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Autore: irelaw    16/01/2007    0 recensioni
Lei, sempre forte, sempre istancabile, sempre con il sorriso sulle labbra... in quel momento, in quel preciso momento sembrava tutta un'altra persona... La sua maschera era finalmente calata e il suo vero io si mostrava al mondo...
Genere: Triste, Malinconico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chiuse gli occhi e una lacrima scese lenta e salata sulla sua guancia

Lacrime

Chiuse gli occhi e una lacrima scese lenta e salata sulla sua guancia. La lasciò scivolare fino a che non raggiunse la linea morbida della sua mascella, a quel punto col palmo della mano asciugò la linea bagnata che aveva lasciato sul suo viso. Si guardò intorno leggermente preoccupata, sapeva che aveva bisogno di una spalla su cui piangere, di una persona con cui potersi sfogare… Ma sapeva anche che non si sarebbe mai rivolta a nessuno per ricevere aiuto. No, lei no. Strinse di più le labbra per non farsi sfuggire alcun singhiozzo, cercò di non far notare il tremolio delle mani e di ricacciare indietro le lacrime, che ormai si facevano spazio e scendevano indomite e indifferenti al suo orgoglio che man mano si sbriciolava. No, forse in quel caso l’orgoglio non centrava, forse era qualcos’altro, ma non saprei dire cosa, è troppo complicato e poi… poi l’orgoglio è più facile da capire, di un miscuglio di sentimenti non delineabili. Voleva solo potersi nascondere sotto il banco e lasciarsi andare, togliersi la sua maschera di falsità e mostrarsi per quello che era, perché non ce la faceva più, perché si odiava, perché non aveva il coraggio di urlare al mondo i suoi sentimenti e perché non si riconosceva più. Ci aveva provato, aveva provato veramente a ritrovarsi, a cercarsi… ma non c’era riuscita, si era persa e non sapeva più né cosa doveva fare né come doveva farlo. Un singhiozzo le uscì dalle labbra, si guardò intorno, nessuno si era girato o prave averla ascoltata. Erano tutti troppo presi a prendere appunti e ad ascoltare qualcuno parlare di un uomo e del suo viaggio negli inferi. Se ne sentì sollevata, anche se solo in parte: aveva bisogno di qualcuno che l’abbracciasse e le dicesse che tutto sarebbe andato bene. Poco male che fosse un uomo, una donna o un bambino. Ne aveva bisogno e si sarebbe accontentata di tutto, di qualsiasi persona…

Chiuse gli occhi e si girò verso la finestra, cerò di distrarsi guardando le foglie cadere e lasciarsi trasportare dal vento. Le lacrime ormai scendevano copiose e lei non provò neanche a fermarle, non ci sarebbe riuscita, lo sapeva. Sperò che nessuno la vedesse: tutta la sua insicurezza traspariva ormai palese. Strinse ancora di più le labbra, no, non avrebbe singhiozzato. Quei singulti li avrebbe sentiti solo nella sua testa, nella sua mente, nessun altro li avrebbe mai dovuto ascoltare. Ma uno le uscì, le scappò, seguito subito dopo da un altro. Non si guardò intorno, sapeva che erano stati udibili e sapeva che qualcuno li aveva uditi, anche se non era consapevole da dove venisse tutta questa sicurezza. Una piccola mano calda prese la sua, lasciata con noncuranza sul banco, e la strinse forte. Non si girò, sapeva di chi quella mano, poteva essere solo sua… Non diede segno di aver percepito il suo calore, ma ricambiò la stretta. Lasciò spaziare il suo sguardo sugli alberi e sulle macchine posteggiate lì sotto, mentre l’insegnante continuava a spiegare, lei ormai dimentica di trovarsi in una classe, a scuola, e attenta solo alla mano che stringeva la sua, in un tacito silenzio che valeva più di mille parole. Chiuse gli occhi e un piccolo sorriso, mischiato a gocce di tristezza, si dipinse sul suo viso.

****

Eccomi qui!!! Allò prima di tutto non so se continuo oppure no questa ficcy!!! Mi attira molto… però non so!!!

Grazie comunque a chi ha letto e a chi commenta!!!

Besos!!!

Irelaw

  
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