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Autore: Hikari93    01/07/2012    11 recensioni
Raccolta di cinquanta frasi.
ATTENZIONE: Uchiacest solo dalla 31 alla 40; tutti i dettagli all'interno.
[14. Sei grande, eh?]
All’età di sette anni, Sasuke già si ostinava a voler fare il grande. Eppure, osservò divertito Itachi, suo fratello, dormendo in diagonale, con la testa all’estremità del cuscino e una gamba più a terra che sul materasso, rischiava ancora di cadere dal letto.
Genere: Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Itachi, Sasuke Uchiha
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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PREMESSA

 
Avviso che le cinquanta frasi che state per leggere sono divise, e hanno un ordine ben preciso così da venire incontro a ogni tipo di esigenza, permettendo a chiunque di leggerle. Ù-ù (mi sono impegnata stavolta, dai XD). Allora:
-1/10: puro fluff; Sasuke e Itachi sono bambini, con un Sasuke che avrà dagli 0 ai massimo 5 anni;
-11/20: ancora bambini, ma al tempo dell’Accademia; nessun massacro, almeno nelle fanfiction è possibile perché esiste l’opzione “What If?”, quindi approfittiamone! XD
-21/30: Sasuke c’avrà al massimo sedici anni. Sì, dai dodici ai sedici;
-31/40: Uchihacest; (c’è pure un AU, una sola se non erro) ecco il motivo della divisione. Sebbene alcune di queste non siano nemmeno troppo pensati – secondo me – capisco bene che l’incesto non è sopportato da tutti; perciò, chi volesse comunque leggere, potrà benissimamente saltare queste dieci frasi, leggendosene quaranta invece che cinquanta. Non mi offenderei mica, anzi. XD
-41/50: demenziali; niente Uchihacest, solo il rapporto un po’ ambiguo, quello del manga, con tanta ma tanta insanità. E’ pensato per farsi due risate, tutto qui.
Beh, ho parlato pure troppo, vi lascio alla lettura! ^___^

 
 
 


 
 
 

50
Slices of life

 
 

 
 
 
[1. Ricordo]
Anche dopo i tanti anni trascorsi, Itachi ricordava la prima volta che aveva visto Sasuke. L’aveva guardato con la curiosità tipica dei bambini, storcendo la testa di lato e sbattendo le palpebre più volte. Aveva allungato il dito, incerto, puntando al nasino del nuovo arrivato. Gli era parso così fragile da potersi piegare al soffio del vento.
«Mamma, posso toccarlo?»
 
 
 
[2. ‘Achi]
Itachi sbuffò per l’ennesima volta, divertito.
«E’ Itachi» spiegò diligentemente a Sasuke, «non è difficile, provaci!»
Sasuke si mise le manine in bocca, le mordicchiò. «’Achi».
Itachi non si arrese. «Ripeti con me, otouto. I…» lo esortò cantilenando.
«I.»
«Ta…» continuò Itachi, speranzoso.
«Ta.»
«Chi…»
«Chi.»
«Bene, e quindi? Come mi chiamo?»
«’Achi, ‘Achi!» festeggiò Sasuke.
 
 
 
[3. Gemelli]
«Ho finito mamma» annunciò Itachi, allungando il piatto vuoto verso la madre.
Sasuke, seduto al suo fianco, sebbene stesse ancora degustando il suo pranzo, come vide che il suo nii-san aveva terminato si bloccò all’istante, le bacchette a mezz’aria.
«Ho finito pure io» annunciò.
 
 
 
[4. Ciucciotto]
Sasuke si addormentava sempre a fatica senza il suo personalissimo ciuccio: soltanto che, a furia di tenerlo in bocca e sbavarlo, il pollice di Itachi si sarebbe consumato.
 
 
 
[5. Odio]
Di Sasuke, Itachi odiava soltanto le lacrime, specialmente quando non possedeva un fazzoletto spesso abbastanza per asciugargliele.
 
 
 
[6. Maglia]
Quando Itachi era all’Accademia, Sasuke ne approfittava per sgattaiolare in camera del suo aniki e acchiappare, se riusciva, qualche sua maglietta, per indossarla.
Si trattava, pensava, del primo passo per essere come lui.
 
 
 
[7. Uscire]
Ogni volta che Itachi si avvicinava alla porta per uscire, sentiva un fagottino appoliparsi alla caviglia. Sasuke si chiudeva a riccio intorno alla sua gamba, pur di non lasciarlo andare via.
 
 
 
[8. “Subito”]
«Torno subito, otouto, non ti preoccupare» lo salutava sempre Itachi, con un’amorevole scompigliata di capelli.
Allora Sasuke lo guardava allontanarsi, poi si voltava verso la mamma e si informava: «Mamma, quanto dura subito
 
 
 
[9. Feste]
Sasuke ricordava di aver sentito parlare sia della festa del papà che di quella della mamma. Ma la festa del nii-san?
 
