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Autore: TonyCocchi    02/07/2012    3 recensioni
Un'idea per una parodia scritta un pò di tempo fa che non credo proprio continuerò; ma voglio ugualmente condividerla con voi, cari lettori e spero appassionati come me delle opere di Tolkien! Buona lettura!
Genere: Avventura, Comico, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Inghilterra/Arthur Kirkland, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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hetalia - il signore della pasta

Una volta che Alfred gli ebbe spiegato il motivo della sua visita, Arthur fece subito strada verso la fornita biblioteca di casa sua.

“Quindi, ricapitoliamo” –disse l’Inghilterra- “Vuoi coinvolgere me e gli altri in un’altra delle tue strampalate rappresentazioni, ma ti manca la storia da rappresentare, quindi vuoi chiedermi aiuto a trovare l’ispirazione giusta?”
“Esatto!”

“Sigh! So già che me ne pentirò…”

“Tranquillo, ti farò avere una parte di tutto rispetto!”

“Non posso fare il tuo aiuto-regista come l’ultima volta?”

Non che fosse un ruolo da lui così ambito nemmeno quello: come tale, l’ultima volta (e finora grazie al cielo unica volta), era stato costretto ad assistere dalla prima fila a Prussia e Francia vestiti da sorellastre cattive con tanto di trucco, e mai si sarebbe rivista una Cenerentola più scazzata e rompiscatole di Romano quel giorno! *

 

*(NDA: si tratta di un’altra mia fanfiction, se ve la siete persa ecco a voi il link! >>> http://www.efpfanfic.net/viewstoryv.php?sid=985437&i=1 )

 

Incredibile a dirsi, e ribellione degli attori di fine spettacolo a parte, America se l’era cavata discretamente e al pubblico era piaciuta. Forse poteva davvero permettersi di aiutarlo e concedergli un’altra occasione.

“Vorrei realizzare il mio prossimo capolavoro, quello che mi proietterà nell’olimpo dei registi!

(-___-) << Ti ci butterei giù dall’Olimpo a te… >>

“Ma non so ancora che storia rappresentare purtroppo, quindi, dato che tu hai un letteratura così piena di sbobba di successo, pensavo potessi consigliarmi qualcosa con cui andare a colpo sicuro!”
“Se ti aspetti che io getti il mio adorato William in bocca a un principiante esaltato come te scordatelo!”

“Ma no, a parte il fatto che ora voglio provare col cinema anziché col teatro, Shakespeare non va più di moda, voglio qualcosa di originale, di diverso!”
Ad Inghilterra venne un principio d’infarto: << William non va più di moda?! Ma come si permette? Lui, il Bardo! Lui sarà sempre di moda, brutto ignorante! >>

“Inghilerra? Tutto bene? Sembra tu stia sussurrando maledizioni all’indirizzo di qualcuno.”
Inghilterra si tirò su un sorriso: “Prego, sii mort… cioè, sii mio gradito ospite nella mia biblioteca!”

Girò il pomello e i due entrarono in una stanza rettangolare con i tappeti per terra, una comoda poltrona con poggiapiedi vicino al camino e naturalmente un sacco si scaffalature colme di tomi.

“Wow! Che bella stanza, e com‘è grande! Sai quante videocassette e dvd ci entrerebbero qui dentro?”
“Tsk! Zotico che non sei altro!”
“Ehi, dai, non ti arrabbiare Inghilterra, sono qui perché mi serve il tuo aiuto, e appunto l’aiuto che posso tirar fuori da questi mattoni… Cioè, interessantissimi capolavori…”

“Meglio se tieni chiusa la bocca o cambio idea e ti sbatto fuori senza nemmeno offrirti il tè!”
America si strinse nelle spalle mettendosi a fare cerchietti per terra con la punta del piedino: “Scusa…”

Il coltissimo Arthur sospirò e avvicinò una scala alla prima scaffalatura: “Molto bene, vediamo un po’ cos’ho che ti può ispirare.”

America batté le mani: “Oh, si, vediamo vediamo! Il mio pubblico attende impaziente di conoscere il titolo del mio ritorno sulle scene!”

