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Autore: the best girl    04/07/2012    7 recensioni
C'era una volta, tanto tanto tempo fa, una famiglia di stirpe regale di cui l'ultima discendente giunta fino a noi è Elena. Ora abita sola nella tranquilla cittadina di Sunset Valley. Mille avventure, mille paure, un amore da favola...di questo sarà fatta la sua vita.
Un'ultima cosa...ricordatevi che gli occhi sono lo specchio dell'anima.
Genere: Drammatico, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nuova vita, più chiarezza
 




Eccoci qui, lei è Elena Oltremare. Si è appena trasferita in questa meravigliosa dimora grazie all'eredità finora accumulata. Suo padre l'ha lasciata da poco ed è per questo che ha voluto allontanarsi dalla casa di famiglia. Troppi ricordi la legavano a quel posto: le altalene, i fiorellini fatti crescere insieme a mamma e papà, il pesciolino rosso...
Basta, era il momento di conoscere gente nuova, così Elena si recò alla biblioteca del paese: si, amava le biblioteche perchè poteva contare sempre su un pizzico di compagnia e un pizzico di solitudine, oltre al fatto che aveva l'innata dote della scrittura. Ora doveva cavarsela da sola, così una volta uscita dalla biblioteca pensò di andare a fare un po' di spesa per la sera, approfittando anche del supermercato per fare nuovi incontri.
Una volta a casa di preparò una ciotola di insalata e mais, si fece un bagno caldo e andò a dormire, abbandonandosi tra le coperte e facendosi cullare da innumerevoli sogni...La prima notte sembrò passare serena.
Ad un tratto il campanello suonò: chi mai poteva essere? Elena andò ad aprire...c'era sua madre.
"Mamma che ci fai qui? Come mi hai trovato?"
"Tesoro non ti arrabbiare, ma settimana scorsa ti ho sentito parlare con l'agente immobiliare e allora..."
"Ti avevo chiesto di lasciarmi stare, di farmi vivere la mia vita, ma sei così ostinata!"
"Amore ti voglio bene, torna a casa, mi manchi!"
A quelle parole tutta la rabbia svanì e si abbandonarono entrambe in un tenero abbraccio.
"Mamma dai basta...senti non puoi chiedermi di tornare a casa, non riuscirei neanche a mettere un piede sull'uscio"
"Ma io da sola non posso farcela, e non chiedermi di vendere quella casa, ci sono troppo affezionata"
"Facciamo così, puoi restare qui se vuoi e io non ti manderò via; te ne andrai quando ti sentirai pronta"
"Grazie Ele, grazie..."
"Ad una condizione: promettimi che non intralcerai la mia vita, ormai sono una donna adulta che sa badare a se stessa (*o almeno spero*)
"Certo certo non ti preoccupare, ma ricordati che io per te ci sarò sempre".
Si misero a parlare del più e del meno, rievocando talvolta i felici momenti passati in famiglia. Cenarono insieme e quando ormai la luna era già alta e splendente nel cielo Elena accompagnò la madre nella seconda camera da letto, situata al piano di sopra. Elena scese nella sua stanza e si sdraiò sul letto, ma non riuscì a prendere sonno, così si mise a leggere un libro della sua scrittrice preferita, Jane Austen. Pian piano le si chiusero gli occhi: era ora di dormire.
Ahimè la notte non passò tranquilla come la precedente: sognò suo padre, che si trovava nel salotto della loro vecchia casa e lei era lì, come se osservasse la scena dall'alto. Ad un certo punto una figura indistinta si pose davanti al padre e sparò...
Elena si svegliò improvvisamente tutta sudata, era quasi stupita di non aver gridato. La sveglia segnava circa le tre; andò in cucina e si preparò una camomilla, cercando di non far rumore. Non riuscì nell'intento, la madre stava già scendendo le scale.
"Mamma!" , Elena corse incontro alla madre e scoppiò a piangere. Non aveva mai sognato suo padre, e di certo non mentre qualcuno gli sparava. Suo padre era morto in ospedale in seguito ad un incidente automobilistico, era così, le avevano sempre detto così. Decise per il momento di non raccontare ciò che aveva realmente sognato alla madre, avrebbe fatto chiarezza da sola. Si rimisero tutte a letto, aspettando il sorgere del sole.
Una voce però rieccheggiava nella stanza di Elena, o così le pareva, una voce maschile...
e la sveglia suonò.

