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Autore: CathLan    04/07/2012    10 recensioni
One shot Ziam che mostra l'amore che nutre Zayn nei confronti del caro Liam.
-«Vorrei passare una notte con te» ammise, chiudendo gli occhi per la pesantezza di quella confessione.
Zayn vacillò, insieme a tutto il suo dolore e la sua tristezza e la sua solitudine. Era da mesi che una richiesta come quella non abbandonava la bocca del suo amante e ora, proprio ora che stava cadendo tutto a pezzi come un castello di carte posto nel bel mezzo di una tempesta di sabbia, gli stava chiedendo di tornare a vivere una notte nel piacere, tra le sue braccia, affondato nel suo corpo. Non sapeva se esserne arrabbiato o contento, perché proprio non se l'aspettava. Perché se le sigarette e le canne erano il latte ed il miele, allora Liam era l'ape regina, il bianco, il bicchiere e il cucchiaio, magari anche lo zucchero. [..]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 || I'm lost without you ||

I'll leave my room open till sunrise for you
I'll keep my eyes patiently focused on you
Where are you now?
I can hear footsteps I'm dreaming

And if you will, keep me from waking to believe this

 


 

Buona salve!
Non so ultimamente che mi succede, ma sono molto ispirata e continuo a scrivere, quindi mi sa che dovrete sopportarmi ancora per un po', scusate se continuo a rompere c':
Questa volta la One shot è dedicata ad una coppia che è quasi al pari della Larry Stylinson a mio parere, sì, sto parlando della Ziam. Di loro due scrivo poco perché mi capita sempre di scrivere di uno Zayn disperato, rifiutato dalla paura di Liam e mi dispiace, perché vorrei fossero felici insieme, almeno nelle mie storie ;_;
Anyway, in questa OS ho cercato di far percepire tutto l'amore che traspare anche nella realtà negli occhi di Zayn quando si soffermano su Liam anche solo un istante e spero di riuscire a descriverlo bene. Ci tengo molto a far capire quanto davvero Zayn lo ami, in un modo tutto suo *
piange per sempre*
Bene, finisco col dire che la OS è ispirata alla canzone dei Simple Plan I'm lost without you che è molto triste e mi fa commuovere sempre ç^ç
Quindi, per finire ringrazio Fiby_Elle
che è una sostenitrice accanita della Ziam e che mi ha spronata a scrivere questa One shot.
Spero vivamente vi piaccia, davvero.
Un bacio grande grande xx

Buona lettura.


                                                                                        


