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Autore: avalonne    02/07/2012    5 recensioni
Storia scritta per il contest "Flint/Wood Love contest SLash" di Teresa.Elisir86.
Una banale partita tra Serpeverde e Corvonero porta i due rivali di sempre, Baston e Flitt, a porsi delle domande sul loro rapporto, sulla loro necessità di cercarsi, sempre e in ogni momento, persino quando non sono in diretta competizione sul campo da Quidditch. E Silente sembra capire bene il loro stato d’animo.
Più che una slash, una pre-slash (essendo i protagonisti solo al sesto anno) in cui i due protagonisti iniziano a farsi delle domande su loro due.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Silente, Marcus Flint, Oliver Wood/Baston
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
- Questa storia fa parte della serie 'Marcus/Oliver: Love and war'
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Storia scritta per il contest "Flint/Wood love contest slash" di Teresa.Elisir86.
Narrando un episodio che accade durante il sesto anno di Baston e Flitt questa soria può essere vista come un prequel di "The winner takes it All" (http://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1044464&i=1) sebbene le due storie possano benissimo essere lette separatamente.



Nick EFP:
avalonne
Nick forum: avalonne
Titolo storia: La iena e il grifone
Pacchetto colore: nero
Animale: iena
Personaggi secondari scelti: Albus Silente
Genere: sentimentale
Rating: verde
Avvertimenti: one shot, slash
Introduzione: Una banale partita tra Serpeverde e Corvonero porta i due rivali di sempre, Baston e Flitt, a porsi delle domande sul loro rapporto, sulla loro necessità di cercarsi, sempre e in ogni momento, persino quando non sono in diretta competizione sul campo da Quidditch. E Silente sembra capire bene il loro stato d’animo.
Note:più che una slash la mia è una pre-slash. Essendo il periodo in cui è ambientata il sesto anno, ho pensato di descrivere il momento in cui si scoprono innamorati l’uno dell’altro. Non so se al tempo Cho Chang era già Cercatrice per i Corvonero, perciò ho lasciato semplicemente la qualifica senza specificare il nome.


Il pacchetto nero conteneva:
NOMI: Professor Binns (Ruf) – Basilisco – Albus Dumbledore (Silente) (da sceglierna uno)
OGGETTO: Bacchetta
TEMPO: Sesto anno di Flint e Oliver
CITAZIONE: Tutti abbiamo incontrato lo sguardo di qualcuno e sentito una specie di "riconoscimento" che avrebbe potuto essere l'inizio di un amicizia.Ma poi le luci cambiano, il treno parte, la folla fa ressa tutto intorno... e non sapremo mai.( Pam Brown)
COLORE NERO: Mistero – Silenzio - Instabilità

L'animale iena prevedeva le parole Schiena – Libro – Campo - Scuro
 
 

La iena e il grifone

 
 

I Serpeverde avevano appena vinto la partita contro i Corvonero. Il Capitano della squadra, Marcus Flitt, stava schernendo gli avversari e complimentandosi con i suoi compagni di squadra, quando incontrò lo sguardo del suo rivale a bordo campo. Non Davies, ovviamente. Quello sciocco damerino non poteva neppure essere annoverato tra i suoi avversari. Gli occhi che Marcus si trovò a fissare erano quelli verdi di Oliver Baston, Capitano dei Grifondoro e sua nemesi da sempre. Il ragazzo aveva assistito alla partita, aveva digrignato i denti davanti agli evidenti falli dei Serpeverde, si era complimentato silenziosamente con la Cercatrice dei Corvonero, aveva sussultato di spavento quando Flitt aveva rischiato di essere sbalzato dalla scopa da un Bolide ben mirato (ma questo non l’avrebbe mai ammesso nemmeno sotto Crucio) e alla fine aveva dovuto arrendersi all’evidenza: i suoi nemici storici avevano vinto.
Marcus replicò allo sguardo di sfida e le sue labbra si stirarono in sorriso crudele.
Una iena, pensò Oliver. Il Capitano Serpeverde ai suoi occhi assomigliava a una iena, un approfittatore che si nutriva di carogne e pertanto non poteva che gioire delle disgrazie altrui. Nonostante ciò Baston non poteva evitare che le sue viscere si contraessero ogni volta che incrociava i suoi occhi. Marcus non era bello, la somiglianza con la iena si estendeva ai capelli mal curati, al ghigno crudele dai denti storti, alla postura sgraziata, eppure aveva fascino. Flitt era dotato di carisma, personalità e autorità, un mix letale che gli consentiva di essere ascoltato e obbedito immediatamente dai suoi compagni di squadra.
Perso nei suoi pensieri, Oliver non si era accorto che il suo rivale aveva lasciato il campo e che lui era rimasto solo, immobile come un idiota, a fissare il vuoto lasciato dal ragazzo.
 
