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Autore: fearlesshippie    04/07/2012    0 recensioni
Non saprò mai scrivere esattamente cosa loro si siano detti,non ho posto l'attenzione ai loro discorsi,ma su quella loro complicità,su qualcosa tra di loro così impressionante che a me fece vibrare il sangue nelle vene.
TRATTO DA UNA STORIA VERA.
Genere: Commedia, Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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'A sedici anni il mondo non è mai come lo vorresti,è tutto troppo o troppo poco.' 
Lo scriveva lei sul banco di scuola la mattina,lo scriveva sul suo diario la sera.
Iris aveva tutto,un i-pod  e i suoi amici,niente sarebbe potuto essere più bello. 
-Devo trovare un hobby,qualcosa che non mi faccia pensare più di due minuti,un diversivo dai miei sbalzi d'umore.- disse,e si rigirò tra le  lenzuola.
Quella mattina pioveva a dirotto,la notte si era svegliata a causa dei tuoni. La pioggia le faceva uno strano effetto,sarà a causa della sua metereopatia. Ancora non capiva perchè se il cielo era grigio per lei sarebbe stata una brutta giornata,se il cielo piangeva doveva piangere anche lei. Si tirò su e si tolse  le cuffiette dalle orecchie,ma non prima dileggere il titolo della canzone: 'Hey There Delilah' di Plain White T's. Ora sapeva perchè non aveva dormito bene,quella notte. Posò l'i-pod e prese il cellulare per disattivare la sveglia che tra li e due minuti sarebbe suonata; infine si alzò,si tolse i calzini dai piedi e si diresse in bagno per una rinfrescata al volo. Solo dopo essere tornata in camera a prendere la borsa si ricordò di non aver finito neanche quella sera il libro di cui avrebbe dovuto consegnare la relazione di li a due giorni.
La pioggia battè  sul vetro con forza,ricordandole ad ogni goccia che era in ritardo. Un saluto frettoloso ai fratelli insonnoliti,scese di corsa le scale e corse alla  metropolitana.
Cinque minuti dopo passò il treno,infilò l'ultima cabina e cercò posto con lo sguardo; niente,sarebbe rimasta in piedi per le quattro fermate successive. Quindici minuti dopo si trovava fuori dal cancello della scuola,in compagnia di una sua amica,Marthe. -Non sono riuscita a finire il film,neanche il libro. Sono nei casini,Marthe!- dopo un mese di scuola aveva arretrati tanti di quei compiti che il solo pensiero le metteva ansia. Marthe le propose di dare uno sguardo alla sua ,di relazione,nel caso in cui non riuscisse a finire il libro. Marthe sembrava convinta,ma Iris le disse che avrebbe cercato di finire il libro,almeno quel libro.
-Non è pessimismo o noia,è che tutto mi pesa,in questo periodo. - continuò Iris. 
-Te lo dico io cos'è che ti pesa: è l'assenza di qualcuno. Marthe le fece l'occhiolino e scoppiò in un risolino complice. Iris sbuffò,irritata. 
-No,sta' sicura Marthe,non centra niente. - le rispose,brusca. 
La campana suonò e i ragazzi si riversarono nelle proprie aule. 
Entrò nell'aula 7 e prese posto al terzo banco,tenendo l'altro posto occupato con la borsa. Dopo pochi minuti entrò di corsa una ragazza dai capelli biondo chiaro,occhi incatramati di rimmel e una sgargiante,enorme borsa sotto braccio: Rose. Si salutarono con un bacio sulle guance e Rose prese posto affianco a Iris.
Per un'estate intera non si erano potute incontrare perchè Rose era dovuta partire per due mesi; avevano due mesi da raccontarsi,e gli occhi eccitati di Rose rivelavano quanto aspettasse quel momento,ma furono interrotte dall'arrivo del prof di Inglese,il signor Smith,scortato da un ragazzo dai capelli corvini,il quale si guardò attorno fino a incrociare gli occhi di Iris e la salutò con un cenno della mano,si girò e filò nella propria aula.
Iris le fece cenno di aspettare ancora un'ora. Quanto le era mancata la sua amica,quell'estate. Non sopportava di sentire la mancanza delle persone.
Un'ora dopo il professore prese i suoi libri e filò fuori dall'aula,mentre i ragazzi si alzarono e cominciarono a chiacchierare eccitati. Rose cominciò con un resoconto dettagliato delle sue vacanze,riprendendo fiato ogni tanto e gesticolando furiosamente. Iris ascoltava,quando il ragazzo corvino venne incontro furtivamente alle spalle di Rose con una smorfia sul volto sorridente. Rose,accortasi che l'amica si tratteneva dal ridere,si girò di scatto,dando una gomitata al ragazzo,il quale alzò una mano in segno di scusa.
- Ciao Josh-Iris gli sorrise.
-Ciao Iris- Josh le si avvicinò e la baciò sulle guance. -Stasera vengo da te,ok?. - continuò lui con un sorriso e si allontanò per andare dal suo amico. 
Iris lo seguì con lo sguardo mentre Rose riprese il suo monologo. - Secondo me sareste una coppia perfetta,tu e Josh - disse all'improvviso. 
- Scherzi? Lo conosco da sette anni,è il mio migliore amico,punto. - rispose frettolosamente Iris,si girò e si sedette al suo posto. 
-Oh,certo,come se da un'amicizia non possa nascere un'amore,non dire stronzata Iris!- buttò lì Rose. Intanto Josh era in compagnia del suo amico moro e di un altro paio  ragazzi sullo stipide della porta,e discutevano animatamente. All'arrivo del professore tornarono a posto.
Iris aveva capelli castano rame,due grandi occhi verdi,le mani bianche,non le piacevano i ghiaccioli,troppo freddi per i suoi denti sensibili; e Josh quel giorno la guardava,l'ha guardata più del solito,forse aveva voglia di dirle che era bella,che quel giorno era particolarmente carina,ma non l'avrebbe fatto,lui non lo faceva mai. Lei era Iris,solo Iris,nome strano;. Iris era abbastanza alta,vestiva come le veniva,non si preoccupava mai di abbinare la borsa alle scarpe o il tutto al trucco.
Non era brava in niente,non sapeva ne disegnare ne a cucinare,non riusciva neanche ad aspettare che il caffè uscisse dalla macchinetta la mattina,era una di quelle impulsive.














Angolo dello scrittore:
è tratto da una storia vera. 
Il nome Iris può subire cambiamenti,poichè non mi convince tanto. 
xx

 
  
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