“Dunque… Cos’ho qui? Coloredige, Wordsworth, Milton, Stevenson… Qui c’è << Tess dei Dubberville >>”

“Oh oh, e di che parla?”
Inghilerra si porto il libro al cuore e l’altra mano sulla fronte con fare drammatico: “Parla di una povera fanciulla che finisce nelle grinfie di un mascalzone che le ruba l’onore, l’innocenza e la felicità, poi trova il vero amore ma in un secondo momento questi la ripudia e…”
In quel crescendo di depressione, America ovviamente non ebbe dubbi a fermarlo: “Alt! C’è il lieto fine?”
“Per niente…”
“Allora scartato! Al pubblico non piace quando le cose finiscono male.”

“Beh, mi spiace ma in letteratura a volte accade!”
“Umpf! Semplicemente perché in questa << Tessy >> non c’è un grande eroe come il sottoscritto a risolvere la situazione! Ah, se l’avessi scritto io…”
“Tess sarebbe finita su un Harley-Davidson dietro a un buzzurro con le Rayban probabilmente.”

Tagliata la lingua ad Alfred con il suo sempre efficace humor inglese, Arthur ricominciò a cercare, ma più in basso America ricominciò presto a far casino.

“Ho bisogno di qualcosa di grandioso, di epico, oserei dire di eroico! Che altro tipo di storia potrei mai dirigere? Ah ah ah ah!”
“La tua autobiografia, vanitoso come sei…”
“Per quella ci sarà tempo, ma nel frattempo devo cimentarmi con altro, fare più esperienza! Avanti, Inghilterra, non deludermi, trova qualcosa di adatto per me!”

“Vediamo, forse il << Canterbury Ghost >>, anche lì ci sono degli americani idioti come te…” –disse Arthur, allungando il dito verso il volume appena adocchiato.

“Oh oh, americani! Allora sarà sicuramente fanta… Ehi! Perché mi dai dell’idiota?!”

“Perché è quello che sei!” –gli gridò contro, girandosi verso di lui- “OPS!”

Ma nel distrarsi aveva urtato con la mano un altro libro disposto malamente, che la gravità provvide a far cascare giù.
“Attenzione!”
“A cosa?”
STONK!

“Oh, cavolo! Proprio l’edizione integrale! Tre libri in uno!”

Scese la scala in pochi secondi e si trovò davanti America steso per terra, ancora col sorriso idiota che aveva in faccia al momento dell’impatto sulla sua zucca di quella che era praticamente un’enciclopedia!

“America! Ehi, America! Mi senti?”

Davanti gli occhi a crocetta svolazzavano tre volumi che battevano le pagine come ali e cinguettavano come uccellini.

E cullata dal loro canto, la fantasia di America, libera dal suo cervello momentaneamente KO, iniziò a volare a sua volta, verso i mondi fantastici evocati in quelle infinite pagine…

“America?”

Alfred iniziò a sentire la propria voce fare da narratore, e il viaggio iniziò.

 

http://www.youtube.com/watch?v=NMuTGBsqoFw

 

 

In un mondo antico e leggendario, magico, fantastico, mitico e chi più ne ha più ne metta, e se non ne avete ancora avuto abbastanza ci aggiungo che era anche molto molto lontano… le nazioni erano continuamente in lotta tra loro.

Ognuna cercava di diventare più forte e importante delle altre, imporre il proprio dominio, la propria cultura, soffiare al vicino il posto auto sotto casa e simili…

Erano tempi duri per la Terra di Heta, dove gli amici erano pochi e non duravano a lungo.

Finché, un bel giorno, giunse dal mare una nuova razza di strani esseri: gli Italiobbit!

Questi strani ometti furono accolti con sospetto dagli altri paesi, che si chiedevano cosa volessero, se non fossero solo altri nemici interessati alle loro regioni vitali.

Ma gli Italiobbit, anche se non erano per nulla forti, per non dire dei pappamolla, erano un popolo molto saggio e impareggiabile in cucina, e per cambiare le cose bastò loro una sola parola.

 

“PASTAAAAAAAA!!!”

 

Grazie alla pasta, il nuovo cibo di loro invenzione, e al loro animo così spensierato, gli Italiobbit riportarono la pace in quel mondo travagliato.

