Crossover
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Autore: telesette    05/07/2012    0 recensioni
In un mondo fantastico, popolato da cavalieri e maghi, due innamorati sono vittime di un maleficio: saranno sempre insieme, ma non potranno mai amarsi; lei costretta ad essere un falco durante il giorno, lui lupo durante la notte...
Questa la trama di un meraviglioso capolavoro di cinema "fantasy" del 1985, intitolato "Ladyhawke". Probabilmente nessuno dell'attuale generazione ricorderà il fascino di questo genere di storie, ciononostante proverò a ricreare una storia sentimentale e avventurosa ( XD speriamo bene! ) con questa mia modesta parodia dedicata ai due personaggi che più AMO del mondo di Naruto...
Genere: Avventura, Fantasy, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga, Film
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Neji X Tenten'
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Rimasti soli con il falco, Jirayus e Gamabunta non dissero una parola per circa un paio di minuti.
Ad un tratto però, incapace di trattenersi oltre, il rospo espose chiaramente le proprie perplessità e rimproverò l'eremita aspramente.

- Non puoi farlo, Jirayus - esclamò il rospo con voce grave. - Te ne rendi conto anche tu, vero?

L'eremita annuì.

- Sta accadendo ciò che più temevo - mormorò. - Quello che Hyugarre si appresta a fare è un autentico suicidio: Danzo possiede in sé la forza sufficiente ad annientarlo, anche senza il giovane Uchiha al suo servizio; per quanto abile e assetato di vendetta, Hyugarre non riuscirà ad avere ragione di Sua Grazia...
- Allora perché non lo hai fermato?
- E' inutile, non vuole ascoltarmi - sospirò Jirayus, chinando il capo con rassegnazione. - In questo momento, ad un passo dal suo nemico mortale, solo l'odio e il suo orgoglio di combattente stanno guidando Hyugarre; lui si sente in colpa verso Tenten, come se fosse stato lui a condannarla con questa maledizione, e probabilmente intende uccidere il Vescovo liberando tutta la propria energia spirituale in una tecnica suicida!

Gamabunta non riusciva a credere alle proprie orecchie.
Possibile che Hyugarre avesse deciso di sacrificare sé stesso in questo modo?
Sia lui che Tenten dovevano aver sofferto molto, su questo non c'era alcun dubbio, ma ciò che il cavaliere si accingeva a fare non aveva alcun senso... La maledizione poteva essere infranta solo se entrambi avessero affrontato Danzo nello stesso momento, da uomo e donna come veri esseri umani, in caso contrario non avrebbero ottenuto altro che di morire assieme al responsabile del loro tormento.
Purtroppo qualcosa nella profezia di Jirayus sembrava non aver funzionato.
Il giorno corrente era uguale a tanti altri giorni, a parte un leggero annuvolamento, e Tenten aveva ancora le sue sembianze di falco. Hyugarre stava entrando nella Cattedrale di Konoha da solo, conscio del destino che lo attendeva, ma non si sarebbe fermato finché non si fosse trovato faccia a faccia col Vescovo.

- Dobbiamo intervenire - esclamò il rospo deciso. - Non possiamo lasciare che Hyugarre distrugga la sua vita e quella di Tenten a questo modo!
- Purtroppo la profezia non ha funzionato - osservò Jirayus. - Per riuscire a fare qualcosa, ci occorrerebbe un un vero miracolo...
- Oh, per l'amor del cielo, basta!

Come ebbe sbottato furiosamente, Gamabunta si strappò il travestimento di dosso. Ormai non era più tempo per tergiversare, né per essere prudenti, c'erano troppe vite in ballo per farsi prendere dagli scrupoli. In men che non si dica, il rospo cominciò a crescere e a riassumere gradualmente le sue dimensioni originali. Jirayus capì che cosa questi aveva in mente di fare ma, prima che potesse fare o dire qualcosa per fermarlo, Gamabunta si erse in tutta la sua grandezza davanti agli occhi attoniti della popolazione...

- Aaahhh - urlò una donna terrorizzata.
- Aiuto, un mostro - fece subito eco un vecchio ubriacone barbuto.
- Senti chi parla - commentò Gamabunta, storcendo la bocca con una smorfia. - Andiamo Jirayus, vieni con me!

