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Autore: 3sofficisoffidivento    04/07/2012    0 recensioni
A volte i sogni ci sembrano più reali della vita, ci portano in un universo parallelo a confine tra la realtà e l'illusione..
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 So Easy, So Tragic... Dreams 




"Ancora quel sogno, di nuovo quello stramaledetto sogno, non era solo un sogno ma non era neppure un incubo, era come se fosse reale ma ogni giorno, ogni santissimo giorno mi risvegliavo ed era come se non fosse successo nulla.

Cominciava tutto in una stanza vuota, piena di finestre, poi la scena cambiava ero fuori in un giardino circondata da alberi, ma riuscivo benissimo a vedere il sole, poi, però tutto cambiava, sì, diventava tutto buio e il sole all’improvviso si oscurava, la luna lo sovrastava ricoprendolo quasi totalmente, se non fosse stato per quel sottile anello di luce che si continuava a intravedere, una luce fioca, ma persisteva. Poi però diventava tutto sfuocato, come se tra i miei occhi e quella luce ci fosse qualcosa, un sottile strato d’inconsistenza che mi appannava la vista e così mi ritrovavo in acqua, a scalciare a cercare di risalire, ma più mi muovevo più affondavo, scendevo nel baratro di quell’oscurità e mi allontanavo da quel cerchio di luce, da quella che potevo considerare la mia salvezza.

Sprofondavo, come inghiottita dalle sabbie mobili, ma come ci ero arrivata?

Com’ero arrivata fino a quel punto?

Faceva parte di me quell’oscurità?

Cercavo di respirare ma non ci riuscivo, mi sentivo sopraffatta dal mio stesso terrore ed era come se ingoiassi lingue di fuoco che bruciavano la poca aria che mi era rimasta nei polmoni, un dolore allucinante al petto, poi solo sangue, sangue ovunque sulle mani, tra i capelli, sui vestiti, ma nessuna ferita solo sangue, come se dal mio cuore sgorgasse inevitabilmente verso l’esterno, senza lacerare la carne, solo trapassandola, come un mare di spilli conficcati nella pelle.

Sporca, mi sentivo sporca, ma non riuscivo a mandar via quella sensazione mi sfregavo, mi graffiavo la pelle con le unghie, ma era ancora lì, quella patina di sporcizia che mi ricopriva, dolore, sofferenza, lacrime, sudore, perché non andava via perché.

Un tonfo un rumore sordo, un dolore lancinante al braccio e alla testa e poi, poi è come se fossi catapultata fuori e rivedevo all’indietro la sequenza di tutto quello che era successo e stringevo gli occhi per il dolore, per la paura, perché non comprendevo, e poi li quando tutto era finito, quando pensavo di ritrovarmi in un limbo, sospesa tra la vita e l’ignoto, li riaprivo ed ero lì, di nuovo, sul pavimento duro della mia camera, con la fronte imperlata di sudore, la vista ancora offuscata, un senso di nausea perenne.

Rivolsi lo sguardo verso la finestra chiusa, dalla tapparella abbassata filtravano dei raggi di luna e la fioca luce dei lamponi, la sveglia sul mio comodino segnava le 3.20 del mattino, mi ristesi sul letto e poggiandomi il braccio sugli occhi pensai: ancora quel sogno, di nuovo quello stramaledetto sogno."

  
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