Film > Sherlock Holmes
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Autore: Dangerina15    04/07/2012    0 recensioni
Sherlock Holmes è conosciuto come il migliore investigatore di Londra...ma chi era in realtà quest'uomo prima di essere colui che tutti conosciamo? Come è diventato un investigatore? Questa fan-fic ripercorre l'infanzia del grande investigatore per arrivare alla vocazione del piccolo Sherlock Holmes
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mycroft Holmes, Nuovo personaggio, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La porta si aprì improvvisamente e solcò la soglia un uomo alto, brizzolato, sulla quarantina. Posò la sua borsa da lavoro a terra e a gran voce disse qualcosa.

<< Sono tornato.>>.

La sua voce risuonava allegra.

Una donna ed un ragazzino sui 13 anni gli si avvicinarono ed il ragazzino gli corse incontro, andandolo ad abbracciare forte.

<< Ciao papà>>.

<< Ciao Mycroft, piccolo mio.>> disse l'uomo che prese in braccio il tredicenne, facendolo girare e dandogli un bacio sulla guancia. Lasciò la presa del figlio e si diresse dalla moglie, baciandola.

Poi si guardò attorno, come se cercasse qualcuno.

<< Dov'è Sherlock?>> domandò l'uomo alla moglie. Lei fece cenno alle scale che portavano al piano di sopra dell'abitazione di quel piccolo quartiere londinese. L'uomo annuì e cominciò a salire i gradini della scalinata.

Trovatosi di fronte alla porta di legno di quercia che conduceva alla camera del figlio minore, lesse un foglio attaccato diagonalmente su cui era scritto:” Prego, entrare e disturbare.”. Seguendo le indicazioni dell'avviso, l'uomo aprì pian piano la porta.

La stanza era buia e vi era un ragazzino sui 10 anni che, con molta cura e attenzione, osservava una provetta di vetro con dentro del liquido giallo chiaro con solo la luce della candela puntata sul suo viso. L'uomo sorrise a vedere il figlio intento nei suoi “ esperimenti per aiutare il mondo”, così li chiamava, e si avvicinò a lui pian piano.

<< Papà, fermati lì >> disse ad un tratto Sherlock puntando gli occhi a metà della provetta. << O rischierai di mandare a monte l'esperimento che potrebbe sconvolgere l'universo. Non hai letto il cartello fuori?>> disse il ragazzino

<< C'era scritto entrate e disturbate.>> rispose il padre ironicamente

<< Oh papà, andiamo. Tutti sanno che si tratta di una doppia crittografia, cioè se la prima lettera della frase è una consonante, tutto il testo è lo specchio di ciò che vi è scritto. Perfino Mycroft lo sa.>> riprese il piccolo Sherlock.

<< Sei incredibile, Sherlock, indovini sempre chi entra nella tua camera e non hai mai bisogno di vederlo in faccia. Credo che tu abbia delle spiccate doti di deduzione, figlio mio. Ora lascia stare per un attimo i tuoi lavoretti e vieni a salutare tuo padre.>> rispose l'uomo allargando le braccia.

Sherlock si girò verso di lui, posò delicatamente la provetta sul tavolo e corse ad abbracciare il padre a cui voleva un bene infinito. Il padre diede un bacio al figlio e lo prese per mano.

<< La mamma ha preparato la cena, scendiamo insieme?>> disse. Il figlio annuì sorridendo e i due insieme scesero per la cena.

Tutto andava tranquillo, la cena si svolgeva regolarmente quando ad un tratto la madre dei due ragazzini cacciò un piccolo urlo.

<< Tesoro che succede?>> disse l'uomo vedendo la moglie spaventata.

<< Ho perso il mio anello, quello che mi avevi regalato per il nostro anniversario. Lo avevo fino a dieci minuti fa ed ora è sparito.>> rispose la donna triste. L'uomo incaricò i due figli di cercare l'anello per casa, in tutte le stanze e così anche i due genitori. Sherlock però considerava questa mossa una perdita di tempo, piuttosto doveva capire da quanto tempo la mamma non aveva più l'anello e così restringere il campo delle ricerche. Così si diresse dalla madre che cercava nel salotto della piccola casetta.

