Fanfic su artisti musicali > My Chemical Romance
Segui la storia  |       
Autore: Twinkle Dead Star    02/07/2012    5 recensioni
Frank diventò rosso, dalla testa ai piedi, in tutto il suo metro e pochi centimetri dall’altezza.
Lo riprese per mano, e come due amichetti delle elementari uscirono in giardino correndo.
Gerard non guardava nemmeno dove andava, teneva lo sguardo fisso su Frank sorridendogli, come i cretini nelle pubblicità allegre del Mulino Bianco, dove corrono per i prati.
Infatti, ad un certo punto, sbattè contro qualcosa.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Salve a tutti, ancora.
mmmmmh dunque, siamo quasi alla fine. Sì insomma, credo ci sarà ancora un capitolo e poi basta. XD
Era nata come OS, ma siccome sono al mare e il tempo/voglia di scrivere è pochino ç___ç cioè, la voglia c'è, è il tempo a mancare.
Voglio chiedere scusa ancora una volta a voi che leggete, perchè può suonare come una storia ridicola.
E chiedo scusa ai My Chem per queso scempio.
Sto modificando tutta la loro storia...potevo creare una storia originale che era meglio ahah.
Passiamo ai rigraziamenti, ringrazio per le poche recensioni:

Juliet Kresley
Ale_PartyPoison_Cullen
MatyOtaku
LucreziaMCR

Potrebbero esserci tanti errori. Colpa del mare. Fatemeli notare, recensite, fate quel che volete non importa lol
buone vacanze a tutti. :D


Belleville, 2001.
Settembre 11.
PRIMO GIORNO DI SCUOLA.
(e altre faccende più tristi…)