Insegnarono ai suoi abitanti che un bel piatto fumante, una bella ragazza vicino a sé e un pallone con cui giocare sono le uniche cose di cui si ha veramente bisogno nella vita; in breve, quei piccoli scansafatiche un po’ scemotti contagiarono tutti col loro stile di vita, e nessuna nazione pensò più a combattere e quindi si smise finalmente di conquistarsi a vicenda.

Ognuna cucinava in tranquillità la propria pasta, creando le proprie ricette, e la condivideva con tutte le altre, stabilendo finalmente i rapporti di vera amicizia tanto sognati.

Grazie agli Italiobbit e alla loro pasta, il mondo sembrò essere diventato un posto stupendo, e magari lo sarebbe rimasto per sempre.

 

Ma tutti loro si sbagliavano…   

 

Perché venne creata un’altra pasta…

 

Nelle fredde terre del nord, nella bollente cucina di Monte Vodka, Russiauron, l’oscuro signore, appreso il segreto della pasta anche lui come tutti, lo traviò con la propria magia oscura.

Russiauron: “La la la… Ora la scolo ed ecco fatto!”

Scolò gli spaghetti, li mise in un piatto ci infilò la forchetta e, senza nemmeno augurare buon appetito, li assaggiò.

Russiauron: “Mmm… Al dente e malvagi al punto giusto!”

E fu così che nacque la terribile Pasta del Potere, e in quella pasta Russiauron riversò la sua perfidia, la sua birboneria, e la sua volontà di mangiare e far diventare tutt’uno con sé ogni singola forma di vita!

 

http://www.youtube.com/watch?v=5wQ93NmXyRs

 

Russiauron (mostrando la pasta del potere con occhi scintillanti): “KOLKOLKOLKOLKOL!”

 

Una Pasta, per domarle tutte!

 

Uno dopo l’altro i paesi della terra e le loro ricette caddero tutti nello stomaco infinito del tiranno del nord, l’Oscuro Mangione, e gli affamati popoli ricominciarono a lottare tra loro, cosa che rendeva più facile per lui farli diventare tutt’uno con sé. Il mondo stava tornando lentamente nell’ombra, l’ombra di un bestione col nasone.

Ma ci fu chi gli si oppose!
Un esercito marciò coraggiosamente contro di lui, fino alle pendici del bianco Monte Vodka, contro le schiere di cosaccorchi dell’Oscuro Mangione, per impedire al male di diffondersi oltre!

L’esercito era guidato da tre dei più grandi eroi di ogni tempo.

 

Il re degli elfi, Giapponelrond.

“Hai!”

Il re degli umani, Magna Germanialdur *

“Tsk!”

Il re degli Italiobbit, Romendil

“Ah ah ah! Fatevi sotto, stupidi orchetti, er miglior guerriero di ogni tempo se libererà di voi prima che possiate dire << coda alla vaccinara >>! Nnamo!”

 

*(NDA: non si tratta di Ludwig, ma di Germania Magna, quello dei tempi di Nonno Roma)

 

“Non sottovalutare i nostri nemici, stolto! Sei un grande guerriero, lo so, ma il destino del mondo dipende da noi! Prendi esempio da Giapponelrond: mi chiedo come faccia a restare sempre così stoico anche dinanzi a così tanti nemici!”
“È una caratteristica del mio popolo.” –rispose l’elfo dal caschetto nero sguainando l’argentea lama- “Noi siamo addestrati sin da piccoli alla spada e sappiamo restare calmi e saldi dinanzi a qualunque situazione. E poi non può succederci nulla visto che siamo immortali, non abbiamo ragione di andare nel panico.”
Soldato elfico: “Ehm... Mio signore, noi siamo << immortali >> nel senso che non moriamo di vecchiaia, se ci uccidono moriamo eccome!”

Giapponelrond: (O____O”) “…………… Ca-ca-ca-ca-capisco!”

Germanialdur e Romendil: -___-“

Ci fu una grandissima battaglia, in cui ciascuno dei tre eroi si distinse.

“KIAI!”

“ARGH!”

“DAJE!”

Sconfissero una moltitudine di nemici…

Romendil (grattando le nocche sulla testa di un cosaccorco) “Ah ah ah, siete solo pesci piccoli!”

