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Autore: LRam    03/07/2012    2 recensioni
“Frank sbrigati, dobbiamo andare al concerto dei Motorhead”
Jimmy si fermò davanti a lui sorridendo, con gli occhi luccicanti.
“Ma come? Non te lo avevo detto? Beh ora lo sai, andiamo? … Oh ma che carino, mi ricordi tanto Johnny, quando durante i tour entriamo nel bagno mentre fa la cacca.”
“Ma quale concerto? Come hai fatto ad entrare in casa mia? Ma non vedi che sto facendo la cacca? E dove l’hai presa quella maglietta?” chiese infine, indicando la maglia della band prima nominata.
{FRATT} {Un po' di Jinny Johmmy} {Un po' di Synacky} Amore per tutti insomma.
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Johnny Christ, Matthew Shadows, Synyster Gates, The Rev, Zacky Vengeance
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Frank era tranquillamente in procinto di fare la cacca nel grande bagno di casa sua, quando la porta si aprì all’improvviso e Jimmy si affacciò urlando entusiasta.
“Frank sbrigati, dobbiamo andare al concerto dei Motorhead”
Frank rimase interdetto con mille domande in testa che poi esternò all’amico.
“Ma quale concerto? Come hai fatto ad entrare in casa mia? Ma non vedi che sto facendo la cacca? E dove l’hai presa quella maglietta?” chiese infine, indicando la maglia della band prima nominata.
Jimmy si fermò davanti a lui sorridendo, con gli occhi luccicanti.
“Ma come? Non te lo avevo detto? Beh ora lo sai, andiamo? … Oh ma che carino, mi ricordi tanto Johnny, quando durante i tour entriamo nel bagno mentre fa la cacca.”
Frank, non del tutto soddisfatto della risposta rimase a fissare il petto del batterista, troppo alto per lui che lo costringeva a stare col naso all’insù.
“E la maglietta?”
“Beh … l’ho presa … non mi ricordo, ma ne ho presa una anche per te” esclamò soddisfatto di sé stesso, porgendogli la maglietta.
Frank l’afferrò con un sorriso a 32 denti e cercò di infilarsela saltellando per il bagno
“Frank … ehm ..io sono fidanzato, puoi anche rimetterti i pantaloni, o almeno le mutande” balbettò con gli occhi sgranati in un certo punto.
Il tappo cercò di contenersi e si tirò su le mutande, prima di scoccargli un bacio sulla guancia e cacciarlo fuori dalla grande stanza.
“Faccio la cacca e vengo” esclamò tornando all’opera.
Dopo poco uscì soddisfatto e alleggerito e trascinò l’amico fuori di casa fino alla macchina. Durante il viaggio, Frank gli raccontò del suo cagnolino che di recente provava spesso ad avere dei rapporti con il suo braccio, mentre Jimmy non gli prestava troppa attenzione e cercava di inseguire un piccione sulla corsia.
Dopo pochi secondi esultò soddisfatto del suo recente omicidio.
“E sono tre questo mese!”
L’altro lo guardò carico di disapprovazione dopo essersi reso conto che Jimmy non lo ascoltava. Arrivati alle porte del concerto, un ragazzo dalle grandi braccia incrociate al petto li aspettava appoggiato al muro.
Jimmy gli corse in contro e si lasciò stritolare dalle sue enormi braccia che lo avvolgevano (non troppo) dolcemente.
Frank si avvicinò imbarazzato continuando a fissare le braccia di quel ragazzo, decisamente troppo grandi, finché il suo amico non si riprese e li presentò energicamente.
“Frankie, lui è Matt. Matt questo è Frank.” Matt gli sorrise mostrando le sue fossette e stringendogli la mano. L’altro rimase a bocca aperta di fronte al suo bellissimo sorriso e i suoi occhi (color hazel) con un espressione persa che accennava un sorriso. E sprigionava tanta pucciosità in quel posto che di puccioso aveva ben poco. Il ragazzo dalle grandi braccia rimase colpito dalla dolcezza di Frank e gli arruffò i capelli continuando a sorridere come un ebete.
“Quanto sei puccioso!”
Il più piccolo accennò un sorriso imbarazzato e deluso dal fatto che sembrava dolce anche con la maglia dei Motorhead, la cresta e i pantaloni irrimediabilmente strappati.