 
 
[10.Grazie]
Sasuke ringraziava di cuore il mostro sotto al letto e quello nell’armadio, perché, se non fosse stato per loro, lui non avrebbe mai cominciato ad andare a dormire in camera di Itachi.
 
 
 
[11. Dubbi]
Più di una volta si era fatto avanti per domandare al suo nii-san se gli desse fastidio il suo atteggiamento petulante, ma non ce l’aveva mai fatta. Il sorriso di Itachi, nonché il suo «c’è qualcosa che non va, otouto?» gli parevano risposte eloquenti.
 
 
 
[12. Gelosia]
Stavano crescendo, ognuno aveva i suoi obblighi, e Sasuke lo capiva. Tuttavia, cominciava seriamente a odiare – a essere geloso – che altre persone potessero trascorrere con il suo aniki quel tempo che era destinato a lui.
 
 
 
[13. Piccola bugia]
«Va tutto bene in Accademia?» gli chiese un giorno Itachi, a sorpresa.
Sasuke stava subito per rispondere che sì, non c’erano problemi e che era il migliore del suo corso. Ma si bloccò.
«Tutto bene, nii-san, ma non è che potresti aiutarmi un po’con gli shuriken?» disse invece, «mi trovo un po’ in difficoltà» mentì, in imbarazzo
 
 
 
[14. Sei grande, eh?]
All’età di sette anni, Sasuke già si ostinava a voler fare il grande. Eppure, osservò divertito Itachi, suo fratello, dormendo in diagonale, con la testa all’estremità del cuscino e una gamba più a terra che sul materasso, rischiava ancora di cadere dal letto.
 
 
 
[15. Missioni]
Sasuke ancora non capiva appieno l’importanza delle missioni ninja, però sapeva di per certo della loro pericolosità. Per questo, ogni volta che Itachi varcava la soglia di casa per partire, Sasuke sentiva una stretta al petto.
 
 
 
[16. Spionaggio]
Itachi era silenzioso da alcuni giorni, chiuso in se stesso e in parte triste. Gli bastò vedere alla porta di camera sua i ciuffi neri dei capelli di Sasuke, impegnato in un tentativo malriuscito di spionaggio, per sorridere automaticamente.
 
 
 
[17. Imbarazzo]
Quando Sasuke uscì dall’Accademia, si stupì nel trovare Itachi fuori, che era venuto a prenderlo. Imbarazzato, sulle prime finse di non accorgersi della mano che accidentalmente suo fratello gli aveva posto. La afferrò soltanto quando furono lontani dagli schiamazzi degli altri ragazzini.
 
 
 
[18. Appunti]
Sasuke aveva cominciato ad appuntarsi tutte le volte che Itachi gli rifilava la, secondo lui, consueta scusa “sarà per la prossima volta”. Ogni volta che succedeva, sul foglio bianco che aveva scelto appariva una nuova x.
 
 
 
[19. Tempo di recupero]
«E questo cos’è?» domandò Itachi, trovandosi di fronte una riga intera di x che all’apparenza non aveva alcun significato.
«Sono tutte le giornate che dobbiamo recuperare, nii-san. Quando si inizia?»
 
 
 
[20. Sogno]
L’unica volta che Sasuke, dopo un incubo, si rifiutò di andare dal suo aniki, fu quando sognò che lo stesso aveva sterminato tutto il loro Clan. Fu un piacere svegliarsi da quell’atrocità e constatare, di mattina, dopo lo shock iniziale, che non era cambiato nulla.
 
 
 
[21. Esser previdenti]
Sasuke assottigliò gli occhi, uno dei due preso da un tic nervoso particolarmente evidente. Itachi gli aveva preparato un’attrezzatura ninja degna di una guerra.
«Nii-san» spiegò per l’ennesima volta, cercando di mantenersi calmo, «devo acciuffare un gatto.»
«Lo so, ma non si può mai sapere.» La serietà di suo fratello lo spiazzava e lo paralizzava.
«E’ una palla di pelo. Piccola. Palla. Di. Pelo.»  scandì.
«Lo so» rispose ancora una volta Itachi, paziente, «ma non si sa mai.»
 
 
 
[22. Brufolo]
Sasuke non teneva particolarmente al suo aspetto fisico, infischiandosene alla grande di chi lo riteneva bello oltremodo. Quindi, se non fosse stato per Itachi che possedeva lo strano poter di far cadere e dissolvere tutte le sue sicurezze con quelle sue battutine – osservazioni – squallide, Sasuke non avrebbe proprio calcolato quel brufolo rossiccio che aveva deciso di spuntare, come un fungo, proprio sul suo naso.
 
