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Autore: mrsdianablack    01/07/2012    3 recensioni
Durante la festa degli innamorati tutto può cambiare. Sospeso, tra sogno e realtlùà.
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Buffy Anne Summers, William Spike
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano sei mesi che non lo vedevo. Esattamente da quella disastrosa estate. Da quell’agosto in cui mi aveva chiesto di raggiungerlo. Per poi lasciarci, di nuovo, dopo l’ennesima litigata e l’ennesima scenata di gelosia.
Avevo scoperto, quasi per caso, che il giorno del suo compleanno cadeva il 14 Febbraio. Il giorno di San Valentino. Quale occasione migliore per ricucire? Tre giorni fa gli ho spedito un sms, augurandomi che non abbia cambiato numero per l’ennesima volta. Solo poche righe:

“Ti aspetto giovedì 14 Febbraio, al tramonto, in riva al mare, a Malibù.”

Non mi ha risposto. Così non so nemmeno se ci sarà. Ma non importa. Ormai non m’importa più di nulla. Ho girato per giorni per trovare il regalo adatto. E alla fine penso di averlo trovato. È un ciondolo d’oro bianco, una croce celtica, simile, ma non uguale, alla croce che lui ha regalato a me, quasi un anno fa. La sfioro inconsapevolmente con le dita. Ed è come se sfiorassi il suo viso. Sospiro e chiudo il pacchetto con un nastrino rosso.
Lui adora il rosso. L’ha sempre adorato. Ricordo ancora quella camicia rossa che indossava sotto lo spolverino di pelle. Sembra una vita fa. Son cambiate così tante cose, da allora. Lui è cambiato. Io sono cambiata. Ma non il nostro amore. Chissà cosa sarebbe successo se mi fossi resa conto prima di amarlo. Se non l’avessi ferito, umiliato, deluso, con il mio comportamento egoista. Forse lui avrebbe avuto fiducia. Avrebbe creduto in me. E saremmo ancora insieme. Invece, anche quando gli e l’ho confessato, e dimostrato, lui non ci ha creduto. E l’ho mandato in crisi. E vedermi preoccupata per Angel gli ha dato il colpo di grazia. Non faccio altro che sentirmi in colpa da allora. E pensare: “E se lui non mi amasse più?”

“Bip Bip”