Germanialdur (abbattendo un nemico alle sue spalle): “Non ti distrarre, idiota!”

“Siamo invincibili amico mio, invincibili!”
“… Umpf! Eh eh!”

La battaglia sembrava vinta!

Ma il potere della Pasta non poteva essere fermato.
Giapponelrond: “GUARDATE!”

Eccolo! Russiauron in persona!
Gigantesco, corazzato e sorridente: sia perché era un sadico che gioiva all’idea della sofferenza che stava per arrecare ai suoi nemici, sia perché soffriva di dipendenza da fluoro e xilitolo e aveva i denti splendenti, e quindi era sempre fiero di mostrarli…

Russiauron (ridendo): “Kolkolkol!”

In una mano aveva una forchetta gigante alta più di lui, nell’altra, un piatto di spaghetti fumante, da cui si irradiava un’aura così malvagia che tanti guerrieri, anche dopo aver sconfitto così tanti cosaccorchi venendo lì, cadevano preda dello sconforto e della voglia di arrendersi e diventare tutt’uno con lui!
Ma non i tre eroi, o almeno, due di loro.

Giapponelrond: “Sigh, ho solo poche migliaia di anni, non posso morire così giovane: ho ancora tanti tipi di tonno da assaggiare!”

“La volontà di ferro del nostro immortale è un po’ crollata, Germanialdur.”
“Affrontiamolo insieme, è troppo forte!”
Russiauron (^___^): “Eh eh, certo che lo sono!”

“Tranquillo, basto io! FORZA ROMAAAAAA!”
“NO, ROMENDIL!”

“KOLKOL!”

Il gigantesco Russiauron tirò la sua gigantesca forchettona contro il grande guerriero che venne infilzato e impalato contro una roccia.
“NOOOOO!”

L’amico si gettò subito su di lui.
“Romendil!”
“Ammazza… Me ha ammazzato…”

“Tieni duro!”
“COFF! COFF! Ricordatevi di me, come quello che sfrecciava con la vespa a cento all’ora per le vie de la città eterna! Con minimo due belle figliuole dietro!”

“Oh, cielo, stai delirando! Non ne ha mai portata più di una dietro la tua vespa!”
“Sta già calando il buio?... Romaaaa, nun fa la stupida staseraaaaa…”
E spirò.

Afflitto, privato di ogni speranza, Germanialdur pianse sul petto dell’amico perduto, ma il crudele Russiauron era già alle sue spalle.
(^___^)“Se non vuoi fare la fine del tuo amico devi diventare tutt’uno con me!”
(>___<)“Mai!”

(^___^) “Tanto te lo faccio diventare lo stesso!”

La mano gigantesca di Russiauron calò sul biondo guerriero, per far di lui condimento per la sua Unica Pasta.

Fu in quel momento, quando tutto sembrava perduto, che Germanialdur, afferrò la spada del suo fraterno amico…
CRASH!

Che si spezzò come niente al primo colpo…

“Ma che?!”

Osservò la scritta sul manico: << Made in China, niente garanzia >>

“NEIN!”

“Aò! Ce la crisi, bisogna risparmià, no?” –e rimorì, dopo aver chiarito.

“Come sei buffo! Sarà un piacere divorarti! Kolkolkol!”
Fu in quel momento, quando tutto sembrava perduto, che  Germanialdur tastò a caso per terra, e afferrò il coltello con cui il suo defunto compagno usava spalmarsi la marmellata sulle fette biscottate al mattino…

Germanialdur (al rallentatore): “GRRRRAAAHH!”
SLASH!

Russiauron (al rallentatore) “NUOOOOOOO!”

E colpì le dita della mano che reggeva il supremo piatto, che cadde al suolo!

“Ahia!”
“Ma come?! La spada no e il coltellino si?”
“La mamma lo diceva sempre che ho le dita di burro…”
“……”
“Facevo sempre cadere le cose…” spiegò l’Oscuro Mangione, prima di disintegrarsi in una spaventevole esplosione, il cui spostamento d’aria scagliò per decine di metri sia l’eroe che tutti i presenti lì intorno.

Germanialdur riaprì gli occhi: di Russiauron nessuna traccia, solo l’Unica Pasta ancora lì, integra e fumante, nel piatto con la forchetta ancora infilzata.

