Tu lo chiami
hobby? Io lo chiamo amore.
Lei vaga per la città, posando
stancamente un piede davanti all’altro.
Conosce la sua meta, ma all’orizzonte non la scorge ancora. È nascosta dal fiume
di persone che camminano con grandi cappelli a tesa larga sul capo e borse colme di
nuovi acquisti, in fondo alla ristretta via della città dove lei ha sempre vissuto.
Un passo, un altro. E la vede, sempre più vicina: pochi metri più avanti,
brilla l’insegna del suo negozio preferito.
La chiama, la invoca. La sola vista delle lettere lucenti del nome del negozio
le inibisce i sensi, il dolce pensiero di ciò che la attende le scalda il
cuore.
Non manca molto: scosta con un braccio le persone che le vengono addosso, e,
con un piede, tocca infine lo zerbino di fronte alla porta a vetri.
Eccomi.
Al suo movimento, i vetri si aprono senza che lei li tocchi. Avanza di
qualche passo, respira l’aria colma dell’odore più dolce del mondo: quello
delle pagine mai sfogliate, lì, in attesa che qualcuno le sfiori.
Finalmente, lei è a casa.
La libreria le è mancata in un modo quasi disumano.
Non ha mai trovato modo di spiegare a chi le sta intorno quanto sia intenso
l’amore che prova per quella fragile carta che ogni giorno si trova a
sfogliare, ma quando la libraia la scorge le riserva il sorriso più comprensivo
che abbia mai ricevuto in quell’ambito. La ragazza ricambia il sorriso, ma è
solo un momento: due secondi dopo è già volata via, si è già persa fra quelle
dozzine di scaffali colmi della sua venerabile ambrosia.
La direzione è sempre quella: va sempre dritta, svolta a sinistra, percorre il
grande salone fino a raggiungere lo scaffale tanto desiderato. Lì ci sono i
libri che l’hanno fatta sognare, quelli che l’hanno fatta piangere, quelli che
ha amato più di ogni altra cosa al mondo.
E lì, incontrando con gli occhi decine di copertine perfette, si accorge di non
essere circondata da libri, ma da fiotti di emozioni.
Seduta su una poltrona di pelle nera, lei si rigira un libro dalla copertina
scura fra le mani.
Ne osserva la lucidità, cogliendone ogni particolare: il nome dell’autrice, che
pronunciato insieme al titolo del romanzo suona con la stessa dolcezza di un
campanello d’argento al vento. Le pagine mai sfogliate, appiattite le une
contro le altre. Tutto riluce di un intensa dolcezza, una perfezione che
attrarrebbe qualsiasi accanito lettore.
La curiosità della ragazza diventa sempre più intensa, fino al momento in cui
lei decide che è il momento di portare a casa la reliquia.
Prima di andarsene dal salone tanto amato, si ferma a sfiorare con un dito la
copertina del suo libro preferito. La mela rossa brilla sotto il suo sguardo
emozionato, le pallide mani sembrano voler uscire fuori dal libro.
La ragazza lo guarda un’ultima volta, ma l’amore per quel libro così tanto
speciale non è tanto forte quanto la simpatia che proverebbe davanti ad un
conoscente, in confronto alle forti emozioni che la sua stessa copia
sbrindellata le regala. Quella è a casa, la stessa copertina, lo stesso autore,
le stesse intense parole. Ma in quel libro sono racchiuse tutte le sue vere
emozioni, le sue lacrime, le sue gioie.
Quello davanti a lei invece attende ancora che un cuore lo venga a trovare, e
la ragazza non può che sperare che il giorno in cui quel libro troverà un
lettore sia vicino.
Lo scambio di sguardi fra la ragazza e il meraviglioso libro termina lì. Si
alza dal terreno dove era inginocchiata, e sta per muoversi verso la cassa,
quando…
Un libro appoggiato su un tavolo, lì vicino, la attrae. È bello, come tutti gli altri. La ragazza lo
fissa, lo sfoglia per un attimo, ma quello le ha già rubato il cuore. È già fra
le sue braccia: un libro solo non le basterà mai, quindi perché non donare un
po’ del suo tempo anche a un altro romanzo?
Pochi secondi dopo, è già alla cassa. La carta lucida dei clienti affezionati
fa la sua bella apparizione sul bancone, insieme ai soldi, poco prima di
tornare ad essere posata gelosamente nella tasca della ragazza.
La libraia le rivolge un ultimo, cordiale sorriso, e poi la lascia andare.
Lei ha già un libro sotto il naso, quando esce.
Ne sfoglia le pagine con attenzione, cogliendo ogni minimo particolare della
storia che l’autore le racconta.
Intanto che legge, cammina.
Cammina fra la strada che si è piano piano svuotata, per colpa delle alte
temperature che ha fatto rintanare tutti in casa.
Lei non lo soffre. Ama il caldo, ama il calore del sole sulla pelle.
Muove un passo, sfogliando una pagina.
Ne muove un altro, senza guardare dove sta camminando.
Un altro passo ancora, e lei è già completamente rapita dal libro. Non bada
alla strada che sta attraversando.
Quando il suo corpo viene sbalzato in aria dall’impatto contro l’auto, stringe
ancora i suoi libri fra le mani.
Angolo Autrice
Buonsalve. (?)
Inizio col dire che non ho idea di come questa shot abbia preso la meglio su di
me. Inizialmente, l’avevo immaginata come una cosa molto più caruccia, una shot
autobiografica sulle emozioni che provo quando entro in una libreria. Poi però,
già dall’inizio, mi sono ritrovata a scrivere di un’altra ragazza e non più di
me: il cuore ha preso il sopravvento.
In questa storia l’amore della ragazza per i libri è quasi… maniacale? Però a
me piace. Io amo davvero tanto i libri, più di quanto io riesca a descrivere.
Il finale è tanto triste, lo so. Non ho idea di come sia fiorito in me, ma
l’immagine mi è apparsa nella mente con una tale semplicità che non ho potuto
non scriverlo.
Beh, spero che comunque la storia vi sia piaciuta. Lasciate una recensione,
magari, vi sarei davvero tanto grata. :)
A presto,
WaryJMS