<< Mamma, potresti gentilmente mostrarmi la mano nella quale portavi l'anello di papà?>> gli chiese il figlio.

<< Certo, tesoro ma...non so a cosa ti serva.>> rispose la donna porgendo la mano sinistra al figlio.

Sherlock la guardò con attenzione, cercando i minimi dettagli nel dito che portava l'anello.

<< Mamma, tu hai perso l'anello circa 30 minuti fa, non dieci.>> cominciò ad un tratto Sherlock, attirando l'attenzione sia del padre che del fratello Mycroft.

<< Cosa dici, Sherlock?>> rispose la madre.

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<< Sta zitto Mycroft. Mamma, allora dicevo. Guarda qui.>> disse Sherlock e indicò l'anulare che portava l'anello. << Vedi questi segni, significa ti è scivolato quando hai fatto un movimento o sei andata a sbattere contro qualcosa, quindi una forzatura. Inoltre ci sono piccoli graffi ma sono già cicatrizzati, ciò significa che il tempo che hanno impiegato per diventare così può andare dai 30 minuti ai 40, ma visto che non sono ancora cicatrizzati del tutto, siamo sui 30.>>.

Tutta la famiglia guardò sbalordita il ragazzino che aveva appena dedotto dal solo sguardi di una mano, il tempo reale della perdita dell'anello.

<< Accidenti, Sherlock.>> disse la madre. << Ma non mi hai ancora detto dove si trova l'anello.>> continuò lei.

Per un attimo Sherlock tacque e riflettè, camminando avanti ed indietro per la stanza. Poi si fermò e tornò dalla famiglia.

<< Se non sbaglio, mamma, poco prima di andare a preparare la cena, quando è arrivato papà, lui è salito a chiamarmi, mentre tu hai posato la sua borsa da lavoro, giusto?>> chiese.

<< Si, esatto, ma non capisco...>>. Continuò la madre.

<< Seguitemi.>> riprese il ragazzino e condusse tutti allo studio del padre. Poi cominciò ad uscire dalla borsa di pelle del padre ( per altro medico) tutti le sue carte e ricette. L'uomo tentò di fermare il figlio ma all'improvviso qualcosa brillò nella sua mano.

<< Ecco l'anello, mamma.>> rispose Sherlock soddisfatto della sua impresa.

Il padre e la madre rimasero a bocca aperta e Mycroft andò a dare una pacca sulla spalla al fratello minore.

<< Incredibile, Sherly, come hai fatto a capirlo?>> domandò il fratello maggiore.

<< Semplice: visto che la mamma ha portato la cartella di papà qui e visto che la cartella di papà ha la cinghia della sua borsa difettosa perchè ha un dente di ferro fuori posto, ho pensato che la mamma, nel posarla sulla scrivania, abbia sfiorato la cinghia e che l'anello si sia sfilato rimanendo aggangiato alla cinghia, e che papà richiudendo ha fatto scivolare l'anello all'interno della borsa, semplice no?>> concluse Sherlock contento di aver aiutato i genitori. Il padre gli si avvicinò e lo guardò negli occhi.

<< Hai un vero talento, Sherlock. Chissà, magari da grande potresti fare l'investigatore.>> disse ridendo e scherzando il padre. Poi si rialzò ed insieme alla moglie e Mycroft tornarono alla cena.

Sherlock rimase qualche attimo a pensare alla frase detta dal padre.

 

Chissà, magari da grande potresti fare l'investigatore, aveva detto.

 

Un chiodo fisso.

Sherlock sorrise contento.

Aveva capito tutto.

Aveva capito cosa voleva essere, chi voleva essere.

Lui voleva essere un investigatore, ma non uno qualsiasi, lui voleva essere:

SHERLOCK HOLMES, L'INVESTIGATORE.

 

Da quel giorno, la sua vita cambiò radicalmente.

  
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