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Autore: Iknowisnteasy_    02/07/2012    0 recensioni
'Cooper scosse la testa e si promise che per nessuna ragione al mondo sarebbe divenuto uguale a quelle persone che trascurano la propria famiglia.
Non avrebbe per nessuno ragione al mondo abbandonato Blaine in balia di quella monotonia assordante.
Lo avrebbe tenuto con se.'
Semplicemente Cooper, Blaine e il loro rapporto raccontato in tanti piccoli spezzoni che hanno segnato la vita di Blaine visti dal lato di suo fratello.
Sono una Anderbross shipper non si era capito? :')
June_
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tengo a precisare che questa mia long a capitoli si è ispirata ad un’altra long a capitoli
vorrei specificare che non l’ho copiata ;) Io mi sono ispirata a quella perché sento il bisogno di scrivere degli Anderbross. Perché li amo in un modo incondizionato.



Saremo forti, affronteremo tutto, insieme. Te lo prometto.


Uno sguardo. Come tutto iniziò..




Cooper camminava sul prato verde e bagnato del parco dove sua mamma lo portava spesso a giocare dopo i compiti. Cooper Anderson era quello che tutti definivano un ragazzo a modo.
Onore, rispetto, cultura, ordine e soprattutto istruzione.
Erano esattamente queste le regole che il signor. Anderson esigeva da suo figlio.
Cooper aveva da sempre vissuto sottomettendosi alle regole ferree che suo padre era solito infliggergli br> Ma più affondo, nel suo cuore, Cooper era un bambino che sperava di poter un giorno trovare una via di fuga lontano da quel mondo così monotono e così apparentemente noioso agli occhi di un bambino di dieci anni.
E quella via di fuga forse, l’aveva trovato in un qualcosa che apparse nella sua vita così, di punto in bianco, come quando si trova una banconota da cinque dollari per terra.
Una via di fuga che portava il nome di Blaine Anderson.
Cooper camminava tenendo la mano al suo fratellino di appena un anno che era seduto sul passeggino con il ciuccio in bocca. Blaine era piccolo e minuto, ma sulla sua testa da neonato spuntavano già i primi boccoli neri di quelli che sarebbero poi divenuti la sua splendida chioma morbida e riccioluta.
<< Possiamo fermarci qui per un po’? >> chiese a sua madre. La signora Anderson, una bellissima donna alta con dei lunghi capelli biondi grano, era meno severa del marito e adorava prendersi cura dei suoi due splendidi bambini. Certe volte i due coniugi si trovavo a litigare molto spesso, poiché la signora Anderson riteneva suo marito troppo rigido con suo figlio.
Ma nonostante ciò, lo amava. Ed era forse anche per questo che la famiglia Anderson era così unita.
La donna prese Blaine in braccio e lo mise a sedere nell’erba accanto a Cooper.
Poi si girò con un modo che a Cooper piaceva tanto. Sembrava come una giravolta che le faceva girare il vestito bianco come fosse neve facendo spargere nel vento l’odore di quel suo profumo così dolce, che adorava mettersi.
Si mise a sedere assieme ad altre due donne, discutendo del più e del meno mentre i due fratelli sedevano sull’erba fresca.
C’era qualcosa di strano che li univa, come un legame fraterno più forte di qualunque altro.
Fin dal giorno in cui Cooper aveva visto per la prima volta Blaine.
Erano poche ora dalla nascita e tutta la famiglia Anderson era li. Cooper aveva appena nove anni.
<< Questo è Blaine, il tuo fratellino>> Aveva detto sua mamma con un fil di voce con la faccia stanca e gli occhi gonfi di sonno, indicando una piccola figura che dormiva raggomitolata dentro una copertina bianca nascosta dentro una culla che, a confronto con il corpo di Blaine sembra essere così enorme.
Il bambino si girò e in un secondò aprì gli occhi che fino a pochi secondi prima erano stati chiusi.
Li aprì per la prima volta. E la prima cosa che vide nella sua vita, non fu sua madre, ne suo padre o nessuno della sua famiglia.
La prima cosa che i suoi piccoli occhi color nocciola videro fu il sorrido a pieni denti di Cooper che sfiorava con delicatezza il palmo della mano di Blaine facendo attenzione, come se quasi avesse paura di fargli del male.
E fu solo quando i loro sguardi si incontrarono per la prima volta che Cooper capì che c’era qualcosa di magico, qualcosa che andava oltre ogni sensazione che un umano può percepire.
Capì che quella creatura così piccola e minuta sarebbe divenuta la sua unica ragione di vita, sapeva com’era il mondo lì fuori. Ci aveva passato nove anni della sua vita
E mai, per nessuna cosa al mondo, avrebbe permesso che tutto ciò che la sua famiglia e le sue stupide regole gli avevano fatto passare, accadesse per una seconda volta su di lui.
Doveva proteggerlo
Tenerlo al sicuro insegnandogli cosa fosse giusto e cosa no. Lo avrebbe istruito lui.
In quel momento aveva capito che sarebbe divenuto il fratello migliore che esisteva nel mondo.
<< te ne prenderai cura?>> gli aveva sussurrato sua madre sdraiata nel suo letto d’ospedale.
<< Si, te lo prometto. Glielo prometto>> disse guardandolo con occhi di chi vide la speranza.
Blaine era seduto sull’erba intento ad osservare le formiche che gli correvano sulla gamba, adorava uscire all’aria aperte e scoprire ogni cosa nuova, assaporando con gli occhi ogni cosa che trovava interessante
Cooper era seduto accanto a lui e gli posava una mano sulla spalla quasi a cercare di dargli equilibrio. Vedeva passare tante persone che parlavano al telefono, accorgendosi di quanta monotonia esistesse nel mondo nel quale vivevano.
perché nessuno si fermava ad osservare come Blaine, le formiche che si aiutano a vicenda o perché non si fermavano per una breve partita a palla?
Cooper scosse la testa e si promise che per nessuna ragione al mondo sarebbe divenuto uguale a quelle persone che trascurano la propria famiglia.
Non avrebbe per nessuno ragione al mondo abbandonato Blaine in balia di quella monotonia assordante. Lo avrebbe tenuto con se.
Lo abbracciò.
E fu solo in quel momento che si sentì avvolto da due manine minute e all’apparenza fragili che stringevano il suo corpo. E poté vedere Blaine stringerlo mentre teneva gli occhi chiusi.
Sorrise.
E fu proprio da quel giorno che Cooper iniziò a prendersi davvero cura di quella piccola ma splendida creatura che ormai faceva parte della sua vita.
Una piccola creatura che spesso noi chiamiamo ‘Fratello’




Angolo autrice:
E’ normale vomitare arcobaleni da sola?
Ad ogni modo questo è tutto amici miei.
Spero vi sia piaciuto e che non vi abbia fatto troppo schifo.
Io sono qui per i vostri commenti vari.
Al prossimo capitolo
June_
  
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