Così dicendo, il rospo afferrò l'eremita che a sua volta stringeva il falco tra le braccia e se lo adagiò sulla enorme testa rugosa. Le campane della cattedrale annunciavano indiscutibilmente l'inizio della cerimonia, segno che Hyugarre stava certo per entrare in azione, ed era ancora troppo presto perché il giovane cavaliere affrontasse il Vescovo.
Intanto il cielo cominciava a scurirsi sempre di più, come se qualche misterioso fenomeno inspiegabile stesse in qualche modo offuscando la luce del sole in pieno giorno. Se ciò aveva a che fare con la profezia, se l'annullamento della maledizione stava per compiersi, il momento era dunque molto vicino.
Gamabunta seguì imperterrito i segni degli zoccoli di Shuriken, lasciandosi dietro le urla e le grida di allarme che la sua vista andava provocando tra la folla, conscio del fatto che solo un miracolo avrebbe consentito a Hyugarre di espugnare incolume quella dannata fortezza.

***

Frattanto Neji aveva già raggiunto l'ingresso alla cattedrale.
Qui vi era radunata la guardia personale del Vescovo, compresi gli Anbu ( i combattenti che costituivano l'elìte delle difese di Konoha ), al che il cavaliere strinse i suoi freddi occhi bianchi e si rivolse all'ufficiale di rango più elevato con voce calma e insieme assai perentoria.

- Il mio nome è Neji Hyugarre - esclamò, sguainando la daga dal fodero. - Figlio di Hizashi Hyugarre, cavaliere al servizio di Sua Maestà l'Imperatore, nonché primo Capitano della Guardia di Konoha!

I soldati e perfino gli Anbu parvero impressionati dalle sue parole.
Neji spronò appena il possente Shuriken e, fissando ancora l'ufficiale negli occhi, proseguì il suo discorso con maggior decisione.

- Io che sono stato vostro capitano, e che se Dio vorrà un giorno lo sarò di nuovo, vi chiedo di farvi da parte e di lasciarmi passare... ora!

Sia l'ufficiale che i soldati esitarono, abbassando perfino le armi per un istante, tuttavia si ricordarono immediatamente di ciò che aveva detto loro il capitano Uchiha. Sua Grazia, il Vescovo Danzo, aveva potere di vita o morte sulle loro miserabili esistenze; per lui la loro vita valeva meno dello sputo di un cavallo sul selciato, e i loro corpi erano niente più che carne da macello... In altre circostanze probabilmente, la voce e la fierezza di Hyugarre avrebbero ottenuto l'effetto desiderato. Purtroppo però, date le attuali circostanze, la sua richiesta era semplicemente inaccettabile.

- Capitano Hyugarre - mormorò l'ufficiale, avvicinandosi a Neji quasi con rammarico. - Gli ordini sono...

Le vene pulsanti sul volto di Hyugarre e il chakra che cominciava a sprigionare dalla sua nera armatura ebbero un effetto a dir poco allarmante. L'ufficiale indietreggiò di colpo, spingendo i soldati a sollevare le armi, e decine di lame affilate vennero puntate contro il possente stallone Shuriken e il suo fiero cavaliere dai lunghi capelli scuri e lo sguardo di ghiaccio.
Gli Anbu assunsero la loro tipica posizione di battaglia, accerchiando l'avversario e preparandosi ad attaccare tutti insieme; tuttavia in quel preciso istante una rossa lingua gigantesca si abbatté su di loro, con la stessa violenza di una frusta, mandandoli gambe all'aria prima ancora che se ne rendessero conto.
Hyugarre voltò istintivamente la testa e incrociò il suo sguardo con quelli di Gamabunta e Jirayus.
Tutti i soldati rimasti in piedi osservarono l'enorme rospo, con occhi sbarrati dallo stupore e dal terrore, ma non ebbero né la forza né il coraggio di farsi avanti ad affrontarlo.

