*frush frush*
"Cosa è stato, cosa si
è mosso?"
*frush frush*
"Calmati, rilassati... sarà
certamente il vento che muove l'erba e le foglie dei cespugli.
Stupido che non sei altro, come ti è
venuto in mente di sfidare i tuoi amici alle solite, stupide prove di
coraggio?
E ora guarda dove ti ritrovi! In mezzo
al fitto bosco, di notte!
La tua mente oramai starà vagando, a
braccetto con l'immaginazione, chissà dove...
Eppure...
Ma cosa vado a pensare! Che cosa ci
sarà mai di pericoloso qui?
Magari un markrow, un paio di
spinarak e qualche aipom... niente di cui preoccuparsi.
Ma sì,
saranno certamente i piccoli degli aipom che si divertono ancora a
fare chissà che!
Però... non è un po' troppo tardi anche per
loro?
Ah, il vento si è abbassato... e i fruscii sono
cessati...
Visto? Che ti dicevo, John? Era l'aria
che muoveva il fogliame!
Ora regna solo il silenzio! Posso sentire
il mio respiro, il battito del mio cuore...
Quante ore saranno
passate dall'inizio della prova? Uhm... è l'una e un quarto... bene,
direi che io qui ho finito!
Ma.. da dove sono venuto? È
troppo buio, non riesco a vedere un palmo dal mio naso...
Dovrò
andare a tentoni... "
--
Dall'oscurità della foresta, si
sentivano solamente i pesanti passi di un ragazzo.
Passi incerti,
pieni di timore.
Il giovane non sentiva altro, oltre al suo
respiro. Il silenzio che lo circondava era ormai diventato
insopportabile... era diventato esso stesso rumore, un rumore acuto
che proveniva dalla sua testa.
Girava a vuoto, lentamente, non
trovando neanche un punto che lo potesse ricondurre alla retta via.
Oramai la nottata sembrava essere diventata surreale. Il buio
prendeva forme fantastiche, mentre l'unica luce che proveniva dalla
luna sembrava un qualcosa di mistico, e i piccoli grumi di polvere
davano alla scia luminosa un qualcosa di spaventoso.
Dopo aver rischiato di cadere molte
volte, il ragazzo poté notare da lontano tante piccole luci.
Le
luci del villaggio? Non potevano essere che quelle!
Con un sospiro
di sollievo, il giovane corse verso l'uscita, senza più timore.
Un piede messo male, o magari una
discesa non prevista, improvvisamente John si ritrovò a ruzzolare
tra la terra umida e il secco fogliame.
Finalmente, dopo un minuto
buono, il giovane si fermò. Cercò di risistemarsi per bene in
piedi, ma qualcosa lo bloccava. Cercò di camminare, ma non
riusciva.
Con forza, cercò di slanciarsi in avanti, ma come
risultato ebbe una bella tirata di capelli.
Non riusciva a capire
cosa stava succedendo, finché non tastò con le mani la parete su
cui era finito, o meglio, sul filamento...
Era finito su una ragnatela... una ragnatela gigante.
I fili erano talmente sottili che
nemmeno con la luce della luna si potevano notare. Eppure erano
forti, resistenti, come se fatte d'acciaio.
John cercò ancora di
liberarsi dalla presa vischiosa della trappola, ma non ci riuscì.
Si
guardò un po' attorno, per vedere, magari, se qualcuno che passava
di lì lo poteva aiutare, ma lui stesso era scettico di quella piccola
speranza...
Passarono molti minuti prima che un
fruscio attirò John, che era ad un passo dal dormire con gli occhi
aperti.
Il ragazzo rivolse lo sguardo dalla parte del rumore. Dal
fitto fogliame uscirono, piano piano, tantissimi puntini luminosi,
che sembravano fissarlo. Nello stasso istante, lo stesso rumore venne
emesso dall'altra parte. Voltandosi anche da questa, il giovane vide
altrettanti puntini luminosi. Non capiva cosa fossero, finché uno di
loro non uscì completamente dall'oscurità. Le macchie di
quell'addome formavano una faccia felice, alquanto raccapricciante, che
probabilmente stava sostituendo l'espressione del musetto dagli occhi
vitrei...
La luce della luna lo aveva ingannato, illuminando quei
piccoli occhietti, e facendogli credere di essere vicino al proprio
villaggio.
Immediatamente John cercò di svincolarsi, disturbando
i piccoli pokémon, che sembravano soffrire per quella azione
improvvisa. Notando questo, il ragazzo continuò a muoversi, nella
speranza di allontanare o almeno di liberarsi una buona volta.
Per
alcuni istanti la cosa parve funzionare, ma improvvisamente uno di
loro lo morse. Piano piano, il giovane iniziò a calmarsi. Vedeva un
po' appannato, sentiva la testa girare, e mentre l'umano stava fermo,
i piccoli pokémon tessevano la loro tela su di esso. Filo per filo,
ognuno di loro faceva il suo lavoro. Piedi, gambe, ventre, torace e
braccia.
John si stava ormai riprendendo quando si sentì la
parte inferiore della testa umidiccia. Abbassò lo sguardo per vedere
cosa poteva essere ma non fece in tempo...
Le piccole zampe gialle striate di nero
giravano di qua e di là. Le mandibole rosse lavoravano senza sosta.
Erano come delle piccole macchie verdi che correvano senza meta nel
vuoto. Dovevano preparare un'altra grande, bellissima
tela.
Resistente come l'acciaio. Invisibile come la morte.
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Note autrice:
Non
sono vere e proprie note. Più che altro approfondimenti, per poter
apprezzare al meglio la storia (forse)
L'unica pecca è che...
nah, meglio non scriverlo
Fonte: Pokémon Central Wiki
"Le
macchie sull'addome assomigliano ad un volto che cambia espressione
in base all'umore di Spinarak "
"Ha
un morso velenoso e può tessere una ragnatela molto resistente per
catturare le sue prede o per immobilizzare i nemici.
"
"La
ragnatela tessuta da Spinarak può essere considerata il suo secondo
sistema nervoso poiché dalle sue vibrazioni pare riesca a capire la
natura della sua preda. - Tesse
la tela con un filo sottile ma forte ."
Beh, spero sia piaciuta e che... vi abbia messo un po' di timore...
L'ho scritta un anno fa per un contest (e daglie) ma non l'ho mai
postata. Qualche errore? Qualcosa di sbagliato? Descrizioni orribili?
Accetto tutte le critiche =) [Tranne insulti gratis, non li sopporto]
Spero di ricominciare a postare fic "Inedite" e non prescritte, anche
perché voglio continuare la storia di weelia ç_ç
Ci si vede alla prossima ^^