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Autore: Ely_fly    30/06/2012    1 recensioni
"L'allarme cominciò a suonare, assordandoli."
Un intruso particolare e due eroi che lo sono molto di più.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 «Azarath… Metrion… Zinthos. Azarath… Metrion… Zinthos. Azarath… Metrion… Zinth…»
«Ehi Raven!»
 
L’oscurità intorno alla ragazza svanì quando lei aprì gli occhi, disturbata dalla voce allegra di un buffo ragazzo dalla pelle verde.
«Che c’è, Beast Boy?» domandò, cercando di trattenere la rabbia, che comunque emanava un’aura pericolosa.
«Oh, ti disturbo, per caso?» domandò in risposta il ragazzo, candidamente.
“Perché non l’ho ancora strangolato? Perché?” «A te che sembra?» Acidità a mille.
«Oh, scusa, non volevo. Comunque sono venuto perché dovevo chiederti una cosa da parte di Star…»
Non fece a tempo a finire la frase che una scossa potentissima scosse la T-Tower dalle fondamenta, facendo crollare Raven addosso a Beast Boy.
L’allarme cominciò a suonare, assordandoli, e qualche istante dopo Cyborg emerse dalla sua camera, correndo come un matto. Per poco non inciampò nei due ragazzi a terra: «Ma che state facendo?? Vi sembra il momento?»
«Muori» lo gelò Raven, alzandosi, puntando le mani sul petto di Beast Boy, mettendoci volutamente più forza del necessario.
«Ahi!» si lamentò infatti il ragazzo, tirandosi a sedere di scatto, massaggiandosi il petto. La ragazza fece un mezzo sorriso, poi cominciò a correre: «Ehi, mi lasci qui?» la richiamò lui.
«Che pappamolla…»
«Ehi, credi di essere una piuma?»
«Mi rifiuto di rispondere» concluse la ragazza continuando a correre e arrivando alle scale. Con un ruggito, B.B. si trasformò in un ghepardo e con uno scatto la raggiunse e la superò, facendola cadere.
«Ah…» gemette, picchiando il sedere a terra. «Beast Boy sei un idiota!» imprecò, levandosi in volo per non sforzare il dolorante fondoschiena.
 
Nella sala centrale della torre, il pannello d’allarme lampeggiava e mostrava qualcosa o qualcuno muoversi nei sotterranei.
«Era ora, Raven! Che stavi facendo?» la accolse Robin, frettoloso, digitando sulla tastiera olografica.
«Fidati, faresti meglio a non chiedere… Vero B.B.?» disse malizioso Cyborg, strizzando l’occhio all’amico, che gli restituì uno sguardo vacuo.
«Cyborg, sai che odio ripetermi, ma… Muori. Comunque sono caduta sulle scale grazie a qualcuno qui» intervenne gelida Raven.
Beast Boy sussultò colpevole.
«Comunque non c’è tempo, bisogna fermare quegli intrusi. Star e Cy andate giù per le scale. B.B. e Raven, vo ci andrete attraverso i condotti dell’aria. Io starò qui a monitorare l’operazione e interverrò in caso di emergenza. Chiaro?» I quattro compagni, chi entusiasta e chi meno, annuirono e si separarono nei gruppi indicati dal ragazzo mascherato.
«Mi raccomando voi due, eh!» si raccomandò maliziosamente Cyborg, scendendo le scale con Starfire, senza aspettare la (maleducata) risposta di Raven.
 
