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Autore: slice    02/07/2012    6 recensioni
Affetta/o da Shipping compulsivo, partecipo all'iniziativa del forum « Collection of Starlight, » said Mr Fanfiction Contest.
La strana coppia. XD Non so, non ho approfondito niente, ho lasciato le cose come se fosse stato spiagato tutto in separata sede, è uno squarcio di futura waht if? e non sono riuscita a fare di meglio. Spero sia carino così com'è, semplice e fluttuante, senza radici. In ogni caso a me ha fatto inaspettatamente piacere scrivere di questa coppia!
Gaara ha abdicato in favore del fratello dopo la guerra, quando ha visitato la ricostruita Konoha ha trovato un motivo valido per restare.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sabaku no Gaara , Sakura Haruno
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Crack, fanon o canon? Slash, het o threesome?
GOD SAVE THE SHIP!
I ♥ Shipping è un'idea del « Collection of Starlight, » said Mr Fanfiction Contest, « since 01.06.08 »

Prompt: Gaara/Sakura - Sabbia











La sabbia e la bambina
di slice





E qual è stato il verdetto?”
Sakura lo chiede con un tono un po' più alto, per permettere al suo interlocutore di sentire la sua voce dalla cucina e con l'acqua del rubinetto che scorre. C'è comunque silenzio a Konoha, in quei pomeriggi di ritrovato calore primaverile.
Gaara è in giardino e lei voleva sapere com'era andata la sua ultima visita a Suna, conclusasi il giorno prima, perché tra il pranzo appena trascorso con i propri genitori e i precedenti preparativi non c'era ancora stata occasione.
“Innocente.”
Urla un po' anche lui, per la distanza. Anche se gli tocca alzare la voce, lo accetta volentieri nella corrente situazione, visto che sua moglie sta lavando le stoviglie e lui non vuole rinunciare a parlare con lei per questo. In più la peste che ha tra le braccia è ancora troppo piccola per essere lasciata sola nella sabbia. Gaara si è trovato ad avere paura del suo elemento, in quel frangente, che le vada negli occhi o nella bocca o in qualsiasi altro posto in cui non è previsto che entri, ha paura che la ingoi o che la sabbia si ingoi lei... Ha sempre un sacco di paure quando è intorno a quell'esserino. È incredibilmente attento a tutti i suoi movimenti e spesso si è trovato osservato dalla consorte, intenerita.
“Kankuro ha saputo destreggiarsi con diplomazia e decisione, anche con i consiglieri, è stato pure istruttivo, direi,” aggiunge, poi toglie delle formine troppo appuntite dalla portata della pargoletta mano.
“Lo sapevo, ho sempre pensato che Kankuro avrebbe preso il tuo posto in modo esemplare!” ridacchia Sakura, dalla cucina.
Sì, anch'io, pensa Gaara, non c'è mai stato un attimo in cui sia stato insicuro di suo fratello. Kankuro era l'unico ad essere insicuro su Kankuro. Persino Temari lo ha guardato con quegli occhi freddi e caldi al tempo stesso in cui si leggeva il rispetto per il ninja più forte del villaggio e l'amore per il fratellino ormai cresciuto; anzi, c'era pure una punta di nostalgia, per quel bambino che lei doveva accudire e che ora non ha più bisogno del suo aiuto. Gaara sa che Kankuro avrà più bisogno ora di Temari di quanto non ne abbia avuto prima, ma vuole lasciare che questa realizzazione arrivi al momento giusto, per la sorella. Lei si merita di essere felice perché era solo una bambina quando doveva stare attenta e temere l'instabile e violento fratello più piccolo. Il dolore di non essergli stata vicino è arrivato prepotente tutto insieme una delle prime volte che, con la voce rotta e gli occhi asciutti, gli ha detto di volergli bene. Gaara lo ha sentito, il suo dolore. Vedere quanto lui avesse bisogno di lei e potergli finalmente essere vicino, l'ha aiutata, quell'alone è sparito dal suo sguardo, pian piano. Lui è sicuro che sarà così anche con Kankuro.
