Anime & Manga > No. 6
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Autore: Eli88    02/07/2012    1 recensioni
La sera del 7 luglio, in Giappone, si celebra la tradizionale festa del Tanabata. Secondo la leggenda, questa è l'unica notte dell'anno in cui le stelle Vega e Altair, rappresentate dalle figure mitologiche dei due innamorati Orihime e Hikoboshi, possono attraversare la Via Lattea e incontrarsi. Per festeggiare, le persone scrivono i propri desideri su dei foglietti di carta, che appendono poi alle piante di bambù.
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nezumi, Shion
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Tanabata -

 

Era passato qualche mese da quando Nezumi era tornato a No. 6. Quasi un anno esatto dopo la sua partenza, mantenendo fede alla promessa, era tornato, presentandosi, come se niente fosse, a casa di Shion, che l’aveva trovato ad aspettarlo al ritorno dal lavoro.

Ora le giornate si erano allungate, l’aria si era fatta più calda, e i due trascorrevano la loro prima estate insieme.

La situazione era decisamente migliorata dal crollo del muro: il Comitato di Ricostruzione, di cui Shion faceva parte, aveva iniziato subito a darsi da fare, sia per quanto riguardava la rinascita materiale della città, sia con dei sostegni più mirati alla popolazione. Ormai il Blocco Ovest non era più una zona in preda al degrado e grazie all’impegno di tutti si erano riscontrati notevoli miglioramenti sotto ogni punto di vista.

Shion e Nezumi avevano deciso di tornare a vivere là, in un piccolo appartamento non lontano dalla stanza sotterranea che avevano condiviso un anno e mezzo prima. Ora tutti quegli scaffali erano stati svuotati e i libri erano stati portati in una biblioteca pubblica di recente costruzione, poiché la letteratura e le arti non erano più bandite, ma erano, anzi, incoraggiate.
 


Quella sera di inizio luglio era particolarmente afosa, nonostante il sole fosse sparito dietro l’orizzonte già da qualche ora, e i due ragazzi erano seduti sul pavimento del piccolo balcone al secondo piano, a cercare un po’ di sollievo dal caldo.

«Non ti mancano i condizionatori delle case che avevate a No. 6?»

«No, per niente»

È vero che le condizioni di vita nel Blocco Ovest erano parecchio migliorate, ma, alcune cose che a No. 6 erano date per scontate, lì erano ancora un lusso che in pochi potevano permettersi.

«Davvero? Io non capisco per quale motivo tu sia voluto venire a vivere qua… voglio dire, se fossi rimasto con tua madre avresti evitato di alzarti ogni mattina ad orari indecenti per andare al lavoro», Nezumi voleva dare l’impressione di lamentarsi, ma sapevano entrambi che non era così.

«Te l’avevo detto»,dichiarò Shion con aria solenne, «che volevo passare l’estate qui… con te»

«Sei sempre il solito…»le loro mani andarono a cercarsi e le loro dita ad intrecciarsi automaticamente, in un gesto che ormai era diventato abituale.

Rimasero così, in silenzio, per qualche minuto, con gli sguardi rivolti verso il cielo notturno. Le stelle erano particolarmente luminose quella notte, un po’ perché non era ancora sorta la luna, un po’ perché nel Blocco Ovest la luce dei lampioni che illuminavano le strade non era così intensa come a No. 6.

«Ah! Ma certo!»Esclamò all’improvviso Shion, rompendo il silenzio.

«Che c’è adesso?»

«Sai che giorno è oggi?»

«…Sabato?»

«Ma no! È la festa del Tanabata!»

«Te la sei inventata adesso, vero?»

«No, Nezumi… L’ho letto tempo fa, da qualche parte: prima della guerra e del Trattato di Babilonia, nel Paese chiamato Giappone, si celebrava questa festa tradizionale», Shion sorrideva mentre parlava, con gli occhi che gli brillavano, come se stesse spiegando la cosa più entusiasmante del mondo, «la gente scriveva i propri desideri su dei foglietti di carta e li appendeva alle piante di bambù!»

«Chissà che spasso!»commentò Nezumi, sarcastico.

«Doveva esserlo sicuramente!» Nezumi non era ancora riuscito a capire se Shion non riuscisse a cogliere il suo sarcasmo o se ogni volta decidesse deliberatamente di ignorarlo.«Comunque, mi era venuto in mente perché c’entrava qualcosa con le stelle, e stasera le stelle si vedono così bene, solo che non ricordo esattamente-»

«Ah, forse la conosco, la storia di Orihime e Hikoboshi», lo interruppe Nezumi, che effettivamente ricordava di aver letto un racconto legato a delle stelle e a una festività tradizionale.

Shion rimase in silenzio, con lo sguardo fisso sul suo profilo, aspettando che iniziasse a raccontare.

«Tanto tempo fa, sulle sponde del Fiume Celeste, ovvero la Via Lattea, abitava il re di tutti gli dei e Imperatore del Cielo, Tentei. Egli aveva una figlia, che passava le giornate a tessere preziosi tessuti e a cucire splendidi abiti per le altre divinità. Lavorava giorno e notte, senza avere il tempo per pensare a se stessa e ai propri interessi, al punto che il padre, mosso da pietà, le concesse di sposarsi e le scelse un marito, un giovane pastore di nome Hikoboshi, che aveva il compito di far pascolare i buoi e far loro attraversare le sponde del Fiume Celeste. Non appena i due si conobbero, fu amore a prima vista; erano talmente presi dal profondo sentimento che provavano l’uno per l’altra, che dimenticarono completamente i propri compiti. Così, la mandria di buoi finì per essere abbandonata a se stessa, e gli dei iniziarono a lamentarsi per la mancanza di nuovi abiti. L’imperatore si arrabbiò e punì severamente i due giovani: rese impetuoso il fiume della Via Lattea, distrusse tutti i ponti, e obbligò gli innamorati a vivere separatamente, l’uno sulla sponda opposta dell’altra, in modo che tornassero ad adempiere ai propri doveri, senza potersi più incontrare»

Shion ascoltava, immerso nel racconto di Nezumi, che come sempre sapeva catturare l’attenzione del proprio pubblico – che si trattasse di una o di mille persone – attraverso il potere evocativo delle sue parole.

