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Autore: Johnee    01/07/2012    4 recensioni
-Mi sembra una buona idea!- esclamò Merry, sfilandosi lo zaino e lanciandolo a Boromir. Lo stesso fece Pipino, centrando il bersaglio in pieno petto.
Gimli ridacchiò nel vedere come Boromir cercasse di trovare l'equilibrio tra il suo e i bagagli degli Hobbit, forse pesanti più di loro.
-Ora mi sento una piuma!- gemette Pipino, stiracchiando le braccia.
-Ora mi sento un mulo da soma!- disse Boromir, in tutta risposta mentre Sam lanciava uno sguardo torvo verso i due compagni maleducati.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Raining Turtles

 

 

Erano a metà strada tra l'abisso che aveva risucchiato Gandalf e il Bosco Dorato.

Non c'era tempo per riposarsi.

Le gambe di Boromir erano tese e doloranti, nonostante avesse affrontato fatiche analoghe a quella, in passato.

Frodo era a qualche passo da lui, notò, stringendo la mascella. Ne osservò la schiena tesa e la testa vibrare ad ogni minimo rumore. Al contrario degli altri Mezzuomini, stanchi e distrutti dal dolore, lui non trascinava i piedi e manteneva un certo riguardoso contegno.

Il Capitano sospirò. Quell'oggetto lo stava di sicuro plagiando... costringendolo a muoversi anche contro la sua volontà per compiacere l'Oscuro...

No, erano pensieri che non dovevano neppure accarezzarlo! Le illazioni in quel momento di dolore erano inappropriate.

Chissà Faramir come avrebbe reagito alla notizia che Mithrandir, o Gandalf, era morto...

Ma dov'era Faramir? Cosa stava facendo? E se Osgiliath fosse già caduta...?

No, di nuovo inappropriato. Faramir sapeva il fatto suo, e i suoi sottoposti erano degni di fiducia. Non avrebbe dovuto preoccuparsi a quel modo!

Schivò una radice e scontrò la spalla contro quella di Legolas -Pardon!

-Eri sovrappensiero, Boromir?- Legolas gli diede un buffetto sul braccio e gli rivolse un sorriso -Di solito sei molto loquace, vederti silenzioso mi preoccupa...-

Il Capitano gli rivolse uno sguardo preoccupato -Pensavo a mio fratello- strinse la cinghia dello scudo sul suo petto -Ma faccio male a preoccuparmi. È un bravo combattente e un ottimo stratega. Di sicuro sarà all'altezza del compito affidatogli...-

L'elfo gli rivolse un sorriso -Ti deve mancare molto la tua famiglia...- e lo prese sottobraccio, in un gesto amichevole.

Boromir scrollò le spalle -Non mi manca solo la famiglia, sono in pena per i miei sottoposti (Non che non mi fidi delle loro potenzialità, sia mai!)... la situazione che ho lasciato in patria è catastrofica! Gli orchi alle porte, il Nemico che preme la sua morsa in Ithilien... insomma, il momento peggiore per partire!- e scosse la testa -E dire che sono così vicino alla mia città... siamo a poche leghe dalla breccia di Rohan, un paio di giorni di viaggio, a cavallo... ma Aragorn vuole rispettare il volere di Mithrandir e proseguire secondo l'itinerario concordato!- l'ultima frase la disse con una nota di nervosismo.

Legolas gli lanciò un'occhiata perplessa -Rammenti lo scopo della nostra missione, nevvero? Dobbiamo condurre il Portatore a Mordor...-

-Rammento la decisione del Consiglio- replicò Boromir con un sorriso tirato -Ma sei a conoscenza delle mie opinioni al riguardo, amico mio...

Legolas ridacchiò -Si, ne sono al corrente anche fin troppo!- e strinse la presa -Oh, ecco Aragorn!-

Boromir raggiunse con lo sguardo il punto indicato dall'Elfo e strinse gli occhi, allungando il collo.

Aragorn apparve dal nulla, facendo un cenno con la mano da distante. La Compagnia si affrettò a raggiungerlo, Legolas in primis -Novità sulla pista?

Aragorn infilò le mani nelle tasche dello spolverino -Siamo vicini al nostro obiettivo, amici- disse, con una punta di nervosismo nella voce -Ma dobbiamo accelerare il passo, i nemici ci saranno addosso entro breve-

-Non riposeremo, dunque...- mugolò Sam, a destra di Boromir. Il Capitano chinò lo sguardo verso di lui e gli pose una mano sulla testa -Se sei affaticato puoi dividere il tuo bagaglio con me...-

-Mi sembra una buona idea!- esclamò Merry, sfilandosi lo zaino e lanciandolo a Boromir. Lo stesso fece Pipino, centrando il bersaglio in pieno petto.

