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Autore: zavarix    01/07/2012    4 recensioni
Gibbs odia essere scavalcato qualunque sia il direttore che lo scavalca. Eppure questa volta la cosa potrebbe anche piacergli.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jennifer Shepard, Leroy Jethro Gibbs
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SCAVALCAMENTI E INVITI A CENA

 

 

I tre agenti si avviarono assonnati verso le loro scrivanie, solo per trovarsi di fronte ad un Gibbs molto incavolato.
"Dove eravate?", chiese infatti vedendoli arrivare.
"Ehm... capo... noi... c'era un caso e...", cercò di dire Tony ancora troppo assonnato per ritrovare la sua solita parlantina.
"Hanno eseguito un mio ordine", disse il direttore Shepard dall'alto della scala di ferro.
"Suo, direttore?", chiese Gibbs incominciando a salirle.
"Si, mio. Ora ho bisogno del permesso di un mio agente per dare ordini?", chiese Jen mentre Gibbs si avvicinava. Gibbs non rispose arrivandole vicino, molto vicino. 'Troppo vicino' si disse Jenny senza però far trapelare niente.
"E questo tuo agente può almeno chiedere di parlare al direttore?", chiese Gibbs voltandosi per andare verso l'ascensore, seguito subito dal direttore.
Quando le porte si richiusero Gibbs premette il bottone per spegnere l'ascensore e si voltò verso Jenny.
"Lo sai che non mi piace essere scavalcato in questo modo", disse rabbiosamente.
"Non è colpa mia se tieni il cellulare spento per paura delle tue ex", rispose Jen a tono.
Jenny capì subito che era la mossa sbagliata, Gibbs infuriato si avvicinò. Ecco di nuovo erano vicini, troppo vicini. Jen chiuse un attimo gli occhi. Sentiva il forte profumo di barbon e segatura e per un attimo si sentì come se fosse nel suo scantinato. Aprì gli occhi e desiderò non averlo mai fatto. Aprendoli si era ritrovata a fissare quelli azzurri e bellissimi di Gibbs ed ora rischiava di caderci dentro.
Le distanze si accorciavano e Jen ormai sapeva di essere in trappola, stava annegando in quel bellissimo mare che la guardava come se potesse leggerle l'anima e in quel momento capì che in verità non voleva salvarsi. Le loro labbra si toccarono leggermente, si sfiorarono appena ma Gibbs si allontanò quasi di scatto.
Jen lo guardò stupita ma poi ricordò come lui aveva sofferto dopo Parigi, “non scappare e io non lo farò” disse avvicinandosi piano. Gibbs la guardò di nuovo con i suoi occhi azzurro ghiaccio e Jen potè scorgere che mentre diceva quelle parole come uno squarcio di sole si era aperto in quel cielo rannuvolato. Pian piano si avvicinò, le distanze si accorciarono di nuovo e le labbra si sfiorarono. Gibbs alzò la mano mettendola dietro la testa del direttore e approfondì il bacio. Jen chiuse gli occhi, stordita e persa completamente. Dopo tanti anni, dopo Parigi, finalmente riprovava quella senzazione di smarrimento che stranamente la faceva sentire al sicuro, protetta. Dolcemente Gibbs interruppe il bacio guardandola di nuovo negli occhi.
"Per cosa li avevi chiamati?", chiese, visto che dopotutto non aveva dimenticato cosa li aveva spinti in quell'ascensore.
"Un ladro era entrato in casa mia e mi sono difesa", rispose Jen rubandogli un secondo piccolo bacio a fior di labbra e sorridendo quando Gibbs alzò un sopracciglio.
"Aveva una pistola anche lui", disse prima che le sue labbra fossero di nuovo catturate dal suo Jethro.
"Mi prometti però di non rubarmi più la squadra?", sussurrò Gibbs al suo orecchio per poi andare a baciarle il collo.
"Mmmmhm... si, direi di si", acconsentì Jenny "Però voglio un invito a cena", disse poi allargandosi in un sorriso e riattivando l'ascensore. Le porte si aprirono di nuovo sullo squadroom.
Lei salì su per le scale, osservata dagli sguardi curiosi ma assonnati dei tre agenti, i quali poi si posarono su un Gibbs a dir poco più rilassato di prima.
Tony, che non si era ancora seduto si avvicinò a Gibbs sorridendo.
"Capo. Credo che il rossetto stia meglio al direttore", sussurrò al suo capo che per tutta risposta gli diede uno scappellotto leggero e prese un fazzoletto di tasca per pulirsi la bocca.
"Non siamo qui per poltrire! Su forza che c'è un caso a Norfolk", disse Gibbs dopo aver risposto ad una chiamata sul cellulare e sulla sua faccia c'era un sorriso.



Ciao a tutti!!! Questa storia è nata da una richiesta fattami da Facebook e io ho deciso di pubblicarla anche qui ^.^ voi che ne pensate?? voglio sapere se vi piace o se invece la trovate brutta... e se non vi piace cosa non è di vostro gradimento :D insomma tutto così posso migliorare :DGrazieee
 

  
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