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Autore: Nischino    15/01/2007    11 recensioni
Quando Harry si sente solo, quando Draco si presenta alla sua porta esanime e quando Silente traccia piani segreti anche alle spalle del suo Ragazzo D'oro, ecco che suona il campanello.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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PROTEGGIMI

Davanti a lui una distesa infinita di foglie accartocciate, alberi spogli, steccati arrugginiti e, laggiù in fondo, dove sembrava impossibile arrivare, una casa, quella casa. Stranamente familiare, tetra senza incutere timore. L’aveva già vista, forse l’aveva sognata, forse ci era già stato, non ricordava. Non sapeva neppure perché era lì ma, dall’alto della collina, sapeva che doveva raggiungerla. Ne aveva disperatamente bisogno perché lì c’era qualcosa di importante. Non sapeva cosa fosse esattamente, ma faceva parte della sua vita, la sentiva come parte della sua essenza, parte di lui stesso. Ed era quella casa che, suo malgrado, sembrava allontanarsi sempre più, nonostante lui non si fosse mosso di un passo. Il viale alberato, spoglio, colorato d’autunno lo invitava a proseguire. Doveva aver già fatto tanta strada, si sentiva esausto. Eppure non ricordava per quanto avesse camminato. Giorni? Mesi? Possibile che fossero stati anni?
Poi, all’improvviso, un dolore lacerante, lì, in quel piccolo punto che rappresentava la sua gloria e la sua condanna. Il suo destino. Si portò rapidamente le mani alla fronte, mentre la casa, tutto d’un tratto, prese ad avanzare verso di lui ad una velocità spaventosa, quasi a volerlo investire. Finché non lo accolse tra le sue mura e il dolore cessò. Pareti rosse, un caminetto acceso ed un albero di Natale. Un’atmosfera calda, accogliente, confortante. Si guardò attorno e, in un angolo, vide una poltrona rosso opaco. Capì, seppe che lì stava seduto suo padre. Mosse un passo, ma il viso dell’uomo era ancora invisibile, coperto da un’ ombra. Si avvicinò ancora. Forse…forse non era suo padre, era Sirius…mosse un altro passo e solo allora si accorse di avere i piedi nudi.
-Sirius?- chiamò, incerto, muovendosi ancora. No, non era nemmeno Sirius. Finalmente giunse abbastanza vicino per vedere ed il sangue gli si gelò nelle vene. Lord Voldemort.
-Salve Harry- sibilò, allungando una mano per toccarlo –Ora lo posso fare, non c’è più tua madre a proteggerti, ora anche Silente è morto, ed anche il tuo padrino. Chi ti proteggerà, Harry? Chi? Sei solo…-
-Io…io non sono solo!- esclamò, cercando la bacchetta ma rendendosi conto, con un tuffo al cuore di non averla portata con sé.
-Anche i tuoi amici ti hanno abbandonato. Ron ed Hermione…-
-Smettila!-
-Ti hanno tradito, non ti scrivono da tutta l’estate…- quella voce, quel tono sussurrato e tenue gli entrava nella testa, e faceva male, sembrava tutto vero. Harry, tremante, si portò le mani alle orecchie.
-Basta!- implorò, con le lacrime agli occhi –Basta!-
-Ed anche i tuoi compagni di casa…hanno tutti paura di me, nessuno ti proteggerà da Lord Voldemort, sei solo…solo Harry, solo e fragile…sei mio…-
-BASTA!- e, tutto d’un tratto Voldemort si dissolse, la casa, il viale, gli alberi, scomparvero. Ed Harry Potter aprì gli occhi, tremante e con le guance bagnate, nel suo letto di Privet Drive. Trasse un profondo respiro, poi passò velocemente una mano sulle sue guance e sotto il naso, per asciugare i danni del pianto.
Allungò una mano sul comodino, alla ricerca degli occhiali, facendo cadere parecchie cartacce, lettere scritte a metà e la piuma d’oca. Finalmente trovò gli occhiali e li infilò, mettendo a fuoco la stanza: completamente buia, silenziosa; negli armadi si nascondevano i più terribili fantasmi: quelli del suo passato.