Non si poteva continuare così; le notti seguenti furono accompagnate da incubi, urla, camomille... Avrebbe fatto chiarezza sulla morte del padre, ma senza l'aiuto di Carla, sua madre.
Con la scusa di uscire per rifornire il frigorifero, Elena andò in ospedale, sperando di trovare informazioni utili. Una giovane infermiera era dietro la scrivania, intenta a scartabellare tra mille fogli.
"Buongiorno" le disse Elena "scusi, mi chiedevo se avevate in archivio la cartella di Antonio Oltremare e se era possibile vederla, sono la figlia...è morto circa un mese fa..."
"Aspetti...ecco ecco...no questa no, questa nemmeno...ah eccola qui, Antonio Oltremare"
"Posso vederla?"
"Dica a me quello che le serve, qui le mani le metto io, ci tengo all'ordine"
"No ecco, vorrei sapere la causa del decesso"
"Di suo padre?"
"Si"
"...guardiamo" ...
"Mi dispiace, non me lo so spiegare ma quel foglio non c'è...eppure ci deve essere, è tutto pinzato insieme..." Elena aveva troppa fretta, non poteva aspettare in eterno.
"Va bene, non importa, grazie lo stesso devo scappare, arrivederci"
"Ehm...ah si...arrivederci"
Elena aveva molte idee per la testa: "che sia ancora vivo? In fondo la bara era già sigillata e il corpo di mio padre non l'ho mai visto..." , "che qualcuno l'abbia ucciso e abbia nascosto le prove?..No non siamo nei film americani..."
Non ci capiva più niente di questa storia, non sapeva che pensare, ma voleva andare fino in fondo, anche a costo di ricevere una delusione. Poi le venne in mente all'improvviso una lontana parente, una cugina di suo padre, che aveva rivisto dopo anni al suo funerale. Era una certa Angelica che, pensandoci bene, abitava a pochi isolati da lì. Vi si recò immediatamente.
Era una donna sulla cinquantina, con un buon portamento, amichevole e, secondo varie voci, era Angelica di nome e di fatto: era la bontà in persona. Era un'assistente sociale, specializzata nel settore adozioni: adorava i bambini. Elena sperava che la cugina, una volta suonatole, si ricordasse di lei e così fu.
"Buongiorno cara! Cosa ti porta da queste parti?"
"Ehm no così, avevo voglia di salutarti e poi guarda caso ero già nei paraggi..." mentì Elena.
"Non sei brava a dire le bugie, sei uguale a tuo padre...che succede?"
"Ho bisogno del tuo aiuto, vorrei che mi raccontassi di lui; negli ultimi tempi non abbiamo mai parlato molto, era sempre lontano...ma con te deve aver parlato, so che eravate molto legati..."
"Si questo è vero, ma non saprei che dirti, da dove partire..."
"Negli ultimi anni...si era messo in qualche pasticcio? Ti prego, ho bisogno di conoscere la verità!"
La verità* solo questo l'avrebbe di nuovo fatto dormire notti tranquille.





Spazio Autrice:

Saaaaaalve, o popolo di lettori/lettrici :)
Sono TBG, vi sarà capitato di vedermi nell' "ambiente" delle recensioni...beh, ora mi sono voluta cimentare io nello scrivere una storia.
Spero possa piacervi, e spero di leggere presto recensioni e consigli :)

Un grosso bacio,
TBG



 

  
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