Quando finalmente Lyn-z staccò la sua lingua da quella di Gerard per volontà di quest’ultimo, si sentì qualcuno tossicchiare divertito.
Gerard si guardò attorno.
Vicino a lui, si trovava un Frank che poteva avere massimo diciott’anni.
Ed era bello, era sempre più bello, cioè…era sempre stato bello. Non se lo ricordava così, forse perché ai tempi era troppo preso dalla ragazza…ma gli piaceva molto. Perché stava con Lindsey? Era una bella ragazza, certo. Capelli lunghi e neri, sorriso splendente, alta e magra.
Ma Frankie, Frankie aveva quel qualcosa in più che lui non si riusciva a spiegare. In realtà, non si riusciva a spiegare nemmeno perché Lynz-Z stava con uno sfigato del genere. 
Gerard si girò verso un armadietto aperto, dietro di lui, che conteneva uno specchio, e guardò la sua immagine riflessa.
Era pallido, aveva le occhiaie. Si poteva dire che non dormiva da giorni, o meglio, si poteva dire che sembrava un vampiro. Le labbra rosee sforzavano un sorriso fintissimo. I capelli neri gli arrivavano alle spalle, e contrastavano fin troppo la pelle chiara. Per non parlare dell’uniforme scolastica, una cosa orribile, davvero. Una camicetta bianca con una cravatta rossa, sotto una giacca blu aperta con delle rifiniture nere.
Sembravano quelle di un anime giapponese. Ma non ci fece troppo caso. Si rigirò, e salutò Frank.
«Ehi, amico» sorrise.
Frank ridacchiava ancora sotto i baffi, e Lyn-z aveva le braccia conserte, mentre osserva i due evidentemente seccata. 
«Ehi Way, da quanto!» 
«Puoi dirlo forte, Iero. » Gerard sospirò.
Se era un sogno, era okay. Forse un po’ noioso. 
Non voleva rivivere le sue avventure del liceo. Era lo sfigato di turno, si sapeva. Però non uno di quei nerd che passano la vita sui libri, che venivano presi di mira dai bulli.
O almeno non sempre.
«Oh Gerardina, ci canterai ancora qualcosa, vero usignolo?» mentre Gerard rifletteva, per quel corridoio passarono due bulletti che ironicamente, gli chiesero uno spettacolo.
«Certo amico! Ti annuncerò le prossime date del tour Americano!» Gerard si rese conto di ciò che disse solo guardando lo sguardo shockato di Lyn-z e Frank, e gli urletti e le risate divertite dei bulli che lo prendevano in giro.
«Un tour…Ah-ah…bella lì Way!» fecero un segno in aria e sparirono tra la folla di studenti che per fortuna pensavano solo ad ignorare Gerard e i suoi strambi amichetti.
«Un tour? Ma Gee…» Frank non ce la fece, e scoppiò a ridere. «Ma se non hai nemmeno una band! Cioè, ops…scusa, senza offesa, hai comunque una bella voce.» Frank si mise una mano davanti alla bocca.
«Ma stai zitto Iero. Gee non avrà una band, ma meglio. Almeno lui non verrà cacciato da questa fantomatica band!» Lyn-z attaccò Frank cercando di difendere il proprio ragazzo «A proposito, Iero. Come va con i Pencey Prep? A quando l’esilio ufficiale di Frank Iero?» Lyn-z scoppiò in una risata isterica.
Gerard  fece spallucce e abbozzò un sorriso consolatorio a Frank. Sinceramente, non sapeva cosa dire.
Si ricordava della band in cui era Frank prima dei My Chemical Romance, ma non si ricordava ogni minimo particolare. E a quanto pare, i My Chemical Romance non esistevano ancora, nessuno ne sapeva niente, Frank era solo un amico di scuola.
Frank e Lyn-z si scusarono a vicenda e fecero pace. Non se li ricordava così… non si ricordava nulla di com’era la sua vita prima. Si ricordava che gli faceva schifo, almeno prima di quel giorno fatidico, quel giorno in cui decise di salvarsi la vita, e decise di salvarla a migliaia di persone fondando una band.
Chissà in che anno, mese e giorno si trovava ora, in quel che doveva essere un sogno progettato dalla sua stupida mente. 
Pensò di chiederlo ai due amici, ma avrebbe destrato troppi sospetti. Già era catalogato come un tipo strano…
Suonò la campanella. La ricreazione era finita.
«Merda! Devo andare, quella stronza di storia dell’arte mi fa fuori sennò! Ciao ragazzi!» Lyndsey schiocchiò un bacio sulla bocca di Gerard e uno sulla guancia di Frank.
Loro la salutarono e Gerard si soffermò sullo sguardo di Frank.
«Iero, ma dobbiamo andare a lezione?»  chiese spaventato dall’idea di dover entrare ancora in classe.
«Mmmmh, no. Secondo me no. Andiamo a cavalcare mini pony, che ne dici?» Frank sorrise per la sua battuta. Sorrideva sempre. Più spesso di dieci anni prima. Più spesso, prima che si facesse una famiglia lontano da Gerard. 
Il non-ancora-del-tutto-cantante si ritrovo ad osservare queste piccolezze, che dieci anni prima non avrebbe mai notato. Addirittura contare le volte in cui Frank sorrideva. Le volte in cui il suo cuore esplodeva nel guardarlo, le volte in cui le farfalle ballavano la conga nel suo stomaco. 
Dio, era così gay anche a diciott’anni.
Non che ci fosse  nulla di male, per carità, ma lui non si ricordava così.
Sorrise a sua volta all’amico.
«Mariniamo.»    
«Wow, Gerard Way che vuole saltare la scuola, quando mai!» disse Frank coprendo d’ironia l’amico.
«Taci.» Gerard gli sorrise ancora una volta e lo prese per mano. Era così semplice sorridere a Frank Iero. Non che Gerard in quegli anni fosse allegro, anzi. 
Le loro mani tremarono quando si misero in contatto una con l’altra. In corridoio era calato il silenzio da qualche minuto. C’erano solo loro, e fra un po’ qualche bidello che non aveva voglia di fare il proprio lavoro –pulire- e quindi si sarebbe divertito a cacciare gli alunni sperduti in classe.
Gerard trascinò l’amico per il corridoio, fino ad una porta vetrata che dava sul giardino della scuola.
«Dove vuoi andare? Non possiamo uscire! Ci ammazzano!» 
«Mi assumo le responsabilità!» Gerard non si era mai sentito così coraggioso a diciott’anni. Non avrebbe mai fatto una cosa del genere al liceo. Non avrebbe mai detto nulla così, non avrebbe mai preso per mano Frank, non avrebbe risposto ai bulletti.
Ma adesso sapeva che dieci anni dopo tutto il mondo l’avrebbe amato, quindi si sentiva di poter far tutto. Ma Frank no.
«Non me ne frega un cazzo se ti prendi la responsabilità, ci uccidono comunque! Ci sogniamo gli esami quest’anno!»  sbuffò rumorosamente.