Si scoprì ed uscì dal letto. La casa era deserta, i suoi zii e Dudley erano usciti per il weekend, andati a trovare la zia Marge che, dal triste incidente (ma anche piuttosto divertente e realizzante) dei suoi tredici anni, si era rifiutata di vederlo: un bene per entrambi. Infilò le ciabatte bucate blu scuro, scendendo poi le scale a balzelloni. Odiava avere gli incubi. La cosa brutta di un incubo è che non puoi decidere se averlo o no: è del tutto involontario e, una volta che l’hai avuto, non te lo togli dalla testa e continua a martellarti, tormentandoti con il suo ricordo, ogni volta che fa buio. Soprattutto se sei solo, se non hai nessuno che ti stringe, che ti scalda, che ti protegge. Aveva detto addio a Ginny: non per amore, non per paura ma per mero egoismo. Le voleva bene come si vuole bene ad un’amica un po’ troppo carina, non come immaginava di voler bene alla persona che amava. Lei non era abbastanza…be’, grande. Nel puro senso della parola. A lui piacevano le persone grandi, quelle che con un abbraccio ti avvolgono tutto e ti scaldando. Forse perché, dentro, lui era una persona piccola. Raggiunse la cucina, aprendo il frigo e versandosi una tazza di latte parzialmente scremato, finendone il cartone. Il giorno dopo avrebbe dovuto comprarne dell’altro, per evitare una crisi isterica di Dudley. Si sedette sul divano senza accendere la TV, senza nessun libro, solo con il suo incubo. L’avrebbe analizzato, studiato e capito. Anche se, alla fine, avrebbe sognato la stessa casa, ancora.
Poi suonò il campanello. Fu come una sveglia, un rintocco. E ne fu spaventato a morte. Il suo primo impulso fu quello di cercare la bacchetta, per impugnarla. Ma quando ebbe superato il primo shock, si chiese se mai Voldemort, prima di ucciderlo, avrebbe suonato il campanello. Magari aveva con sé anche un cestino con i biscotti per il tè. Si diede dell’idiota. Ma, d’altro canto, chi suona alle tre del mattino in casa altrui?
Piano, lentamente, si avvicinò alla porta e guardò dalla spioncino ma, nell’oscurità, l’unica cosa che distinse fu una figura molto alta. Magari era Lupin o Moody. Inghiottì la paura, dopotutto lui era il Salvatore del Mondo Magico, ed aprì la porta.
Davanti a lui, sconvolto, bagnato, vestito solo di un mantello, c’era il suo nemico della scuola, il principe delle serpi. Davanti a lui c’era Draco Lucius Malfoy
-Tu?- mormorò lentamente, quasi volesse appurare di non essersi addormentato sul divano (con conseguente rovesciamento del latte e perciò sicura punizione) e che quello fosse un altro incubo.
-Potter- Malfoy si leccò numerose volte le labbra, prima di parlare. Sarebbe caduto a terra svenuto da un momento all’altro –Per favore…- tossicchiò –Harry- e poi, socchiudendo dapprima gli occhi, poi chiudendo definitivamente, cadde ai suoi piedi.
Harry non sapeva proprio che fare, a chi rivolgersi, cosa dire. Draco Malfoy aveva quasi ucciso Silente ed ora si presentava alla sua porta, quasi morto, svenendo davanti a lui, cercando il suo aiuto.
Al primo senso di sconforto si sostituì la rabbia e la voglia di lasciarlo lì a morire di freddo e poi, maledicendosi, provò pietà.
-Per Merlino…- lo sollevò di peso, faticando alquanto –Cazzo-. Lo trascinò in casa, depositandolo sul divano. Tornò a chiudere la porta, salì a prendere delle coperte ed un cuscino e poi, dopo aver accuratamente coperto Malfoy, si sedette ai piedi del divano, per attendere che si svegliasse. Provò, in quei momenti che passò ad osservarlo, una strada persuasiva ammirazione. Era stato coraggioso, in fondo, a venire da lui dopo ciò che aveva fatto. Poggiò la testa sul cuscino del sofà. Davvero molto coraggioso. Soffocò in gola uno sbadiglio. Mi piacciono le persone coraggiose pensò, e sorrise, addormentandosi.
Quando aprì gli occhi, la prima cosa che realizzò fu di avere un torcicollo incredibile, la secondo di essere in salotto, e la terza fu di avere due occhi grigi puntati addosso. Ah, sì: Malfoy dormiva sul suo divano.
-Buongiorno, Malfoy. L’alloggio è stato di tuo gradimento?- il serpeverde non rispose, trascinando il viso sul cuscino –Hai fame?- chiese ancora Harry, cercando di essere il più gentile possibile, forse poi sarebbe riuscito ad estorcergli qualche informazione.