L'ultima volta che Zayn era andato dal tatuatore deciso a farsi marchiare sulla pelle interna dell'avambraccio un microfono, si aspettava un dolore molto più pungente delle passate volte -nel quale i tatuaggi erano sempre stati piuttosto piccoli e vuoti- così, quando il ragazzo ricoperto quasi completamente da scritte e disegni destinati a non andarsene mai più aveva disinfettato la zona interessata e avvicinato il piccolo ago Zayn aveva strizzato gli occhi e pensato alla cosa più bella che gli fosse mai capitata. E tra tutte le cose, tra tutti i sogni realizzati, le labbra sfiorate, i corpi abbracciati e gli occhi incontrati era apparso Liam, tanto bello e vero che a Zayn venne quasi voglia di alzare una mano e cercarlo davanti a sé. Quando poi l'ago era penetrato dentro il primo stato sottile di derma lasciando andare l'inchiostro e il dolore non era effettivamente stato come se l'era immaginato aveva deciso di riaprirli gli occhi, perché in fondo immaginare Liam era tanto semplice, quanto doloroso. Perché Liam seppur fosse la cosa migliore, la più bella e strepitosa che gli fosse mai caduta tra le mani in un giorno qualunque era anche l'unica che desiderava con tutto sé stesso, senza poter però avere.
Ma alla fine non è forse sempre così? Le cose che si desiderano con tutto il cuore sono proprio quelle inarrivabili, quelle troppo lontane per poter essere strette al petto, lo aveva detto anche Liam un giorno, in una di quelle interviste a coppia che avevano fatto insieme. E nel dirlo l'aveva guardato sorridendo, come se poi la gente potesse non rendersi conto della paradossalità del momento, di quella frase sputata fuori da labbra che avevano lambito il sognatore e poi l'avevano lasciato marcire in un angolo del mondo reale.
E che la vita è una fottuta stronza questo Zayn lo sapeva fin troppo bene, ciò che non riusciva a mandar giù era l'essere obbligato a viverla quella fottuta vita, arrampicandosi, cadendo, riprovandoci, correndo, affannando per vivere al meglio, come se poi quella vita l'avesse scelta davvero, come se l'avesse cercata lui stesso. La vita è un dono destinato a finire nell'immondizia che è la morte stessa, a volte è un dono utile, capace di rendere qualcosa, molte altre è semplicemente uno spreco di tempo e fatiche.
Il dono di Zayn, la sua vita, era una mezza verità tra le due cose. Non era né completamente redditizio, né completamente inutile, un dono già mezzo rotto con attaccati fin troppi ricordi per poter essere buttato via prima del tempo.
Ciò che però permetteva a Zayn di movimentare quel dono, di farlo sembrare bello almeno per qualche ora era il fumo, in qualsiasi forma esso si mostrasse. Provare a sentirsi davvero vivi, dopo aver passato così tanto tempo da automi, a percorrere una strada così buia e tetra e triste, era l'unica vera soddisfazione, insieme alla musica, certo. Così Zayn ormai sull'orlo di un precipizio che era arrivato a lui senza che fosse costretto a muovere un sol passo aveva preso a fumare, a mangiare poco, a dimagrire, ad avere costanti occhiaie e sentimenti spenti. In quel modo non pensava e non sentiva, Liam non c'era, era accanto a lui ma non davvero. Lo toccava, ma non c'erano dita sulla sua pelle capace di fargli sobbalzare il cuore. Era finalmente vivo, pur essendo morto.
I ragazzi tuttavia quella sua scelta, quel suo modo di aggrapparsi a salvezze effimere e autodistruttive non lo accettavano e ben presto per poter far andare avanti serenamente il gruppo fu costretto a smettere, vivendo di nicotina. Come se dopo aver bevuto latte e miele per anni, un giorno un uomo scopre di essere diabetico ed è quindi costretto a bere solo latte e il sapore lo sa che non è lo stesso, che non è buono e non lo fa stare bene come prima, ma cosa ci può fare? Meglio la vita, no? Ma no, perché a Zayn quella vita faceva proprio schifo, perché non c'era vita senza Liam accanto, non c'era sorriso o cuore palpitante. E se nemmeno quella relazione disagiata e mezza campata in aria con una delle cantanti delle Little Mix lo faceva sentire bene allora cosa gli rimaneva? Niente, un involucro vuoto posseduto da tristezza e povertà. Da dolore e rammarico. Da sogni realizzati solo per un'istante e poi destinati a svanire, effimeri come bolle di sapone che poco prima di arrivare alle amate nuvole esplodono in misere gocce finendo miserabili nel suolo.
Zayn, di tutto ciò, di tutta questa faccenda era stanco come si è stanchi di un'abitudine. Come si può essere stanchi di percorrere sempre la stessa strada o di esercitare per trent'anni lo stesso lavoro insoddisfacente.
Zayn era stanco della vita, perché era diventata stretta, così stretta da opprimerlo. E ora che non aveva Liam, non aveva il suo miele e i suoi sogni irrealizzati e perseguibili non gli rimaneva che camminare senza avere neppure una meta.


