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Autore: Ariacqua    03/07/2012    6 recensioni
Occhi celesti i suoi, nati per spegnere il fuoco negli occhi di lei. Per donarle un sollievo che nessuno mai potrà darle, tranne che lui.
Attenzione. Spoiler per Mockingjay.
Buona lettura, dolcezze . [Cit.] ^-^
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’idea per questa piccola One-Shot mi è venuta ascoltando Primavera di Ludovico Einaudi.

 

 

Quella melodia mi ispira tantissimo. Non ci sono parole per descriverla.  

Detto questo, buona lettura. (:

 
Seduta sull’orlo del letto c’è una ragazza; avrà sì e no diciotto anni.
Occhi come il fuoco i suoi. Come il fuoco, sì, perché sono rossi.
I ricordi si infilano come fossero fumo nel suo cervello, sino ad arrivare agli occhi, facendo sì che trasmettano solo vuoto e gelo a chi li guarda.

Vuoto.

La stessa sensazione che prova dentro.
Non c’è più nulla dentro lei. Solo un enorme spazio vuoto lasciato da chi ormai non c’è più.
Solo vuoto e senso di colpa regnano in lei.  Ormai ha anche smesso di combatterli. Essi regneranno ancora e ancora, imponendo alla sua mente di lottare per mantenere quel piccolo senso di ragione che ancora le rimane. Regneranno in eterno, forse. Senza lasciar andare le redini delle sue membra.
Fiamme le divorano la superficie degli occhi, appena accenna a chiuderli. Vorrebbe tenerli chiusi per sempre, addormentarsi per non risvegliarsi più; addormentarsi per lasciarsi indietro quei ricordi che tanto segnano il suo corpo e la sua mente.

Mi chiamo Katniss Everdeen, ho diciotto anni, Prim è morta, anche Finnick, così come tanti altri ribelli. E’ colpa mia. Solo colpa mia.

La sua mente fatica a racimolare le poche informazioni.

No, così non va.

 Le dice una piccola vocina da qualche parte nel suo cervello. Una vocina che somiglia tanto a quella di Prim.

Mi chiamo Katniss Everdeen, ho diciotto anni, Prim, Finnick ed altri ribelli sono morti, mia madre è nel Distretto 13, troppo debole
per ritornare qui, Gale è nel Distretto 2 ed anche lui non farà più ritorno, forse. Peeta…


fa una pausa, come per invocare alla sua mente un po’ di coraggio per continuare.

 Mi manca. Tutto qui.

Sussurra più insistentemente la ragazza, lasciandosi sfuggire una lacrima dal suo controllo.
Stringe i pugni fino a lasciare che le unghie graffino a sangue i palmi delle sue mani.
Stringe la ginocchia al petto, lasciandosi dondolare avanti e indietro dal vento di primavera.
Il mondo sembra crollarle letteralmente addosso, ma il suo fragile corpo non può più reggere un peso del genere. La solitudine le fa male quasi quanto  i ricordi.
Un suono strozzato esce dalla sua bocca, senza che lei se ne renda neppure conto.

Un suono soave si innalza e rimbomba in tutta la casa, troppo grande per contenere una sola persona.
La ragazza non si muove. Non gliene importa nulla perché, chiunque stia aspettando lì dietro, non la farà stare meglio. Anzi.
Un altro suono rimbomba per la casa. Quello stupido campanello da sui nervi.
La ragazza sbuffa sonoramente tra le lacrime. Chiude gli occhi per invocare pazienza.

La stessa sensazione la riempie di dolore. E’ come se delle fiamme si fossero stanziate all’interno delle palpebre.
Katniss Everdeen, la ragazza in fiamme.
In questo momento solo i suoi occhi lo sono. 
Li riapre di scatto, con la paura di addormentarsi, con la paura di rivivere di nuovo quei brutti ricordi che tanto le fanno paura, che tanto minacciano di fargli perdere la ragione.
Si alza lentamente e si dirige verso la porta di ingresso. Inciampa più volte ma, non so con quale forza riesce a rialzarsi.

Mi chiamo Katniss Everdeen, ho diciotto anni...

Apre la porta.

… e davanti a me c’è Peeta.

Gli occhi del ragazzo incontrano quelli grigi, ormai rossi per la stanchezza, segnati da occhiaie scure. Come fossero ombre che seguiranno per sempre il suo sguardo.

Occhi celesti i suoi, nati per spegnere il fuoco negli occhi di lei. Per donarle un sollievo che nessuno mai potrà darle, tranne che lui.

Un’ altra lacrima sfugge dal suo controllo ma, almeno questa volta, credo sia per felicità. Per un breve momento, la sua mente tormentata le concede un po’ di tregua dai ricordi.
Rimane a guardare gli occhi di lui. Vorrebbe farlo per sempre.
Il ragazzo del pane le si avvicina.

Mi chiamo Katniss Everdeen, ho diciotto anni, Peeta è qui, con me, ci daremo forza a vicenda. 
Ci salveremo a vicenda.


Le braccia del ragazzo la stringono fortemente, ma allo stesso tempo delicatamente.
La ragazza chiude gli occhi al contatto, non le importa di riaprirli. Non finche con lei c’è lui.

Mi chiamo Katniss Everdeen, e sto assaporando di nuovo le labbra del ragazzo del pane. Del MIO ragazzo del pane.

Tra loro non c’è bisogno di parole. La parole sembrano uno strumento sopravvalutato, in questi casi. Uno strumento  che tanto non potrà mai esprimere i loro sentimenti, le loro emozioni. 

Intrecciano entrambi le mani in quelle dell’altro, come se fossero un sola cosa, un unico corpo.











Angolo autrice.
Spero che questa One-Shot sia stata di vostro gradimento! :)
Le recensioni mi rendono felice, lol.
Quindi se avete un parere da esprimere, anche negativo ovviamente, non esitate a sputare il rospo, insomma! 
Ok, sono proprio andata, lol... 
Un bacio a tutti,

Ariacqua ^-^

  
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