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Autore: Breatheunderwater    04/07/2012    2 recensioni
Quando si è ciechi di fronte al palese amore..
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Reita, Ruki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà solo di loro stessi; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.





Ryo” – colui che era appena stato chiamato in questione si voltò quasi spaventato per l'irruenza di quel richiamo.
“Si?” – si osservavano a vicenda, scrutandosi.
Taka rigido con i pugno stretti che si torturava il labbro inferiore.
Ryo sorpreso e curioso in attesa di un continuo...
“Ti amo” – uscì con un suono duro e secco, per niente romantico. Ryo spiazzato, per un momento, trattenne il respiro. In seguitò si rilassò mantenendo in voltò un'espressione fin troppo seria.
Ruki, come se avesse concentrato tutte le sue forze in quelle parole, si rilassò espirando l'aria trattenuta e si lasciò scivolare a terra. Non si aspettava niente. Nella sua testa ora regnava solo il vuoto, vuoto che precedentemente era stato riempito da quelle due semplici parole che, ora, avevano lasciato la sua testa per prendere piede all'esterno ed infine nella testa del suo destinatario.
Ryo continuava a fissarlo pensieroso, soppesava quelle due piccole ed innocenti parole, così dure e graffianti allo stesso tempo.
Non sapeva quali pensieri scegliere tra tutti quelli che gli frullavano per la testa, per poi trasformarli in parole.
Bastava un anche io... leggermente sussurrato, carico di tutta la dolcezza che Ryo conservava nel cuore.
Da quanto tempo ho aspettato questo momento... troppo per rovinarlo con parole di troppo.
Ho bisogno di te... ma non riusciva ad emettere suoni, non riusciva a risvegliarsi dallo stato catatonico in cui era caduto.
Taka, non aspettandosi niente, si alzò.
Riprese il ritmo regolare del suo respiro, raccolse la giacca poggiata sullo sgabello della saletta ed uscì, senza proferire alcuna parola.
Ryo rimase con lo sguardo fisso a terra, nel punto in cui Taka era crollato in ginocchio. Percepì il fruscio della giacca che strisciava contro lo sgabello, lo spostamento d'aria creato dal passaggio del piccolo Taka al suo fianco e il chiudersi della porta.
Cadde sulle ginocchia e rimase, per diverso tempo, a pensare.
Mai in vita sua aveva desiderato altro se non l'amore di Taka. Quante volte, in passato, aveva sognato di stringerlo? E da quando aveva smesso di farlo? Soprattutto.. perché non era uscito dall'involucro della sua fantasia e non aveva affrontato di petto la realtà dei suoi sentimenti? La paura di un rifiuto, c'è sempre lei a guastare i piani delle persone; anche se alla fine così è troppo facile, la colpa e sempre e solo di noi stessi: troppo deboli, troppo umani.
Il corridoio in cui si trova la saletta dove adesso Ryo piange, si riempe di fruscii e chiacchiere sommesse. Delicate arrivano alle sue orecchie, piccoli rumori che non vogliono disturbare l'animo inquieto di un uomo innamorato. Piano lo riportano alla realtà che, brutalmente, gli era stata sputata in faccia. Gli infondono coraggio, quel coraggio che non ha mai avuto per vedere oltre la sua fantasia e correre in soccorso del suo amato.
Ora cosciente e libero può correre.
Si infila la pesante felpa col cappuccio, afferra le chiavi e il casco e corre fuori dalla saletta. Passa veloce di fronte all'ascensore e, trovandolo occupato, percorre le scale saltando gli ultimi tre gradini per fare più in fretta.
La gente che passa lo saluta ma lui non ricambia, ha solo una persona in testa e finché non l'avrà raggiunta niente lo fermerà.
Infilandosi il casco monta sulla moto, spinge indietro il cavalletto, accende il motore e da gas.
Tante macchine, un rosso bruciato e qualche imprecazione.
Casa di Taka non gli era mai sembrata così lontana come ora.
Sfila il casco, sistema la moto alla bene e meglio vicino al muretto e si dirige verso la porta. Non suona, si china sporgendo verso destra e, alzando un vasetto, recupera la chiave di scorta. La infila piano nella toppa ed entra, si sfila le scarpe e, guardandosi intorno, non trovo la presenza di Taka. Sale le scale e si accosta alla porta chiusa della camera da letto. Non sente niente, ne pianti, ne musica, ne urla disperate, solo il silenzio più totale.
Bussa, due tocchi alla porta e squittisce la voce di un Taka spaventato.
“Chi è?” – a Ryo manca un battito.
“Io, sto entrando” – il suo tono non tradisce la paura e l'emozione.
Abbassa la maniglia e spalanca la porta, un Taka palesemente sconvolto giace sdraiato sul letto matrimoniale. Il suo sguardo dal soffitto si sofferma sul volto ancora
fin troppo serio di Ryo.
Il respiro di Taka è accelerato, non capisce se è per lo spavento causatogli dall'intrusione di Ryo o solo per Ryo.
Lo osserva mentre piano muove qualche passo nella sua direzione. La felpa troppo grande che lo fa sembrare più piccolo, le leggere occhiaie e i capelli biondi spettinati gli regalano quell'aria innocente di cui, anni ed anni fa, si era innamorato.
Lo osserva mentre, oramai ai piedi del letto, poggia le mani su questo per farsi perno e sporgersi in avanti. Poggia anche le ginocchia, sembra quasi un gatto.. pensa Taka.
Con movimenti lenti Ryo si sdrai al fianco di Taka e lo osserva. Con la mano destra gli scosta qualche ciuffo dal viso, a questo contatto Taka stringe gli occhi come se avesse paura di bruciarsi e di farsi male, molto male.
Taka riapre piano gli occhi incontrando quelli lucidi e leggermente rossi di Ryo.
“Perdonami..” – a questa singola parola Taka perde un battito, vorrebbe fuggire e sta per farlo se non fosse per la gentilezza e il calore che emana la mano del suo Ryo.
“Perdonami.. ti amo anch'io” – a queste altre parole Taka riprese quel battito appena perso e lasciò uscire da se tutte le preoccupazioni trasformandole in fiotti di lacrime.
Ryo cercò di asciugare quelle lacrime un po' amare e un po' dolci con la manica della sua felpa ma erano troppe. Si avvicinò a lui e prima di stringerlo a se e trasmettergli tutto il suo amore gli lasciò un bacio in fronte.
Taka si sentiva bruciare, nelle guance, nella fronte ed ora in tutto il corpo.
Quella notte bruciarono entrambi, stretti l'uno all'altro.

  
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