«Bene, andiamo. Vai prima tu o vado prima io?» domandò Beast Boy, svitando la grata del condotto di areazione.
«Vai prima tu, ovviamente. Non mi fido di te» rispose gelida Raven, fulminandolo.
«Okay, okay… Comunque se fossi in te mi toglierei il mantello. È pieno di ventole là dentro, non vorrei mai che tu venissi risucchiata» si raccomandò lui, cominciando ad arrampicarsi.
Lei lo guardò indispettita, ma convenne con lui che il lungo mantello blu le sarebbe stato d’intralcio. A malincuore se lo tolse, rimanendo con la sola tuta, poi cominciò a seguire Beast Boy.
Stavano strisciando ormai da un bel po’, quando sotto di loro sentirono due voci. Si fermarono davanti a una grata per vedere a chi appartenessero.
«Terra!» bisbigliò B.B., riconoscendo la ragazza bionda che camminava al fianco di un ragazzo che non aveva mai visto, ma che assomigliava terribilmente a… «Raven!» sussurrò preoccupato, voltandosi verso la ragazza e vedendola rannicchiata su se stessa.
«Ehi, tutto bene?» le chiese, tentando di sfiorarle la spalla, coperta da un velo di sudore, lo sapeva benissimo, freddo. Raven si scostò, nervosa, e si appoggiò al freddo metallo del condotto, prendendosi la testa tra le mani e respirando profondamente. Non l’aveva mai vista così sconvolta, nemmeno quando suo padre l’aveva usata per tentare di conquistare il mondo.
Tentò di avvicinarla nuovamente, ma in quel momento il pezzo di condotto in cui si trovavano venne avvolto da un’aura nera e cadde pesantemente verso il basso, con un gran rumore.
Qualche istante dopo, la lamiera che li proteggeva si aprì in due, come tagliata da un apriscatole, rivelandoli alla vista dei due intrusi.
«Bene, bene… Chi abbiamo qui? Un mutante verde e la mia adorata sorellina» commentò il ragazzo, in piedi davanti a loro. Alle sue ultime parole Beast Boy sobbalzò, guardando Raven, che ora fissava con odio il ragazzo davanti a lei.
 
«Che ci fai tu qui?» sibilò, sollevando un pezzo di lamiera grazie ai suoi poteri telecinetici e lanciandoglielo addosso.
Lui lo disintegrò con noncuranza, prima di scoppiare in un’allegra risata: «Ahahah… Simpatica come sempre, vero, sorellina? Devo dire che i tuoi modi non sono molto migliorati dall’ultima volta che ci siamo visti…»
«Taci! Tu, sporco bastardo!» la mezzo-demone fece per aggredirlo, ma Beast Boy la bloccò, trattenendola per le braccia.
«Oh, vedo che mi hai dimenticato in fretta B.B…. Ma già…» Terra venne interrotta proprio dal ragazzo dalla pelle verde: «E chi mai vorrebbe ricordarsi di una doppiogiochista come te?» cattivo.
Raven sogghignò: non l’aveva mai sopportata quell’oca bionda! La ragazza però si accorse della sua espressione: «Cosa ci trovi di così divertente, stupida dark?» la aggredì, lanciandole contro dei proiettili di roccia, che la mora bloccò con la forza del pensiero.
«Buona, Terra, non è ancora il momento di farle male seriamente. Ricordati qual è il nostro obiettivo in questo momento. Dobbiamo andare. Lasciamo qui questi due mocciosi»
Il fratello di Raven placò l’ira di Terra, che gli sorrise seducente, strappando dei conati di vomito ai due Titans, abbandonando all’istante la sua aria diabolica. Scoccando un’occhiata diabolica ai due eroi, la bionda mulinò i capelli e si allontanò con il ragazzo.
 
«Non pensarci nemmeno, Richard!» gridò Raven, facendo voltare il fratello, infuriato: «Come mi hai chiamato?»
«È il tuo nome, deficiente. Quello con cui ti ha chiamato la mamma, prima di essere ucc…»
«Zitta!» ululò il ragazzo, lanciandole addosso una scarica di energia che lei non fece in tempo a schivare. Si accasciò su se stessa, con un verso strozzato.
«Raven!» esclamò Beast Boy, accorrendo in suo soccorso.
La ragazza aprì gli occhi e si guardò intorno. Vide il viso di B.B., il suo migliore amico, e poi, in lontananza, il fratello che si preparava a lanciare un incantesimo. Riconobbe la posizione delle mani.
«Spostati!» gli gridò. B.B. la guardò confuso e vide il terrore nei suoi occhi, poi qualcosa lo colpì alla schiena, facendolo cadere addosso alla mora, facendola gemere di dolore.
Mentre cercava di rialzarsi, sentì uno sfrigolio alle sue spalle e voltandosi vide una gabbia creata tramite intrecci di energia, che facevano un rumore simile a quello dell’olio caldo in padella. Richard e Terra si allontanarono ghignando, diretti verso la sala centrale.
 
