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Autore: Lou Asakura    03/07/2012    7 recensioni
[La caduta durò pochi istanti, dopodiché Nami si sentì afferrata da un paio di braccia forti e familiari, e l’intenso odore di spezie, fumo e salsedine che negli ultimi tempi la mandava fuori di testa la avvolse completamente.
Come aveva fatto a non pensarci prima… chi altri oltre a lui poteva essere il principe?]
«Principessa… vorrebbe onorare questo umile principe della sua compagnia, stasera?»
~ [Sa/Nami, One Shot] [Happy birthday, Nami-swan!]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara, Nami, Sanji | Coppie: Sanji/Nami
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note: Perdonatemi per il mio capriccio, ma in questa fanfic Nami è innamorata cotta di Sanji. Scusate T~T Ah, la fanfic è interamente basata su questa (http://www.pixiv.net/member_illust.php?mode=manga&illust_id=28370400) sequenza di fan arts pubblicate oggi su pixiv… sono stupende T^T  Buona lettura, e Happy birthday, Nami-san! (fortunatamente per voi, oggi niente angolo autore XDDD)

 

 

Be my Cinderella and I’ll be your prince.

 

«Ma insomma, si può sapere cosa vi prende a tutti quanti, oggi?»

Nami gonfiò le guance indispettita, fissando Robin con gli occhi stretti. L’archeologa parve ignorare totalmente la sua domanda, e si chinò ad applicarle qualcosa sul viso con un grosso pennello da trucco. Poi si allontanò di qualche centimetro, osservò il proprio lavoro con sguardo critico e, soddisfatta, si concesse un sorriso.

«Te l’ho già detto più volte, Nami-chan… è una sorpresa, aspetta e vedrai».

«Ma insomma…!». La rossa si spostò un ciuffo di capelli dal viso, sbuffando. «E’ da oggi pomeriggio che mi sballottate di qua e di là non so per quale motivo, mi hai truccata di tutto punto, pettinata e non so che altro… se dev’essere una specie di sorpresa di compleanno, sappi che non è divertente!»

Robin sorrise serafica mentre un paio di braccia sbucate da chissà dove si adoperavano a dare gli ultimi ritocchi all’amica. «Ma come sei impaziente… non ti piacciono le sorprese?»

«Beh, dipende! Se alla fine c’è un tesoro allora mi piacciono eccome!»

Un tesoro, eh… l’archeologa non poté fare a meno di ridacchiare, schermandosi il viso con una mano. «Potrebbe e non potrebbe essere…» annunciò enigmatica, poi si diresse a passo svelto verso l’armadio, ignorando le lamentele dell’amica.

«Giusto a proposito, Nami-chan… qui avrei un regalo per te, ti andrebbe di vederlo?»

Di colpo le lamentele cessarono, e Nami lanciò una specie di urletto eccitato che di solito riservava a tesori e gioiello. «Certo che mi va! Di che si tratta? Daai Robin, non tenermi sulle spine!»

«Se proprio ci tieni…». La maggiore si voltò verso l’armadio, frugò al suo interno per qualche istante e poi ne estrasse un lungo involto che porse all’amica. «Non fare domande quando lo vedrai… indossalo e basta».

Nami lo scartò in fretta, curiosa; una volta rimossa la plastica avvolgeva l’abito, distese le braccia per osservarlo… e rimase senza parole. Non aveva mai visto un abito così. Era strano, certo, ma in qualche modo bellissimo: il corpetto superiore era a righe bianche e nere, intervallato da una striscia di merletti. Le maniche a sbuffo lasciavano scoperte le spalle, e c’era una bellissima scollatura a cuore –la preferita di Nami. Dal corpetto partiva una gonna larga e gonfia, lunga fino alle caviglie, che conferiva all’intero abito un aria quasi principesca. Anzi… quello era un abito da principessa, senza dubbio. Le piaceva da morire, ma… perché regalarle un abito del genere? Robin aveva detto “non fare domande, indossalo e basta”…

«…Allora? Ti piace?»

La voce dell’amica la strappò da quei pensieri.

«Lo adoro! E’ bellissimo Robin, grazie!»

L’altra sorrise e le prese l’abito dalle mani. «Ne sono felice… ma adesso devi indossarlo, fa presto».

«Perch- a…aaah, Robin, che fai?!» Nami quasi strillò quando due o tre braccia le sbucarono dal corpo e presero a privarla dei vestiti che indossava.

«Mi raccomando, fa piano mentre ti cambi… attenzione a non rovinarti il trucco» rise Robin, diabolicamente serafica.

 

Non più di venti minuti dopo, Nami girò un paio di volte su se stessa rimirando il proprio riflesso nello specchio. Quel vestito le stava d’incanto, quasi fosse fatto apposta per lei… a guardarsi così, truccata di tutto punto e vestita in quel modo, si sentì sul serio una specie di principessa.

Avanti, Nami, che vai a pensare… tu sei un pirata, non una principessa!

Si voltò verso Robin, che faceva ritorno nella stanza proprio in quell’istante. «Robin, guarda! Mi sta che è un amore, non credi?»

