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Autore: blackout_    03/07/2012    4 recensioni
Fred è vivo dentro di te.
"Stronzate. Siamo morti. Siamo morti tutti e due."
[..] Non poteva fuggire. Vie di fuga, caput. Non c'era ricordo, luogo reale o non reale dove lui non ci fosse. Nemmeno la sua stessa mente era un rifugio sicuro.
Come scappare quando i ricordi di chi se n'è andato sono identici ai tuoi?
Genere: Dark, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fred, Weasley, George, e, Fred, Weasley, George, Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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                                                                                                 CLOSED.



Era il buio.  Talmente fitto che la mano bianca dalle nocche di ferro che stringeva  il boomerang in mano era invisibile agli occhi dell'uomo seduto nella stanza. 
 La mano sottile corse velocemente al petto.  Era un dolore fisico.  No, non era il buio il problema ,dopotutto; erano i polmoni.   Le fiamme nel petto, il respiro che mancava..una sua costante ormai.
Era il mal di testa. La battaglia tra il suo istinto di sopravvivenza e il desiderio d'oblio era come un trapano babbano nel suo cervello.
No, non era niente di tutto questo.

 Thump.

Ricordati di respirare, George.  Ricordatelo.

Thump.

 

Il rumore dell’ultima invenzione , il boomerang  scoppiettante che era incantato per colpire sempre il bersaglio a cui pensavi , che finiva sul muro concavo, che da poco avevano dipinto di giallo color pipì ,risuonò  forte e chiaro nel locale vuoto.
Vuoto. Chiuso. Inutile.
Neanche uno  spiraglio di luce filtrava tra le spranghe sulla porta, magicamente sistemate da lui stesso quel giorno.
Chiuso.  Le viscere gli ribollirono per i sensi di colpa. 

Non era quello che lui avrebbe voluto, non devi lasciarti andare così.


Porta avanti il negozio per lui.


Una rabbia sorda e bruciante gli incendiò il petto. Cosa diavolo ne sapevano loro di cosa Fred avrebbe voluto o non avrebbe voluto? Chi poteva conoscerlo meglio di lui?
Perché era lì?  Quel locale urlava Fred da ogni  angolo , da ogni macchia , da ogni asse del pavimento. 
Era lì perchè non c'era altro posto dove potesse essere.
Non poteva fuggire.  Nella sua testa , o nella realtà, non poteva fuggire.
Vie di fuga, caput.  
Non c’era luogo , non c’era ricordo, dove lui non ci fosse. Nemmeno uno.  La sua memoria era un labirinto confuso, eppure erano sempre stati loro due.
 Come scappare  quando i ricordi di chi se n'è andato sono identici ai tuoi?
Adesso gli sembrava quasi stupido che le loro vite fossero state così intrecciate da non distinguere l’una dall’altra. Perché non avevano messo in conto quella possibilità?
Avrebbe preferito essere lui.
Si, magari fosse stato Fred a dover fare i conti con l'assenza.
Cosa avrebbe fatto? E con i sensi di colpa? Con quella terribile sensazione di essere dimezzato,  di aver perso ciò che lo rendeva una persona completa?

 

Hai sempre avuto il cervello dimezzato, Georgie. Non è un gran cambiamento.

 “Stai zitto, Fred.” La sua voce risuonò spaventosamente roca nel silenzio del locale vuoto.

 

 

Impazzito. Sarebbe impazzito. Che senso aveva vivere ora? Da solo? Come poteva andare avanti essendo morto? Lui era morto. Morto. Chiuso. Tutto ciò che aveva fatto non lo aveva mai fatto da solo. Lui era morto. George era morto. E Fred , con lui. O era il contrario? I ruoli erano così spaventosamente confusi ora , le linee della sua vita  non erano mai state meno nette, ora assomigliavano ad ombre opache  così impercettibili da non esistere.

 

Thump.

 

Fred è vivo dentro di te.

 Le voci di Bill e Ginny, in lacrime, gli riempirono la testa.

“Stronzate. Siamo morti. Siamo morti tutti e due.”

 

Torna a ridere George. Ne hai bisogno.

 

Scoppiò a ridere. Una risata folle riempi l’aria buia e impastata.
Si alzò in piedi, senza smettere di urlare al cielo quella risata disperata. Tirò un calcio agli scaffali. E poi ancora. 
 “CHE SENSO HA! CHE SENSO HA!” I suoi calci fecero crollare mezzo negozio.
Tirò un pugno allo specchio incantato di fronte a lui, mentre la risata si trasformava in lacrime roventi.
Il sangue sulle sue mani lo riscosse, quel dolore intenso lo riportò alla realtà.
Raccolse una scheggia di specchio da terra, fissò il suo occhio smeraldo, le lentiggini rosse, il naso adunco.
 La scagliò lontano.
Morto. George era morto. Fred era morto.
Ma allora chi era il ragazzo nello specchio?

  
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