Beast Boy si sollevò e aiutò Raven a sedersi, cercando di sistemarla in una posizione comoda.
«Perché non ti sei spostato? Almeno tu saresti stato libero e avresti potuto fermarli!» lo aggredì la ragazza, guardandolo furiosa.
«Cosa pensi che avrei potuto fare?? Ero di spalle e distratto! Non avrei potuto fare un bel niente!»
«E che mi dici delle tue trasformazioni? Avresti avuto tutto il tempo di trasformarti!»
«Non lo metto in dubbio, ma sconvolto com’ero in quel momento non avrei risolto assolutamente niente! Avrei potuto trasformarmi in un gorilla per quel che ne so! E parliamo di te, allora… Se sei riuscita ad avvisarmi perché diavolo non hai evocato qualcosa per proteggerci?» rigirò la frittata lui, guardandola con aria di sfida.
«Scusa se ero appena stata colpita, eh!» gridò lei arrabbiata.
«O magari eri d’accordo con lui, è tuo fratello, no?» la provocò il ragazzo, decisamente arrabbiato: insomma, lui si preoccupava per lei e cosa otteneva in cambio? Accuse!
Stavolta, però, doveva aver toccato il tasto sbagliato, perché Raven tacque improvvisamente e gli diede le spalle per nascondere il volto, anche se lui avrebbe potuto giurare di aver visto una lacrima silenziosa scenderle sulla pelle liscia e cadaverica.
Seguì un lunghissimo silenzio, durante il quale B.B. pensò che l’aveva combinata davvero grossa: Raven non piangeva mai.
Rimasero così per parecchi minuti, poi la mezzo-demone si abbandonò contro la sua schiena, facendogli sobbalzare il cuore per un istante.
 
«Ha ucciso mia madre.»
 
La voce funerea della ragazza ruppe il silenzio.
Il ragazzo verde ascoltò in silenzio tutta la storia, di come l’odio che Richard provava per il padre l’avesse accecato al punto di uccidere sua madre davanti agli occhi della sorellina, di come fosse scappato di casa lasciando la sorella in balia del padre, di come lei, Raven, fosse stata usata dal padre nel modo che tutti loro avevano visto.
Finita la confessione calò di nuovo il silenzio e i due restarono per un po’ schiena contro schiena, ascoltando una il respiro dell’altro. Poi Beast Boy si mosse, facendo sollevare anche Raven. Si alzò in piedi e si voltò verso la ragazza: «Andiamo. Dobbiamo restituire un paio di favori al tuo caro fratellino.»
Le tese la mano per aiutarla ad alzarsi e quando lei la prese la tirò vero di sé con una forza leggermente esagerata, di modo che la ragazza si ritrovò contro il suo petto. Prima di allontanarsi lo strinse in un abbraccio che voleva essere un ringraziamento.
Lui sorrise e la strinse a sua volta, soddisfatto di essere cresciuto abbastanza da essere più alto di lei.
Il momento finì troppo presto, secondo lui.
«Forza, andiamo. Mettiti dietro di me… Anzi, meglio, trasformati in qualcosa di piccolo e aggrappati a me» ordinò Raven, decisa. B.B. non se lo fece ripetere due volte e si trasformò in una coccinella e si posò sulla spalla della ragazza, che gli disse: «Vedi di non muoverti da lì, chiaro?»
Dopodiché aprì le braccia e le mani e con tono deciso pronunciò la sua formula, incanalando il potere nelle dita affusolate: «Azarath Metrion Zinthos!» Tra gli intrecci sfrigolanti si aprì un varco e la ragazza vi passò in mezzo velocemente, mantenendo l’incantesimo.
Come i due si ritrovarono fuori, Beast Boy riprese il suo aspetto normale: «Ora dobbiamo correre. Tu aggrappati forte» e si trasformò in un ghepardo. Con il muso fece cenno alla ragazza di salirgli in groppa. Intontita dallo sforzo appena compiuto, Raven vi salì e l’animale partì velocissimo.
In breve tempo arrivarono alla sala centrale, dove videro che Terra e Richard avevano bloccato Robin, Star e Cyborg.
 
