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Autore: Kuruccha    01/07/2012    4 recensioni
Certi dialoghi, all'apparenza del tutto innocenti, finiscono per cambiarti per sempre. Così è successo a Bumi.
[Collocazione intermedia tra le due saghe; spoiler davvero molto vaghi]
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Sokka
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Scritto nel nome
 
«E così, se facessimo in modo che la zona est di Republic City fosse-»
«Ma non puoi relegarli laggiù! Non sarebbe giusto!» sbottò Katara.
«Sentite, non avevamo detto che l'est sarebbe stato di mia competenza?»
«Sì, ma-»
«Niente ma! Se io decido di piantarci la mia accademia per i dominatori del metallo, allora bisogna che-»
«Ragazzi, avete visto che mi sono fatto crescere la barba?»
Quattro facce scure, con stampate sopra le espressioni più serie e contrariate che Sokka avesse mai visto addosso ai propri amici, si rivolsero verso di lui con disappunto. All'unisono, così come si erano mosse prima, si guardarono di nuovo in cagnesco tra di loro, ignorandolo palesemente.
«Ma ti dico che non puoi costringere un'intera zona della città a-»
«Io faccio quello che voglio, ho detto! Peggio per voi, dopotutto; se io non avrò la zona est, voi non avrete delle forze di polizia per tenere a bada i criminali, e la vostra bella città verrà-»
«Ragazzi, ragazzi, basta, vi prego!»
«Preparo del tè? Chi beve del tè?»
«Nessuno, Zuko. Torna a sedere e risolviamo subito questa cosa.»
«Ma in realtà io sarei anche d'accordo con Toph, a dirla tutta...»
«Non puoi essere d'accordo con lei!»
«Arrenditi, regina dello zucchero.»
«Aang non può essere d'accordo. Non è vero, Aang?»
«Ma Katara, non possiamo certo rimanere senza qualcuno che mantenga l'ordine e-»
Sokka, inosservato, sgattaiolò giù dalla sedia e si diresse silenziosamente verso la porta. Dopo essersela chiusa alle spalle sospirò sollevato e, fischiettando con noncuranza, si incamminò lungo il corridoio.
Non aveva fatto i conti con chi lo stava aspettando.
La prima a vederlo era stata la bambina di Zuko - troppo, troppo seria per la sua età, e la sua gamma di espressioni sembrava essere stata copiata a pennello da quella di Mai - che gli aveva gettato un'occhiata piena di risentimento, come se avesse fatto un affronto a lei personalmente nell'essere sgattaiolato via dalla riunione del concilio.
«Non dovresti essere qui» gli aveva detto.
«Nemmeno tu, se è per quello, no?» aveva ribattuto lui. «Origliare non ti rende certo onore.»
«E non nominare l'onore in mia presenza!» era sbottata. Sokka aveva dimenticato che quell'argomento era tabù da quando i grandi le avevano raccontato i trascorsi di suo padre (e da quando, per essere obiettivi, gli altri bambini avevano cominciato a farvi riferimento in continuazione).
Sokka non aveva fatto in tempo a ribattere; la bambina se n'era già andata. Conoscendola, doveva essersi imboscata in un qualche buco dal quale sarebbe riuscita a sentire ancora meglio i discorsi noiosi del concilio.
Stava già per tirare il suo secondo sospiro di sollievo quando venne intercettato da Bumi, che gli piombò tra capo e collo.
«ZIO SOKK-»
Non gli permise di concludere la frase; l'ultima sillaba si bloccò nella gola del povero bambino, visto che una mano gli aveva coperto poco gentilmente la bocca (e metà della faccia, a voler essere più precisi).
«Sssh!»
«MWA ZWIO SOWK-»
«Zitto! Shhh! Zitto! Questa è una missione top secret! Top secret, ti dico!»
Sentì i suoi muscoli irrigidirsi ancor più sotto la sua stretta. Dai suoi occhi trasudava già un'ondata di entusiasmo.
«Ora smettila di urlare, ti prego, così posso liberarti.»
Bumi annuì muovendo ampiamente la testa. Finalmente la morsa di Sokka si fece meno intensa. Guardò il bambino negli occhi e, serissimo, pronunciò a voce bassa le sue istruzioni.
«Seguimi. Andiamo nel giardino sul retro, ti spiegherò cosa mi serve per completare questo incarico. E fai piano! Shhh!»
Gattonando a velocità quasi disumana, i due si diressero verso il luogo indicato.
 
