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Autore: LadySunshine    05/07/2012    3 recensioni
I Muse.
Sono loro la causa delle continue liti che le sorelle Jenkins affrontano giorno e notte con il loro padre. Loro amano quei tre artisti capaci di farle sentire libere solo con la loro musica.
Le furiose liti avvengono perché le due ragazze vogliono andare a Birmingham, al concerto dei Muse.
Ma, soprattutto, questa è solo una scusa per rivedere i loro amici che le ospiteranno.
Questa sarà l'inizio di un'esperienza che terranno sempre tra i loro ricordi più cari.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Ma perché 'NO'?- urlò Amy contro il padre.
-Perché sei in punizione per quello che è successo l'ultima volta in discoteca.- spiegò pacatamente suo padre. 
Dio, se lo odiava! Lo odiava davvero quando faceva così: lei era nera di rabbia e gli inveiva contro e lui le rispondeva pacatamente. Sì, lo odiava.
-Ma se lei è in punizione, perché neanche io posso andarci?- questa volta a domandare era stata Serena, la sorella di Amy. 
Sì, Serena ed Amy erano sorelle, più precisamente gemelle eteroziogoti. Erano diverse sia fisicamente che caratterialmente. L'unica cosa che le accomunava era la loro data di nascita: il 15 novembre.
-Perché non ti lascerò andare da sola, semplice!- l'uomo stava iniziando a far innervosire le due ragazze, non tanto Amy che era già nervosa, ma soprattutto Serena, lei era così pacata, dolce, gentile, così uguale a suo padre.
-Ma papà, andiamo, non è stata colpa sua alla festa, l'hanno drogata!- Tentò di giustificare la sorella, nella speranza che il padre -alla ventesima volta che ascoltava quella frase- l'avrebbe capita e non più accusata.
-Visto?! Te l'ha detto anche Serena che non è stata colpa mia! Non puoi punirmi per qualcosa che non ho fatto!- la mora assunse un tono più dolce ne formulare questa frase, sperava anche lei di convincere il padre.
-Non mi importa. Saresti dovuta essere più responsabile. Fine della storia, voi non andrete a Birmingham. Ora andate a letto che è tardi.- la questione era stata temporaneamente chiusa.
-Fanculo!- sibilò Amy.
 
Entrata in stanza, Serena arrivò quasi ad odiare la sorella. E' stata colpa sua se la festa di Marco era finita male, non doveva bere così tanto. Né tantomeno doveva strusciarsi addosso a quei ragazzi dando libero sfogo alla loro libido. Quella sera trovò la sorella mezza svenuta nel parcheggio della discoteca: brutto segno. Tentò di farle prendere completamente coscienza, ma con scarsi risultati. Tra le due quella che aveva la patente era Amy, quindi la tanto osservatrice delle regole Serena, decise di chiamare il padre per essere riportate a casa. Stupida. Amy glielo ripeteva ogni giorno, poteva benissimo chiedere un passaggio a qualcuno se solo si fidasse di qualcuno. Ma no! Lei si fidava a stento di se stessa, così decise di chiamare il padre. Il padre, appena vide la figlia minore - sì, perché Serena era la più grande: nata con 12 minuti di anteprima sulla sorella - conciata in quel modo, uscì dall'auto urlando e sbraitando: voleva sapere cosa fosse accaduto. E Serena glielo spiegò, almeno quel che sapeva lei, perché il resto della storia poteva solo saperlo Amy e magari quei ragazzi su cui si è strusciata. Il problema è che neanche Amy sa cosa è successo, non ricorda nulla di quella sera: quei ragazzi devono aver usato una droga pesante.
Ma basta piangere sul latte versato, ormai era fatta.
Dalla stanza della sorella proveniva una musica, una musica che la faceva sentire libera: la musica dei Muse. Per lei i Muse erano veri e propri artisti, quanto avrebbe voluto conoscere Matthew Bellamy o anche solo andare ad un loro concerto! Era proprio per andare ad un loro concerto, a Birmingham, che, giorno e notte litigavano col loro padre. 
D'un tratto si dedicò completamente all'ascolto di quella canzone: 'Resistance'. Si dedicò tanto a quella canzone da non ricordare più nulla, solo di essere libera, serena. Amava i Muse e questo era uno dei motivi.
 
Amy era proprio incazzata. Perché nessuno capiva che quel che è successo non è stata colpa sua?! Perché il padre non capiva QUANTO importanti erano i Muse per lei?! O quanto lo erano per la sorella?! Le dispiaceva che per colpa sua neanche la sorella avrebbe potuto essere presente al concerto delle uniche persone al mondo in grado di capirle. Le dispiaceva per la sorella, sì, ma il fatto che neanche lei potesse andarci, quello la mandava proprio in bestia. Dopo esser entrata nella sua stanza sbattendo la porta e dando un pugno al muro, si avvicinò allo stereo e premette 'Play' facendo così iniziare 'Resistance'. Dio, quella canzone la riempiva di energie, ogni volta che la ascoltava voleva spaccare tutto, ma non dalla rabbia, no, dalla felicità, dalla libertà che sentiva scorrergli nelle vene. '
'Love is our Resistance, They'll keep us apart and they won't stop breaking us down...' . Decise che nulla al mondo le avrebbe fatto rinunciare al suo sogno, così aprì la porta e urlò: -Sei davvero un illuso se credi che io non andrò a Birmingham, papà!- detto questo chiuse di nuovo la porta -sempre sbattendola- senza essersi curata di ascoltare la risposta di suo padre. Sai che perdita. Ad Amy non era mai davvero interessato il giudizio del padre, l'unica persona che ha sempre ascoltato ed ammirato era sua madre. Sua madre che ora non c'era più, le mancava come ti manca l'acqua quando sei in apnea, ma ora ei non c'era e doveva arrangiarsi, doveva cavarsela da sola.
 
Dopo questa ultime riflessioni prese la sua camicia da notte -che sembrava più che altro una maglia un po' più lunga del normale- e si mise sotto le coperte col pc sulle gambe: aveva un appuntamento virtuale col suo migliore amico, scopa-amico una volta all'anno, quando si rivedevano. Peccato che quell'anno correva il rischio di non rivederlo. No, si disse, suo padre non le avrebbe impedito di andare da lui, da loro.
-Hey!- il ragazzo salutò Amy accompagnando le parole con un gesto di saluto della mano.
-Hey Riccio! Sai, prima o poi dovrai spiegarmi come fai ad avere ricci così belli e perfetti, i miei sono orribili!- la ragazza attaccò subito discorso, le piaceva parlare col suo migliore amico,
nonostante poteva vederlo solo di rado.
-Doti naturali!- rispose il riccio scoppiando a ridere dopo poco.
Sì, quello era decisamente il modo migliore per concludere una giornata così.
 
 
 
 
 
 
YO! I'm here!
Sì, okay, questo è il PRIMO capitolo della mia PRIMA fanfiction,
siate clementi, ditemi cosa ne pensate e 
SCUSATE per gli ORRORI!
  
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