L’avviso di un sms in arrivo mi distoglie da questi cupi pensieri e mi fa balzare il cuore in gola. E se fosse..lui? Afferro il cellulare e leggo il messaggio. Un ombra di delusione attraversa il mio sguardo. È solo mia sorella. Beh..dovrei essere felice di sentirla. Di sapere come sta, che sta facendo. Sono mesi che non ci vediamo. Lei ha preferito rimanere in Italia quando io invece me ne sono tornata in California. A fare cosa poi? A rimuginare più che altro. A rivedere i luoghi dove sono stata con lui. E ad aiutare Angel con il suo lavoro. Angel! Maledizione. Persa com’ero nei miei pensieri mi sono dimenticata che gli avevo promesso che sarei passata da lui..prima dell’appuntamento. Mi do un ultimo sguardo allo specchio, un velo di lucida labbra, una sistemata ai capelli e volo fuori casa. Ignoro l’auto parcheggiata sul vialetto e che Angel, in un attimo di follia mi ha comprato, e mi dirigo verso la fermata della metropolitana. Ormai è risaputo Buffy Summers e i motori non vanno esattamente d’accordo. Solo mi chiedo perchè Angel abbia insistito per venire a vivere proprio a Beverly Hills, così lontano dal Down Town, dove lavora.
Quando arrivo lui mi sta aspettando in atrio. Insieme a lui ci sono Fred, Wesley e Cordelia. Cordy sembra avere l’aria raggiante. Che Liam si sia finalmente deciso a dichiararle il suo amore? E a regalarle quel benedetto anello che conserva da..una vita? Mi ha tormentato per settimane, chiedendomi se secondo lui andava bene, se a lei sarebbe piaciuto. Grazie al cielo ora il tormento finirà. Certo che ha scelto davvero la giornata giusta. Del resto è la festa degli innamorati. Inconsapevolmente stringo la scatolina di velluto che contiene il mio regalo per lui. Chissà se questa sarà anche la mia festa degli innamorati.
La riunione è breve. C’è una strana agitazione nell’aria. Tutti sono ansiosi di..festeggiare. Tutti sono felici e innamorati. Fred ha Wesley, Angel ha Cordelia. Persino Dawn, quando l’ho sentita l’ultima volta, mi ha detto che ha iniziato ad uscire con Andrew. Per non parlare di Willow, che pare abbia rivisto Oz. Solo io sono...sola. Il tempo scorre veloce e inesorabile. Il sole sta calando, il tramonto si avvicina e l’aria si fa frizzante. Mi stringo nella giacca. Per fortuna ho deciso di indossarla. Da quando l’ho conosciuto mi è venuta la passione per le giacche di pelle. Solo che a lui stanno meglio che a me. Lui, con il suo spolverino di pelle sembra un angelo. Un angelo della notte, bellissimo e maledetto. È questa, credo, la prima impressione che ho avuto di lui, quando lo vidi, per la prima volta, quella notte di tanti anni fa. Forse ero già innamorata, solo che non me n’ero resa conto.
“Sei nervosa?” La voce di Angel mi fa sussultare. Alzo lo sguardo, mi guardo intorno. E mi rendo conto che siamo rimasti solo io e lui. Cordelia è appoggiata alla sua Viper, parcheggiata poco lontano, e lo attende.
“Buff?” Scuoto il capo, chiudo gli occhi e li riapro, cercando di concentrarmi sul presente.
“Sì.” Dico finalmente. E la mia voce risulta poco più di un sussurro. “Sono nervosa.”
La sua mano fresca mi solletica la pelle, quando la avvicina al mio viso per carezzarmi piano la guancia.
“Andrà tutto bene.”
“Ne sei sicuro?” domando, poco convinta. “Credi che verrà?”
Liam annuisce, e sorride. È così bello quando sorride. Non me ne ero mai resa conto. Forse perchè non aveva mai sorriso così apertamente, prima d’ora. Forse perchè non era mai stato veramente felice. Cordelia è una ragazza fortunata.
“Lui ti ama, Buffy..” sento che dice. Mi sorride di nuovo e poi se ne và.
Rimango a guardarli finché non spariscono dalla mia vista. Sono così una bella coppia. Sospiro e mi dirigo alla fermata della metropolitana. È ora di andare.
Meno di dieci minuti dopo sono a Malibù. Il sole è ormai tramontato e il cielo si è colorato di una tenue sfumatura dorata, che diventa più scura man mano che si avvicina all’orizzonte. Vedo comparire le prime stelle. Con passo malfermo scendo in spiaggia. Decisamente i tacchi non sono l’ideale per camminare sulla sabbia. Mannaggia a me che ho deciso di indossarli. Sono quasi arrivata quando lo vedo e..mi paralizzo. È in contro luce ma lo riconosco subito. È lui. È Spike.

***


Sono uno stupido. Uno stupido maledettissimo idiota. L’ho fatta piangere. Ancora. Maledizione. Ho rovinato tutto un'altra volta con la mia stupida gelosia e mancanza di fiducia in lei. Ma perchè non sono stato zitto e non ho semplicemente goduto del momento?
Il mio cuore sembrava impazzito quando ho ricevuto l’sms. Poche righe, se così le vogliamo chiamare, in cui mi dava appuntamento qui, a Malibu. All’inizio non ho nemmeno fatto caso alla data. Non avevo pensato..al mio compleanno. Neanche me lo ricordavo. Come fai a ricordarlo quando non lo festeggi da..una vita? E poi è San Valentino. Abbasso lo sguardo, frustrato.
E noto qualcosa che brilla in mezzo alla sabbia bagnata e la schiuma del mare. Mi accuccio e la prendo tra le dita. È il regalo di Buffy. Una croce celtica d’oro bianco. Deve conoscermi davvero bene. Ho sempre adorato le croci. Ne ho sempre avuto una forte attrazione, anche se il semplice contatto mi bruciava..un tempo. La stringo in mano. Brucia ancora. Ma per ragioni diverse. Brucia perchè mi ricorda che lei era venuta qui con le migliori intenzioni. E io ho rovinato tutto.

