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Autore: Martie707    03/07/2012    1 recensioni
Tutti noi fan di Harry Potter ci siamo chiesti almeno una volta come sarebbe continuata la storia dopo il settimo libro.
Ed ecco che quindi io ho continuato il settimo libro pensando a come sarebbe stato. Questa non è più la storia di Harry Potter, ma quella di Albus Severus Potter.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Albus smise di salutare il padre e lo spavento e l’ansia presero il posto della malinconia. Aveva sempre desiderato l’arrivo di questo giorno ma ora che era arrivato, desiderava solo che il treno non si fermasse mai. Rose interruppe i suoi pensieri esclamando: “Dai Al, andiamo a cercare un posto dove sederci.” Così Albus e Rose si misero alla ricerca fino a quando arrivarono a uno scompartimento dove c’era solo un ragazzo. Rose lo riconobbe subito, era il figlio di quel signore che aveva salutato zio Harry. Quando vide che Albus stava aprendo la porta lo fermò.

“Al no, non entriamo qua, andiamo a cercarne uno vuoto.”, ma Al continuò a spingere la porta.

“Rose lasciami, non ce ne saranno altri vuoti meglio entrare no? Che può farci scusa?” esclamò Albus.

“Mi spaventa è così pallido e ha lo sguardo cattivo.” Rispose con aria più spaventata del previsto.

“Ma Rose, che dici? Non ci farà niente di male! Io entro se tu non vuoi venire vai a cercarne un altro.”. Così Rose rossa in viso se ne andò lasciando Albus solo.

Albus a quel punto aprì la porta scorrevole dello scompartimento, “Scusa posso sedermi? Gli altri sono tutti occupati” chiese.

Il ragazzo lo guardo dall’alto in basso e dopo un po’ rispose di si con un cenno della testa; Albus allora entrò e si sedette di fronte al ragazzo, all’inizio rimasero in silenzio ma Al odiava stare zitto.

“Ehm..come ti chiami?” gli chiese. Il ragazzo si girò piano piano e Albus deglutì ma invece di attaccarlo rispose sussurando “Scorpius” e si rigirò verso il finestrino. “Io Albus Severus” disse vedendo che non glielo chiedeva ma dopo un po’ erano di nuovo silenziosi. Albus stava fisso sbuffando e allora cominciò con, come la chiamava papà, la parlantina.

“Tu in che casa vorresti andare? Io spero Grifondoro ma sai non ne sono tanto sicuro. Il mio secondo nome è Severus, come un altro preside di Hogwarts e lui faceva parte dei Serpeverde, ma io non voglio andarci. Mio papà dice che saranno contenti, anche se io finirò nei Serpeverde, ma non so se sarà la stessa cosa.”. Tutto questo Albus lo disse senza prendere fiato nemmeno una volta e Scorpius lo guardò a occhi spalancati per un minuto e infine, anche lui iniziò a parlare.

“Io finirò sicuramente tra i Serpeverde, tutta la mia famiglia faceva parte di questa casa, quindi sospetto anch’io, forse saremo nella stessa casa.” Dopo quella frase il ghiaccio si sciolse tra i due ragazzi che parlarono del più e del meno sino a quando il treno non si fermò.

Ad aspettarli c’era Hagrid che salutò con un gran sorriso sia James sia Albus sia Rose ed esclamò: “Primo anno, primo anno! Da questa parte per favore! Noi andremo con le barche!”; Dopo una piccola camminata videro il panorama di Hogwarts e alcuni “wow” si levarono dal gruppo dei ragazzi del primo anno.

“Non più di quattro ragazzi per barca mi raccomando” disse Hagrid. Albus salì in una barca con Scorpius, Rose e un altro ragazzo impaurito e arrivarono lentamente sino all’altra sponda. Da là Hagrid li giudò sino alla scuola dove all’ingresso ad aspettarli c’era il professor Vitius, il vice preside. “Benvenuti ragazzi, ora ci sarà la cerimonia dello smistamento, accomodatevi in questa stanzina finché non verrò a riprendervi.”disse. L’attesa sembro infinita ma finalmente il professor Vitius tornò a prenderli e li accompagno in Sala Grande.

“Sai il cielo non è vero è solo un incantesimo, c’è scritto su storia di Hogwarts, io l’ho letto” disse Rose ad Al che fece un sospiro. Arrivati di fronte alla preside, la professoressa McGrannit, che salutò tutti i ragazzi con un grande sorriso, il professor Vitius ricominciò a parlare. “Allora ora pronuncerò i vostri nomi uno per volta, come dirò il vostro, verrete qua e vi metterete il Cappello. Dopo che esso avrà deciso in che casa starete andrete nel tavolo corrispondente. Iniziamo.”