-Non occorre che tu faccia San Potter con me, mi dispiace dirlo, ma non lo merito. Non lo so dove si trova Voldemort perché quella con Silente era tutta, tutta una messa in scena. Lui è ancora vivo, nascosto da qualche parte. Tu non dovresti sapere niente, ordini suoi- Harry sgranò gli occhi. Si sentì felice, arrabbiato, tradito e grato tutto in un solo istante. Poi si rese conto che non poteva credere a Malfoy.
-E perché allora, di grazia, mi stai informando?-
-Ci hanno scoperti ed hanno…- Malfoy abbassò lo sguardo. Non aveva mai visto un Malfoy abbassare lo sguardo –Hanno ucciso Severus-
-Hanno…ucciso…Piton?- farfugliò Harry, la bocca impastata –E tu…-
-Io? Io sono scappato e…- Harry sorrise, poi scoppiò a ridere. Ci era caduto, come un idiota. Scappato? Chi mai fuggiva dai Mangiamorte?
-Avresti dovuto inventarne una migliore, Malfoy!- ghignò –Ed io…io ti avevo anche creduto, per un momento!- fu pervaso da un conato di risa, quasi isteriche, fameliche, furibonde. Aveva creduto che Silente…fosse ancora vivo
-Potter, Harry, è la verità! Te le giuro!- cercò di difendersi Malfoy alzandosi per fronteggiarlo. Era almeno una testa più alto di lui, ma Harry non ne aveva mai avuto paura
-Quanto pensi che valga per me il giuramento di un Mangiamorte?- estrasse la bacchetta –Ora chiamo Moody e Lupin e loro sapranno cosa fare di te, Azkaban o…ti uccideranno subito, per vendicare Silente!-
-Per favore, devi credermi è…è la verità! Perché sarei venuto da te, se no?-
-Può sempre essere vena masochistica, Malfoy-
-Davvero, davvero! Silente è vivo, Harry!-
-Non parlare più di Silente- premette la bacchetta contro la sua gola, in un attimo di forte sgomento
-E’ la verità!-
-Smettila, smettila di illudermi! Vi piace tanto farmi soffrire? Ma chi sono, eh? Chi sono per meritarmi questo?- lasciata perdere la bacchetta, si avventò su Malfoy, e gli tirò un pugno dritto in faccia –Lurido pezzo di merda!- inveì ancora su di lui che, in tutti i modi, cercava di schermarsi dai pugni furiosi di Harry
-Io ti odio, odio i Mangiamorte, io odio…- poi tacque. La camicia di Draco, dopo un attacco particolarmente violento, si era aperta ed ora, sul petto pallido del biondo, Harry poteva distinguere segni rossi, cicatrici, frustate, botte. Ne sfiorò una con un dito, gentilmente
-Malfoy, tu…- cercò lo sguardo dell’altro, che lo spostò repentinamente sul pavimento
-Gradirei del bacon, grazie-.
Harry posò gentilmente il piatto davanti a Draco, sul tavolo della cucina
-Ho scritto…ho scritto a Lupin, verrà qui domani. Gli ho detto che non deve preoccuparsi, che non sei…- sorrise timidamente –Pericoloso-
-Oh- Malfoy impugnò la forchetta –Ma io sono molto pericoloso!- cercò di sdrammatizzare, cercando di far sorridere Harry e riuscendo nel suo intento. Il moro si sedette di fronte a lui, sorseggiando il suo caffèlatte
-Sai- mormorò tra una sorsata e l’altra –Bisognerebbe fare qualcosa per, sai, quelli- e con un gesto del capo indicò i tagli sul petto di Malfoy
-Questi?- fece spallucce –Stanno così da settimane, e non sono ancora morto-
-Ma ne morirai- gongolò Harry –Prima ti fai una doccia, puzzi- affermò deciso –E poi ti medico le ferite-
-Ah…- Malfoy sorrise malizioso –A quanto pare non vedi l’ora di rimettermi le mani addosso- Harry arrossì, levandogli il piatto completamente lucido da sotto il naso; chissà da quanto non mangiava un pasto decente
-Non ci tengo a metterti le mani addosso, se non in senso strettamente violento-
-Siamo violenti a letto, Potter? Interessante…-
-Fanculo Malfoy!- biasciò Harry –Il bagno- ed indicò le scale –E’ da quella parte-.
