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Autore: Sparkle    03/07/2012    0 recensioni
Il ragazzo di ghiaccio e la ragazza di fuoco. Cosa scaturirà dal loro amore? Scintille? O i loro cuori si congeleranno? La storia di Gale e di come amò Katniss.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1.
L'incontro.



Gli Hunger Games erano iniziati già da settimane, oramai. Li seguivo tutti i giorni alla televisione.
Non perché amassi Capitol City, la odiavo. Non perché amassi vedere tutto quel sangue d'innocenti versato per puro divertimento. Ma perché amavo lei.
Ma lei non amava me. La osservavo da giorni, su quel teleschermo. Contavo i baci che si davano, lei e quell'altro. Non riuscivo a tenere il conto con le dita. E ogni bacio che si davano, ogni volta che le loro labbra si congiungevano una lancia d'odio mi trafiggeva il cuore, proprio come la lancia che aveva trafitto la piccola Rue...
Basta, Gale. Basta pensare a lei.
Ma era inutile ripetermelo. Non pensare a lei mi risultava difficile, anzi, impossibile.
Katniss.
L'avevo conosciuta un giorno nel bosco appena fuori dalle recinzioni del Distretto 12 che girovagava tra le trappole, le mie trappole. 
«Che diamine stai facendo, ragazzina?» l'avevo aggredita.
«Passeggiavo per i boschi» si era giustificata lei.
Poi le avevo sbraitato qualcosa e me n'ero andato. Ma lei tornava ostinatamente nei boschi.
Mi ci volle un po' per fidarmi di lei. Poteva essere una spia o chéssoio e se così fosse stato sarei finito nei guai. E questa era l'ultima cosa di cui avevo bisogno.
Poi, però, non so come, iniziai a fidarmi di lei. Avevamo la stessa età, gli stessi lineamenti e lo stesso odio verso Panem e tutto ciò che quel nome comportava. Fuggire nei boschi a cacciare selvaggina era il nostro atto di ribellione.
Disse di chiamarsi Katniss. 
«Katnip?» feci io. Lei scoppiò in una fragorosa risata. Non l'avevo mai vista ridere, ma era così bella.. Non avevo mai trovato così attraente nessun'altra ragazza, giù al Distretto. Lei era... speciale. Forse perché eravamo più simili di quel che pensavamo, forse perché entrambi avevamo bisogno l'uno dell'altra.
Ci iniziammo a trovare nel bosco, per cacciare. Lei era abilissima con arco e frecce ed io, modestie a parte, me la cavavo molto bene con le trappole. 
Ogni giorno facevamo un bottino da rivendere al mercato nero in cambio di un po' di cibo per le nostre famiglie.
Entrambi avevamo una madre a cui badare e una sorella. Io, oltre a Posy, la mia sorellina, avevo poi altri due fratellini a cui fare da balia.
Entrambi avevamo perso il padre nella stessa esplosione, giù alla miniera di carbone.
Avevamo molte cose in comune, io e Katniss.
Quando ero con lei, mi sentivo per la felice, sia che passassimo la giornata a cacciare sia che trascorressimo il pomeriggio a dormire sul prato.
Ma queste sensazioni che provavo, così belle, entrarono presto in conflitto col mondo circostante, col mondo grigio di Panem.
Come ogni anno, avevano indetto questi Hunger Games. Terribili.
Ricordo che il giorno prima degli Hunger Games, io e Katniss ci incontrammo nel bosco e dividemmo un pezzetto di pane, prendendo per i fondelli Capitol City, cosa che accadeva non di rado.
Nel pomeriggio, ci eravamo rivisti alla cerimonia. Ero preoccupato non per lei, dal momento che le possibilità che venisse estratta erano scarse, ma per me: il mio nome compariva ben 44 volte. Non avevo speranze.
Ma quando quell'egocentrica di Effie aveva estratto Prim, la sorella di Katniss, il mondo mi era caduto addosso. 
C'era stato un momento di trambusto, poi Katniss era uscita dalla folla gridando che si offriva come sostituta... 
«Non farlo, Katnip» avevo pensato. Ma poi vista la sua determinatezza avevo deciso di allontanare la sorella e tornare al mio posto. Katniss... speravo fosse un brutto incubo. L'incubo peggiorò quando fu affiancata dal figlio del fornaio, Peeta, verso il quale non avevo mai nutrito molta simpatia.
Ero passata a salutare Katniss nel pomeriggio, convincendola che ce l'avrebbe fatta se avesse trovato un arco. La visita durò troppo poco perché potessi dirle altro, ma lei sapeva che le ero vicino.
Poi lei partì per Capitol City e io la rividi sempre e solo in tv.
I primi tempi sentivo la sua mancanza, sentivo che non sarebbe mai tornata a casa sana e salva e sferravo pugni al televisore, rimpiangendo di non aver fatto niente per impedire tutto ciò. Ma poi la vidi con Peeta. E mi si creò una voragine dentro. Lei e Peeta felici.
Mi girai verso la televisione e solo allora vidi. Non solo lei e Peeta felici. Ma anche lei e Peeta vincitori dei settantaquattresimi Hunger Games.
   
 
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