«Il risultato, però, non fu quello sperato: i due ragazzi erano troppo presi dallo sconforto per ricominciare a svolgere i propri lavori, e non facevano altro che pensare all’amore perduto. Il sovrano così si commosse e, ottenuto il consenso dagli altri dei, anch’essi colpiti, emise questa sentenza: “Se deciderete di ritornare ad occuparvi delle vostre attività, vi sarà concesso di incontrarvi una volta all’anno…”»

«La sera del settimo giorno del settimo mese», intervenne Shion.

«Esatto. Da quel momento, i due ripresero a lavorare con i buoni risultati di sempre, attendendo con impazienza il giorno dell’anno in cui si sarebbero potuti ricongiungere»

«Sì sì, ora ricordo, ecco che cosa c’entrava con le stelle… Ehi, Nezumi?»

«Che c’è ancora?»

«Anche tu sei tornato dopo un anno»

«E quindi?»

«E quindi sembra la storia di Orihime e Hikoboshi!»

L’ingenuità di Shion non finiva mai di stupirlo, a volte gli sembrava di parlare con un bambino di cinque anni.

«Non fare paragoni assurdi!»

«Non è assurdo! Pensaci: il modo in cui le loro vite cambiano dopo essersi incontrati, ostacoli insormontabili che li separano, e poi-» Nezumi mise a tacere Shion con un bacio, come ormai era solito fare sempre più spesso, riuscendo però a coglierlo sempre alla sprovvista.

Quando si staccarono, qualche secondo dopo, la cicatrice sulla guancia di Shion si confondeva con il colore che aveva assunto il resto del suo viso, e Nezumi non riuscì a trattenere una risata mentre si alzava in piedi per rientrare in casa.

«Nezumi!» Shion si riprese in fretta, intenzionato a tornare all’attacco, e lo seguì alzandosi a sua volta. «Scriviamo anche noi i nostri desideri! Bisogna farlo stasera, se vuoi che si realizzino!»

«Fai pure se vuoi, io passo»

Shion sospirò, non sarebbe mai riuscito a far cambiare idea a Nezumi, soprattutto se si trattava di qualcosa che riteneva “stupido”, “inutile” o “infantile”, ma non gli importava: dopotutto, trovava questa sua testardaggine piuttosto adorabile.
 


Più tardi quella notte, entrambi i ragazzi erano addormentati nel letto a una piazza e mezza che condividevano: nella loro precedente dimora si erano abituati a dormire insieme su un materasso singolo, e così non sentivano la necessità di uno spazio più grande di quello che avevano adesso.

Nezumi si rigirò due o tre volte, poi aprì gli occhi. La gola arsa dalla sete per il caldo lo spinse ad alzarsi, facendo attenzione a non svegliare Shion, e a dirigersi verso la cucina. Mentre riponeva la bottiglia d’acqua nel frigorifero e richiudeva lo sportello, notò qualcosa sul tavolo, un foglietto di carta ripiegato su se stesso, sicuramente abbandonato lì poche ore prima.

Nezumi sospirò, immaginando già il contenuto del biglietto, ma nonostante tutto lo aprì, dopo essersi assicurato che non ci fosse nessuno ad osservarlo, e trovò, come previsto, una frase scarabocchiata in fretta nella calligrafia di Shion.

Vorrei che Nezumi restasse con me per sempre.

Dopo averlo letto, lo ripiegò velocemente, lo appoggiò esattamente nel punto in cui l’aveva trovato e tornò in camera da letto, cercando di non pensare a come soltanto Shion riuscisse a farlo sentire come si sentiva in quel momento, a quella sensazione che non riusciva ancora a definire, ma che tutto sommato era piacevole e sicuramente non lo spaventava più come una volta.

Shion si stiracchiò, disse qualcosa di incomprensibile e si girò su un fianco quando sentì la parte di materasso accanto a sé sprofondare sotto il peso di Nezumi.

«Sai, Shion…» un sussurro, quasi impercettibile, «forse su una cosa avevi ragione»

«Mmh…?»

Qualche attimo di pausa, Nezumi era indeciso se lasciar cadere il discorso o concluderlo. Alla fine scelse la seconda: «…Che i desideri che scrivi stasera si realizzano»

Nessuna risposta, molto probabilmente Shion si era già riaddormentato, forse non aveva neanche sentito quello che Nezumi aveva detto, e sicuramente all’indomani non avrebbe ricordato niente. Meglio così.

Poco prima di riaddormentarsi, però, a Nezumi parve di sentire un «Grazie» provenire dalla sua sinistra, e una mano che stringeva la sua, ma non seppe mai dire con certezza se fosse stato reale o solo un prodotto della sua immaginazione durante il dormiveglia.

 



E questo è ciò che produce la mia mente in seguito a eccessi di noia e di caldo.
Non scrivevo fanfiction da una vita e mi rendo conto di essere piuttosto arrugginita.
Comunque, spero vi piaccia (lasciate un commentino se vi va, mi farebbe tanto piacere!) e spero di scrivere presto qualcos’altro su questi due: ormai la mia fissa per No. 6 va avanti da un anno, e i film mentali che mi faccio sono infiniti, ma mi manca sempre la voglia di metterli per iscritto!

  
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