                                                                                                                                                                 ***


«Devi smetterla, mi fai solo innervosire» brontolò Harry, seduto accanto a lui nei posti dietro, sulla macchina dello staff che li stava portando dall'aeroporto a casa Stylinson.
Avevano deciso di rimanere tutti lì per quella notte, per salutarsi per bene prima di tornare per un po' di tempo alle loro normali vite e poi ancora là fuori, sbattuti in qualche posto a cantare canzoni, a sorridere come se un domani non esistesse.
«Di far cosa?» chiese, continuando imperterrito a tamburellare le dita sul vetro. In sequenza ritmica, indice, medio, anulare, mignolo, mignolo, anulare, medio, indice.
Il ragazzo riccio si sporse su di lui e gli fermò la mano con la propria. «Di fare questo, smettila.»
Sbuffò e incrociò le braccia, offeso. «Non mi fate fumare, sono nervoso.»
«Tu sei sempre nervoso» lo corresse Niall, l'irlandese dai grandi occhi blu, seduto accanto a Harry.
«E quindi? Datemi le mie cazzo di sigarette e mi calmo.»
Louis, seduto nei posti davanti con Liam ridacchiò e lanciò indietro le sue Lucky Strike. «Tieni e calmati.»
Zayn gliene fu immensamente grato. Aprì rapidamente il pacchetto e ne tirò fuori una sigaretta, se l'accese e inspirò la nicotina, intrappolandola per qualche istante nei polmoni gonfi. «Grazie Lou» buttò fuori il fumo insieme alle parole e Harry, seduto accanto a lui prese a tossire convulsamente.
«Mi entra in gola!» si lamentò quest'ultimo, Louis disse subito all'autista di abbassare tutti i finestrini, seppur l'aria condizionata fosse accesa al massimo.
Era sempre così con loro, sempre un casino, una ciancia unica. Zayn si voltò verso il finestrino e l'aria gli sferzò in faccia colpendolo come uno schiaffo. Si sentì bene, libero, e si disse che forse avrebbe potuto fare paracadutismo un giorno o l'altro, appena la paura delle altezze se ne fosse andata del tutto. Gli piaceva la sensazione del vento che ti spinge, invisibile ma forte, un po' come i sogni che irrefrenabili scorrono in giro, ma che poi alla fine sono chiusi nella testa di chiunque, come l'aria che è ovunque, libera e poi prigioniera.
Tornò con la testa rivolta in avanti non appena finì la sigaretta. Davanti a sé aveva proprio la nuca di Liam, poteva intravedere qualche neo, i capelli chiari color biondo scuro e il collo lungo.
Strinse a pugno le mani abbandonate sulle ginocchia e chiuse gli occhi, abbandonando la testa all'indietro, in modo da fare credere a tutti che stesse dormendo, come faceva sempre. Non gli era mai piaciuto il casino, lui era un tipo tranquillo, riservato, uno di quelli che si fanno i cazzi propri e vivono serenamente così.
Ma da quando conosceva Liam, in qualche modo la sua mente era divenuta il caos più assordante, un dolore continuo, colori vividi e poi il buio, da qualche parte silenzio e poi grida, forti, strazianti. Forse lui che gli urlava di smetterla di mentire, di far finta che andasse tutto bene, che non era giusto che Danielle non lo sapesse, del loro amore. Poi girando a vuoto si potevano sentire i sussurri, di quando a letto, finito di fare l'amore si dicevano d'amarsi, stringendosi forte e poi prendendosi, sudati e ansanti tra le lenzuola che sapevano di loro e di sesso. Probabilmente se cercava a fondo Zayn avrebbe trovato anche il loro primo bacio, quello dato per sbaglio all'epoca di X Factor e che aveva fatto nascere tutto. Lui era persino arrivato prima di Danielle, prima di tutto a dirla tutta. Lui era stato tutto.
«Ci siamo Bella addormentata!» ululò nel suo orecchio Harry, correndo poi giù di tutta fretta dalla macchina per non ricevere un pugno nelle costole.
Zayn aprì gli occhi e si leccò le labbra, in modo da inumidirle. Il caldo era asfissiante, incollava la pelle. Aprì la portiera e scese. I ragazzi erano già dentro casa, forse seduti sul divano a mangiare e guardare la televisione.
«Hey.»
Non se l'aspettava, così sobbalzò spaventato. «Non ti avevo visto» disse, voltandosi verso Liam seduto sugli scalini che davano all'entrata.
«Tutto bene?» chiese il biondo, mettendo su un sorriso falso.
«Sì, tu? Sei contento di essere tornato?» fece a meno di aggiungere “dalla tua fidanzata”, perché comunque sapeva di averlo fatto intendere con lo sguardo. I suoi sguardi parlavano, lo sapeva.
Liam fece spallucce, senza dargli soddisfazione. «Vedrai Perrie?»
«No, è in Scozia con le altre.»
Il più piccolo ne sembrò colpito, perché sgranò gli occhi ambrati. «Non lo sapevo.»
Zayn annuì soltanto, non sapendo che altro dire e infilò le mani nelle tasche dei pantaloni.
«Quindi non avrai molto da fare» riprovò Liam.
«Immagino di no.»
«Capisco» non stava dicendo tutto, c'era qualcosa in fondo alla gola pronto ad uscire.
«Cosa vuoi Liam?» sbottò innervosito, facendo segno con la testa di sputare fuori il nocciolo della questione.
«Vorrei passare una notte con te» ammise, chiudendo gli occhi per la pesantezza di quella confessione.
Zayn vacillò, insieme a tutto il suo dolore e la sua tristezza e la sua solitudine. Era da mesi che una richiesta come quella non abbandonava la bocca del suo amante e ora, proprio ora che stava cadendo tutto a pezzi come un castello di carte posto nel bel mezzo di una tempesta di sabbia, gli stava chiedendo di tornare a vivere una notte nel piacere, tra le sue braccia, affondato nel suo corpo. Non sapeva se esserne arrabbiato o contento, perché proprio non se l'aspettava. Perché se le sigarette e le canne erano il latte ed il miele, allora Liam era l'ape regina, il bianco, il bicchiere e il cucchiaio, magari anche lo zucchero.
«E Danielle?» meglio mettere le mani avanti.
Il biondo lasciò penzolare all'indietro la testa, in modo da rimirare il cielo nuvoloso di quel pomeriggio. «Gliel'ho detto l'altra sera, tutto, siamo un po' in crisi.»
«E cosa vuoi da me?»
«Voglio sapere se sei disposto a perdonarmi, a ricominciare e passare sopra a tutte le ferite e le cicatrici, perché devo sapere se ne vale davvero la pena di rinunciare a tutto per te.»
«Sì» sì ne valeva la pena, sì era disposto a perdonare, a coprire finalmente le cicatrici, a lasciare scivolare via tutto il dolore, se ciò fosse bastato a far tornare Liam sarebbe stato disposto pure a uccidersi e rinascere.
«Come fai?» gli occhi di Liam si abbassarono insieme al volto, arrivando all'altezza di quelli nocciola e infiniti di Zayn.
«A fare cosa?»
«A dire di sì dopo tutto quello che ti ho fatto.»
«Perché per quanto tu mi abbia calpestato e mandato a fondo, l'unica cosa capace di farmi rialzare e riprendere a camminare sei tu. Liam ho sperato per mesi che tu mi chiedessi una cosa simile, la speranza era quasi al limite ormai. Ho cercato di non pensarti in ogni modo e non ci sono mai riuscito, sei dentro di me tanto quanto ci sono io. Tu mi salvi.»
Liam sorrise, come non faceva da tempo. Sorridendo anche con gli occhi, risucchiandoli con le guance, gli si avvicinò abbastanza per poterlo afferrare e portare contro di sé. Lo strinse in un abbraccio talmente disperato che le gambe si sarebbero piegate se solo l'uno non avesse sorretto l'altro.
Erano tornati. La vita di Zayn ora era diventata un dono speciale, qualcuno aveva sistemato quel giocattolo rotto, finalmente.
                                         

