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Autore: _Arya    01/07/2012    10 recensioni
[“Il Bacio dell’angelo Caduto” (Hush Hush) di Becca Fitzpatrick]
Osservandoti, rimanendo immobile ed in silenzio, lascerò che il mio pensiero ti tormenti. Ogni secondo, ogni giorno, quando sei sola o quando sei in compagnia.
Aspetterò anche il più piccolo segno di cedimento e poi sarai mia.
Avvertì un debole, timido passo verso di me.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nora Grey, Patch Cipriano
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Un Pizzico di Follia

 





 
Le sue gambe accarezzarono i miei jeans scuri.
Inaspettatamente mi sembrò che la temperatura, decisamente troppo calda all’interno di quelle quattro mura, fosse aumentata maggiormente.
Un sorriso divertito comparve agli angoli della mia bocca.
Rapito da lei e da quei miei pensieri che gridavano vittoria, non mi fermai a pensare a quell’azione successiva, comandatami dalla mente e che probabilmente aveva dato il via al tutto.
Spinto dal pensiero di provocarla, accarezzai la sua pelle morbida. Al tatto la sentì rovente. Il calore di quella notte estiva stava continuando ad impadronirsi, centimetro dopo centimetro, del suo esile corpo. Trovai divertente il pensiero che in qualche modo cercava di allontanare anche il caldo da lei, esattamente come faceva con me in quei giorni.
Lasciando i miei pensieri vagare per la mia mente, le mie dita sfiorarono le sue, delicate e perfette, il suo piccolo polso, per risalire poi lungo tutto il braccio e sulla spalla. Sotto quel tocco leggero la sentì fremere.
Nell’infinito silenzio in cui tutto era immerso, l’aria calda e ferma, fu spostata da un soffio d’aria appena accennato e poi accadde.
Mentre la notte estendeva le sue tenebre ad ogni cosa e oggetto inanimato, chiuse gli occhi lentamente, aspettando solo che io facessi il passo successivo.
Sapevo che prima o poi avrebbe ceduto, era solo una questione di tempo.
Il sorriso dipinto sul mio volto si allargò ancora più compiaciuto e soddisfatto.
Osservai come delicatamente i suoi occhi si aprirono e si incatenarono ai miei, neri come l’onice.
Inclinai la testa di lato, senza abbandonare i suoi occhi e rivolgendole un nuovo sorriso. Colmai la poca distanza tra i nostri corpi catturando una ciocca dei suoi capelli, iniziandoci a giocarci e cercando di decifrare cosa in quegli occhi marroni si nascondesse realmente e cosa davvero volessero.
Un leggero rossore le coloriva le guance e sapevo che non era dovuto al caldo, ma al suo orgoglio e a quel desiderio che da sempre e segretamente rappresentavo e che in quel momento si stavano scontrando dentro di lei, cercando inutilmente l’uno di sopraffare l’altro.
Sotto il mio sguardo, vedevo come il nervosismo si faceva strada dentro di lei con tanta semplicità, rendendola sempre più incapace di respingermi, incapace di riprendere la situazione sotto il suo controllo.
Questo lo odiava e io lo sapevo.
Questo mi faceva solamente trovare il tutto ancora più divertente, incoraggiandomi così a continuare e questo lei lo sapeva.
<< Se avessi scommesso che ti saresti innamorata di me, avrei sicuramente vinto >>, dissi, provocandola maggiormente.
Come previsto, vidi i suoi occhi trasformarsi in due fessure. Nella sua mente, né ero sicuro, stava tentando di formulare una qualche battuta tagliente da rivolgermi. Non le diedi tempo di aprire bocca, che le circondai la vita con un braccio, facendola aderire al mio petto.
L’ondata di calore improvvisa che la travolse, l’accelerazione dei battiti del suo cuore, il respiro regolare divenuto d’un tratto assente, le provocò brividi in tutto il corpo, mentre quel suo leggero profumo, quell’essenza dolce e sua, avvolse ogni cosa, me compreso.