Gimli ridacchiò nel vedere come Boromir cercasse di trovare l'equilibrio tra il suo e i bagagli degli Hobbit, forse pesanti più di loro.

-Ora mi sento una piuma!- gemette Pipino, stiracchiando le braccia.

-Ora mi sento un mulo da soma!- disse Boromir, in tutta risposta mentre Sam lanciava uno sguardo torvo verso i due compagni maleducati.

Aragorn trasse un sospiro sommesso -Almeno ora eviterete di stare in coda. Boromir, ti prego, lasciami uno di quegli zaini, ti manca il bastone per diventare ufficialmente un eremita!-

Difatti, il Capitano, leggermente incurvato dal peso, sembrava avere una gobba e vent'anni in più della sua età effettiva.

-Posso benissimo portare in spalla anche Frodo e Sam. Ho portato pesi ben più grevi, in passato!- replicò Boromir, troppo orgoglioso per ammettere che effettivamente il peso era troppo.

Legolas e Gimli si scambiarono un'occhiata divertita e gli strapparono letteralmente di dosso i bagagli, permettendogli di aiutare Sam nel dividere il pentolame e il fagotto personale.

Aragorn si affiancò a Frodo e gli posò una mano sulla spalla -Qualcosa ti turba?-

Frodo strinse aggrottò le sopracciglia, rivolgendogli uno sguardo contrariato -Dopo quello che è successo, mi stupirebbe il contrario- gracchiò, prendendosi un'occhiata stupita di rimando.

-Scusami, Grampasso...- Frodo scrollò le spalle e seguì con lo sguardo Sam mentre si ostinava a ringraziare Boromir per l'aiuto, tartassandolo di scuse inutili e di promesse che non avrebbe potuto mantenere in un breve lasso di tempo -Puoi capire cosa mi turbi... e puoi capire quanto sia gravoso il compito che mi è stato assegnato, ora che Gandalf ci ha lasciato...-

-Gandalf ci ha salvato la vita- Aragorn gli mise una mano sulla schiena, costringendolo a proseguire -Se ne fosse uscito senza un arto, ti avrebbe seguito arrancando... sai bene che non ti ha abbandonato, Frodo...-

-Sì, lo so...- mormorò lo Hobbit -Mi sento in colpa per aver deciso di intraprendere questo viaggio e di avere esposto voi a questo genere di pericoli...-

Aragorn sospirò sommessamente, parandosi di fronte a lui e accucciandosi -Se non avessimo intrapreso questo viaggio assieme a te, Frodo, ora avremmo un destino segnato e il nostro Mondo andrebbe incontro a morte certa!- gli posò una mano sulla spalla -L'Anello- mormorò, spostando lo sguardo da parte a parte -...è destinato ad un solo Padrone. E una volta distrutto esso, Sauron non oserà più cercare di sottometterci- sorrise dolcemente -Ricorda solo che io ti starò accanto, e ti aiuterò nell'impresa...-

-No, Aragorn, non puoi aiutarmi. Puoi scortarmi fin sotto il Monte Fato, ma non potrai mai dividere con me le preoccupazioni che questo compito mi ha conferito- gli girò attorno, sorpassandolo, mentre scuoteva la testa, sconsolato.

Aragorn lo seguì con lo sguardo, emettendo un sospiro profondo, l'espressione corrucciata.

 

 

-Vedo un bosco all'orizzonte- annunciò Boromir, asciugandosi il sudore dalle tempie.

-Hai ragione- Aragorn gli si affiancò e si fermarono entrambi, in contemplazione -Siamo quasi al nostro traguardo-

Alberi color dell'oro spiccavano nella tenue profondità dell'orizzonte, circondati da una muraglia di verde vegetazione. Le foglie sembravano trattenere l'intensità dei raggi solari.

Legolas propose una breve pausa per mettere qualcosa sotto i denti e per distendere le gambe affaticate dalla lunga corsa. Avevano distanziato il nemico di almeno un'ora. Nessuno avrebbe detto niente se si fossero attardati almeno cinque minuti...

Boromir ridacchiò, sedendosi a terra -Non sapevo che gli Elfi soffrissero della fatica...- e lanciò uno sguardo divertito a Gimli, là vicino.

-Non sono io che soffro- replicò Legolas, sorridendo -A quanto pare, voi bambini avete bisogno di riposo per poter continuare la corsa... le vostre gambe hanno visto molta meno fatica di quanta ne abbiano vista le mie- e strizzò l'occhio al Capitano, sedendosi al suo fianco.

-Non posso soffrirti, Legolas, quando ti atteggi a superiore!- Boromir aggrottò le sopracciglia.