Dopo che Malfoy si fu lavato, profumato e fatto tutte le schifezze degno di un vero arrogante presuntuoso, si lasciò visitare da Harry. Ed era imbarazzante. Per tutti e due.
Harry aveva fatto spogliare Malfoy, completamente se non dei boxer, per poter vedere e giudicare tutti i tagli e le ferite infette che squarciavano il corpo del ragazzo
-Ti fa male qui?- chiese innocentemente premendo su un livido blu piuttosto evidente. Malfoy gemette
-Stronzo- biascicò
-Zitto Malferret, se non vuoi fare una brutta fine!- e, così dicendo, spalmò su tutte le varie escoriazioni una pomata datagli personalmente da Hermione, che l’aveva praticamente rubata a Madama Chips l’anno prima
-Dovrebbero, dico dovrebbero perché non ho mai provato, sparire in una settimana- richiuse il tubetto, per poi tornare a fissare Malfoy, disteso svogliatamente sul divano, mezzo nudo. Se qualcuno fosse entrato in quel momento avrebbe anche potuto equivocare e non gli sarebbe dispiaciuto. Perché, insomma, Draco si era dimostrato una persona buona, alla fine. E poi era bello ed era…grande.
Ripose la crema in uno scaffale del bagno a caso, per poi tornare velocemente in salotto
-Ti va di…che ne so…guardare un film?-.

Si avvicinò alla poltrona. Finalmente poteva distinguerne il volto. Lord Voldemort.
-Sei solo, Harry…- sibilò, mellifluo
-No, no! Io non sono solo! Ho i miei amici!- gridò, disperato
-Ti hanno abbandonato, ti odiano, tutti di odiano…-
-No! Smettila, basta!- cominciò a piangere –Ti prego!- implorò
-Harry, tu sei mio, Harry, Harry! HARRY!- spalancò gli occhi di scatto, mettendosi a sedere
-Harry? Che è successo?- Draco gli prese il viso tra le mani, asciugandogli le lacrime –Hai fatto…un brutto sogno?- chiese, lentamente e forse anche un po’ dolcemente
-Io lo sogno sempre, è lui, è così…forte e…crudele, malvagio e…e mi guarda, mi parla, mi entra nella testa, io…nel cervello…- Draco gli prese le mani che continuava a muovere, bloccandole nelle sue
-Non è successo niente, Potter. Era solo un sogno!-
-Ho avuto…paura- ammise, un po’ imbarazzato dalla confessione fatta davanti ad un ragazzo che, in fondo, l’aveva sempre odiato e preso in giro
-Da quando in qua Harry Potter, il Ragazzo d’Oro, ha paura?-
-Tutti hanno paura- si difese, cercando gli occhiali ed infilandoseli. Solo allora si accorse che Draco Malfoy era seduto sul suo letto, in ginocchio davanti a lui, mani sulle mani, sinceramente preoccupato
-E’ vero- ammise –Tutti hanno paura-
-Anche…tu?- chiese ingenuamente
-Naturale. Anch’io mentre…mentre uccidevano…- spostò lo sguardo, inghiottendo le parole –Va meglio, ora?- cambiò discorso, velocemente
-Sì, ora sì-
-Vuoi che…- si schiarì la gola, imbarazzato –Resti?- suonava eternamente strano ed Harry, nel rispondere, si sentì come un bambino, quando dorme solo per le prime volte e che, sebbene ha paura, non vuole per orgoglio chiedere alla mamma di restare con lui
-Se non ti disturba- Draco sorrise
-Non mi disturba- si posizionò più comodamente, incrociò le gambe davanti ad Harry –Hai sonno?-
-Ho voglia di parlare un po’ con te- disse
-Di…colui che non deve essere nominato?- questa volta fu Harry a rassicurarlo
-No. Di tutto. Della scuola, della vita, di quello che farai finita la scuola-
-Ah…be’. Non so rispondere. Una volta avrei potuto elencarti un numero elevatissimo di mestieri, di cariche importati al ministero, e della mia vita felice. Adesso tutte le mie certezze sono crollate. Me ne rimane una sola- si morse le labbra –Ed è San Potter, pensa che disgrazia. Sono messo proprio male- si concesse, insieme ad Harry, una risata –E tu, sposerai Piattola Weasley ed avrete tanti marmocchi dai capelli rossi?-
-Tra me e Ginny è…finita a giugno-
-Non dirò che mi dispiace, perché...be’…semplicemente non sarebbe la verità-