«ZIO SOKKA, PERCHE' SEI SCAPPATO DAL CONCILIO DI NASCOSTO E-»
«Zitto! Shhh! Ti prego, ti prego, shhh!»
«Tanto lo so che non c'è nessuna missione segreta.»
«E come fai a dirlo, scusa?»
«Perché se ci fosse avrebbero mandato la zia Toph, lei è molto più brava di te in queste cose.»
L'assenza di cattiveria che il bambino aveva messo nell'insinuare la sua inaffidabilità gli parve quasi crudele.
«Ma senti, tu. Perché pensi che io non sia affidabile, eh?»
«Beh, sei tu quello che è appena scappato dal concilio, o sbaglio?»
Sokka si ritrovò a pensare che quel bambinetto non aveva poi tutti i torti.
«Ma guarda che anch'io ho fatto un sacco di cose. Quando avevo quattordici anni, il mio maestro mi aveva aiutato a forgiare una spada spaziale di materiale resistentissimo, che però...»
«... è andata persa poco tempo dopo, sì, e nessuno ha idea di dove sia finita.»
«Ecco. E poi scusa, io ho il mio boomerang!» esclamò, estraendolo dalla custodia che teneva sulla schiena. «Il boomerang è un compagno che ci ha salvati in una miriade di avventure. Una volta, ad esempio, ci siamo trovati a dover fronteggiare un uomo - uomo scintilla-bum-bum, l'avevo chiamato io - che riusciva a dominare il fuoco con la mente, ma grazie al mio fedele boomerang siamo riusciti ad annientarlo.»
«Non sono convinto che sia andata proprio così.»
«Cos'hai detto, moccioso?!»
«Che non sono del tutto convinto. Voglio dire, scappi dai concili, e non sai esercitare nemmeno un dominio...»
«Ma senti chi parla!»
«Mamma dice che non sempre il dominio si manifesta fin da quando si è piccoli, quindi non è ancora detto che io non sia un dominatore. Magari diventerò il dominatore più forte di tutti, e gliela farò vedere a Kya e a tutto quel suo ghiaccio schifoso. Ah, se solo potessi essere un dominatore del fuoco, allora sì che la sistemerei a puntino!»
Sokka sorrise.
«Sai, anch'io una volta la pensavo così. "Oh, come mi sento inutile senza un dominio, con tutti questi compagni così pieni di talento!", "Oh, come vorrei saper fare qualcosa di più!"»
«E poi cos'hai fatto?»
«Poi ho forgiato la spada spaziale e ho aiutato a fare in modo che il mondo fosse in pace. Anche se ho finito per perdere la mia spada.»
La sua risposta, in effetti, era logica. In un primo momento, Bumi non ebbe nulla da ribattere.
«Ma zio...» aggiunse poi.
«Sì?»
«Ma gli altri non ti tengono meno in considerazione perché non sei un dominatore?»
«Ma certo che no. E' anche per fare in modo che questa idea non passi più per la testa di nessuno che stiamo costruendo la nostra città unita.»
Anche quella risposta era fin troppo logica.
«E poi ehi, stai forse dicendo che ti sembra che gli altri non mi considerino?!»
«Un po'. Cioè, sei qui fuori a parlare e nessuno è venuto a cercarti e...»
«Ma quello è perché so già tutto, caro mio. Non c'è bisogno che io sia presente.»
Bumi sollevò un sopracciglio, convinto che quella risposta non fosse così logica come tutte le altre.
«Non ti credo. Raccontami anche solo di una volta in cui ti hanno tenuto in considerazione.»
«Beh, facile. Quando è stato il momento di scegliere il tuo nome, ad esempio. Non crederai certo di chiamarti Bumi per via di quel pazzo di Omashu, eh? La vera personalità che sta alla base di tutto questo è lui, il fedele Boomerang!» esclamò, lanciandolo verso il cielo.
Bumi era sempre più allibito.
«Cioè... stai dicendo che mi chiamo Boomerang?»
«Era la mia prima scelta, ma all'inizio l'hanno scartata. Diciamo che siamo giunti a un compromesso. Boomerang, Boomy, Bumi. Logico, no?»
«Ma... ma zio...» rispose con un filo di voce.
Sokka non aveva mai sentito Bumi parlare con un tono così basso; quella scoperta doveva averlo sconvolto più del dovuto.
Il boomerang, ancora in aria, tornò indietro e venne ripreso al volo. Dopo averlo infilato di nuovo nella sua custodia legata alla schiena, Sokka chiamò Bumi con faccia seria.
«Ora scusami, ma devo tornare a far valere le mie posizioni con gli altri del concilio.»
 
Alcuni dicono che la vera pazzia di Bumi cominciò a manifestarsi a partire da quel momento. Ad ogni modo, lui non parlò mai con nessuno di quell'incontro - che alla fine, così, risultò davvero essere top-secret - e, quando capì che non sarebbe mai e poi mai diventato un dominatore, per un senso di rispetto che parve inspiegabile ai più, partì alla ricerca della spada spaziale di suo zio.
Il giorno dopo averla ritrovata, si arruolò nell'esercito delle Forze Unite.

   

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1.07.2012
Ok, diciamo che ho lavorato molto di fantasia, sì. XDDD Ma mi sono divertita come non mai. Muovere adult!Sokka è divertente quanto lo era muovere il Sokka ragazzo XDDD
E poi adoro Bumi. Cinque secondi di apparizione nella serie e il mio cuore appartiene già a lui. XD
Concludendo: questa storia è nata da un innocentissimo prompt venuto dalla mia solita Piscinadiprompt, e più precisamente The Legend of Korra, Sokka&Bumi, boomerang, proposto dalla mia carissima Scrapheap_sama. Credo che non si aspettasse nemmeno lei qualcosa di così profondamente crack. XD
Grazie mille per aver letto! :D
Buona giornata (che si preannuncia di caldo estremo, almeno qui)!
Kuruccha   
   
 
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