-Oh,- l'Elfo sospirò teatralmente -è vero, sei abituato alla cieca devozione dei tuoi accoliti... ciò non vuol dire che tu non possa accettare la dura realtà dei fatti. Tu, anzi, voi siete destinati a morire. Io vi dovrò sopravvivere per forza... siamo diversi, tutto qua-

Boromir serrò la mascella -Non posso permettermi il lusso di morire...- mormorò.

-Succederà- riprese Legolas -E io non penso di essere in grado di sopportarlo- gli lanciò uno sguardo neutro -Ecco perché ho sempre odiato gli esseri umani... ti incantano nella loro mortale imperfezione, diventi loro amico e poi, inevitabilmente li perdi proprio quando la relazione diventa idilliaca...- trasse un respiro nel vedere un barlume di nervosismo negli occhi del Capitano -è l'altra faccia della medaglia. Una vita eterna nel dolore, condannati ad amare solo i nostri simili e a soffrire senza poter far nulla per la vostra caduca vita...- ridacchiò -Scusa lo sfogo... ormai Aragorn ha imparato a sopportarmi anche in queste cose, come altri prima e come ce ne saranno altri dopo...-

-Vorrei almeno un briciolo della tua eternità per rendere grande la mia città- la voce di Boromir tagliò il discorso di Legolas come una lama affilata -Per ringraziare il mio popolo e distruggere il Nemico una volta per tutte- la sua voce cresceva di volume ad ogni parola -Sono così impotente di fronte alle richieste dei miei uomini... sono così... infinitamente piccolo- strinse i pugni -Vorrei difenderli, e invece sono qui... a sentire te che ti lamenti di quanto è noiosa l'eternità e di quanto doloroso è veder morire i tuoi amici mentre tu resisti intonso al passare del tempo- gli rivolse uno sguardo carico d'ira -Almeno sai cosa dobbiamo patire ogni giorno, a Minas Tirith? Con il Nemico che ruba le vite dei nostri giovani e reca dolore e distruzione ai nostri compagni?-

Legolas lo continuava a fissare con espressione neutra, fredda. Sembrava che quei problemi non lo toccassero minimamente.

-Avete mai pensato di mandarci un sostegno? Di aiutarci?- allungò il collo -No, non l'avete mai fatto... e allora non parlare di tristezza, di rammarico e di perdite, perché ce le ho sotto il naso da tutta la mia maledetta vita!-

-Boromir...- Gimli gli si avvicinò lentamente, le mani protese in avanti -Ha capito... ora...-

-Non. Ho. Finito.- il Capitano gli lanciò un'occhiata torva.

Gimli sollevò le mani in segno di resa -Non è momento per...-

Boromir si alzò in piedi di scatto, indispettito -Non ho mai esitato, non ne ho mai avuto la possibilità. Così come non ho mai avuto problemi a dire la mia opinione... eppure ora sono al vostro fianco, persone più vecchie, individui più saggi... Abbiamo un obiettivo comune, è vero, ma siamo diversi. Io ho a cuore le sorti del mio popolo così come ho a cuore la loro salvezza...- strinse un pugno e se lo portò a pochi centimetri dal volto -Abbiamo sofferto così tanto...-

-Ne siamo consapevoli, diamine! Ma questa è l'unica nostra possibilità di salvezza!- replicò Gimli, infervorato da quel discorso -Anche il mio popolo ha sofferto l'Ombra. Hai visto anche tu come la grandezza di Moria è stata spazzata via!- gli afferrò un braccio, facendolo trasalire -Cosa credi, anche noi stiamo soffrendo, anche noi ci stiamo opponendo con tutte le nostre forze. E a Bosco Atro combattono come noi, nonostante siano stupide checche elfiche!-

Boromir sorrise all'offesa, rilassandosi un po'. Legolas diede un colpo di tosse -Checche... elfiche?-

-Oh, per una volta che qualcuno intacca la tua natura integra ed eterea lasciati strapazzare senza repliche!- sbottò Gimli, dando una pacca sulla schiena a Boromir in segno d'intesa.

Legolas sbuffò -Mi trovo in minoranza!- si voltò verso destra -Aragorn, mi maltrattano!-

Merry e Pipino scoppiarono a ridere, forse per la prima volta dopo dei giorni mentre Sam alzava gli occhi al cielo, sconsolato che quegli individui dalle gambe lunghe sminuissero in tal modo quel momento.

-Vorrà dire che, per una volta, accetterai signorilmente le offese che ti vengono poste!- fece Aragorn svuotando la pipa.

Frodo sorrise tristemente mentre gli altri se la ridevano in maniera sguaiata.

Erano riusciti a trovare, finalmente, una pausa.

   
 
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