Russiauron, il nemico dei popoli felici della Terra di Heta, era sparito.

Sembrava fosse tutto finito, ma la sua malvagità, era ancora in quegli spaghetti, che non potevano essere scotti se non nella pentola in cui erano stati bolliti, lì sul Monte Vodka. Era quella l’unica speranza di distruggere quel malefico potere per sempre.

Il re elfico si avvicinò: “Germanialdur, prendi la pasta e seguimi! Presto!”

Giapponelrond condusse il vincitore nel cuore della montagna, fino alla lava incandescente che l’Oscuro Mangione usava come pentola o forno per cucinare le proprie pietanze (tutto risparmio sulla bolletta del gas!).

“Gettalo!”

Germanialdur osservò il piatto fumare tra le sue mani.

“Devi distruggerlo per sempre, o ritornerà per mangiarci tutti!”
La forchetta brillava invitante…

“Gettalo, presto!”

Stomaco di Germanialdur: << Grrrrroooowwwlll… >>

Certo che a combattere tutto il giorno ti viene una fame…

“Germanialdur!”

Sollevò gli occhi azzurri, intrisi di un gelido e malvagio bagliore.
“No!”

Sollevò la forchetta e mangiò.
“GERMANIALDUR!”
“Umpf!”

Doveva finire quel giorno, ma al male fu permesso di perdurare.

Uscito dalla cucina, sollevò la Pasta in segno di vittoria e tutti inneggiarono a lui.

Ma la sua rovina era già stata decretata.

 

Passarono secoli e millenni, e fatti realmente accaduti vennero ritenuti semplici leggende o dimenticati.

Ma ben presto, le leggende rivivranno, e sarà di nuovo il momento degli Italiobbit, in cui saranno riposte le speranze di tutti!

 

 

 

Inghilterra versò sulla fronte di America il tè bollente, ma neppure quello fece effetto.

“Bloody hell! Si vede che la tua testa in questo momento è ancora più calda tanto sta lavorando. Chissà a cosa starà pensando da tutto questo tempo?”

Si inginocchiò e riprovò a scuoterlo.

“America?”
“AAAAAAAAAAAAAAAARGH!”
“AAAAAAAAAAAAAAAARGH! MA SEI PAZZO?!”

Lo afferrò per la giacca e lo tirò a sé, in modo che potesse vedere benissimo i suoi occhi spiritati: “Ce l’ho, Inghilterra! Ce l’ho!”
“La stupidità, certo che ce l’hai!”
“L’ispirazione!”

Inghilterra guardò la sua copia del capolavoro di Tolkien e vide il bernoccolo di America pulsare: “Oh, no, non dirmi che…”
Scattò in piedi e rise maniacalmente: “Muahahahah! Si chiamino gli attori! Sta per arrivare nelle sale di tutto il mondo << IL SIGNORE DELLA PASTA >>! MUAHAHAHAAH!”

STONK!

Inghilterra lo tramortì di nuovo con lo stesso libro (sperando di non aumentargli l’ispirazione).

“Non all’ora del tè.”

Si sedette sulla poltrona e, usando il corpo esanime di Alfred come poggiapiedi, sorseggiò la sua tazzina in santa pace.

 

 

 

Spero vi sia piaciuta ^__^
L’ho scritta un po’ di tempo fa e avevo deciso di non pubblicarla perché sicuramente non sarei andato avanti avendo solo idee sparse e un sacco di problemi a far quadrare i personaggi… Però le storie non pubblicate mi fanno sempre un po’ di tenerezza, specie questa che mi è piaciuto molto scrivere, così alla fine ho voluto condividerla con voi, anche se incompleta. ^__^

Anche se, devo dire, anche come one-shot non è malino, adoro l’epilogo con Arthur che stende Alfred e si mette a sorseggiare tè, devo dire che è efficace! XD

 

NOTA: se vi è piaciuta l’idea e vorreste realizzare voi per bene questa parodia Hetalia-Signore degli Anelli fate pure, non mi offendo, anzi, mi piacerebbe un sacco leggerla! ^__^

 

Buon proseguimento d’estate! ^____^

 

PS: GERMANIA X ITALIA ORA E SEMPRE!

  
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