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Autore: blackout_    03/07/2012    2 recensioni
Non poteva abbandonarsi al sonno, non poteva.
Perchè non puoi Ginevra, cos'è che non hai il coraggio di ammettere? [..]
"Eri in pace, ed io volevo solo guardarti."
"Non sono in pace. Nessuno di noi lo è."
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Un 'oscurità più serena di quanto fosse stata da molto tempo vegliava sul castello di Hogwarts.
Era il buio di chi non ha paura, è solo stanco di combattere e , forte della sua vittoria, si concede finalmente di abbassare le armi, senza temere agguati nella notte.
Erano poche le anime  così impavide da rimanere a custodire Hogwarts , in quella notte diversa.
Molti erano tornati dalle loro famiglie, o ad esse si erano riuniti, per quanto fossero queste ultime spezzate, costrette a dividersi a causa della prematura morte di alcuni membri, i sopravissuti si stringevano sotto l'unico vessillo che aveva il potere di sconfiggere ogni altra cosa , come il più grande mago di tutti i tempi aveva sempre sostenuto: l'amore.
Ma le anime ad Hogwarts no. Esse per una sera non ricercavano l'amore, bravamavano la sensazione di essere soli. Non il doloroso isolamento di chi soffre e si estrania dal mondo, ma quella solitudine pacifica che colpisce cuori che forse troppo hanno visto, vissuto e sofferto, e  per una sola notte, vogliono affrontare i loro demoni soli con loro stessi , sconfiggerli  e svegliarsi senza più pesi sulle spalle da trascinare.

Pensieri come questi affollavano la mente della donna sulla torre di astronomia, una delle poche ancora in piedi. Si scostò i lunghi capelli dal collo accaldato , che bianco e lucido riluceva come perle alla luce della luna.
Ginevra.  Ora mi farò chiamare così.
Alzò gli occhi nocciola, screziati di intense sfumature di miele, al cielo senza stelle, cercando nella sua mente le ragioni per questa  decisione improvvisa.

Fred.


Il dolore era acquattato lì, sotto lo sterno. Era un mostro vivo  e forte, che la graffiava dall'interno.
Sonnecchiava ogni tanto  e poi tornava sveglio, e la sua forza sembrava triplicata.

Chiuse gli occhi, Ginevra Weasley, massaggiandosi con dolcezza le tempie, alla ricerca di un pò di quiete.
Non poteva abbandonarsi al sonno, non poteva.  
Perchè non puoi Ginevra, cos'è che non hai il coraggio di ammettere?

Hai paura, vero?
L'impavida, la coraggiosa, ha infine trovato il suo demone da sconfiggere.  Gli incubi.
Da così tanti mesi ormai era tormentata dagli incubi , e tremava al pensiero di cosa le avrebbe portato in dono quella notte.

 

Si  potrebbe ben dire che ho affrontato di peggio.
Suo malgrado, riuscì a strappare a se stessa un accenno di sorriso. La mano bianca, dalle lunghe dita arcuate scese dolcemente ad accarezzare la roccia striata da venature grigiastre della torre. Lentamente la mano corse ad accarezzare la  parete solida, a tracciare disegni invisibili con dita esperte.
"Casa."

Erano i pezzi di un puzzle distrutto, ma ora era tempo di ricostruire.
Potevano ricostruire il vaso non è così? Erano ancora lì dopotutto.

Tranne qualcuno.

Chiusi gli occhi, prima che ricominciassero a bruciare.
Con la vista fuori gioco , l'udito da gatta che era sempre stato motivo di orgoglio si acuì ulteriormente.

Uno scatto repentino, i lunghi capelli rossi le frustarono il viso quando tirò fuori la bacchetta,e  la puntò  contro un punto della torre poco distante da lei.

"Ciao, Harry." Il sussurro fuoriuscì da lei più gelido di quanto si aspettasse. Come aveva sospettato un'uomo dai capelli neri spettinati  e la maglia stracciata, si tolse velocemente  il mantello dell'invisibilità prima che lei avesse il tempo di fare alcunchè e alzò le mani con aria di resa.

