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Autore: Akiccha    04/07/2012    1 recensioni
Una vampira come Sarah, potrà mai cavarsela senza nutrirsi del sangue umano? Lo scoprirete ben molto presto..
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era notte fonda ma io non dormivo ancora.. è difficile crederlo ma io non dormivo mai.

Ero in un bosco, mi stavo nutrendo del sangue di un coniglio, era doloroso vedere un animale soffrire, ma non potevo farci niente,  quello era il mio unico istinto, nutrirmi di sangue, e un istinto ancora più grande era quello di nutrirmi del sangue umano, cosa che per ora ero riuscita ancora a trattenere. Poco dopo essermi nutrita del sangue del coniglio mi avviai nella mia stanza e aspettai che arrivasse la mattina. Dovetti aspettare come sempre una lunga notte quando finalmente si fecero le sette, non avevo bisogno di lavarmi la faccia, ero già pulita e sveglia, quindi feci colazione, mi lavai i denti, lavando bene i miei canini appuntiti e mi misi l’uniforme scolastica.

Mi avviai nella 2° A, la mia classe, dicevano che oggi doveva arrivare un nuovo compagno, tutte le mie compagne erano eccitate ma a me non faceva né caldo né freddo, non mi interessava niente dei miei compagni, l’unica cosa che pensavo era quella di studiare. La Prof. Fece l’appello e quando sentii il nome Sarah Lores alzai lentamente la mano e poi la abbassai subito.  Ero una ragazza molto solitaria e non parlavo spesso, parlavo solo con le persone con cui avevo molta confidenza.. di aspetto fisico ero di statura media, avevo dei capelli lunghi mori, ero una semplice ragazza o in fin dei conti non tanto semplice, io sono una vampira, sono immortale e mi nutro del sangue degli altri esseri viventi, naturalmente nessuno sapeva questo mio segreto e nessuno lo verrà mai a sapere.

Finito l’appello la prof presentò il nuovo studente che si presentò scrivendo alla lavagna sporca di gesso il suo nome. Disse con voce debole ma allo stesso tempo decisa  “Salve, io sono George Grady, mi sono trasferito da New York a Londra, spero di trovarmi bene in questa classe.”  dopo questo la prof. Lo mandò a sedere vicino al mio banco visto che io mi sedevo sempre vicino a banchi vuoti era forse la seconda volta che mi trovavo vicino a un compagno di banco ma non gli parlai e rimasi in silenzio, lo osservai soltanto.. aveva dei capelli corti biondi e un’uniforme tutta stirata male, si vedeva che veniva da una città grande da quanto era trasandato. Dopo un po’ che lo osservai mi voltai verso la lavagna e cercai di capire la spiegazione della prof. Ma il ragazzo mi chiese  “Ciao, come ti chiami?” io non gli risposi e lui continuava ad insistere, così gli risposi con calma “Mi chiamo Sarah, comunque scusami ma sto cercando di seguire la lezione, mi faresti un favore se stessi zitto..” George tacque per cinque minuti e poi riprese a parlarmi dicendo  “Perché sei così fredda? Ti è successo qualcosa? Non mi sembri una persona normale” anche questa volta non gli risposi e lui subito dopo smise di fare domande, sapendo che era inutile.  Suonò la campanella ma io non mi mossi dal banco come tutti stavano facendo, presi solo, silenziosamente la merenda, neanche George si mosse e mi guardò, io irritata gli dissi “Senti.. che cos’hai da guardare?  Che cerchi di ottenere?” George rispose “Beh, io cerco di fare amicizia ma ho capito che con te è impossibile.. ciao.” e si alzo dal banco. Di colpo sentì un dolore al petto ma lo ignorai. Suonò di nuovo la campanella. I miei compagni si sedettero al loro posto, escluso George. “La ragazza scema”, ovvero come la soprannomino io, alzò la mano, la prof le diede la parola  “Cosa c’è Laurence?”, si chiamava Bridgette Laurence l’ho chiamata ragazza scema perché è una di quelle presuntuose amichette sceme che si credono chissà chi, “Scusi ma George? Non è in classe.. forse Sarah l’avrà trattato male, sa com’è fatta..” la prof rispose  “Scusa Laurence non sono affari tuoi quelli di Lores.. comunque visto che è la sua compagna di banco, Lores va a cercarlo e non perdere tempo.” Io scocciata risposi di sì e andai silenziosamente fuori dalla classe.

  
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