“Ragazzi sarebbe ora che entrassimo, se avete finito di vomitare arcobaleni” Fece Jimmy risvegliandoli dal loro idillio. Così si avviarono sotto il palco, e iniziato il concerto Frank notò che l’espressione dei suoi amici era mutata in una più cattiva e aggressiva.
Sulle noti iniziali di Over the Top risuonò la voce di Lemmy che invitava il pubblico a fare un pit. Frank si precipitò a correre in cerchio in attesa del via del cantante.
Il “go” provocò nel pubblico l’effetto di una scossa che li fece saltare e pogare verso il centro proprio dove si trovava Frank. Dopo poco alcuni ragazzi si allontanarono da lui e riecheggiarono alcune voci
“Ma è un bambino!”
“Ma gli facciamo male … è piccolo!”
Pian piano si formò un piccolo cerchio attorno a lui che avvampò dall’imbarazzo e iniziò ad urlare vs tutti.
“Dai su pogate cazzo!” incitò gesticolando nervosamente.
Nessuno si curò dalle sue urla, erano tutti rimasti ammaliati dai suoi modi, che pur non volendo non sembravano affatto arrabbiati.
“Oh ma che puccioso!” riecheggiò sonoramente tra la folla ancora imbambolata a guardarlo dolcemente, più o meno come lui guardava i suoi cagnolini.
Si voltò a cercare con lo guardo Matt e Jimmy in cerca di supporto, un qualunque aiuto sarebbe stato ben accetto ma loro facevano il verso alla folla deridendolo.
“Lo sapevo che dovevo venire con una busta in testa!” si lasciò sfuggire rassegnato.
“No, ma che dici, non devi coprire quel bel faccino” disse Matt con lo stesso sorriso di prima, che ora più derisorio. La musica di sottofondo a quel vociare cessò all’improvviso, e calò il silenzio.
“Hey, cosa è successo? Qualcuno si è fatto male?” chiese Lemmy preoccupato.
Frank cominciò ad urlare gesticolando più di prima.
“Niente, il pit non è andato, rifacciamolo” il piccolo si stupì della stupidità delle sue parole. Il cantante si chiese se il ragazzino puccioso tra la folla parlasse sul serio ma vedendolo convinto ed agitato disse.
“Okay, però pogate cazzo!” Poi fece cenno alla band di continuare. Frank si sentì sollevato quando la musica ripartì forte e nonostante i ragazzi stessero attenti a non fargli male iniziarono finalmente a pogare.
Finito il concerto si fermò all’entrata in attesa dei suoi amici che aveva perso tra la folla. Dopo poco si sentì mancare l’aria, c’era qualcosa che lo opprimeva, naturalmente era Matt che lo abbracciava.
“N-non respiro” disse paonazzo con la voce spezzata.
“Sì, nemmeno io. E’ stato un concerto bellissimo!”
“Ehmm, no Matt, non respira davvero” disse la voce rassicurante di Jimmy che lo salvò da morte certa.
L’aria tornò a fluire nei polmoni di Frank.
“Scusa, ti ho fatto male, a volte esagero” si scusò Matt stringendosi nelle spalle possenti.
Il tappo non riuscì a resistere e si sciolse in un sorriso di fronte agli occhioni affranti di Matt rassicurandolo che non gli aveva fatto poi tanto male.
In lontananza apparve un esserino che si dimenava con foga lanciando urla verso i tre all’entrata.
Dopo pochi secondi fece un salto carpiato in aria e si spalmò sul petto dell’alto batterista che ricambiò il suo abbraccio tenendolo sospeso in aria.
“Amore della mia vita tesoro zuccherino zuccheroso ti amo tanto mi sei mancato tantissimo.”
Ecco, era lo gnomo, l’unica persona che faceva sembrare Frank meno basso del solito, quasi.
Jimmy si guardò attorno furtivamente per pochi istanti, per poi lasciarsi andare alle coccole e smancerie del suo amore stritolandolo dolcemente, naturalmente mai quanto Matt, e visto che non voleva ucciderlo, pensò che fosse meglio così. Lo gnomo cominciò a tirargli le guance facendogli assumere strane espressioni inebetite.
“Amore mio, quanto sei pucci pu-“ in un secondo la sua espressione amorevole scomparve per lasciare posto all’ira più profonda “PERCHE’ AVETE LA STESSA MAGLIETTA?” chiese rosso dalla rabbia indicando Frank mentre lo squadrava severamente.
