Note: Perdonatemi per il mio capriccio, ma in questa fanfic Nami è innamorata cotta di Sanji. Scusate T~T Ah, la fanfic è interamente
basata su questa (http://www.pixiv.net/member_illust.php?mode=manga&illust_id=28370400)
sequenza di fan arts pubblicate oggi su pixiv…
sono stupende T^T Buona lettura, e Happy
birthday, Nami-san! (fortunatamente per voi,
oggi niente angolo autore XDDD)
Be my Cinderella and I’ll be your prince.
«Ma insomma, si può sapere cosa vi prende a tutti quanti, oggi?»
Nami gonfiò le
guance indispettita, fissando Robin con gli occhi stretti. L’archeologa parve
ignorare totalmente la sua domanda, e si chinò ad applicarle qualcosa sul viso
con un grosso pennello da trucco. Poi si allontanò di qualche centimetro,
osservò il proprio lavoro con sguardo critico e, soddisfatta, si concesse un
sorriso.
«Te l’ho già detto più volte, Nami-chan… è una
sorpresa, aspetta e vedrai».
«Ma insomma…!». La rossa si spostò un ciuffo di
capelli dal viso, sbuffando. «E’ da oggi pomeriggio che mi sballottate di qua e
di là non so per quale motivo, mi hai truccata di tutto punto, pettinata e non
so che altro… se dev’essere una specie di sorpresa di compleanno, sappi che non
è divertente!»
Robin sorrise serafica mentre un paio di braccia
sbucate da chissà dove si adoperavano a dare gli ultimi ritocchi all’amica. «Ma
come sei impaziente… non ti piacciono le sorprese?»
«Beh, dipende! Se alla fine c’è un tesoro allora mi
piacciono eccome!»
Un tesoro, eh… l’archeologa non poté fare a meno di
ridacchiare, schermandosi il viso con una mano. «Potrebbe e non potrebbe essere…»
annunciò enigmatica, poi si diresse a passo svelto verso l’armadio, ignorando
le lamentele dell’amica.
«Giusto a proposito, Nami-chan… qui avrei un regalo
per te, ti andrebbe di vederlo?»
Di colpo le lamentele cessarono, e Nami lanciò una
specie di urletto eccitato che di solito riservava a tesori e gioiello. «Certo che mi va! Di che si tratta? Daai
Robin, non tenermi sulle spine!»
«Se proprio ci tieni…». La maggiore si voltò verso
l’armadio, frugò al suo interno per qualche istante e poi ne estrasse un lungo
involto che porse all’amica. «Non fare domande quando lo vedrai… indossalo e
basta».
Nami lo scartò in fretta, curiosa; una volta
rimossa la plastica avvolgeva l’abito, distese le braccia per osservarlo… e
rimase senza parole. Non aveva mai visto un abito così. Era strano, certo, ma
in qualche modo bellissimo: il corpetto superiore era a righe bianche e nere, intervallato
da una striscia di merletti. Le maniche a sbuffo lasciavano scoperte le spalle,
e c’era una bellissima scollatura a cuore –la preferita di Nami. Dal corpetto
partiva una gonna larga e gonfia, lunga fino alle caviglie, che conferiva all’intero
abito un aria quasi principesca. Anzi… quello era un abito da principessa, senza dubbio. Le piaceva da morire, ma… perché regalarle un abito del genere? Robin aveva detto
“non fare domande, indossalo e basta”…
«…Allora? Ti piace?»
La voce dell’amica la strappò da quei pensieri.
«Lo adoro! E’ bellissimo Robin, grazie!»
L’altra sorrise e le prese l’abito dalle mani. «Ne
sono felice… ma adesso devi indossarlo, fa presto».
«Perch- a…aaah, Robin, che fai?!» Nami quasi
strillò quando due o tre braccia le sbucarono dal corpo e presero a privarla
dei vestiti che indossava.
«Mi raccomando, fa piano mentre ti cambi… attenzione
a non rovinarti il trucco» rise Robin, diabolicamente serafica.
Non più di venti minuti dopo, Nami girò un paio di
volte su se stessa rimirando il proprio riflesso nello specchio. Quel vestito
le stava d’incanto, quasi fosse fatto apposta per lei…
a guardarsi così, truccata di tutto punto e vestita in quel modo, si sentì sul
serio una specie di principessa.
Avanti, Nami, che vai a pensare… tu sei un pirata, non una principessa!
Si voltò verso Robin, che faceva ritorno nella
stanza proprio in quell’istante. «Robin, guarda! Mi sta che è un amore, non
credi?»
La donna annuì, sinceramente stupita. «In effetti
hai ragione… per fortuna ho scelto bene. Se non ti fosse piaciuto, sarebbe
stato un vero peccato». Si diresse nuovamente verso la porta, facendo cenno di
seguirla. «Usciamo fuori, che dici?»
Stavolta, Nami preferì rinunciare a chiedere
spiegazioni e limitarsi a seguire la compagna in giardino. Magari, in questo
modo avrebbe scoperto il motivo di tutta quella preparazione… la luce del sole
proveniente dall’esterno la colse impreparata, costringendola a schermarsi gli
occhi con le mani.