La donna annuì, sinceramente stupita. «In effetti hai ragione… per fortuna ho scelto bene. Se non ti fosse piaciuto, sarebbe stato un vero peccato». Si diresse nuovamente verso la porta, facendo cenno di seguirla. «Usciamo fuori, che dici?»

Stavolta, Nami preferì rinunciare a chiedere spiegazioni e limitarsi a seguire la compagna in giardino. Magari, in questo modo avrebbe scoperto il motivo di tutta quella preparazione… la luce del sole proveniente dall’esterno la colse impreparata, costringendola a schermarsi gli occhi con le mani.

Aveva ancora gli occhi chiusi quando voci fin troppo familiari strillarono “BUON COMPLEANNO!”

Nami sbatté le palpebre più volte, ma non fu necessario mettere a fuoco per capire; davanti a lei, al centro del giardino, Rufy, Usopp, Zoro, Chopper, Franky e Brook le sorridevano, ognuno stringendo qualcosa tra le mani.

«Che… cosa vuol dire?», la cartografa domandò, confusa, ma Robin le fece cenno di avanzare e lei ancora una volta obbedì, esitante. Raggiunse i compagni, che la attorniarono festanti, poi ognuno le porse l’oggetto che teneva tra le mani. Il primo fu Zoro, che sbuffando le infilò al polso un bel bracciale d’oro scintillante che s’intonava perfettamente al vestito. Poi Rufy si fece avanti, mostrandole entusiasta un foglio di carta spiegazzato che avrebbe dovuto ritrarla.

«Pss, Rufy-san! E’ il regalo sbagliato!», sussurrò Brook al capitano, che ridacchiando rimise in tasca il foglio e le porse un paio di bellissimi guanti bianchi, anche quelli palesemente intonati all’abito che indossava.

Dopodiché fu la volta proprio di Brook, il quale le porse un paio di mutandine in pizzo –la reazione di Nami non fu entusiasta come per gli altri doni, soprattutto quando lo scheletro la pregò di indossarle- (riuscì ad evitarsi una seconda morte prematura solo consegnando alla compagna il suo vero regalo, una boccetta di profumo all’essenza di agrumi).

L’ultimo a consegnarle il proprio regalo fu Usopp, che fece un passo avanti e le poggiò sul capo una graziosa coroncina.

«Waah- adesso sembri davvero una principessa delle fiabe, Nami!» esclamò Chopper, agitando le zampette.

«Sì, finalmente sei pronta per andare! Forza, non perdiamo tempo!» Rufy saltellò sul posto, eccitato, prendendo a trascinare la ragazza –che solo in quell’istante si accorse di essere scalza- verso il ponte.

«Aspett… aspetta, Rufy! Andare dove, si può sapere?!»

Il capitano ridacchiò. «Shi shi shi shi… vedrai!»

Anche Usopp e Zoro si avvicinarono, aiutando Rufy a tenere ferma la compagna e sollevarla.

«Noi abbiamo fatto del nostro meglio, adesso non ci resta che affidarla al principe!»

«Che… di che principe parli, Usopp? Aspetta, che diavol..-». Per sua sorpresa, Nami si sentì sollevare dai tre e poi venne letteralmente lanciata in aria, oltre lo scafo e poi giù dalla nave. Fu in quei pochi secondi, nei quali attese di scontrarsi con la superficie dell’acqua, che d’improvviso ricordò che la Thousand Sunny era attraccata ad una piccola insenatura rocciosa… di male in peggio.

Mi schianterò, fu tutto ciò che riuscì a pensare, ma poi riprese coraggio… si fidava di Rufy e gli altri. La caduta durò pochi istanti, dopodiché Nami si sentì afferrata da un paio di braccia forti e familiari, e l’intenso odore di spezie, fumo e salsedine che negli ultimi tempi la mandava fuori di testa la avvolse completamente.

Come aveva fatto a non pensarci prima… chi altri oltre a lui poteva essere il principe?

A ripensarci, le era sembrato un po’ strano non trovare Sanji ad accoglierla insieme agli altri, ma si era detta che sarebbe sbucato da un istante all’altro dalla cucina, magari portando una torta gigante come suo solito. Si sarebbe aspettata tutto tranne questo… ma ecco che finalmente tutto andava al suo posto, le allusioni di Robin dopo che si era ritrovata a confessarle che forse aveva cominciato a provare qualcosina per Sanji, l’abito da principessa, il trucco, i regali… sbuffò, arrossendo furiosamente. Quelli erano matti, dal primo all’ultimo.

Il giovane chef la tenne stretta tra le braccia per quello che le parve un tempo infinitamente lungo, ma in realtà si trattò di appena pochi attimi. La poggiò al suolo con delicatezza, assicurandosi che il terreno fosse sgombro da sassi o oggetti appuntiti, poi lentamente s’inginocchiò al suolo. Delicatamente prese il piede di lei tra le mani e lo sollevò, adagiandolo con cura in una graziosa scarpetta nera e bianca –sperare nel cristallo sarebbe stato troppo, naturalmente-, poi fece lo stesso con l’altro piede. Infine, spostò il suo peso su un ginocchio ed allungò la mano destra verso di lei, dedicandole il migliore dei suoi sorrisi.