L’interessato colpevole, sbiancò per la paura dello gnomo omicida e balbettando parole senza senso si sfilò velocemente l’oggetto di tanta rabbia, sotto lo sguardo interessato di Matt che approvava.
“Io … ehmm … è che … l’ho trovata per strada … meglio adesso, no? Avevo proprio caldo …”
Con la stessa rapidità di prima l’espressione del suo volto cambiò e un sorriso smagliante prese il posto dell’ira.
Ritrovata la pace interiore lo gnomo si calò a terra con un grande salto e si bloccò davanti agli amici solamente per raccomandarsi come al solito, con Matt di non ucciderlo con i suoi abbracci omicida, prima di stringerli energicamente.
Dopo aver cazzeggiato per un po’, Jimmy trascinò via il suo piccolo Johnny lasciando gli amici là, senza preoccuparsi di come avrebbero potuto tornare a casa.
Durante il viaggio il batterista raccontò al suo amore del concerto, soffermandosi sulla ridicola faccenda di Frank e la sua pucciosità, troppo emozionato dal concerto per accorgersi che Johnny aveva uno sguardo triste.
Arrivati a casa, Jimmy iniziò a saltare allegro per il corridoio per scaricare l’adrenalina, quando si fu parzialmente ripreso, notò che la dolce presenza del suo gnometto non si aggirava per la casa.
Così girò tutte le camere per poi trovarlo sdraiato all’estremità del letto. Si avvicinò con passo felicno fino a sdraiarsi accanto a lui ed avvolgerlo in un dolce abbraccio. L’altro si dimenò goffamente scansando Jimmy che si ritrovò le sue spalle davanti al naso.
“Beh, vai ad abbracciare Frank, tanto lui è più puccioso di me” protestò offeso.
Il batterista era un po’ divertito da quella scenata di gelosia decisamente inutile, ma sentì comunque di doverlo rassicurare, perché non voleva che quello gnometto avesse tutti quei complessi.
“Ma no amore, lo sai che amo solo te e che sei il mio gnometto puccioso con dei complessi ingiustificati perché è bellissimo, levissimo e purissimo e amo quando ti appendi al mio collo e rimani con i piedi sospesi” disse stritolandolo e scoccandogli tanti bacetti sulle sue guanciotte pucciose mentre gli arruffava i capelli.
“E amo tanto anche i tuoi capelli leopardati, sono così carini”
Johnny, un po’ titubante e cercando di mantenere il tono offeso disse “Eh, oggi sono andato dal parrucchiere a rifarmeli apposta per te”
Jimmy continuò a pizzicargli le guance e coccolarlo. Johnny fece un versetto contrariato ma non si tirò indietro. Il più grande, capendo che il suo gnometto ormai aveva ceduto, iniziò a fargli il solletico.
Scoppiarono a ridere tutti e due finché il nanetto non iniziò ad urlare con una finta aria indispettita. “
“Jimmy che cazzo però, fammi essere un po’ incazzato!”
Jimmy lo guardò disapprovante e tutti e due ricominciarono a ridere rotolandosi avvinghiati sul letto.
Mentre i due lasciavano da parte la loro pucciosità per dare sfogo alle loro voglie represse di sesso, che non venivano soddisfatte da ben dieci ore, intanto al concerto …
“Guarda quello stronzo, mi aveva promesso che mi avrebbe riaccompagnato a casa invece mi ha mollato qui e non so come tornare” si lamentò Matt dopo aver realizzato che Jimmy li aveva abbandonati per stare col suo amore.
Frank invece, intimorito dal nervosismo del suo amico armadio, cercava di tranquillizzarlo mantenendo le dovute distanze di sicurezza.
“Ma no dai, adesso chiediamo se c’è qualche autobus che- Hey guarda! Quello è Lemmy! Ecco, pensa che se ce ne fossimo andati con Jimmy non lo avremmo nemmeno incontrato” lo rassicurò correndo incontro al cantante, seguito da Matt che correva euforico.
Si bloccarono di fronte a lui e Frank, agitato gli chiese un autografo quasi urlando per l’emozione, mentre accanto a lui Matt non fece che balbettare e porgergli con la mano tremante un pezzo di carta.
Il cantante si rivolse a Frank per chiedergli il nome e riconobbe in lui qualcosa di familiare.
