Pioggia come lacrime.

La pioggia batte frenetica contro il vetro della finestra che Sanzo sta osservando quasi ossessivamente. Vista da fuori, le gocce che rigano il vetro potrebbero sembrare lacrime sul suo viso. Forse questo pensiero rispecchia perfettamente il suo stato d'animo.
Non so da quanto tempo lo sto osservando, in silenzio. Probabilmente troppo. Sicuramente starà pensando che questo non è da me. Ormai sarà certo della mia stranezza. Bah, che pensi un po' quello che vuole, in fondo non potrei dargli torto.
"Hakkai, hai intenzione di rimanertene lì imbambolato ancora per molto?" Il suo improvviso parlare mi sorprende, al punto che per qualche istante non riesco a muovere nessun muscolo. E' strano che rivolga la parola a qualcuno durante le giornate di mal tempo, non che io sia molto diverso da lui d'altronde.
Finalmente riesco a riacquistare il mio solito sorriso. Ormai è così facile mostrarmi allegro. "Oh, scusa Sanzo." Con un gesto m'invita ad avvicinarmi, ed io non me lo faccio ripetere due volte. Cerco posto sulla cassapanca che Sanzo ha battezzato come divanetto per questa notte, finendo inevitabilmente per sfiorare con la schiena una delle sue gambe ripiegate contro il vetro alle mie spalle. Mi sfugge un brivido, e lui sicuramente se n'è accorto. Lo so, è sciocco da parte mia comportarmi in questo modo, ma non mi è possibile fare altrimenti, non riesco a reprimere queste sensazioni.
Punta i suoi bellissimi occhi verso di me. "Ti penti mai degli errori che hai fatto in passato?"
La sua domanda mi prende un po' alla sprovvista. "Perché me lo chiedi?"
"Io lo faccio, continuamente."
"... anch'io."
"..."
"Però, se non avessimo fatto quegli errori, non ci troveremmo qui in questo momento, e non saremmo come siamo adesso. Forse saremmo più felici, ma non lo potremmo mai sapere."
"Credo sia per questo che rimpiangiamo gli errori fatti in passato. Non sappiamo come sarebbe andata a finire e quindi ci aggrappiamo alla speranza che, se avessimo preso una decisione diversa, tutto sarebbe andato per il meglio. Patetico."
"Non è patetico, è umano."
Ormai ha ripreso a osservare la pioggia che cade dal cielo. "Sanzo."
Si volta di nuovo verso di me. "Cosa?"
"Ti penti che gli eventi ci abbiano portato dove siamo adesso? Di trovarti ora, qui, con me?"
Gli sfugge un sorriso sghembo alla mia domanda forse un po' sciocca, piena di insicurezze. In fondo, tutta la nostra vita è un mare d'insicurezza e indecisione. Saremo ancora vivi domani?
"Cambierei tante cose del mio passato, lo sai. Ma sono felice di averti incontrato." Una sua mano affusolata mi sfiora lo zigomo, un tocco così delicato da potersi definire una carezza. Il cuore pompa più veloce, mentre mi concedo un sorriso sincero. Niente maschere, per una volta. Solo con lui.
"Grazie." Speriamo non se ne penta mai.