Si stava facendo scuro e Oliver non era ancora rientrato in dormitorio. Era rimasto all’aperto, il vento freddo che gli scompigliava i capelli e la schiena appoggiata su un freddo muretto. Con la bacchetta accesa disegnava strani segni nell’aria buia della sera e cercava risposte a domande che non aveva il coraggio di farsi. La sua ossessione verso Marcus stava diventando patologica. Si stava estendendo oltre la mera rivalità sportiva, costringendolo a cercare il suo sguardo in Sala Grande, a verificare i suoi voti, a cercare di capire i suoi stati d’animo da un semplice gesto. Oliver si sdraiò a terra, sentendosi sempre più instabile; neppure prima di una partita di Quidditch si era mai sentito così scosso.
- C’è qualcosa che ti turba? – Domandò una voce gentile sopra di lui.
Baston scattò in piedi appena si accorse del preside che lo guardava benevolmente.
- Buonasera! Mi dispiace, credo di essermi attardato un po’ troppo fuori, rientro immediatamente! –
- Non c’è fretta. – Replicò calmo Albus Silente. – A volte l’aria fresca della sera riesce a districare i nostri pensieri e dissipare i nostri guai. –
Il ragazzo guardò stupito il preside: sembrava conoscere sempre i sentimenti più intimi delle persone.
- Non è esattamente un guaio, sono solo confuso. –
- A volte siamo confusi perché non vogliamo vedere la realtà. –
- Non c’è nulla da vedere. – Ribatté Oliver scrutando il cielo scuro.
- C’è sempre qualcosa da vedere. – Replicò il mago anziano. Alzò la mano che reggeva la bacchetta e pronunciò un incantesimo sconosciuto al ragazzo, muovendo il bastoncino di legno come aveva fatto lui poco prima. Nel nero della notte incipiente gli scarabocchi tracciati da Oliver nell’aria si rivelarono come se fossero fatti di fuoco. Tra geroglifici senza senso si potevano leggere benissimo iniziali e parole intrecciate: una M e una O si rincorrevano nell’aria e i nomi dei due Capitani erano legati da uno stretto nodo.
Rosso fino alle orecchie Baston balzò in piedi e con una mano cancellò quei segni scolpiti nel nulla. Sembrò poi ricordarsi di non essere solo e si voltò verso il preside abbassando il capo e arrossendo sempre più.
- Non c’è alcuna ragione di vergognarsi, Oliver, sono sentimenti naturali. A volta la rivalità si trasforma in qualcosa di più profondo. –
- In odio probabilmente. – Mormorò il ragazzo, chiudendosi sempre di più in se stesso. – Forse, se lui non fosse stato il Capitano di Serpeverde ed io quello di Grifondoro le cose sarebbero potute essere diverse, ma non credo. -
Silente sospirò: - Tutti abbiamo incontrato lo sguardo di qualcuno e sentito una specie di "riconoscimento" che avrebbe potuto essere l'inizio di un'amicizia. Ma poi le luci cambiano, il treno parte, la folla fa ressa tutto intorno... e non sapremo mai. Tuttavia non è mai troppo tardi per disperare. La vita ci dà sempre una seconda occasione e voi potreste rincontrarvi ancora, in futuro, sentire di nuovo quel “riconoscimento” e prendere il treno verso un’amicizia o qualcosa di più. –
Il vecchio mago sorrise al ragazzo e poi si alzò. – I miei reumatismi iniziano a farsi sentire, ma tu resta pure finché vuoi, parlerò io con Minerva. –
Oliver rimase solo con i suoi pensieri, cercando di dare un senso alle parole del suo preside.
 
Nel frattempo l’atmosfera nella sala comune dei Serpeverde era molto diversa. L’euforia per la vittoria era alle stelle e l’intera Casa stava festeggiando la squadra.
- Avete visto come ho beffato la Cercatrice proprio all’ultimo? – Si stava vantando Malfoy.
Montague, il portiere, si astenne dal fargli notare come fosse stato un mero colpo di fortuna e si affrettò a cambiare discorso: - Quello che mi ha dato più gusto è stato vedere la faccia di Baston a fine partita, non poteva credere che li avessimo nuovamente superati in classifica! Tu che ne dici, Marcus? Marcus? – Domandò ancora non vedendo il Capitano al suo fianco.
Flitt non era nel mezzo della mischia. Era rimasto in disparte, cercando di dare un nome a quel nodo che gli stringeva le viscere e gli impediva di festeggiare. Si sentiva altalenante, in bilico tra euforia e disperazione, senza sapere bene il perché e questo mistero non faceva altro che irritarlo maggiormente.
Si sedette pesantemente sulla sua poltrona preferita e, con un gemito, si portò una mano al sedere. Sotto di lui c’era la sua copia di “Il Quidditch attraverso i secoli”. Lo sfogliò rapidamente e il libro si aprì a caso sull’immagine di un portiere sconosciuto, ma non era lui quello che Marcus vedeva rappresentato, bensì Oliver, con il suo sorriso dolce e gli occhi verdi che lo guardavano in una muta domanda. Con un gesto di rabbia scagliò il libro tra le fiamme del camino e, sotto lo sguardo basito dei suoi amici, si ritirò in camera sua. Aveva bisogno di tempo e silenzio per metabolizzare che si stava innamorando del Capitano della squadra avversaria.
 
 

 

  
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