositi da cornici sontuose, scure e lucide, alcuni soprammobili erano sparsi a terra, i tappeti con gli angoli rivoltati e c'erano delle sedie cadute.
La quiete che emanava dallo studio era decisamente in contrasto con il disordine tra cui si districava un calpestio ritmato e nervoso, di passi veloci e leggeri che andavano avanti e indietro, difronte alla cattedra di legno massiccio, al posto d'onore sul ripiano che dava alle finestre.
Il pallido della pelle del viso e delle mani risaltava sul nero della veste coccolata dalla luce, che illuminava il volto tirato e dallo sguardo corrucciato, incorniciato da capelli lunghi e untuosi.
Alle sue spalle c'era una teca con vistosi segni di manomissione, il vetro segnato e scheggiato in più punti e sul morbido velluto rosso ancora il segno del peso della spada che aveva custodito per molto tempo.
Ora giaceva sulla dura superficie della scrivania e i diamanti rossi mandavano tenui riflessi di protesta.

«Severus.» la voce si spense nell'ombra e non ottenne nemmeno un'occhiata.

Nessuno dei quadri delle pareti era dormiente, erano solo molto concentrati ad osservare la reazione del Preside che aveva scoperto quello che un pugno di ragazzini incoscienti erano stati capaci di fare e che ora erano parecchi piani più sotto, tenuti sotto stretta sorveglianza visiva da infami custodi.

«Severus.» la stessa voce di prima ripeté il nome, ma ancora una volta l'uomo che lo portava non la degnò di attenzione.

«Si faranno uccidere... un giorno o l'altro si faranno ammazzare!» spuntò con rabbiosa paura, bloccandosi di colpo e rivolgendosi finalmente al ritratto di Silente. Per pochi attimi si mostrò teso e tremante, palesando tutto il terrore che lo aveva da sempre angosciato, da quando gli aveva affidato il difficile compito di proteggere gli studenti. I suoi occhi persero la patina di indifferenza con cui di solito faceva scudo tra sé e il resto del mondo.
«Mi venisse un accidente se capisco come diamine sono riusciti a farlo, per tutti i Druidi!» continuò, facendo volare per aria una serie di oggetti con un gesto violento del braccio, ritrovandosi alla scrivania a contemplare la spada di Grifondoro che sarebbe costata una dura punizione a una manica di ragazzi audaci e intelligenti.

«Questo è qualcosa che sono sicuro eviterai.» commentò la voce di Silente con disinvoltura.

«Certo, maledizione. Certo. Maledizione!» rimase fermo dov'era in silenzio per qualche minuto, massaggiandosi le tempie con gli indici, gli occhi chiusi. L'attimo di tensione era scomparso, e gli occhi attenti di Albus Silente lo notarono con inconfondibile sollievo e soddisfazione.
«Ma più si faranno audaci, meno i Carrow saranno gestibili.» mormorò infine.
Aprì gli occhi e osservò lo sguardo ammiccante e il sorrisetto molto poco rassicurante – perché divertito – di Silente.

«Dopotutto sono solo ragazzi.» sogghignò il ritratto, senza troppo nascondere lo scherno.

«Audaci testardi, stolti incoscienti senza un briciolo di cervello.» borbottò, dandogli le spalle e incrociando le braccia al petto.

«O piuttosto, audaci ragazzi che hanno saputo darti una gran bella gatta da pelare.»

Severus cercò qualcosa da ribattere, qualsiasi cosa, ma più ci provava più le parole del professor Silente gli grattavano fastidiose le orecchie, come un tarlo impertinente.
Il suo sguardo dibattuto vagò tra la teca oltraggiata, la spada sulla scrivania, fino ad arrivare scoraggiato alla porta, ora ermeticamente chiusa. Mentre il pensiero correva a poco più di mezz'ora prima, alla scala a chiocciola dove aveva sorpreso i ladruncoli.

Gliel'avevano fatta, non poteva negarlo.

«Farò in modo di fargli passare la voglia.» ma il suo tono celava una profonda preoccupazione.

«Non ho dubbi al riguardo.» gli rispose Silente, con tranquillità abbandonando il ritratto.

Severus fece alcuni respiri.
La sicurezza di Silente lo rassicurò.
Uscì a passo deciso dalla porta, pensando a cosa fare.














§§§

In teoria voleva essere una riflessione profonda e seria su come si sia sentito Piton che da una parte deve gestire i Carrow, dall'altra un'intera scuola che fa di tutto per aggiudicarsi le punizioni poco clementi di due criminali assassini che non aspettano altro. non dev'essere stato facile! soprattutto in situazioni come questa!

cioè, ma dico, tre studenti sono riusciti ad intrufolarsi nell'ufficio del preside, rubare un oggetto - di vitale importanza, tra l'altro, - e quasi se lo portano via senza che lui se ne renda quasi conto (immagino li abbia scoperti per puro caso)... e quindi ho lasciato che prevalesse il lato comico della faccenda: silente che gongola, perchè in fondo, quegli studenti sono i suoi, e perchè quasi ce l'hanno fatta a farla in barba a un uomo che ha un'alta considerazione di sé e delle sue potenzialità... in fondo, Silente conosce molto bene i suoi polli e sa che severus ha bisogno di vedere la faccenda da un altro punto di vista, per riprendersi dallo shock e mettere in moto il suo straordinario cervello. non a caso è rimasto a hogwarts finchè non si è trovato tra i piedi l'ordine della fenice praticamente al completo!

morale una FF senza troppe pretese.

  
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