“Che cosa hanno detto, verranno per l'Honen Matsuri, quest'anno?”
Lui si acciglia, indeciso se sua figlia possa o meno tenere in mano il piccolo rastrello che vede fin troppo pericoloso, in quelle manine fragili.
“Temari ha detto che dovrebbe essere l'Hokage ad invitare il Kazekage,” risponde, prima di lanciare distante il rastrello. La bambina protesta, osservando il suo giocattolo a qualche metro da lei, con un broncio triste.
“Dobbiamo dirlo a Naruto perché se lo dimenticherà, scemo com'è...”
“Sakura,” dice lui, rimettendo la bambina a sedere dov'era, giacché aveva provato a gattonare lontano dalla sua portata, “Naruto è un uomo adulto, adesso, non dovresti trattarlo così.”
In quel momento Mataha inizia a piangere.
Non strilla e non si agita, ma non vuole essere toccata e piange con grossi lacrimoni che stringono il cuore del padre. Si sente frustrata e schiaffeggia la grande mano che le tiene il pancino, piange singhiozzando, mentre perde l'equilibrio e trova la gamba dell'uomo a sostenerla. Ci appoggia una paffuta manina sopra e smette di piangere mentre la osserva, poi segue il corpo del padre fino al viso. Lui sorride quando incontra quegli occhi, ogni volta si accorge che sono i suoi; il colore è quello della madre, come quello dei capelli, ma il taglio è il suo.
La bimba lo guarda attentamente, poi volta il viso verso il rastrello e lo indica, le dita della mano si piegano e rimane un ditino solo, puntato verso l'oggetto. Fa uno dei suoi versetti e lui scuote il capo in segno di diniego.
Lei si rizza su piedini instabili, facendo forza sulla gamba del padre, osserva quel giocattolo così lontano, allunga di nuovo la mano e, poco dopo, il giocattolo si sposta.
Gaara spalanca gli occhi, la sabbia si muove, intorno a loro, e lui rimane a bocca aperta a vedere quel vortice leggero di sabbia e magia che circonda sua figlia, il rastrello è sempre più vicino fino a quando arriva alla sua manina. La sabbia cade nel momento esatto in cui lei, intenta ad osservare ora più da vicino il suo bottino, crolla a sedere, soddisfatta.
Si volta, guarda suo padre ancora sbalordito e gli porge il rastrello. Gaara lo afferra, meccanicamente alza la mano e lo riceve, con passiva attenzione.
“Gaara,” lo chiama Sakura, in quel momento.
“...aala,” dice Mataha.
E Sakura lo trova così, in una pozza di sabbia, nel verde del giardino, con un rastrello in mano e l'espressione sconvolta. Lui si volta a bocca aperta e lei scoppia a ridere. La bambina agita le braccia, emettendo soffi euforici perché anche a lei fa piacere quando la mamma ride.





Owari













La rosa del deserto si chiama sabaku no bara e, vista la sfortunata coincidenza con il nostro usuale ultimo giaciglio, mi sembrava un nome poco carino, per una bambina. Invece in giapponese, quel particolare aggregato di cristalli di gesso, ha (nel primo rigo) la traduzione anche per sand rose e mi è sembrata decisamente più carina: Mataha, appunto.
*cri-cri... cri-cri...* Dovevo dirlo, scusate. u_ù
So che Sakura significa ciliegio - o ciliegia, insomma - ma il nome non è preso alla lettera, rosa del deserto è inteso come qualcosa di speciale, il gioiello di mamma e papà. Mi viene da associare, a logica, l'appartenenza di lui al deserto e il colore dei capelli, ereditato dalla figlia, di lei, ma non è stato originariamente pensato per quello.





I personaggi e i luoghi non mi appartengono e non c'è lucro.



  
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