Aveva ancora gli occhi chiusi quando voci fin
troppo familiari strillarono “BUON
COMPLEANNO!”
Nami sbatté le palpebre più volte, ma non fu
necessario mettere a fuoco per capire; davanti a lei, al centro del giardino,
Rufy, Usopp, Zoro, Chopper, Franky e Brook le sorridevano, ognuno stringendo
qualcosa tra le mani.
«Che… cosa vuol dire?», la cartografa domandò,
confusa, ma Robin le fece cenno di avanzare e lei ancora una volta obbedì,
esitante. Raggiunse i compagni, che la attorniarono festanti, poi ognuno le
porse l’oggetto che teneva tra le mani. Il primo fu Zoro, che sbuffando le
infilò al polso un bel bracciale d’oro scintillante che s’intonava
perfettamente al vestito. Poi Rufy si fece avanti, mostrandole entusiasta un
foglio di carta spiegazzato che avrebbe
dovuto ritrarla.
«Pss, Rufy-san!
E’ il regalo sbagliato!», sussurrò Brook al capitano, che ridacchiando rimise
in tasca il foglio e le porse un paio di bellissimi guanti bianchi, anche
quelli palesemente intonati all’abito che indossava.
Dopodiché fu la volta proprio di Brook, il quale le
porse un paio di mutandine in pizzo –la reazione di Nami non fu entusiasta come
per gli altri doni, soprattutto quando lo scheletro la pregò di indossarle-
(riuscì ad evitarsi una seconda morte prematura solo consegnando alla compagna
il suo vero regalo, una boccetta di profumo all’essenza di agrumi).
L’ultimo a consegnarle il proprio regalo fu Usopp, che
fece un passo avanti e le poggiò sul capo una graziosa coroncina.
«Waah- adesso sembri
davvero una principessa delle fiabe, Nami!» esclamò Chopper, agitando le
zampette.
«Sì, finalmente sei pronta per andare! Forza, non
perdiamo tempo!» Rufy saltellò sul posto, eccitato, prendendo a trascinare la
ragazza –che solo in quell’istante si accorse di essere scalza- verso il ponte.
«Aspett… aspetta, Rufy! Andare dove, si può
sapere?!»
Il capitano ridacchiò. «Shi
shi shi shi…
vedrai!»
Anche Usopp e Zoro si avvicinarono, aiutando Rufy a
tenere ferma la compagna e sollevarla.
«Noi abbiamo fatto del nostro meglio, adesso non ci
resta che affidarla al principe!»
«Che… di che principe parli, Usopp? Aspetta, che
diavol..-». Per sua sorpresa, Nami si sentì sollevare dai tre e poi venne
letteralmente lanciata in aria, oltre lo scafo e poi giù dalla nave. Fu in quei
pochi secondi, nei quali attese di scontrarsi con la superficie dell’acqua, che
d’improvviso ricordò che la Thousand Sunny era
attraccata ad una piccola insenatura rocciosa… di male in peggio.
Mi schianterò, fu tutto ciò che riuscì a pensare, ma poi riprese
coraggio… si fidava di Rufy e gli altri. La caduta durò pochi istanti,
dopodiché Nami si sentì afferrata da un paio di braccia forti e familiari, e l’intenso
odore di spezie, fumo e salsedine che negli ultimi tempi la mandava fuori di
testa la avvolse completamente.
Come aveva fatto a non pensarci prima… chi altri oltre
a lui poteva essere il principe?
A ripensarci, le era sembrato un po’ strano non
trovare Sanji ad accoglierla insieme agli altri, ma si era detta che sarebbe sbucato
da un istante all’altro dalla cucina, magari portando una torta gigante come
suo solito. Si sarebbe aspettata tutto tranne questo… ma ecco che finalmente
tutto andava al suo posto, le allusioni di Robin dopo che si era ritrovata a
confessarle che forse aveva cominciato a
provare qualcosina per Sanji, l’abito da principessa, il trucco, i regali… sbuffò,
arrossendo furiosamente. Quelli erano matti, dal primo all’ultimo.
Il giovane chef la tenne stretta tra le braccia per
quello che le parve un tempo infinitamente lungo, ma in realtà si trattò di appena
pochi attimi. La poggiò al suolo con delicatezza, assicurandosi che il terreno
fosse sgombro da sassi o oggetti appuntiti, poi lentamente s’inginocchiò al suolo.
Delicatamente prese il piede di lei tra le mani e lo sollevò, adagiandolo con
cura in una graziosa scarpetta nera e bianca –sperare nel cristallo sarebbe
stato troppo, naturalmente-, poi fece lo stesso con l’altro piede. Infine, spostò
il suo peso su un ginocchio ed allungò la mano destra verso di lei, dedicandole
il migliore dei suoi sorrisi.
«Principessa… vorrebbe onorare questo umile
principe della sua compagnia, stasera?»