“Ti ho vista sai, alla Wolfram&Hart. Non avevi detto di aver chiuso, con quella vita?”

Ricordo ancora le parole gelide e taglienti che le ho rivolto. E tutto per un maledettissimo equivoco. Se solo non fossi stato là oggi. Se solo non l’avessi vista. E non avessi frainteso.

“Sto solo aiutando Angel con le ragazze.”

Eccola lì la spiegazione. Semplice e cristallina. Buffy è sempre stata altruista. Pronta ad aiutare. E ha aiutato anche me. Mai come in quest’ultimo anno ha provato in tutti i dannatissimi modi per starmi vicino. Per dimostrarmi il suo amore. Pensavo di averlo superato. Pensavo di riuscire a fidarmi di lei, dopo tutto quello che era successo in passato. Invece no. Quella di quest’estate è stata solo una meravigliosa e breve parentesi. Parentesi che ho rovinato con il mio dannato comportamento. Se solo..

“Dannato Inferno!”

Devo fare qualcosa. Non posso rimanere qui, con le mani in mano. Guardo il cielo. Forse sono ancora in tempo per salvare la serata. Per farmi perdonare. Prima di ripartire. Allaccio la catenina al collo e abbandono la spiaggia. Ora il contatto non brucia più. Corro verso l’auto che ho noleggiato stamattina all’aeroporto e inizio a vagare per Los Angeles. Mi accendo una sigaretta e penso a dove potrebbe essere lei. Forse è andata da Angel. O forse è tornata alla Wolfram&Hart. La prima tappa è la dannata sede degli avvocati del diavolo. E sono fortunato. È là. Sta discutendo animatamente con un ragazzo alto e bruno. Lo riconosco anche se è di spalle. È Liam. Scendo dall’auto e corro verso di loro. Lei si volta e mi vede. Ha gli occhi pieni di lacrime. Il mio cuore impazzisce. E la mia anima urla di dolore.
“Buffy!!” grido e cerco di afferrarla. Ma lei è più veloce di me. Si volta e corre via. Cerco di seguirla ma Angel si frappone a noi e mi blocca.
“Angel maledizione lasciami andare!!” Ringhio divincolandomi dalla sua presa ferrea. Ma lui mi stringe e mi trascina verso un bar lì vicino.
“Spike, calmati..” dice pacato, facendomi sedere. E poi ordina un caffè. “Prendi qualcosa?” domanda guardandomi. Io alzo un sopracciglio, sbuffando. Perché diavolo stiamo perdendo tempo? Sono tentato di ordinare un whisky ma devo rimanere lucido.
“Un bicchiere d’acqua..” borbotto e mi accendo un'altra sigaretta. Liam sorseggia il suo caffè e attende che mi calmi.
“Si può sapere che ti è preso?” mi chiede, dopo qualche minuto.
Fisso un punto indefinito oltre la sua spalla, senza avere il coraggio di incrociare i suoi occhi. Sospiro, cercando di fare ordine nel groviglio dei miei sentimenti. Inconsapevolmente sfioro la croce adagiata sul mio petto.
“Non lo so, Liam..” mormoro alla fine. E finalmente alzo lo sguardo su di lui. I suoi occhi neri mi scrutano attenti. Scuoto il capo, rassegnato. “Non lo so che mi è preso. Oggi sono passato di qui, prima di andare alla spiaggia.” Bevo un sorso d’acqua. Sento la gola in fiamme. “E l’ho vista. E ho creduto…” mi fermo di nuovo, riprendendo fiato.
Ora è Angel a scuotere il capo lentamente. “Le ho chiesto io di aiutarmi, finché non rintracciamo Faith. Aveva bisogno di tenere occupata la mente.”
“Lo so..”
Sento gli occhi inumidirsi di lacrime. Maledizione. “Che posso fare?” domando. Angel mi sfiora una mano.
“Non è ancora tutto perduto. Ma devi darmi retta senza obiezioni, ok?”
Lo guardo socchiudendo le palpebre, confuso e diffidente. Che diavolo gli è venuto in mente ora?
“Mi stai rovinando la serata di San Valentino con Cordy, spero ne valga la pena..” aggiunge, poi si alza. “Allora?” chiede, impaziente.
Io annuisco, e lo seguo.