- Che cosa state facendo? - domandò il cavaliere.
- E' ancora troppo presto - lo ammonì Jirayus, sollevando l'indice verso il cielo. - Guarda, tra poco arriverà il momento in cui potrai entrare nella cattedrale... Ascoltami, per l'amor del cielo!
- Ti avevo già avvertito - sentenziò Hyugarre a denti stretti. - Affrontare il Vescovo è compito mio, e ora toglietevi di mezzo!
- Frena il cavallo, amico - fece Gamabunta, calando con forza la zampa al suolo e sollevando così una densa nuvola di polvere. - Dalla tua vita dipende quella di un'altra persona, nel caso tu lo abbia dimenticato... e questa persona non vuole che tu distrugga tutto, solo per soddisfare il tuo orgoglio!

Hyugarre si fermò di colpo.
L'aura di chakra che scaturiva dalla sua armatura si spense di colpo, e tutto sembrava essere tornato alla normalità, ma i suoi occhi tradivano ancora un irresistibile desiderio di varcare il portone e andare incontro al proprio destino.
Non poteva fermarsi adesso.
Non c'era nessuna profezia in grado di annullare la maledizione, tutto questo era semplicemente ridicolo... L'unica cosa che restava ora da fare era solo ed unicamente la vendetta!

- Jirayus - mormorò Neji, rafforzando la presa sull'elsa della daga e stringendo le redini di Shuriken con maggiore vigore. - Ricorda quello che ti ho detto...
- Hyugarre, no - gemette l'eremita, indovinando la sua prossima mossa. - Non farlo!

Troppo tardi.
Come Jirayus allungò la mano da sopra la testa di Gamabunta, urlando in un disperato tentativo di trattenerlo, la sua voce riecheggiò nell'aria ma giunse inascoltata alle orecchie del cavaliere. Hyugarre lanciò Shuriken al galoppo, costringendo le guardie a farsi da parte o travolgendo quelle che avevano il coraggio di pararglisi davanti. Il possente stallone si impennò davanti all'ingresso della cattedrale e sfondò il pesante portone di legno di quercia con i suoi zoccoli duri come il diamante.
L'entrata irruenta del cavaliere interruppe tosto la cerimonia, facendo ammutolire tutti per lo stupore, tuttavia questi non vi badò e passò velocemente lo sguardo dai presenti a colui che cercava... Fu così che il Byakugan individuò l'alta figura rigida e impassibile di Sua Grazia, il Vescovo Danzo.
Hyugarre si fece avanti lentamente, senza curarsi del fatto che le guardie erano tutte in piedi e all'erta ( segno che qualcosa doveva essere andato storto ); e solo quando un altro robusto cavaliere in armatura gli si parò davanti, la vista dell'arma che brandiva fu sufficiente ad arrestare la sua avanzata decisa.

- Ti aspettavo, Hyugarre - esclamò Sasuke, rivolgendogli un'occhiata sarcastica.

Neji era troppo concentrato sulla spada che l'altro teneva in mano, per poter dare ascolto alle sue parole.
Quella spada era la sua spada, la spada dei suoi avi, tramandata da generazioni.
L'arma che avrebbe dovuto trafiggere Sua Grazia, al fine di compiere la giusta vendetta, era ora invece nelle mani del suo antico rivale. Sasuke Markét Uchiha, indovinando lo stato d'animo del suo nemico, si limitò a rimirare i bagliori rosso sangue dei suoi occhi che si riflettevano lungo la luminosa lama a doppio taglio.

- E' una gran bella spada, non sei d'accordo?
- Come l'hai avuta? - domandò Neji gelido.
- Suppongo tu debba chiederlo al tuo giovane compagno ricercato... A proposito, eccolo!

Ad un semplice schiocco della sua mano guantata, Sasuke fece segno a due guardie di far venire avanti Rock Lee. Quest'ultimo era legato, con i polsi strettamente ammanettati dietro la schiena, e non poteva fare altro che guardare Hyugarre con aria colpevole.

- Capitano - sussurrò. - Mi dispiace, io...

Gli occhi di Neji sembravano quasi sul punto di fulminarlo.
Tuttavia erano ben altri i problemi adesso: Sasuke che gli puntava contro la sua stessa spada, e il Vescovo che assisteva impassibile al duello che stava sicuramente per iniziare.

- Faresti meglio a raccomandare la tua anima, Hyugarre - esclamò Sasuke, sollevando la grossa lama davanti a sé. - Oggi sarà il giorno in cui regoleremo tutti i nostri conti... una volta per tutte!

( continua col prossimo capitolo )

   
 
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