Avrebbe dovuto aspettarsi una cosa del genere da Sanji-kun…
proprio adesso che si sentivano vicini ogni giorno di più, proprio adesso che
Nami avrebbe avuto qualche problema a definirlo solo un amico, proprio adesso
che il suo sorriso le sembrava così incredibilmente bello e proprio adesso che
il cuore si lanciava in corse pazze ogni volta… come avrebbe potuto dirgli di
no?
Poteva sentire chiaramente Robin ridacchiare a
bordo della nave quando allungò una mano e la posò su quella aperta di lui,
sussurrando «Mi farebbe estremamente piacere».
Vide i lineamenti di Sanji aprirsi in un’espressione
di pura euforia alle sue parole, tanto che in pochi istanti si sentì lei stessa
colmata di quella felicità. Sembrava tutto perfetto, almeno fino a che Franky
non si affacciò dal parapetto della Sunny,
sbracciandosi e urlando per farsi notare.
«Oooy, fratellini!
Smettete un attimo di farvi gli occhi dolci e guardate il mio suuuper regalo! Da quella parte!». Il cyborg
indicò un punto a qualche metro dai due, e fu a quel punto che Nami la notò… e si sentì sprofondare. Era una carrozza –pacchiana come
solo un qualcosa costruito da Franky poteva essere-, trainata nientemeno che da…
Chopper.
«Nami, questo è il mio regalo per te!» esclamò la
renna, sfregando allegramente gli zoccoli sul terreno.
Avanti, non si aspettavano mica che lei salisse su
quella… cosa…?
«Ehm, Nami-san…». Sanji unì le mani in segno di
scusa, un po’ rosso in viso. «Questa è una loro aggiunta, io avevo proposto di
portarti in braccio ma loro volevano rendersi utili… ti va ancora di cenare con
me, vero?»
La ragazza incrociò le braccia al petto, lanciando
occhiate di fuoco ai compagni che la salutavano ridendo dalla nave. «Avresti
dovuto fermarli», sbuffò, non riuscendo ad evitare di sentirsi presa in giro. A
giudicare dal comportamento degli altri, probabilmente ormai tutti quanti erano
a conoscenza dei suoi sentimenti per il cuoco…
Robin, non avresti dovuto farlo!
«Lo so, ti chiedo scusa… ma per favore, non
cambiare idea! Ho preparato un tavolo solo per noi sulla spiaggia qui vicino, e
cucinato i tuoi piatti preferiti… sarà bello, vedrai».
Sì, e domani tutti quanti mi prenderanno in giro…
Zoro e Usopp non faranno altro che rivolgermi allusioni ridicole tutto il
giorno.
No, aspetta… non doveva lasciarsi scoraggiare da
motivi del genere. Si fermò un attimo a riflettere; meglio sopportare le
chiacchiere degli altri tutto il giorno o rinunciare ad un’intera serata da sola con l’uomo che l’amava
palesemente e che da qualche tempo riusciva a farla impazzire con uno sguardo?
Era inutile, non poteva pensare di rinunciarci. Perché
per quanto avesse tentato di evitarlo, per quanto ancora le sembrasse impossibile,
per quanto tentasse ogni giorno di far finta di niente…
Nami era innamorata pazza di quell’idiota, e non avrebbe potuto sperare in
niente di meglio dell’occasione che lui le stava offrendo quella sera.
«Va bene, va bene, hai vinto… ma solo perché non voglio che il cibo che
mi hai cucinato vada sprecato, okay?»
Era una bugia, naturalmente, perché entrambi
sapevano perfettamente che Rufy sarebbe stato ben felice di offrirsi volontario
per ovviare al problema. Una bugia talmente palese che Sanji non poté fare a
meno di scoppiare in un riso liberatorio … aveva progettato quella serata da
settimane, e per fortuna tutto era filato più liscio di quanto sperasse.
Nami-san era più bella che mai mentre lui l’aiutava
a salire sulla ridicola carrozza che li avrebbe condotti alla spiaggia, le
avrebbe offerto i piatti più deliziosi mai preparati, avrebbero cenato insieme
sotto la luce della luna… e finalmente, quella sera, Sanji le avrebbe offerto
se stesso e tutto il proprio amore, sperando disperatamente di venir
ricambiato.
«Oooy, stupido principe…
vedi di riportarcela tutta intera!» gridò Zoro con un ghigno.
«Naturalmente mi prenderò cura di lei, spadaccino
inutile… non c’è neppure da chiederlo». Rivolse un cenno di saluto agli amici
si voltò verso la navigatrice, sorridendole dolcemente. «Pronta ad andare,
principessa?»
«Pronta a seguirti, mio principe… ma sappi già da
adesso che dovrai pagar cara la mia compagnia ~» Nami sorrise, gli occhi colmi
di eccitazione e le guance in fiamme, e poi tirò fuori la lingua, certa che
entrambi avessero inteso perfettamente che tipo di pagamento aveva in mente… e qualcosa
le suggerì che, anche negli anni a venire, Nami non avrebbe mai, mai scordato quel compleanno.