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Autore: bettasnape91    04/07/2012    0 recensioni
Sono un’anima nera, scura come il petrolio. Se esistesse una vita dopo la morte meriterei solo le lingue di fuoco dell’ inferno. Ho messo fine a molte vite umane, sento ancora le loro urla nella mia mente: chiedono pietà ma da fiero mangiamorte ho adempiuto ai miei doveri, ho servito il mio padrone ancora una volta.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Sono un’anima nera, scura come il petrolio. Se esistesse una vita dopo la morte meriterei solo le lingue di fuoco dell’ inferno. Ho messo fine a molte vite umane, sento ancora le loro urla nella mia mente: chiedono pietà ma da fiero mangiamorte ho adempiuto ai miei doveri, ho servito il mio padrone ancora una volta. Tutto questo finirà primo o poi, sì, perché non servo solo un padrone. La notte fiero mangiamorte, il giorno abile pozionista e insegnante di Hogwarts. Forse la mia anima non è del tutto persa, molto in fondo c’è un piccolo spiraglio di luce che cerca di combattere contro il nero petrolio. Il mio compito è di proteggere il Prescelto, colui che sconfiggerà l’Oscuro Signore e di fare da spia per l’ Ordine della Fenice. Il mio volto è coperto da una spessa maschera, nessuno mi conosce per ciò che sono veramente, solo due persone sanno; una di queste è passata a miglior vita, tutto a causa di stupidi ideali di potere. La tengo sempre nel mio cuore, è l’unica donna che abbia mai amato: capelli color fuoco, degli splendidi occhi verde smeraldo e un intenso profumo di giglio. Lei è un puro e candido giglio. Albus invece è il padre che non ho mai avuto. Sono sempre stato considerato come un figlio. In questi anni mi ha aiutato molto, ha ascoltato ogni mio tormento, mi ha accolto dopo ogni riunione dei mangiamorte. Ma la cosa che apprezzo di più è l’aver sempre e incondizionatamente creduto in me.
                              
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E’ arrivata la resa dei conti, finalmente toglierò questa spessa maschera di cera e mi mostrerò per ciò che sono. Ormai non m’importa più vivere o morire, parte del mio essere se ne andò con lei, il mio angelo. L’altra parte di me morì quella notte sulla torre di astronomia, quando la mia voce pronunciò quelle due parole che misero fine alla sua vita: “Avada Kedavra!”. Dalla mia bacchetta uscì un fiotto di luce verde che lo colpì in pieno petto facendolo precipitare dalla torre più alta del castello. Quella notte l’unico spiraglio di luce che albergava nella mia anima nera come il petrolio morì con lui: il mio mentore, il mio punto di riferimento, il padre che non ho mai avuto. Ora il mio solo obiettivo è porre fine alla vita del mio primo padrone, colui che mi privò della libertà in gioventù: avevo poco più di 18 anni. Il marchio brucia, mi sta richiamando a se. Mi dirigo verso la stamberga con la consapevolezza che questo sarà l’ultimo ordine a cui obbedirò. Ecco sono al suo cospetto, m’inginocchio ai suoi piedi e bacio l’orlo della sua veste. Rialzandomi da terra i suoi occhi scarlatti incontrano i miei, neri come la pece. Nei suoi occhi vedo solo la morte, il sangue nelle mie vene gela, ho capito. -Questa bacchetta non funziona come vorrei…- sibila. - Ma mio Signore, non capisco. Voi avete compiuto magie straordinarie con quella bacchetta-. - No. Ho compiuto le mie magie consuete. Io sono straordinario, ma questa bacchetta… no – -Non ha mostrato le meraviglie che prometteva. Non avverto nessuna differenza tra questa bacchetta e quella che mi procurai da Olivander tanti anni fa- Rimango in silenzio, non so cosa dire… -Ho riflettuto a lungo e a fondo… Forse non sono il vero possessore della bacchetta di Sambuco… Ora hai capito Severus? Dopotutto sei un uomo intelligente- Alzo lo sguardo verso la bolla protettiva che circonda l’enorme serpente che si dimena in essa. -Mi dispiace, sei sempre stato un servo leale…- Si rivolge verso la bolla protettiva… -Uccidi- sibila Rimango impietrito, questa è veramente la fine. Il serpente fluttua sopra la mia testa. E’ un attimo: mi avvolge le gambe e il torace. Infine i suoi denti affondano nella tenera carne del mio collo. La vista si appanna vedo il serpente uscire dalla stanza. Le gambe cedono, il veleno entra in circolo velocemente, cerco di tamponare la ferita inutilmente. Una macchia di sangue si espande sul pavimento intorno a me. Le forze mi abbandonano… Avrei dovuto spiegare tutto a Potter, ho fallito. Riapro gli occhi e un verde smeraldino m’inonda. Eccolo, non so come ma il ragazzo è inginocchiato accanto a me. Lo afferro per il bavero e gli cedo i miei ricordi. Il mondo magico ha ancora una speranza. Il mio braccio lo lascia, ora chiedo soltanto di abbandonare questa misera vita mentre guardo il verde degli occhi che Potter ha ereditato da sua madre, Lily: il mio angelo, il mio giglio. La morte mi avvolge mentre il mio ultimo pensiero è rivolto a lei.
  
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