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Autore: hapworth    17/01/2007    3 recensioni
Non chiedetemi come mi sia venuta in mente una cosa del genere! Inizia in modo triste ma poi... ah e non fidatevi del titolo!
Genere: Romantico, Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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IL PRINCIPE AZZURRO NON ESISTE

IL PRINCIPE AZZURRO NON ESISTE...

Nessuno si era mai preoccupato veramente per lei, ne sua madre, una donna che ormai viveva alle spese degli altri, o suo fratello, un ragazzo di 20 anni che pensava ormai solo a se stesso, perché aveva preso come esempio sua madre.

L’unica persona che lei amava ancora prendere come esempio era suo padre, che però era venuto a mancare quando lei aveva solo 13 anni, lui era sempre stato l’unico che l’aveva fatta sentire amata, in qualche modo importante... ma ormai lui non c’era più, ucciso da una di quelle malattie incurabili, non esisteva più il suo idolo, il personaggio che lei aveva sempre preso come esempio, il suo appiglio saldo ai suoi ideali, lei aveva sempre desiderato diventare come lui. lui perfetto nel suo lavoro, lui intelligente, lui sempre con la testa alta, lui che aveva rinunciato a diventare qualcuno di importante per far studiare suo fratello.

Desiderare qualcosa non sempre lo fa avverare, lei aveva desiderato fin da piccola avere un uomo come suo padre accanto per la vita, li aveva sempre visti come suo padre gli altri uomini, perfetti e buoni, gentili, affettuosi, mentre poi aveva scoperto che in realtà non erano altro che degli stronzi approfittatori, tutti pensavano solo al sesso o a usare le donne solo come fonte di piacere, giocando sui loro sentimenti e le donne di conseguenza erano tutte diventate puttane, lei era una delle poche che era rimasta con la sua purezza intatta e non l’avrebbe persa mai, a meno che non fosse esistito un uomo per lei, come suo padre, buono, sensibile, apprensivo e giocherellone, questo però sicuramente sarebbe solo rimasto un sogno, perché non esistevano uomini così.

Camminava per la strada, a quell’ora di notte era deserta, solo poche macchine passavano di li, svoltò l’angolo entrando nel vicolo dove si trovava casa sua, mise la chiave nella toppa ed entrò, emettendo un sospiro di sollievo, anche questa volta non aveva incontrato nessuno, soprattutto quel naraku, che voleva che lavorasse per lui in un locale.

Purtroppo però quando entrò in casa trovò una brutta sorpresa: sua madre con di fianco un uomo, per meglio dire naraku, che sorrideva maliziosamente verso di lei, mille brividi di terrore in quel momento giunsero alla schiena di Kagome ma non si scompose e la madre parlò _ Kagome, Naraku dice che se accetterai il lavoro guadagnerai bene, mi spieghi perché non accetti? E comunque adesso narakuccio (Brivido generale da tutti i lettori e dalla autrice) vivrà qui con noi _ Kagome aprì la bocca ma non riuscì a parlare che naraku prese la parola _ Bene kaggy, posso chiamarti così no visto che vivremo insieme, domani sera alle 22.00 vieni al locale Sen Goku (Che fantasia!!! Ndfrancy) _ gli occhi rossi del demone divennero ancora più scuri, e cominciarono a squadrarla da capo a piedi, sotto quello sguardo le venne paura e con una scusa andò in camera sua e s chiuse con tutti i chiavistelli.

Aprì la finestra e con una corda scese da questa, non avrebbe passato la notte in quel posto, non sarebbe andata a quel locale, non avrebbe fatto la puttana per Naraku, non avrebbe lavorato ne per lui ne per nessuno, lei sarebbe diventata qualcuno senza togliersi niente tranne il tempo, avrebbe studiato tanto se ne avesse avuto la possibilità, purtroppo la madre non aveva più intenzione di mandarla a scuola e lei quindi sarebbe stata destinata ad una vita per strada, ma non le importava, lei credeva, lei credeva in tutte le sue forze in Dio e nelle persone, anche se nessuno le aveva mai dimostrato affetto, solo suo padre, ma non le importava, voleva che lui, anche da lassù fosse stato fiero di lei.

Piccole lacrime scesero dai suoi occhi marroni cioccolato, e scesero lungo e sue guance e sul suo collo coperto da una piccola sciarpa, mentre ripensava a suo padre, ma non si sarebbe fermata, lei voleva davvero che lui fosse fiero di lei, lei non avrebbe mai perso la speranza.

Senza accorrerne stava andando contro un ragazzo con un cappello in testa che stava andando nella direzione opposta alla sua. Insomma, caddero a sedere a terra, alzando il viso si specchiarono entrambi l’uno negli occhi dell’altra e in quel momento, si accorsero che forse la speranza c’era ancora.

Lui aveva occhi color oro, un poco rossi, forse per le poche ore di sonno o per le lacrime versate, e capelli color argento. Solo in quel momento lui si accorse di aver perso il cappello, aveva notato lo sguardo di lei fisso sulla sua testa, aveva visto le sue orecchie, ma non sembrava ne disgustata ne spaventata, anzi quei grandi occhi marroni arrossati iniziarono a brillare come due stelle e la vide avvicinarsi a lui tastandogli le orecchie _ CHE CARINEEEEEEEEE _  urlò continuando a toccare le orecchie che erano la sua maledizione da quando era nato.

_ Ma che fai?! _ disse irato quel ragazzo, allora lei arrossendo distolse lo sguardo e a bassa voce si scusò, aveva dimenticato, anche se per un attimo la sua vita e di come non esistessero persone come lei in giro, di come tutti fossero crudeli e poco cordiali.

