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Autore: ChibyLilla    03/07/2012    0 recensioni
Anche questa storia è nata per un contest. Anche questo contest è andato perduto.
E così eccomi a pubblicare anche questa!
Bellatrix Lestrange era una donna forte, dotata di quel carisma e quella sicurezza che le sorelle invidiavano, di quell’imprevedibilità e quella forza che i nemici temevano: per questo era la preferita di Colui-Che-Non-Doveva-Essere-Nominato.
La sua era fedeltà cieca ed implacabile. Era disposta a qualunque cosa per il suo Signore e lui ne era consapevole.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tom Riddle/Voldermort
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Anche questa storia è nata per un contest. Anche questo contest è andato perduto.

E così eccomi a pubblicare anche questa!

 

NICK: ChibyLilla

COPPIA: Bellatrix Lestrange/Lord Voldemort

AVVERTENZE: One shot, Lime

GENERE: Generale, introspettivo

NDA: Non conosco bene la differenza tra lime, lemon e affini. Non ho inserito il genere erotico perché non mi sembra di essermi spinta eccessivamente oltre, quindi spero vada bene così.

Buona lettura!

HUMAN

 

Bellatrix Lestrange era una donna forte, dotata di quel carisma e quella sicurezza che le sorelle invidiavano, di quell’imprevedibilità e quella forza che i nemici temevano: per questo era la preferita di Colui-Che-Non-Doveva-Essere-Nominato.

La sua era fedeltà cieca ed implacabile. Era disposta a qualunque cosa per il suo Signore e lui ne era consapevole.

 

Bellatrix espirò silenziosamente, poi fece scattare la serratura con un colpo di bacchetta ed entrò: smaterializzarsi sarebbe stato più semplice, ma a lei non erano mai piaciute le cose semplici.

Rimase sulla porta in attesa, la mano che reggeva la bacchetta poggiata sul fianco e l’altra a tormentare una ciocca di capelli crespi, mentre all’altro capo della stanza lui, voltato in direzione di una finestra, sorrideva; Bellatrix ne poteva intravedere la pallida immagine riflessa nel vetro ed era certa che lui stesse facendo lo stesso.

L’uomo si voltò con estrema lentezza, slacciando la cintura scura che teneva chiusa la vestaglia e lasciandola scivolare a terra, mentre lei si avvicinava cauta, i movimenti fluidi evidenziati dal vestito aderente. Non era tipo da vestirsi per l’occasione, indossava la solita uniforme di battaglia, eppure era estremamente attraente. Quasi con violenza, il Lord l’attirò a sé, mentre lei gli cingeva i fianchi nudi con le braccia sottili.

Bellatrix gli sfiorò il collo con unghia affilate, gli occhi furbi fissi oltre le sue spalle, una ciocca di capelli sul viso e la bacchetta ancora nella mano destra; lui ghignò, sfiorandosi le labbra con la lingua, come pregustando il piacere che sarebbe arrivato di lì a qualche istante.

Lei aveva iniziato a muoversi seducente al suo fianco, girandogli intorno con circospezione, ma il Lord quella sera non aveva voglia dei soliti preliminari, non voleva giocare a rincorrere la sua preda: aveva bisogno di possederla, di sentirla sua. Le afferrò una mano, così da posizionarla di fronte a sé e le sfilò la maglietta.

Quella donna era l’unica in grado di farlo sentire ancora uomo, di renderlo vivo e ricordargli per cosa lottasse; quell’uomo era l’unico in grado di farla sentire ancora una donna e ricordarle per cosa vivesse.

Lui lottava per vivere, lei viveva per lottare.

Il Lord la strinse forte, conficcando le unghia nella sua pelle candida e la spinse a terra: lei si lasciò cadere sulla moquette, le gambe aperte in una posa tutt’altro che signorile, i capelli scompigliati.

Bellatrix ammiccò con le labbra e lui la raggiunse famelico; le prese il viso tra le mani, con violenza, senza incertezza e senza dolcezza; la baciò, con la stessa foga con la quale ci si prepara ad un addio e lei contraccambiò con maestria, le mani nei punti giusti, le labbra che si sfioravano con voracità.

Nudi, sulla moquette fredda, consumarono il loro sfrenato piacere.

 

Restarono immobili per un tempo indefinito, gli occhi dell’uno puntati in quelli dell’altra: bastava quello sguardo a cancellare tutto quello che c’era fuori, bastava essere lì per dimenticare le loro vite.

In quel frangente così estraneo alla realtà, tutto si delineava nitido nelle loro menti.

Non era stato un caso che si fossero incontrati: era stato il fato a metterli l’uno sul cammino dell’altra, era stato un volere supremo a sceglierne le sorti, a scrivere quello che sarebbero diventati.

Eppure, per quella notte anche il destino aveva dovuto ravvedersi e piegarsi di fronte alla loro passione.

Bellatrix non era sua serva, era la sua compagna; non era una combattente, era la sua donna; soltanto lei sapeva di cosa avesse bisogno il suo Lord e allo stesso modo, Voldemort non era il suo padrone né il suo carnefice, era il suo compagno, il suo uomo.

Non era una Lestrange: in quel momento era solo Bella. E lui, dopo anni, era solo Tom.


  
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