***


Dovevo immaginarlo che sarebbe finita così. Noi che litighiamo e io che finisco per piangere, il viso contro il cuscino, che si bagna delle mie lacrime. Ho deciso. Odio San Valentino e tutto ciò che mi ricorda l’amore. E tutto ciò che mi ricorda lui. Afferro la croce tra le dita e vorrei strapparla dal collo. E un singhiozzo mi scuote il corpo. Ricordo come fosse ieri quando lui me l’ha regalata. L’ho trovata nella tasca del suo spolverino, e un bigliettino con delle parole degne di un poeta. Non l’ho mai tolta, da allora. E decido che non la toglierò adesso. Mi volto su un fianco e guardo le ombre che si allungano dalla finestra aperta.
A quest’ora avremmo potuto essere in qualche posto carino a festeggiare la nostra festa. E invece sono qui, sola a piangere. Chissà che ore sono. Quando ho lasciato la spiaggia era appena trascorso il tramonto. Angel mi ha trovato sconvolta in un bar vicino la W&H. Dove lui mi ha raggiunto. Per fortuna c’era Liam a dividerci, altrimenti credo che, furiosa com’ero, avrei potuto picchiarlo.

“Bip Bip”

L’avviso di un sms mi distrae dai miei pensieri. Afferro il cellulare e leggo il messaggio. Il cuore mi balza in gola quando vedo il mittente. È Spike.

“Dammi un'altra possibilità. Ti aspetto tra un’ora al ristorante da Joe.”

Deglutisco e mi asciugo gli occhi, ancora bagnati di lacrime. Leggo di nuovo il messaggio. Mi alzo e con passo tremante mi avvicino alla finestra. Ho un disperato bisogno d’aria. Non mi sarei mai aspettata una mossa simile, da parte sua. E ora non so che fare. Accetto? Rifiuto? Vado all’appuntamento e poi lo tratto come lui ha trattato me oggi? Maledizione. Un ora è troppo poco per decidere. Stringo il cellulare. Apro di nuovo il messaggio e lo rileggo. Scuoto la testa. E i minuti scorrono velocemente. Devo decidere in fretta. Rientro in camera e accendo la luce. Lo specchio di fronte al letto rimanda la mia immagine riflessa. Sono ancora vestita. Anche se la mia testa assomiglia ad un nido e il mio viso ad un panda. Insomma sono un completo disastro.
Mi siedo di nuovo sul letto, sospirando. Forse è meglio che mi faccia una doccia e mi infili un pigiama. E passi la serata a deprimermi guardando un film strappalacrime con una tazza di cioccolata in mano. Ho ancora il telefono in mano quando inizia a squillare. Di nuovo il cuore mi va in gola. E non ho il coraggio di guardare chi mi sta chiamando. Premo il tasto verde e rispondo.
“Buff..” la voce rassicurante di Angel mi giunge all’orecchio.
“Angel, sei tu..” dico, con un sospiro di sollievo e una punta di dispiacere.
“Sì, volevo sentire..uhm..come stai..” dice, e pare stia balbettando.
Aggrotto le sopracciglia, confusa. E ho come l’impressione che ci sia qualcosa sotto.
“Vuoi dirmi qualcosa, Angel?”
Lo sento sospirare dall’altro capo del filo.
“Concedigli una possibilità.” Dice poi d’un fiato. E riattacca, lasciandomi più confusa di prima.
Mi sdraio sul letto e chiudo gli occhi, esasperata. Cosa devo fare? Seguire il mio istinto e il consiglio di Angel e andare, o seguire la ragione e..deprimermi? So già che qualunque decisione prenda me ne pentirò in futuro. D’improvviso spalanco gli occhi e mi alzo. Tolgo il vestito, cerco qualcosa nell’armadio e mi chiudo in bagno.
La decisione è presa!
Mezz’ora dopo un taxi si ferma davanti al ristorante da Joe. Scendo dall’auto traballando sui miei tacchi a spillo e muovo qualche passo. Alzo il viso e osservo le stelle che punteggiano il cielo. È una notte incredibilmente calma e serena. Mi guardo intorno e vedo solo coppie innamorate che passeggiano tenendosi per mano. Chissà se questa sarà la volta buona per me e Spike. Non abbiamo mai passato una serata romantica insieme. Tranne quella volta l’estate scorsa. Ma abbiamo finito col litigare. Come sempre. Le gambe mi tremano mentre avanzo verso il ristorante. Stringo tra le dita la croce con la speranza che mi infonda coraggio. È incredibile. Ho affrontato di tutto in questi anni e ho paura di uno stupidissimo appuntamento. Ma forse sono ancora in tempo per andarmene. E passare la mia serata di San Valentino a deprimermi. Non faccio in tempo a formulare questo pensiero che lo vedo. È fermo davanti all’entrata, elegantemente appoggiato ad una colonna. Ed è bellissimo. È vestito completamente di nero, ma sotto la giacca spunta una camicia candida che gli illumina il viso. E in mano ha un grazioso mazzo di roselline bianche. Mi fermo, emozionata, a pochi passi da lui e aspetto che dica qualcosa. Il mio cuore fa un balzo in gola quando lentamente e senza dire una parola prende la mia mano tra le sue e ne sfiora il dorso con le labbra, come un perfetto cavaliere d’altri tempi. E in fondo lo è. Poi mi guarda sorridendo dolcemente e mi porge i fiori.
“Sei bellissima.” Sussurra inchinandosi appena verso di me. Dalla camicia aperta la croce brilla sul suo petto. E io mi sento sciogliere.