«Principessa… vorrebbe onorare questo umile principe della sua compagnia, stasera?»

Avrebbe dovuto aspettarsi una cosa del genere da Sanji-kun… proprio adesso che si sentivano vicini ogni giorno di più, proprio adesso che Nami avrebbe avuto qualche problema a definirlo solo un amico, proprio adesso che il suo sorriso le sembrava così incredibilmente bello e proprio adesso che il cuore si lanciava in corse pazze ogni volta… come avrebbe potuto dirgli di no?

Poteva sentire chiaramente Robin ridacchiare a bordo della nave quando allungò una mano e la posò su quella aperta di lui, sussurrando «Mi farebbe estremamente piacere».

Vide i lineamenti di Sanji aprirsi in un’espressione di pura euforia alle sue parole, tanto che in pochi istanti si sentì lei stessa colmata di quella felicità. Sembrava tutto perfetto, almeno fino a che Franky non si affacciò dal parapetto della Sunny, sbracciandosi e urlando per farsi notare.

«Oooy, fratellini! Smettete un attimo di farvi gli occhi dolci e guardate il mio suuuper regalo! Da quella parte!». Il cyborg indicò un punto a qualche metro dai due, e fu a quel punto che Nami la notò… e si sentì sprofondare. Era una carrozza –pacchiana come solo un qualcosa costruito da Franky poteva essere-, trainata nientemeno che da… Chopper.

«Nami, questo è il mio regalo per te!» esclamò la renna, sfregando allegramente gli zoccoli sul terreno.

Avanti, non si aspettavano mica che lei salisse su quella… cosa…?

«Ehm, Nami-san…». Sanji unì le mani in segno di scusa, un po’ rosso in viso. «Questa è una loro aggiunta, io avevo proposto di portarti in braccio ma loro volevano rendersi utili… ti va ancora di cenare con me, vero?»

La ragazza incrociò le braccia al petto, lanciando occhiate di fuoco ai compagni che la salutavano ridendo dalla nave. «Avresti dovuto fermarli», sbuffò, non riuscendo ad evitare di sentirsi presa in giro. A giudicare dal comportamento degli altri, probabilmente ormai tutti quanti erano a conoscenza dei suoi sentimenti per il cuoco…

Robin, non avresti dovuto farlo!

«Lo so, ti chiedo scusa… ma per favore, non cambiare idea! Ho preparato un tavolo solo per noi sulla spiaggia qui vicino, e cucinato i tuoi piatti preferiti… sarà bello, vedrai».

Sì, e domani tutti quanti mi prenderanno in giro… Zoro e Usopp non faranno altro che rivolgermi allusioni ridicole tutto il giorno.

No, aspetta… non doveva lasciarsi scoraggiare da motivi del genere. Si fermò un attimo a riflettere; meglio sopportare le chiacchiere degli altri tutto il giorno o rinunciare ad un’intera serata da sola con l’uomo che l’amava palesemente e che da qualche tempo riusciva a farla impazzire con uno sguardo?

Era inutile, non poteva pensare di rinunciarci. Perché per quanto avesse tentato di evitarlo, per quanto ancora le sembrasse impossibile, per quanto tentasse ogni giorno di far finta di niente… Nami era innamorata pazza di quell’idiota, e non avrebbe potuto sperare in niente di meglio dell’occasione che lui le stava offrendo quella sera.

«Va bene, va bene, hai vinto… ma solo perché non voglio che il cibo che mi hai cucinato vada sprecato, okay?»

Era una bugia, naturalmente, perché entrambi sapevano perfettamente che Rufy sarebbe stato ben felice di offrirsi volontario per ovviare al problema. Una bugia talmente palese che Sanji non poté fare a meno di scoppiare in un riso liberatorio … aveva progettato quella serata da settimane, e per fortuna tutto era filato più liscio di quanto sperasse.

Nami-san era più bella che mai mentre lui l’aiutava a salire sulla ridicola carrozza che li avrebbe condotti alla spiaggia, le avrebbe offerto i piatti più deliziosi mai preparati, avrebbero cenato insieme sotto la luce della luna… e finalmente, quella sera, Sanji le avrebbe offerto se stesso e tutto il proprio amore, sperando disperatamente di venir ricambiato.  

«Oooy, stupido principe… vedi di riportarcela tutta intera!» gridò Zoro con un ghigno.

«Naturalmente mi prenderò cura di lei, spadaccino inutile… non c’è neppure da chiederlo». Rivolse un cenno di saluto agli amici si voltò verso la navigatrice, sorridendole dolcemente. «Pronta ad andare, principessa?»

«Pronta a seguirti, mio principe… ma sappi già da adesso che dovrai pagar cara la mia compagnia ~» Nami sorrise, gli occhi colmi di eccitazione e le guance in fiamme, e poi tirò fuori la lingua, certa che entrambi avessero inteso perfettamente che tipo di pagamento aveva in mente… e qualcosa le suggerì che, anche negli anni a venire, Nami non avrebbe mai, mai scordato quel compleanno.

 

 

 

   
 
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