Disclaimer: Light Yagami, Misa Amane e tutti gli altri personaggi appartengono a Tsugumi Ohba e a Takeshi Obata, nonché al loro editore e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa
storia è stata scritta per puro diletto personale, pertanto non
ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si
ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece
copyright dell’autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la
citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite
permesso scritto.
Shibori
È un grido represso quello con cui ti sollevi dal letto.
È un verso straziante, gutturale: quasi un animale ferito a morte.
Lo specchio ti rimanda un'immagine di carne e sangue, lacrime asciutte e cuore morto.
Sul tuo collo, la cicatrice di un amore crudo e bugiardo, bocca vorace e orgasmi senza sapore.
Tra le crepe della tua mente, un uomo che desideravi ancora, la giustizia vestirsi di occhi affilati e sanguigni, rapaci.
Sono un pugno di lenzuola umide a lasciare l'ultima impronta di te.
È un dolore che non sopporta, che non si rassegna, quello con cui ti consegni a un muro di cemento e solitudine.
È l'eco di un silenzio assordante quello che ti riempe le orecchie, al cielo un paio d'occhi ciechi e pieni di lui.
Vivere per Light era stato bellissimo: morire, l'unica strada che ti mostrasse ancora un futuro.
L'unica, invero, che valesse ancora la pena di percorrere.