Studiandola nel silenzio e nel buio della stanza, catturai in quegli occhi spalancati, unicamente sorpresi e totalmente indifesi, un lampo di desiderio.
Questo mi fece solo desiderare di abbattere ogni singola barriera che quella ragazza aveva innalzato inutilmente intorno a lei, solo per cercare di respingermi e tenermi lontano.
Questa sola ragione bastò alle mie dita per iniziare a solleticarle la schiena.
Mentre quel semplice gesto riduceva in cenere ogni suo ultimo pensiero di distaccarsi, ogni parte di me, fisica e mentale, urlava l’ordine di non sorpassare quel limite, di non provare a cacciarmi in qualche guaio.
Tuttavia, quella sera, in quella stanza, la voglia di esagerare e farla cedere definitivamente, si impadronì di me.
Avevo voglia di giocare e per una volta non l’avrei lasciata vincere.
Un sospiro le sfuggì all’autocontrollo, mentre la leggera maglietta che indossava era ad un passo dal prendere fuoco sotto quei mie disegni immaginari e roventi, tracciati solo da una lieve carezza.
Seguendo l’onda dei suoi pensieri, la sentì irrigidirsi improvvisamente e spalancare gli occhi. Fece una lieve pressione sulle mie braccia e cercò di allontanarsi.
<< Cercare di lottare per tenermi lontano non è la soluzione migliore, Angelo. Non lo è mai stata >>, le sussurrai ad un orecchio, stringendola maggiormente a me. << E poi,  anche volendo, non ci riusciresti e sai perché? Perché neanche tu realmente lo vuoi. >>
A pochi centimetri dal suo orecchio e a quella vicinanza tra i nostri corpi, sentì nascere nuovi brividi sulla sua pelle, uno dietro l’altro,  ad ogni mio nuovo tocco e provocazione.
<< Vattene! >>
<< Devo prendere sul serio questo ordine? >>, domandai sorridendo e inarcando un sopracciglio. Vidi come i suoi occhi sfuggirono subito ai miei. Sorrisi ancora di più.
<< Non sono mai stata… >>
La voce le morì in gola, quando le mie labbra presero a baciare la sua pelle.
A quel contatto, i suoi occhi si chiusero spontaneamente, assaporando ogni bacio, ogni carezza, ogni brivido provocatoli da quell’Angelo che era comparso dal nulla, entrando a far parte della sua vita.
Sentì la mia maglietta stringersi ed il poco tessuto che aveva catturato, rimanere prigioniero del suo pugno.
Tutta la fermezza, la sicurezza e la volontà che mi aveva dimostrato di possedere, crollò sotto quei miei baci sempre più ardenti e provocanti.
Non mi fermai a spiegarmi quale fosse il motivo della gioia che provai a quella sua reazione. Ero troppo concentrato su quel desiderio di vederla capitolare e abbandonandosi a me, lasciandosi avvolgere completamente dalla mia presenza e cedere ad ogni sua convinzioni morale, per curarmene.
<< Allora, desideri davvero che me ne vada? >>
Ero totalmente concentrato su quel mio assurdo, quanto folle, obiettivo di vederla sconfitta, che mi accorsi solo distrattamente quando le sue mani strinsero i miei capelli. Quell’azione ebbe il potere di paralizzarmi, di polverizzare ogni mio pensiero.
Ero totalmente concentrato su quel mio assurdo, quanto folle, obiettivo di vederla sconfitta, che non avevo considerato o anche solo minimamente pensato alle conseguenze.
Le mie labbra si ritrovarono a sfiorare solo per un secondo le sue e subito sentì queste reagire, intensificando il bacio. Forse il mio unico errore, era quello di averla sottovalutata, permettendole in qualche modo di sedurmi ed incantarmi.
D’un tratto ogni mio pensiero si era ritrovato a parlare di lei, delle sue braccia intorno al mio collo, delle sue labbra che continuavano a stuzzicare le mie, del suo fisico che aderiva completamente al mio. Avvertendo il calore che il suo corpo irradiava, ebbi l’impressione che questo era giunto fino alla mia mente scottandola, privandola del mio unico obiettivo, rendendomi vittima di quello stesso gioco che avevo stupidamente iniziato.