Gerard aprì la porta dell’uscita sul cortile, e proprio sull’uscio, zittì l’amico con un bacio.
Questo era il loro secondo bacio? O il primo? Ma chissenefrega, è un sogno, non perdo tempo a farmi ste seghe mentali, pensò Gerard, posso fare ciò che voglio.
Frank diventò rosso, dalla testa ai piedi, in tutto il suo metro e pochi centimetri dall’altezza.
Lo riprese per mano, e come due amichetti delle elementari uscirono in giardino correndo.
Gerard non guardava nemmeno dove andava, teneva lo sguardo fisso su Frank sorridendogli, come i cretini nelle pubblicità allegre del Mulino Bianco, dove corrono per i prati.
Infatti, ad un certo punto, sbattè contro qualcosa.
Frank avvampò, osservando l’uomo in cui Gerard aveva sbattuto. «Oh-oh»
Frank teneva ancora la mano a Gerard, che era caduto per terra, e lì rimaneva, massaggiandosi la testa.
«Ma che cazz…» alzò lo sguardo ed incrociò quello dell’uomo. Non era giovane, ma non sembrava nemmeno vecchio. Indossava dei semplici vestiti bianchi, ma non sapeva dire se era un bidello o un professore.
«Gerard Way.» disse l’uomo.
«Sì, prof…» rispose l’alunno.
«Veramente…io non sono un tuo professore. Ho bisogno di parlare. Con te. Da solo.» il suo sguardo si rivolse a Frank che terrorizzato era rimasto in piedi, in parte a Gerard.
«Lei chi è? La conosco…ed ecco, veramente io..sarei a scuola. » tagliò corto Gerard.
Il signore ridacchiò «Non mi sembra che tu sia esattamente a scuola.» si guardò attorno ed indicò l’edificio che si trovava alle spalle di Gerard «Ora ti spiego chi sono. Davanti ad una tazza di caffè, ti va?» probabilmente l’uomo doveva sapere che Gerard Way non poteva dire di no al caffè, pensò Gee.
«Lei mi può giurare che non è un professore e questa non è una trappola? Insomma, non mi sta portando in Presidenza?»
«Gerard Way, è importante. Dobbiamo parlare della tua caduta. » detto questo, Gerard capì. Quello doveva essere quella specie di angelo occhissàchecosa che aveva visto qualche giorno prima (o dieci anni dopo?) con Bandit.
«Che cosa? Gerard?…Mi scusi?» Frank non capiva. L’uomo gli rivolse uno sguardo di ghiaccio e Frank si accasciò a terra, perdendo evidentemente i sensi.
«Fraaaank! CHE CAZZO HA FATTO?» Gerard si rivolse al signore e s’inginocchiò sul prato, di fronte a Frank, accarezzandolo piano piano. «Che gli è successo? Perché l’ha fatto?»
«Calmati, Gerard. Il tuo amico ha momentaneamente perso i sensi, ma sta bene. Ho dovuto farlo, non può sentire ciò che ho da dirti, potrebbe influire nel corso della storia, cambiare tutto il corso degli avvenimenti da qui, sino al 2012.» Gerard capì che era roba pericolosa e quindi non fiatò più, annuì semplicemente.
Portò Frank in infermeria, facendo ben attenzione a spiegare alle bidelle gli avvenimenti, assicurandosi che loro non proferiranno parola con nessuno, nemmeno con Frank, una volta svegliato. 
Gerard ritornò furtivamente dal suo amico in cortile.
«Allora…»
«Starbucks, signorino Way?»
Gerard annuì, uscirono dalla scuola e si avviarono in città.