“Hey, ma tu sei il ragazzino puccioso che voleva pogare” osservò divertito. L’interessato annuì debolmente.
“Comunque mi chiamo Frank” disse con un filo di voce indicando il foglio che l’altro si affrettò ad autografare per poi afferrare il pezzo di carta dell’altro ragazzo in attesa che gli dicesse il suo nome.
Dopo pochi istanti Matt si accorse della richiesta del cantante, si fece coraggio e aprì la bocca emettendo un suono muto, non ricordandosi più il suo nome, così lanciò uno sguardo a Frank che rispose prontamente.
“Si chiama Matt”
Lemmy autografò anche quel foglietto, prima di restituirlo al ragazzo e si rivolse nuovamente al più piccolo.
“Comunque cono contento che anche ragazzini della tua età apprezzino la nostra musica. Quanti anni hai, 16?” chiese entusiasta. Matt nonostante l’imbarazzo scoppiò in una risata rumorosa, mentre Frank si strinse nelle spalle, disprezzando la sua pucciosità e la sua bassezza.
“Veramente abbiamo tutti e due 21 anni” rispose Matt sghignazzando.
Lemmy diede un paio di pacche sulla schiena di Frank e lo rassicurò che in fondo non sembrava tanto piccolo.
Alla fine rimasero per un po’ a chiacchierare e Matt si sbloccò riuscendo ad esprimere la propria ammirazione per il cantante.
“Hey ragazzi, che ci fate ancora qua a quest’ora?”
“Doveva accompagnarci un amico, ma ci ha pisciati” spiegò Frank scrollando la spalle.
“Se abitate vicino, vi do un passaggio” si offrì il cantante.
I due accettarono senza nemmeno pensarci e come da istruzione di Lemmy si accomodarono sui sedili posteriori della grande macchina rossa.
Durante uno degli affascinanti monologhi del cantante, Frank, non riuscendo a contenere il suo entusiasmo, abbracciò il suo amico che ascoltava interessato, fino a pochi secondi prima che lui gli si spalmasse addosso; poi Matt si sciolse in un sorriso e lo abbracciò, prestando attenzione a non fargli del male.
Rimasero così finché non si fermarono e Lemmy smise di parlare, per invitarli, con uno smagliante sorriso, ad alzare il culo dalla sua macchina.
Entrarono velocemente nella casa che Matt condivideva con gli altri ragazzi della sua band, e Frank si buttò di peso sul divano del salotto senza rendersi conto che non era a casa sua.
“No tranquillo, mettiti pure comodo” sdrammatizzò il proprietario ridacchiando. Frank mugolò solamente, stiracchiandosi e cercando una posizione migliore. Beh, non poteva di certo aspettarsi di accomodarsi senza maglietta e tutto sudato sul divano di Matt senza nessuna conseguenza.
Quest’ultimo infatti, non fece troppi compimenti e gli si buttò addosso. Il più piccolo non si tirò di certo indietro di fronte a tanta bellezza, anche se rimase un po’ spiazzato quando Matt si tolse i pantaloni.
La mattina dopo Frank aprì gli occhi  e si ritrovò catapultato nel cartone di Heidi. Johnny e Jimmy salterellavano mano nella mano per il salotto canticchiando e lanciando cereali al cioccolato.
Cercò di alzarsi traumatizzato da quella scena, ma una fitta lancinante lo trafisse proprio lì.
Rassegnato alla sua nuova paralisi, si girò, seguendo con lo sguardo il percorso dei due innamorati e venne ulteriormente traumatizzato dalla visione di Matt, che seduto a gambe incrociate con addosso solamente un paio di mutande ed un raffinato monocolo sorseggiava una tazza di Caffè, con tanto di mignolo alzato, come un vero gentleman.
Non appena si accorse che Frank era sveglio e un po’ paralizzato gli corse incontro apprensivo.
“Hey piccolo Frank, come stai?” chiese preoccupato conoscendo le conseguenze che, chi si divertiva con lui, inevitabilmente subiva.
“Beh, se riuscissi a camminare starei meglio” rispose un po’ perplesso rannicchiandosi nella coperta.