                                                                                                                                                                 ***


Zayn non era niente senza Liam, non era un cantante, un ragazzo di diciannove anni, non era un sognatore, non era una persona.
Con Liam invece poteva essere tutto, persino uno di quegli insetti fortunati che riescono a schivare il parabrezza della macchina* senza schiantarsi, uno di quelli che continuano a volare, imperterriti, portati avanti dal vento freddo e convulso.
Zayn poi era un tutt'uno con l'universo quando con il cazzo affondato nel suo culo, si muoveva spasmodicamente, uscendo e poi entrando tutto d'un colpo, sudato e sereno come mai prima.
Zayn era tutto, veramente tutto, qualsiasi cosa, quando Liam dopo aver fatto l'amore per tutta la notte lo stringeva e cantava, dedicandogli canzoni d'amore. E lo stringeva forte, come per farlo entrare nel suo petto largo, forse abbastanza da farcelo stare tutto, proprio accanto al cuore che rapido batteva il tempo.
Perché di tutta quella fottuta vita, di quel dono a volte inutile, a volte importante come nessun altro, Zayn era sicuro soltanto di una cosa: senza Liam sarebbe stato il nulla più assoluto. Non ci sarebbe stata né vita, né morte.


*questa frase è più o meno copiata dal verso di una canzone degli Owl City “Honey and the bee”. 

  
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