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Autore: GioTanner    02/07/2012    2 recensioni
Quando un po' d'amarezza riempie la notte della finale Europea. L'Italia che soffre, e che disperde energie. Una piccola One Shot solo per descriverne il dopo partita. Un'Italia sì vinta, ma che tornerà come fa ogni volta.
~E la coppa è lì, fra le mani di chi gioisce, e loro non fanno altro che allontanarsi da quel campo che li ha visti svanire per 90 minuti. Una medaglia incorona il fallimento, una stretta di mano spazza via l'illusione e li pianta bene a terra fra la panchina e Dio.
E c'è chi si guarda di tanto in tanto i suoi scarpini, perché ancora non l'han chiamato per le interviste del dopo partita, sporchi e graffiati e quel ginocchio un po' sanguinante che non fa affatto male.
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Genere: Malinconico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mister, facci rientrare.

{Per un'Italia che scivola, ma che non tocca mai terra.}




Falli tornare dentro Mister, falli tornare negli spogliatoi, falli piangere e ridere, falli litigare e poi stringere forte in una cerchia sudata e densa di emozioni.

Mister, falli sfogare e darsi pacche sulle spalle, qualche spintone e un po' di Gatorade sulle labbra ancora con la maglia azzurra e macchiata.

Falli tornare dentro Mister, con la delusione nel cuore e il pentimento negli occhi, che se non avessero passato in quel momento Magari poteva andare diversamente.

Falli distrarre, cercare i familiari mentre si ritorna dentro Mister! E quella lacrima solitaria sgradevole per un uomo, che cade lenta sul viso bagnato e gli occhi lucidi di chi non si capacita che il tempo è finito.

E la sconfitta è cocente, e il caldo non è paragonabile e la delusione è profonda e sempre più deserto diviene quello stadio.

E la coppa è lì, fra le mani di chi gioisce, e loro non fanno altro che allontanarsi da quel campo che li ha visti svanire per 90 minuti. Una medaglia incorona il fallimento, una stretta di mano spazza via l'illusione e li pianta bene a terra fra la panchina e Dio.

E c'è chi si guarda di tanto in tanto i suoi scarpini, perché ancora non l'han chiamato per le interviste del dopo partita, sporchi e graffiati e quel ginocchio un po' sanguinante che non fa affatto male.

Cammina sul prato e volge il suo sguardo verso i compagni distrutti e delusi, affranti, ma uomini: si alzano in piedi, inchiodano negli occhi immagini tutte diverse finché non ne incrociano una che è per tutti la stessa, lì in panchina dopo l'intervista sprint dai trenta secondi c'è lui.

Facci tornare dentro Mister, e lui lo fa. E non grida più, e non ha più gli occhi arrossati, e non emette un sospiro e non stringe più nessuno. Li accompagna là nello spogliatoio, gli vedono le spalle, ma non le oltrepassano in quella fila silenziosa. E poi se ne rimane lì sull'uscio della porta sinistra a spremere gli occhi, con la squadra che entra dentro e fa tutta la medesima azione di togliersi la maglia.

E solo un attimo, ancora prima che tutto un fascio di illusioni ed emozioni, di sentimenti e amarezza prenda il sopravvento in quella stanza, li guarda con un mezzo sorriso, quello buono, quello fatto per la conferenza stampa e per la foto venuta bene.

Non s'avvicina, alza un po' gli occhi, e poi ci prova: “Mi dispiace ragazzi.” con le braccia conserte, e la gola secca.

E il turbine di agitazione vacilla, c'è chi grida e chi riesce a soffocare un sorriso: “C'eravamo quasi.” “Accidenti se c'hanno schiacciato!” “Dovremmo correre così? Ah, non ci voglio pensare, mi pesano le gambe solo a pensarci!” “Chissà che scriveranno su i giornali...” “Cosa ne penserà mio padre?” “Avevo scommesso sul 3-1!” “I tifosi, cosa ne penseranno i tifosi?” “Oh, abbiamo battuto la Germania va là.” “Quasi quasi rimpiango il biscotto..” “Io te lo faccio ingoiare il biscotto! Ehi, certo che eravamo tutti rotti oggi!” “Mah, io pensavo di essere al 101% all'inizio della partita, lo giuro...” “Ah, io no.”

Poi pian piano scemano le voci, si chiudono gli sportelli, si sovrappongono gli sguardi, e li assale un po' di malinconia. Le spalle si incurvano, gli scarpini si appendono e le lacrime e i sorrisi si ritrovano su un unico viso.

Mister, falli tornare fuori. Nel 2014 con fra i piedi un pallone e tanta voglia di giocarsela.

Mi dispiace ragazzi. - ripete e ancora una volta si unisce a loro- Ora andiamo, ci attendono.”

Falli tornare in campo, Mister. Vorrebbero solo azzerare il punteggio e correre. Correre.





............



Grazie Azzurri, e se son lacrime saranno quelle per ricordare, non quelle della sconfitta. Quelle dei finalisti, non quelle dei perdenti. Quelle con cui mischiare il sudore quando la partita è tutto uno spettacolo.



♦♦♦♦

ENJOY!

Approdo un attimo alle originali per questa mini One Shot sugli Europei e l'Italia.
L'ultima riga dopo i puntini di sospensione è un po' staccata dal contesto però anche se sdolcinata per dei calciatori a mio parere è anche una sorta di incitamento/spronare. Bah, è che sta notte l'amarezza era un po' troppo forte per dormire, quindi ...bè sì, ho scritto tanto per scrivere. I'm sorry.


Tengo a precisare che sì per alcuni accenni mi sono un po' rifatta a quel che è successo durante e dopo la partita -il ginocchio, l'intervista con le percentuali asd.- però ammetto che ...dopo il 3 a 0 mi è venuto quasi il magone e non riuscivo a vedere la tv. Quindi non ho visto il finale, anche se sapevo via pc che ovviamente l'Italia stava perdendo e poi il 4-0, e non ho visto come si è comportato il Ct. Quindi lungi da me essere veritiera su ciò che è successo, solo ho espresso un po' di frasi, di parole, così.


Ah, l'ho messo nel genere Introspettivo perché comunque è tutta una descrizione che prova a spiegare come stanno in quel momento i calciatori. Una sorta d'introspezione in terza persona, una sorta di richiesta silenziosa per il Ct di farli andare via così come quella di andare avanti.

   
 
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