"Da quanto sei qui?"
"Da quando sei arrivata. Giravo per Hogwarts col mantello e ti ho visto passare, diretta alla torre di astronomia. Così ti ho seguito. Non volevo mi vedessi, ma  era bello guardarti pensare,  e tormentarti su ciò che sta tormentando anche me. Poi all'improvviso eri così serena e bella che ti avrei guardato per ore senza mai avere il coraggio di interromperti. Eri in pace, ed io volevo solo guardarti."

Le si avvicinò , cauto, l'espressione seria e splendente che tanto le piaceva.
"Non sono in pace. Nessuno di noi lo è."

"Lo so"

Si avvicinarono alla balaustra, appoggiandosi al basso muro della torre , il vento sferzava su di loro e i capelli di Ginevra le volteggiavano attorno indomiti.

"Sei l'eroe del mondo magico adesso."
Harry emise un gemito, a metà tra un sospiro divertito e amaro.
"So anche questo."

"Ma i tuoi demoni sono i miei. Ciò che ti tormenta lo vedo la notte nei miei incubi, sangue e lampi di luce verde ovunque.  Gli occhi. Gli occhi dei morti sono la cosa peggiore. "

Lui stavolta non parlò, anche se la risposta sarebbe stata la stessa. Le accarezzò la guancia, e non era un gesto di compassione  e tenerezza, poichè sapeva che Ginny , ferita , indomita e fiera com'era, l'avrebbe reputato un affronto.  In quel gesto Harry mise tutto ciò che non sarebbe mai stato in grado di esprimere a parole.

So cosa vuol dire. E ti amo anche se nei tuoi occhi c'è  quell'ombra di chi ha affrontato così tante volte le tenebre che rischia di perdervisi dentro.

La mano di lei corse sopra la sua, vi poggiò la guancia, assaporando quel breve contatto che per così tanto tempo le era mancato. Il calore del suo palmo si riversò in lei come fuoco bollente , attenuando il gelo che sentiva nel cuore.  Era sempre stato il fuoco il suo elemento dominante, e comprese.
Chi riesce a restituirti te stessa, chi è in grado di comprendere cosa tu voglia sentire in quel momento, chi  riscalda le fiamme dentro il cuore...è chi può salvarti dalle tenebre, da te stessa.

"Fred" sussurrò lei. " Tonks, Lupin"
Le lacrime che si aspettava non vennero , la presenza di lui le dava la forza di non crollare.
Tuttavia una corrente gelida interruppe quel  contatto di fuoco.
Harry sbattè con forza il pugno sul muro  della torre, allontanandosi da lei improvvisamente.
"Fred, Tonks, Lupin...tutta colpa mia."

Crollò a terrà, inerme, la testa tra le mani , la rabbia che incendiava ogni organo dentro di lui.
Ginevra gli si accostò, sedendosi accanto a lui.
Si permise un solo contattto, gli accarezzò i capelli con tutta la dolcezza di cui era capace.
Lui era come lei. Nei momenti  di debolezza, di dolore, di fragilità  voleva solo il silenzio , e quello che esso è in grado di dare a chi soffre, non voleva compassione o pietà da chi amava, solo la loro presenza accanto a lui.
Soltando quando lui si voltò a guardarla, dopo parecchi minuti, Ginevra sussurrò, scostandosi una ciocca di capelli ramati davanti agli  occhi e portandosela delicatamente dietro l'orecchio.
"Sai che non è colpa tua. Smettila Harry. Smettila di dire queste stronzate."


Il silenzio li avvolse per molto tempo. Non c'era nulla da dire. Il dolore , la gioia, la confusione,  i pezzi scomposti del puzzle rotto in gioco. Non c'era bisogno di dire nulla.
Restarono l'uno accanto all'altra in silenzio fino a che l'alba non inondò la torre di una piacevole luce rosata.

Harry si voltò verso di lei, avvicinandosi con cautela. Aprì la bocca, per sussurrare qualcosa, con aria molto imbranata.
Ginevra sorrise, e le sembrava che i muscoli della sua faccia non fossero più abituati a farlo.
"Lo so. Anche io."

Ti amo. Sei colui che mi salverà. Sono la sola cosa che ti ha permesso di andare avanti tutto questo tempo. So anche questo. Salvami dalle tenebre, Harry Potter. E io salverò te dal passato che è tempo di lasciar andare.

  
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