-Capisco- Harry si limitò a fare spallucce
-No, non capisci- Draco si inumidì le labbra, scrutando Harry, ed Harry, strinse gli occhi, osservando Draco. Non capiva? Che cosa, esattamente, non capiva? Capiva esattamente tutto in quel momento, capiva l’unica cosa importante: il profumo di Draco
-Sai hai…un buon odore, non puzzi più, ma, adesso che ci penso, nemmeno prima puzzavi. Mi andava solo di dirti qualcosa di acido, come tu hai fatto con me-
-Lo so. Lo capisco quando dici la verità- lasciò ciondolare la testa da un lato
-Senti, posso…una domanda, visto che siamo in…che ne so, vena di confessioni?- ci aveva pensato infinitamente durante quel centesimo di secondo durante il quale la testa di Draco aveva ciondolato
-Prego, Potter. Siamo a casa tua, hai il pieno diritto di fare ciò che vuoi-
-Però poi mi devi rispondere, non accetto un’alzata di spalle come risposta-
-Se vuoi chiedermi se sono ancora vergine la risposta è no, Potter, ho già dato!- disse malizioso –Ma a giudicare dal colorito adorabile che hanno assunto le tue guance direi che no, non era questa, la domanda-
-Io- Harry poggiò il viso sui gomiti –Sono carino, secondo te?- Draco, colto alla sprovvista, si raddrizzò quasi di scatto poi, con una rapidità sorprendente, riprese la sua naturale compostezza
-Carino? Sì…certo, non sei da buttare…che c’è, insicuri delle nostre capacità seduttive?- lo schernì
-Se io ti baciassi…adesso. Che faresti?- Harry piegò il capo, attese
-E se…- Draco si schiarì la voce –Fossi io, a baciarti adesso?-
-Ti manderei a quel paese, Malfoy del cazzo, perché l’idea è stata mia!- scherzò –Io- corrugò le sopracciglia –Dicevo sul serio- specificò, serafico
-Anche io- si mosse un po’ verso di lui –Allora se adesso io…ti bacio tu…non mi schiaffeggi?-
-Non ti schiaffeggio- lo rassicurò –Ma se…ti bacio io, tu non te ne vai?-
-Come vuoi che me ne vada?- e rimase lì, a fissarlo negli occhi, finchè Harry non distolse lo sguardo imbarazzato
-Perché non fai niente?- chiese il moro, lanciandogli un’occhiata furtiva
-Credevo che l’idea fosse stata tua e che io, Malfoy del cazzo, dovessi andare a quel paese- gli rammentò
-Oh…- Harry parve ricordare solo allora –Ti perdonerò, se lo fai tu- ed attese, cuore in gola, che il viso di Draco si avvicinasse piano piano, silenzioso, interrotto solo dal respiro troppo veloce ed eccitato
-Adesso- gli sussurrò Malfoy sulle labbra –Ti bacio-
-E poi non te ne andrai- concluse Harry
-No, non me ne andrò- e poi, dolcemente, congiunse le loro labbra, in un bacio strano e dolce, surreale, il tipo di bacio che si dà nei sogni, quello di cui non si capisce bene il sapore, ma sai che ti piace giusto per il fatto che esiste. Quando, con un ultimo bacio a fior di labbra, Draco si staccò da lui, Harry si lasciò cadere pesantemente tra le sue braccia
-Ora puoi, possiamo, dormire- suggerì
-Così, tutto d’un tratto hai sonno? Io avevo appena cominciato…- ma, contrariamente alle sue parole, Draco si distese portando con se anche Harry, stretto nel suo abbraccio
-Mi piace il tuo profumo- sbadigliò –Ed anche la tua voce e…il tuo abbraccio mi…mi avvolge tutto quanto. E’ così caldo. Mi piacciono le cose calde- sorrise
-Pensavo che sarebbe carino…tenerti stretto sempre. Un po’ istinto protettivo-
-Credo di amarti, Draco- proruppe ad un tratto Harry, interrompendolo
-Credi di amarti anch’io, Harry-.
Quando, il giorno dopo, Lupin venne a sapere di come stavano le cose, si preoccupò immediatamente di far sapere a Silente della mancata riuscita del piano.
Harry Potter affronterà Voldemort il 6 giugno 1999. Hermione Granger, Ron Weasley e Albus Silente combatteranno al suo fianco. Draco Malfoy morirà per proteggerlo.


   
 
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