***


“Sei bellissima” mormoro, emozionato. E le offro il braccio per accompagnarla dentro. Ricordi di una vita passata che non mi appartiene più.
Mentre entriamo ringrazio mentalmente Angel. Se non fosse stato per lui ora sarei ad ubriacarmi in qualche bar. Invece in poche ore è riuscito ad organizzare tutto questo. Potere della Wolfram&Hart. Ha affittato per una sera l’intero locale solamente per noi. E ho il sospetto che in realtà questa serata lui l’aveva preparata per Cordelia. Qualcosa mi dice che gli devo più di un ringraziamento. Gli devo la vita. E dire che sono quasi inorridito quando mi ha costretto a indossare questo completo che mi fa assomigliare ad un pinguino.
Scorto Buffy al tavolo in silenzio. Non so cosa dire. Il mio cervello è completamente vuoto e le parole bloccate in gola. Non faccio altro che guardarla in adorazione, sperando che i miei occhi parlino per me. Devo ritenermi fortunato, che abbia accettato il mio invito, dopo quello che è capitato oggi. Pensavo che mi avrebbe mandato al diavolo, letteralmente. E invece, eccola di fronte a me, scintillante nel suo abito rosso, con i capelli sciolti sulle spalle, come piacciono a me. La accarezzo con lo sguardo e le prendo la mano, allungando il braccio attraverso il tavolo. Vorrei farle dimenticare chi siamo e il mondo che ci circonda, almeno per questa notte. Solo io e lei. William ed Elisabeth. Due ragazzi innamorati. Lei mi stringe la mano e mi osserva, silenziosa almeno quanto me. Darei non so cosa, per conoscere i suoi pensieri.
Arriva il cameriere e interrompe la nostra conversazione fatta di sguardi e carezze. Di colpo ritorno alla realtà. Lascio la sua mano e ordiniamo la cena. Quando lui se ne va cala di nuovo il silenzio, ma l’atmosfera magica di poco prima è irrimediabilmente rotta. E un velo d’imbarazzo cala su di noi. La vedo torturare il tovagliolo mentre io picchietto il tavolo con le dita, nervoso. Dannato cameriere.