Si alzò da terra e anche se non avrebbe dovuto gli sporse una mano per rialzarsi, quel ragazzo anche se per poco le era sembrato diverso. Gli occhi di lui si erano dilatati al suo gesto, lei non capendone il motivo lo fissò interrogativa sempre porgendogli la mano, che lui poco dopo afferrò.

Dopo che lui fu di nuovo in piedi le fece un piccolo inchino di scusa e con l’intenzione di continuare per la sua strada mosse un primo passo _ Perché? _ sentì la voce di lui flebile, come se stesse per mettersi a piangere _ Perché mi hai aiutato? _ continuò sempre flebile, lei si voltò specchiandosi in quegli occhi color dell’oro _ In che senso scusa? Ti ho fatto cadere io per terra, era mio dovere aiutarti _ rispose lei continuandolo a guardare interrogativa _ Ma hai visto cosa sono? _ domandò con voce un po’ rotta da un singhiozzo _ Eh? A me sembri solo un ragazzo, non mi importa che sei, per me potresti pure essere un demone, a me non interesserebbe, la cortesia, anche se molti l’hanno ormai dimenticata, esiste e mio padre credeva in quello... e io non voglio deluderlo _ solo dopo qualche secondo si rese conto di aver parlato di suo padre e lacrime cominciarono a sgorgare dai suoi grandi occhi cioccolato, dopo poco si rese conto che pure lui stava piangendo _  Sai una cosa? Mio padre mi ha sempre detto che le persone migliori sono quelle nate con un cuore che sa amare, diceva che il frutto di un amore proibito era una cosa bellissima. E a quanto ho capito... tu sei un mezzo demone _ disse lei avvicinandosi a lui per togliergli le lacrime che scendevano da quegli occhi così belli.

_ Davvero credeva questo? _ domandò lui smettendo un poco di piangere _ Si, lui era la persona più buona e gentile di questo mondo... ma... _ lui ormai aveva smesso di piangere, mentre lei scoppiò in un pianto disperato, un pianto disperato tra le braccia di quel mezzo demone che sembrava come lei...

_ Io sono Inuyasha, tu chi sei? _ disse lui accarezzandole i capelli per farla smettere di piangere _ Io mi chiamo Kagome _disse lei alzando lo sguardo su quello del suo interlocutore che la guardava dolce. _ Dimmi, tuo padre... che fine ha fatto? _ domandò lui, anche se sapeva già in cuor suo la risposta _ Beh... lui, come tutte le persone buone... è andato in cielo _ disse lei con una lacrima che le solcava il volto roseo _ Credi davvero a...? _ cercò di dire lui, lui non ci aveva mai creduto, cresciuto con la consapevolezza di essere solo e che tutti quando morissero lasciassero soli gli altri.

_ Si, io ci credo, credo a tutte le cose positive, credo in Dio, credo alla vita, credo nel paradiso... sai però? Una delle cose a cui io non ho mai creduto, e che invece mio padre credeva fermamente era nell’amore... perché io non credo esista ne il principe azzurro ne le anime gemelle, io credo invece che ognuno sia responsabile di chi sceglie per condividere la vita, anche se magari non si ameranno mai... _ disse lei sorridendo, era la prima volta che parlava con qualcuno di queste cose dopo suo padre, la prima volta che si sentiva realmente ascoltata e capita da qualcun altro...

_ Kagome... tu credi veramente che io non sia un errore? Davvero credi che anch’io possa amare ed essere amato come gli altri? Anche se non sono ne demone ne umano? _ domandò Inuyasha fissandola negli occhi _ Ma certo! Scusa tu non hai forse un cuore? Non hai forse dei sentimenti come tutti? E allora puoi amare ed essere amato! Nessuno deve essere lasciato solo, solamente perché si crede sia diverso... _ disse lei fissando la luna che stava scomparendo pian piano per lasciare il posto all’alba _ Prendi me per esempio... io non sono come gli altri... io ho una madre che vive alle spese degli altri, che cambia uomo ogni settimana, che fa di tutto per i soldi, che non mi ama per quello che sono, perché troppo simile a mio padre... eppure... io continuo a volerle bene, per quanto lei mi odi, eppure io provo affetto per tutti quegli uomini che ha portato a casa nostra, nonostante non mi abbiano trattato bene, ma abbiano tentato di molestarmi io non li odio... sono cresciuti nell’ideale che tutto è incentrato nel sesso e nella indifferenza, eppure io non li odio... _ disse lei sorridendo allegra _ Nessuno, nessuno Inuyasha è perfetto... nemmeno mio padre, che io vedevo come la persona perfetta lo era... _ disse lei ridendo _ In questi anni ho pensato a lungo ai suoi pregi, ma molto anche ai suoi difetti... uno di questi era che aveva troppa fiducia nei suoi ideali, che lo hanno portato ad amare mia madre. Lui non se ne è mai pentito, fino alla fine la amata, nonostante lei lo avesse solo usato, nonostante io sia solo un errore, eppure lui ha amato lei e ha amato tanto anche me... come io ho amato lui _ disse lei, lui la guardò come se avesse detto una cosa stranissima, beh, in effetti era così, almeno per le persone come lui e gli altri, cresciuti nella credenze che suo padre odiava.

_ Inuyasha, sai che cosa credo? Credo che il principe azzurro non esista... perché il mio principe è un mezzo demone _ disse lei ridendo vedendolo sorridere arrossendo leggermente.

Lui si chinò un po’ verso di lei e le diede un casto bacio sulle labbra, si, quella ragazza era strana, bellissima ed era la sua principessa in quel mondo brutto e spietato, una piccola luce in quel mondo oscuro...

 

FINE    

 

   
 
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