 ***


Ora lo sconosciuto e Gerard si trovavano seduti faccia a faccia, su due scomodi sedili di pelle di un bar in centro città, con in mano i rispettivi caffè Starbucks.
«La prego di andare al punto, non ci giri intorno. Lei chi è? E’ il responsabile di ciò che sta succedendo? Sto sognando? E’ uno scienziato?» chiese Gerard prima di mettersi la cannuccia in bocca e succhiare le ultime gocce di caffè dal bicchiere.
Lo sconosciuto gli sorrise. «Si calmi, signor Way. Ora le spiego.»
«Mi dia del tu, ho solo diciotto anni…credo.» sospirò stanco.
L’uomo rise ancora. «Bene bene…signorino Way. Piacere, io sono Castiel.»  Cass porse amichevolmente una mano a Gerard, ma quest’ultimo era troppo preso a finire il suo caffè per guardarlo. Si limitò ad un: «Mh-mh, piacere, Gerard.»
«Come hai fatto a finire così in fretta un Trenta Starbucks? (N.B. la misura più grande di un caffè)- Vabbè, questa è un’altra storia. Dicevo, io sono Castiel, e sono un angelo. Puoi credere o meno a Dio e le cavolate-senza offesa- che ci girano intorno, ma il Potente –non ti dirò mai come si chiama, ah-ah- mi ha portato qui con un compito ben preciso: salvare la vita a Gerard Way. In realtà mi sono quasi ucciso-come se non fossi già morto- per accaparrarmi questa missione, dal momento che sono un tuo grande fan. Ma anche questa è un’altra storia.»
Gerard sbarrò gli occhi e sputò l’ultimo sorso che aveva preso di caffè in faccia a Cass.
L’ultimo si pulì infastidito.
«Ss-s-s-cusi. Diceva…UN ANGELO? SALVARE LA VITA A GERARD WAY? COSA HO FATTO DI MALE?»
«Ssssh, abbassa la voce! Sì. Salvarti dalla delusione che era la tua vita. E’ vero, avevi i My Chemical Romance, che non è cosa da poco. Band fortissima, tra l’altro. Anche se credo di averlo già detto. Mmmh, dunque. Sei tu ad aver espresso quella specie di desiderio, quando aspettavi tua figlia in macchina. Lui ti ha solo preso alla lettera e ha cercato di aiutarti.»
«Quindi io…non sto sognando? Sono ritornato davvero diciottenne? Dopo tutti gli sforzi che ho fatto per arrivare vivo a 35 anni? Stiamo scherzando? Ma sì dai, in fondo si sa, queste cose accadono solo nei film. Castiel, anche lei sarà frutto della mia immaginazione. » Gerard gli sorrise e gli porse ironicamente una mano, in segno di ‘conoscenza’.
Ma stavolta fu l’angelo a rifiutare.
«Signorino Way, lei non è spiritoso. Questo non è un sogno, questa è la fottuta realtà.» (N.B: SCUSATE PER LA FRASE DEI 30 SECONDS TO MARS)
«Anche gli angeli dicono le parolacce?»
Castiel lo ignorò, e riprese: «Ascoltami bene, Gerard fuckin Way…»
«Errore. E’ mio fratello che si fa chiamare così. A lui piace mettere quell’enfasi prima del nostro cognome. »
«La smetti di interrompermi?»
«Sì signore, mi scusi signore. » Gerard si rassegnò.
«Dicevo. Noi ti stiamo offrendo una possibilità, capisci? La possibilità di cambiare la tua vita e renderla quella che hai sempre desiderato. Puoi cambiare la storia, non è un’opportunità che diamo a chiunque. Puoi (ri)sposare chi vuoi, decidere di fondare la band o no, decidere se avere una figlia, continuare gli studi, ecc…Il gioco funziona così: per adesso, sei obbligato ad andare avanti. Fino alla fondazione dei My Chemical Romance. Che deciderai se effettuare o no. Dopo di che, puoi decidere di continuare la tua vita da diciottenne (e così via) fino ad arrivare al 2012 da solo, ripercorrendo tutto il percorso. Oppure, puoi decidere di fermarti ed andare avanti nel tempo, esattamente fino al 2012, e vedere come la tua vita è cambiata (oppure come non è cambiata)» disse tutto d’un fiato Castiel. «Se ti posso dare un consiglio…fonda i MCR. Erano una delle poche cose buone nella tua vita.»
«Senza dubbio.» Gerard sorrise vagamente «Mi sento un po’ spiato così, però! Aspetti…oggi…che giorno è? In che anno ci troviamo?»
Castiel s’immobilizzò. Esitò un attimo. «Ecco…vedi…qui arriva il punto forte. Oggi è l’11 settembre. Duemilaeuno.» scandì l’ultima parola con più forza.
Gerard deglutì fortemente. «L’unidici…» ripetè «settembre…duemilaeuno…crollo delle torri. Non posso fare qualcosa per impedirlo? Impedire questo disastro? Hai detto che posso cambiare la storia!»
Castiel scosse tristemente il capo. «La tua storia, Gerard. Mi dispiace. E’ colpa dell’uomo, non tua. Non prendertela male. Fra un’ora parte il tuo volo. Quello che passa per New York…sai, quello sbagliato. Quello che ti salverà la vita.» Castiel sorrise e gli porse un biglietto aereo sul tavolo. «Ora va, e salva le vite alle persone con la tua musica, la tua band. »
Gerard osservò i biglietti. «Grazie, Castiel. Sei…» non riusciva a trovare le parole «…un angelo! »
Castiel fece un gesto in aria per salutarlo. 
«Mi pagano per questo.» disse con un sorriso sghembo quando ormai Gerard se ne fu andato corendo dallo Starbucks.


Ps: si, sono ancora qua lol chiedo scusa per il chiaro riferimento a Supernatural...non trovavo nome migliore per un angelo. 

   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > My Chemical Romance / Vai alla pagina dell'autore: Twinkle Dead Star