Il professor Vitius nominò diversi ragazzi che furono smistati, poi disse: “Malfoy, Scorpius” il ragazzo si recò nello sgabello si mise il Cappello che gli ricadde negli occhi, dopo un po’ di tempo il capello gridò: “Grifondoro!” lasciando tutti, soprattutto Scorpius, con la bocca spalancata per lo stupore.

Come era possibile che lui, Il figlio di Draco Malfoy e nipote di Lucius e Narcissa fosse entrato a far parte dei Grifondoro? Lui che faceva parte di una famiglia che per generazioni e generazioni aveva fatto parte della nobilissima casata dei Serpeverde? L’unica cosa che potè fare fu dirigersi verso la tavolata dei Grifondoro. Albus rimase sconcertato, il suo papà glielo aveva spiegato che il Cappello molte volte poteva comportarsi in quel modo. Anche Sirius Black, il padrino di papà, faceva parte di una famiglia che era sempre stata tra i Serpeverde, ma lui finì tra i Grifondoro, perché il cappello aveva riconosciuto il suo animo gentile.

Mentre Albus pensava a tutte queste cose, il professor Vitius arrivò a lui: “Potter, Albus Severus.” Il panico s’impossessò di Albus che andò piano verso lo sgabello, si sedette e se lo mise in testa.

“Mm scelta difficile, vedo tantissimo coraggio, un cervello da non buttar via ma anche tanto desiderio di metterti in mostra. Si sei proprio uguale a tuo padre. Quindi la scelta giusta è..GRIFONDORO!”

Albus non ci credeva, quasi urlò dopo che il Cappello Parlante dichiarò che lui sarebbe stato nei Grifondoro; si tolse il capello e corse verso la grande tavolata che batteva le mani felicissima, compresi anche James e Scorpius.

Ma lo smistamento non era ancora finito, doveva toccare ancora a Rose e quando arrivò il suo turno nel tavolo dei Grifondoro ci fu un silenzio tombale. Si sedette, si mise il cappello e attese finché non urlò: “Corvonero!”

Lei, contentissima, andò verso il tavolo che urlava e applaudiva. Albus ne fu un po’ dispiaciuto ma in fondo se lo aspettava; da quello che aveva cantato all’inizio il Cappello Parlante e i Corvonero erano quelli intelligenti, e Rose l’era molto, aveva preso da zia Hermione.

Quando gli smistamenti furono terminati, iniziò il banchetto e i tavoli si riempirono di tante prelibatezze, alcune conosciute e semplici e altre mai viste.

Durante il banchetto Albus parlò con Scorpius che era seduto di fronte a lui.

“Non me lo sarei mai aspettato che fossi finito tra i Grifondoro, chissà come la prenderà papà.” disse.

“Non preoccuparti, tuo padre in fondo non può dire nulla perché il Cappello Parlante fa sempre la scelta giusta, non la può contestare. E poi io sinceramente in fondo me lo aspettavo.”. Ammise Albus.

“Come te lo aspettavi? Io ero destinato a stare nei Serpeverde.” Ribattè Scorpius un po’ scocciato.

“Forse eri destinato, ma a quanto pare hai un animo gentile.” Rispose sorridendo e siccome Scorpius non sapeva che dire la conversazione finì li.

Quando la cena terminò la Mcgrannit si alzò in piedi per dare le solite comunicazioni ai ragazzi del primo anno e per ricordarle a quelli degli anni successivi. Come diede la buonanotte i prefetti guidarono i ragazzi del primo anno per la prima volta nella propria Sala Comune, mostrando la via più veloce e dicendo loro la parola d’ordine.

Arrivati nella Sala Comune dei Grifondoro venne mostrata loro il posto in cui avrebbero dormito; Albus e Scorpius si diressero verso il posto che gli era stato indicato e si sistemarono nei loro letti a baldacchino. Scelsero due letti vicini, per parlare prima di andare a letto, ma anche perché ormai un po’ erano diventati amici.

Come si coricarono iniziarono a chiacchierare sugli avvenimenti accaduti quella sera, non capendo le scelte del Cappello Parlante. Quando decisero di addormentarsi erano entrambi sfiniti, con la voce roca e con un mal di testa pazzesco ma dopo che si diedero la buonanotte Albus non riuscì a prendere sonno, forse perché gli mancavano i suoi genitori o perché era agitato.

Allora fissò il soffitto del suo letto e notò che sopra c’era inciso qualcosa, come un nome e un cognome, e quando le nuvole si spostarono e mostrarono la luna, la luce di quest’ultima illuminò proprio quella scritta e Albus rimase a bocca spalancata. Nel tetto c’era inciso il nome di una persona che conosceva bene, di una persona molto importante per lui, il nome del suo eroe, il nome di suo padre: Harry Potter.

Dopo aver osservato quella scritta per un bel po’, e aver capito che dormiva nello stesso letto in cui dormiva suo padre quando andava a Hogwarts, Albus riuscì a prendere sonno perché sapeva che suo padre era vicino a lui, anche ora.

  
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