“Buffy..”mormoro. “Spike..” sussurra lei nello stesso istante. E insieme scoppiamo a ridere. E il ghiaccio è di nuovo rotto. Ceniamo chiacchierando piacevolmente, evitando di tacito accordo argomenti delicati. Nessuno dei due accenna al litigio di questo pomeriggio. Come se volessimo lasciare volutamente fuori la realtà. Come se vivessimo un bellissimo sogno. Dopo cena passeggiamo tenendoci per mano. Buffy si stringe a me e io le passo un braccio attorno alla vita. Inconsapevolmente raggiungiamo la spiaggia. La notte stellata illumina il nostro cammino sulla sabbia e finiamo col sederci nel luogo del nostro litigio.
Il tenue rumore delle onde che si infrangono sul bagnasciuga accompagnano delicatamente il nostro silenzio, rotto improvvisamente dalla sua voce.
“Indossi il mio regalo.” Sussurra, e sfiora con delicatezza la croce. Le sue dita lambiscono la mia pelle e fremo. Annuisco.
“Anche tu..” e le accarezzo il viso. Mi avvicino a lei e la bacio.
“Perdonami per oggi. Sono stato uno stupido.” Sospiro, le mie labbra sulle sue.
“Non importa.” Dice lei. E la sua voce trema. Le lacrime brillano nei suoi occhi.

No. No. No. Amore non piangere. Non ancora. Niente più lacrime. Niente più dolore.

Le asciugo le lacrime con le dita. Lei prende la mia mano e ne bacia il dorso, poi risale, lasciando una scia di baci sul polso, e lungo il braccio, per raggiungere il mio viso, e le mie labbra.
“Resta con me, stanotte.” Sussurra, e il bacio si approfondisce. La sua lingua gioca con la mia, mentre le sue mani vagano sul mio corpo. E io fremo di piacere.
“Buffy..” ansimo, ritrovandomi a corto di fiato. E inizio ad accarezzare le sue curve. La faccio sdraiare sulla sabbia e mi stendo su di lei, facendo leva sulle braccia per non pesarle addosso.
Ci sarà tempo, per le spiegazioni. Ci sarà tempo per i chiarimenti, per parlare. E per tornare insieme. Ma non stanotte. Stanotte voglio vivere nel mio sogno. Stanotte voglio essere solo un uomo innamorato della sua donna.
La mia croce tintinna con la sua mentre mi abbasso per incontrare di nuovo le sue labbra. Le accarezzo le spalle nude e scendo a sfiorarle la scollatura. La sua mano si insinua nei miei pantaloni, sfiorando la mia erezione. E gemo di piacere. Lentamente le sfilo il vestito mentre lei mi libera della giacca e della camicia. Scendo a baciarle il collo mentre lei armeggia con la mia cintura. E mi sfila i pantaloni. Il mio corpo aderisce al suo. Lei si aggrappa alle mie spalle e mi circonda la vita con le gambe. La mia erezione sfiora la sua apertura, calda e pronta per me.
“Spike..” la sento gemere e io cedo. In un attimo sono dentro di lei, e finalmente mi sento completo. La bacio ancora, mentre lentamente inizio a muovermi, dondolando i fianchi. Buffy si muove con me e la nostra danza d’amore si fa sempre più veloce e frenetica. Sento il suo cuore battere furioso nel petto e sembra battere anche per me. Raggiungiamo insieme il culmine e io nascondo il viso sul suo collo, mordendola leggermente.
Mentre riprendo fiato sento le sue dita accarezzarmi i capelli e io vorrei piangere di felicità. Non è mai stato così speciale, fare l’amore con lei. Posso dire di aver vissuto la notte più bella della mia vita. Rotolo su un fianco, uscendo da lei, e la porto su di me. Mi abbraccia, appoggiando il viso sul mio petto e io le accarezzo i capelli. Rimaniamo abbracciati per un lungo momento poi si solleva e mi guarda, gli occhi che brillano.
“Ti amo, William..” dice e mi sfiora le labbra con un bacio.
“Ti amo anche io..” sussurro e chiudo gli occhi. Lei si stringe a me e improvvisamente non ho più paura. Ci sarà tempo, per chiarire, per parlare. E ogni problema lo supereremo. Insieme. Per l’eternità.

   
 
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