 
 
[23. Scandire]
Quando Sasuke ritornava da una missione, era costretto a sottoporsi allo sguardo indagatore di Itachi – che però faceva di tutto per non dare a vedere che lo scrutava –, che si assicurava che il suo otouto non avesse nemmeno il più piccolissimo graffietto.
 
 
 
[24. Pazzia]
Semplicemente, quell’idiota di suo fratello doveva alzarsi all’istante dal letto d’ospedale cui ero costretto da più di due giorni. E doveva pure aprire quei fottuti occhi, o Sasuke sarebbe impazzito.
 
 
 
[25. Apparenza]
Sasuke in apparenza poteva sembrare un tipo relativamente tranquillo, e in effetti lo era. Di giorno, almeno. Quando capitava che dormissero insieme, Itachi il giorno dopo si trovava qualche livido addosso. Pensò che se in missione Sasuke calciava con la stessa potenza di quando lo colpiva, allora poteva smetterla di preoccuparsi per la sua incolumità.
 
 
 
[26. Nagareboshi]
Sentì la mano di Itachi sulla sua spalla e capì che, pur sforzandosi, non avrebbe trovato nulla da desiderare, nulla che non avesse già.
 
 
 
[27. Collana]
Sentiva il cuore più leggero con al collo la collana di Itachi, quella che suo fratello gli aveva appena regalato.
 
 
 
[28. Cambiamento]
Come varcava la soglia di casa, trovandovi al suo interno Itachi, Sasuke cambiava completamente atteggiamento. Era… era diverso.
«Non so tu, Sakura-chan, ma io lì dentro non ci entro nemmeno se mi offrono una fornitura di ramen gratis per un anno» commentò Naruto. «Lo vedi il teme, mh? E ti pare lo stesso teme che viene in missione con noi?»
 
 
 
[29. Paradosso]
Era curiosa quella situazione; se prima era Itachi a rimandare ogni proposta di allenamento di Sasuke, adesso era Sasuke a farlo. Si sentiva troppo a disagio, troppo inadatto a mostrarsi mentre combatteva, a mostrare il suo valore che – sapeva – sarebbe stato sempre inferiore a quello di Itachi. Quindi liquidava il suo nii-san con un semplice “sarà per la prossima volta”.
 
 
 
[30.  Niente…]
«C’è… qualcosa che non va, otouto?» gli domandò Itachi, la testa inclinata di lato per cercare di incrociare lo sguardo abbassato che Sasuke aveva nascosto sotto i capelli.
«Niente» fece lui, quasi lapidario, in un tono che avrebbe significato tutto meno che niente. «Ora non devi andare in missione, mh?» chiese, tentando ma non riuscendo a nascondere un’infantile ironia.
Sì. Itachi doveva andare in missione… con Naruto.
 
 
 
[31. Fissare]
A Itachi piaceva guardare l’adorabile faccino corrucciato di Sasuke che non se la cavava per niente con qualche esercizio assegnato. Restava a guardarlo per un po’, a fissarlo con piacere, intervenendo soltanto quando capiva che suo fratello avrebbe abbattuto la casa per il nervoso.
 
 
 
[32. Sangue]
Quando Itachi gli leccò via il sangue che usciva dalla ferita al dito – dannati pomodori che non si erano voluti tagliare ma che in compenso avevano fatto tagliare lui –, Sasuke provò un senso di piacevole… fastidio.
 
 
 
[33. Fidanzamento]
Naruto gli assestò una leggera gomitata. «Chi l’avrebbe mai detto che mi sarei fidanzato prima di te, nevvero teme-hotutteleragazzeaimieipiedi?»
«Congratulazioni dobe, okay?»
A Sasuke non importava puntualizzarlo, ma lui era già fidanzato. E, tanto per correttezza, da prima del dobe.
 
 
 
[34. Primo bacio]
Non che Sasuke avesse mai fantasticato sul primo bacio, ma non avrebbe mai creduto di riceverlo da suo fratello.
 
 
 
[35. Segreto]
Non era necessario mostrarsi abbracciati in pubblico, baciarsi sulle panchine o semplicemente camminare mano nella mano per amarsi veramente.    
 
 
 
[36. Bagno]
Itachi non capiva perché Sasuke non volesse fare il bagno con lui, così come a Sasuke non era chiaro perché Itachi volesse farlo.
«Perché no?» chiese di nuovo Itachi, sussurrandogli all’orecchio e sfiorandogli la pancia.
Perché no, nonostante tutto quello che c’era tra di loro?
 
 
 
[37. Padre]
Mentre Itachi affondava la lingua nella sua bocca, Sasuke, come ultimo pensiero lucido prima di perdere completamente la testa, immaginò suo padre. Se li avesse visti in quel momento, non sarebbe bastato fuggire in capo al mondo.
 