I due erano di spalle davanti al computer principale.
Fu quindi con molta facilità che Raven lanciò addosso ai due il pesante divano, sollevato grazie alle sue capacità telecinetiche.
Il mobile mancò di un soffio il computer, ma i due nemici vennero centrati in pieno. Purtroppo, Richard si liberò quasi subito, grazie ai suoi poteri, gli stessi di Raven e si mise in posizione d’attacco, ghignando: «Oh, ecco i due piccioncini. Vedo che ce ne hai messo di tempo per liberarti sorellina. Scarsa come sempre, eh?»
La risposta della mezzo-demone fu una potente scarica di energia diretta al petto del fratello.
Il ragazzo si protesse con uno scudo di energia all’ultimo secondo, ma il colpo successivo non poté evitarlo e ricadde al suolo pesantemente con un grido strozzato.
Terra, che si era rialzata e aveva ingaggiato un duello all’ultimo sangue con B.B., si voltò per guardarlo, terrorizzata. Il mutaforma approfittò di quel momento di distrazione e, sotto forma di gorilla, le sferrò un pugno micidiale che la spedì addosso a Richard. Raven, prontamente, sfruttò i suoi poteri per aprire un varco nelle dimensioni per buttarceli dentro, dicendo: «Chi è lo scarso adesso?»
 
«Uuuff… Ce l’abbiamo fatta socia!»
«Già… Socio!» replicò Raven, sfiorandogli la mano tesa a ricevere un cameratesco “cinque”.
«Forza, liberiamoli…» continuò, accennando ai loro amici ancora bloccati.
 
 
 
 
 
 
«Scusate, avete visto Raven?» domandò Beast Boy entrando nella sala, ristrutturata in pochi minuti grazie proprio ai poteri della mezzo-demone.
«No» rispose telegrafico Cyborg, impegnato a giocare alla playstation.
«Neanche per sbaglio» aggiunse Robin, impegnato nella stessa attività, ma leggermente più loquace.
«Io sì, era giù in spiaggia» gli riferì Starfire, infilando perline colorate su un filo.
«Grazie mille!» le gridò lui, allontanandosi velocemente.
 
In pochi minuti arrivò alla spiaggetta dell’isola su cui sorgeva la T-Tower e individuò subito la solitaria figura di Raven, stagliata contro il sole calante.
“Così è ancora più bella… Vai B.B., lanciati!” si disse tra sé e sé, dirigendosi verso di lei, che al suono dei suoi passi si voltò.
«Ciao.»
«Ciao. Ti disturbo?»
«No no… Stavo guardando il mare e pensavo…»
«Pensavi?»
«Pensavo un po’ a tutto. A mio fratello. A Terra…»
«E perché avresti dovuto?» domandò lui duro. Lei rimase interdetta, ma poi rispose: «Perché no?»
«Perché… È stato un momento buio nella mia vita, una debolezza. Io non sono così come lei mi aveva ridotto.»
«E questo che c’entra?» domandò lei, non capendo il senso del discorso.
In tutta risposta Beast Boy la baciò cogliendola di sorpresa.
«Sei tu quella che mi è sempre piaciuta, non Terra…» le disse quando si allontanò da lei per un attimo, prima di baciarla di nuovo stringendola a sé e sfiorandole delicatamente la schiena.
La sentì rabbrividire mentre si stringeva a lui per sussurrargli un dolce: «Grazie» ricco di significati.
Sorridendo, la baciò di nuovo, a lungo.
  
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