Un cambiamento inaspettato scattò in me.
Ogni secondo si fece più intenso, dove ritrovare la retta via era sempre più difficile sotto quelle sue carezze sempre più avide di conquistare ed esplorare ogni centimetro del mio corpo.
<< E tu? Vuoi che mi allontani? >>
La sua voce irruppe nei miei pensieri con una tale forza da spazzare via ogni cosa.
Quel suo sussurro a fior di labbra risuonò nella mia mente chiaro e forte, come un eco infinito e il solo modo per farlo zittire era arrivare alla fonte, facendola tacere definitivamente.
E in quel momento, tra realtà e sogno, lasciai che la follia prendesse il sopravvento su di me e guidasse ogni mia più impercepibile azione, ogni mio pensiero insensato.
La strinsi ancora di più a me e nel pieno di quello strano incantesimo, sapevo che avrei detto, ammesso, urlato qualsiasi cosa mi avesse chiesto.
Nella follia di quel momento, sapevo che sarei riuscito a farle fare cose che non avrebbe mai immaginato.
In quegli attimi dove le sue carezze e la passione, i suoi baci roventi e il desiderio, erano i suoi unici complici, inspirai il suo profumo mischiato al mio e in quel momento in me tutto fu più chiaro: la desideravo con ogni singola fibra, cellula o parte del mio corpo.
Il mondo taceva nuovamente, mentre ventate di desiderio e vampate di calore si insinuavano dentro di me.
Che diavolo stava succedendo? Possibile che anche io ero finito vittima come lei e di lei e non me né ero accorto?
Questo non potevo accettarlo. Non andava per niente bene.
Dovevo riacquistare lucidità. Non potevo lasciarmi trasportare.
L’urgenza di dover mettere più distanza possibile da lei, invase ogni mio pensiero, ma ognuno di questo sembrava troppo piccolo a confronto con quella nuova scoperta.
Con quell’ultimo briciolo di volontà e di controllo che mi era rimasto, cercai di staccarmi da quelle labbra fresche e seducenti, ma non appena le sue mani scivolarono nelle tasche dei miei jeans e la sua lingua assaggiò il sapore rimasto sulla sua bocca, scambiandoci un’occhiata e sentendo i respiri accelerati di entrambi, le sue labbra, attratte come una calamita, ricatturarono le mie, trasformandosi inaspettatamente in diavoli tentatori.
La volontà di fermarmi, di mantenere il controllo su entrambi, scemò definitivamente.
Mentre mi inoltravo in quella via che conduceva alla perdizione, e sentivo come le sue labbra si facevano sempre più impazienti, passionali, cariche di desiderio, colsi il senso di cosa volesse dire “cacciarsi nei guai”.
Ironicamente ero finito vittima della mia stessa preda.
Adesso che avevo superato quel limite, era difficile, se non impossibile, tornare indietro e non un angelo mi avrebbe potuto salvare.







 
 
 
Note Autrice
 
Se qui si parla di “Un pizzico di Follia”, io sono andata proprio fuori di testa!
Eeee il caldo….cosa ci posso fare? XD
Questa one-shot ho deciso di raccontarla mediante i pensieri di Patch, siccome i libri sono dal punto di vista di Nora. Credevo potesse essere interessante cercare di capire che effetti avesse la ragazza sull’angelo.
Proprio per questo motivo mi sono concentrata su questi.
Nora, nel libro che apre la saga, cerca in tutti i modi di tenere lontano Patch, ma finisce per capitolare e cedere, ammettendo di essersi innamorata di lui.
In “Un pizzico di Follia”, Patch ha come obiettivo proprio questo, ma qualcosa va storto, qualcosa che non aveva previsto e considerato. In spiegabilmente anche lui si lascia andare, perdendo di vista il suo obiettivo e capendo di essersi cacciato nei guai.
La one-shot non mi convince molto…


Spero che scrivendone altre, riuscirò a “capire” e scoprire questi due personaggi per pubblicare qualcosa di più decente.

Lilydh

  
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