 
 
[38. Preoccupazioni]
L’assurdo pensiero che Itachi potesse un giorno stancarsi di lui non gli dava tregua e lo ammazzava ogni volta. Eppure sapeva che erano soltanto preoccupazioni inutili, ma lo stesso non riusciva a tranquillizzarsi, non da solo, non senza suo fratello accanto.
 
 
 
[39. Dolce risveglio]
I raggi del Sole non erano più un problema al risveglio per gli occhi di Sasuke, visto che Itachi li copriva sempre, quando si abbassava su di lui per baciarlo.
 
 
 
[40. Coff coff]
Ogni volta che Mikoto tirava fuori un discorso che riguardava lontanamente un presunto e futuro matrimonio di Itachi, primogenito di un’illustre famiglia, Sasuke si strozzava con la sua stessa saliva.
 
 
 
[41. Nii-san…?]
Un dubbio assalì Sasuke, dopo che ebbe letto il capitolo numero quattrocentouno. Itachi se ne accorse e, in un modo o nell’altro, costrinse bonariamente il suo otouto a rivelarglielo.
«Nii-san… ma chi ca… spita era la tua ragazza?»
E no, non c’era gelosia nel suo tono di voce.
 
 
 
 
[42. “E’ mio!”]
Itachi, al vedere le numerose doujinshi, fanart, fanfiction, fanpage, forum e altro esclusivamente SasuNaruSasu, abbracciò il suo otouto con molta forza, e con dipinta sul volto un’espressione che sapeva tanto di possesso.
«E’. Mio.»
 
 
 
[43. Mamma chioccia]
E Naruto, senza badare – a suo rischio e pericolo – alle velenose occhiate omicide che Sasuke gli stava indirizzando da un quarto d’ora – ovvero da quando quella faccenda era cominciata –, continuava a ripetere che Itachi era la “mamma chioccia” di Sasuke.
 
 
 
[44. Protezione]
Sorprendentemente, tutti i nemici di Sasuke si trasformavano in amici, se c’era Itachi nei paraggi.
 
 
 
[45. Pesce per pranzo]
E a Itachi già piangeva il cuore quando doveva prendere a pugni e a calci Sasuke, spedendolo dall’altra parte del corridoio dell’hotel. Quando poi fu costretto a usare anche il Mangekyou e Kisame infierì, dicendogli che era senza pietà anche con suo fratello, desiderò davvero di farlo arrosto.
 
 
 
[46. Bacino]
Non resistette. Quando disse a Sasuke che era debole, che non provava abbastanza odio, gli scoccò un bacino sulla guancia alla velocità della luce. Anzi no, più velocemente ancora.
 
 
 
[47. Mangekyou]
Itachi fu contento di sapere che il Mangekyou di suo fratello si fosse risvegliato dopo la sua morte. Perché ciò significava che, nonostante fossero stati più gli anni di odio che di amore, per Sasuke era ancora la persona più importante.
Anche se non lo meritava…
 
 
 
[48. Spupazzare]
Itachi non aveva mai pianto tanto come quando lesse il capitolo quattrocentodue. Fu preso dal forte istinto di abbracciare Sasuke e di spupazzarselo tutto.
  
 
 
[49. Antenna]
Itachi possedeva un forte senso fraterno, quasi un’antenna che captava, nel raggio di chilometri, tutti i pericoli – dai più infimi a quelli davvero pericolosi – che potevano abbattersi su Sasuke.
 
 
 
[50. Ti voglio bene e…]
«Almeno alla fine della raccolta lo dici un “ti voglio bene” al tuo nii-san?»
Sasuke divenne tutto rosso, si guardò intorno affinché nessuno potesse vederlo; dunque obbedì. «Ti voglio bene, n-nii-san, e…» Intuendo cosa Sasuke stesse per dire, Itachi lo accompagnò: «…e ti amerò per sempre.»
 
 



 
 







 
 
 
 
Finite! =w=
Non sapete quanto io ami le raccolte di frasi. Ma le amo proprio tanto! *^* (e mi piace scriverle, anche se, volendo essere sempre un po’ originale, alla fine ci impiego un sacco di tempo… beh, ma non fa nulla, se il risultato è quantomeno decente. E questo non sta a me dirlo (sarei di parte, sapete xD)).
Che dire, spero vi siano piaciute, che vi siate fatti qualche risata magari, che vi siate inteneriti o che so più. XD
Spero vi siano piaciute, in sostanza! XD
Grazie per aver letto! ^___^
 
Se avete tempo, supoportate moralmente una prossima maturanda che deve aspettare fino al 10 luglio per diplomarsi con una piccolissima recensione. Grazie! xD
 
P.S. Il capitolo quattrocentouno è quello dove Madara accenna a questa presunta fidanzata di Itachi, mentre il quattrocentodue è quando Sasuke dice di voler distruggere Konoha.

 
   
 
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