Matt si sentì così in colpa per avergli fatto del male, che quella mattina si dedicò completamente al piccolo costretto al divano, riempiendolo di attenzioni, iniziando col portargli una sostanziosa colazione con tanto di cornetto alla nutella e rimanendo a coccolarlo tra i suoi braccioni per un tempo indefinito. In fondo Frank poteva anche non essere così dispiaciuto di non poter camminare.
Verso l’ora di pranzo l’attenzione di Frank venne catturata da Zacky e Syn che comparvero in salotto, il primo in pigiama e l’altro in mutande.
Johnny dalla cucina urlò “Guarda chi è uscito dalla camera! Non vi si vede da una settimana”
“Eravate nella stanza del tempo con Goku?” gli andò dietro Jimmy addentando un Muffin.
Syn sorrise imbarazzato sotto lo sguardo stupefatto di tutti gli altri e si avvicinò in cucina prendendo dolcemente la mano di Zacky che era il più perplesso di tutti.
“Amore, vuoi che ti preparo dei Waffles?”  chiese dolcemente Syn, afferrando una padella.
Zacky un po’ titubante si lasciò però trasportare da quel momento di dolcezza, fermamente convinto che sarebbe passata presto e che quindi era meglio approfittarne. Quindi si sedette e godette delle premure del suo ragazzo.
Dopo mezz’ora di attenzioni e frasi dolci Zacky iniziò a preoccuparsi e a chiedersi che fine avesse fatto il suo amato Syn, anche abbastanza irritato. Si alzò con decisione e iniziò a strattonarlo urlando disperato “Che fine ha fatto il mio Brian? Chi sei tu, e cosa ne hai fatto?”
L’altro ridacchiò divertito e poi si rivolse dolcemente a Zacky accarezzandolo “Ma come amore, non mi vedi, sono io, su, adesso calmati e siediti. Io ti porto una bella camomilla” concluse arruffandogli i capelli.
Zacky represse l’istinto omicida che gli comandava di strangolarlo immediatamente e sbuffò sedendosi in attesa della sua camomilla promessa.
Verso sera Zacky era ormai sull’orlo di una crisi di nervi, Johnny e Jimmy continuavano nelle loro smancerie e Frank e Matt cazzeggiavano sul divano.
Syn, che era temporaneamente scomparso senza motivo, regalando un po’ di pace interiore al povero Zacky, ricomparve con una decina di Pizze in mano chiamando la famiglia a tavola.
Frank si sentì sollevato quando riuscì ad alzarsi, anche se si tenne al braccio che Matt gli aveva gentilmente messo a disposizione e raggiunsero gli altri nella grande cucina.
Syn iniziò a tagliare la Pizza del suo amato sotto i suoi occhi iniettati d’ira e improvvisamente si fermò, colto da un lampo di genio.
“Pink is the new black” annunciò convinto della propria idea a tutta la tavolata.
Tutti si voltarono a guardarlo perplesso, tranne Johnny e Jimmy che si scambiavano sguardi languidi.
“Hey voi due, smettetela di fare le checche isteriche almeno a cena” protestò poi, non sentendosi abbastanza al centro dell’attenzione.
Zacky rimase spiazzato per un secondo ma subito dopo saltò addosso al suo ragazzo entusiasta, coprendolo di baci.
“Amore mio sei tornato in te, cosa ti era successo, mi sei mancato così tanto!”
Syn, che ormai era tornato in sé lo scacciò infastidito per finire la propria pizza.
Tutto era tornato alla normalità, e il mondo poteva riprendere a girare come prima.
 
Qualche minuto dopo, Goku uscì dalla camera di Syn/stanza del tempo, e finì le ultime quattro Pizze sotto lo sguardo adorante di Jimmy che gli chiese un autografo con gli occhi luccicanti.
 
 
 

*Willy Wonka time* Benvenute stelle del cielo, la Terra vi saluta.
Potete osservare che tutto ciò che è commestibile è stato scritto con le maiuscole, soprattutto le Pizze, perché sono powaH.
Volevamo scrivere qualcosa di puccioso, quindi: Frank.
E se non fosse abbastanza: Jimmy e Johnny.
Abbiamo scritto questa storia perché il pairing Frank/Matt aveva un nome figo, cioè: FRATT. FRATT è figo, FRATT è powaH, FRATT for President. E tante altre belle cose.
Tutto questo è nato da uno sclero in Umbria, isolate dalla civiltà e non avendo niente da fare, perché non scrivere una bellissima FRATT? Caccablu per tutti <3
  
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