Posso
dormire con te, stanotte?
Sentì
bussare leggermente alla porta. Pur essendo notte fonda era ancora
abbastanza sveglia da poter percepire quel lieve tocco sul pesante
portone in legno della stanza. Si alzò dal letto ed
andò ad aprire: guardò prima a destra,
poi a sinistra e non vedendo nessuno fece per richiudere.
–Videl?
Abbassò lo sguardo per ritrovarsi il tenero faccino di Goten
davanti.
–Goten che ci fai ancora sveglio a
quest’ora?
–Non riesco a dormire…mi sento tanto solo in
quell’enorme stanza- esclamò il piccolo girandosi
i pollici imbarazzato.
–Ma c’è anche Trunks con te,
no?
–Sì, ma…-. Il bambino
sollevò lo sguardo luccicante: in quel momento Videl
capì subito che cosa volesse intendere.
–Videl…- riprese lui poco dopo –posso
dormire con te stanotte?
Era la preghiera di un bambino di soli sei anni che per un istante
smetteva di essere un potente guerriero e diventava ciò che
realmente era: un bambino bisognoso di affetto.
Sorrise teneramente, si abbassò per raggiungere il suo
livello e arruffandogli un po’ i capelli gli disse:
–Certo che puoi dormire con me, stanotte e ogni volta che
vorrai...
Al sentire quelle parole il Saiyan si allargò in un sorriso e
le si gettò letteralmente al collo.
–Grazie, grazie mille Videl!-
La giovane dai capelli corvini ricambiò
l’abbraccio e lo prese delicatamente in braccio.
–Va tutto bene, Goten…adesso ci sono io- gli
sussurrò mentre lo coricava al letto e gli rimboccava le
coperte. –Mi ricordi tanto il mio fratellone, lo sai?- le
disse sull’orlo delle lacrime. –Lui mi riboccava
sempre le coperte prima di andare a letto…
–Ti manca tanto, vero?- gli chiese sedendo sul letto accanto
a lui.
Il bambino annuì ancora, singhiozzando. –Anche a
te manca tanto, vero?
Videl sbattè un paio di volte le palpebre e
ringraziò il buio che nascondesse il leggero rossore che le
era improvvisamente comparso sulle gote.
–Sì, manca tanto anche a me- sospirò
abbozzando un sorriso. La stanchezza e il pianto presero il sopravvento
sul piccolo Goten, che sbadigliò sonoramente e si
rannicchiò su se stesso.
–Buonanotte sorellina…
–Buonanotte fratellino- rispose
distendendosi accanto al vivace bambino dai capelli scuri e attirandolo
a sè, poi, finalmente, anche lei cadde tra le braccia di
Morfeo.