L’amore, cos’è veramente l’amore?
Un sentimento che ti travolge, ti fa sorridere, piangere.
Ti uccide.
E’ il sentimento più vicino alla magia che abbiamo.
Beh, bella magia di merda.
Si, perchè quando sei nel tuo letto con un cuscino in faccia e la voglia di gridare al mondo che stai male, l’amore può essere considerato nient’altro che una merda.
I sogni, le speranze, dove sono finite? Molto probabilmente nel cesso di casa mia.
Cosa ho fatto per meritarmi tutto questo?
Ve lo dico subito.
Ho spinto quello che consideravo il mio ragazzo alla bella vita dei soldi, quella del cantante.
Sono felicissima per lui, che credete, ma quando una persona tradisce è la fine.
Diceva che il mondo dei VIP non ci avrebbe separati per niente, e invece era successo il contrario.
Le telefonate erano diminuite di giorno in giorno fino ad essere inesistenti
Lo capivo, forse non trovava tempo per rispondermi, e lasciavo correre anche che con mi rispondeva ai messaggi.
L’amavo troppo per prendermela seriamente con lui.
Il giorno del mio compleanno? Niente, nada, nothing, rien de rien. Nemmeno un ‘auguri’ appena accennato.
Poi, quel maledetto giorno di settembre 2011.
Ero solita andare a correre di mattina, quando il sole non era troppo forte. Mi piaceva l’aria mattutina e gli uccellini che cinguettavano spensierati.
Passai davanti alla vetrina del giornalaio perché mio padre era fissato con lo sport, e quindi ogni santo giorno dovevo passare da George, il giornalaio, per prendere il giornale.
Mentre aspettavo che George prendesse il giornale mi guardai un po’ intorno.
L’occhio cadde su una rivista dove spuntava una scritta. ‘Un membro dei One Direction si è impegnato con una signorina….’
Il resto era coperto dagli altri giornaletti.
Lo presi in mano con disinvoltura.
Ciò che vidi, mi fece raggelare.
In prima pagina, c’era Louis con una ragazza abbastanza carina dai caratteri dolci.
Non potevo crederci. Scappai a casa e mi chiusi nella mia camera.
Ora tutto era chiaro. Ecco perché mi evitava.
Come biasimarlo, io ero solo la ex di Doncaster.
Da quel giorno non gli inviai più nessun messaggio, se non una lettera.
C’era scritto che mi dispiaceva che la nostra storia fosse terminata in quel modo e che avrebbe potuto avvisarmi, invece di farmelo scoprire in quel modo.
Non so se quella lettera gli è mai arrivata, fatto sta che lui non si fece sentire.
Dopo un anno era la stessa canzone.
Sveglia alle otto, pullman, università, studio, esami, i miei genitori al negozio, io al negozio, mia sorella sintonizzata 24 ore su 24 su Disney Channel.
Fino a quel giorno di inizio ottobre.
Quel giorno non andai all’università perché mia madre aveva bisogno di aiuto in negozio.
La cosa che mi sorprese fu che Doncaster quella mattina sembrava più allegra, come quando arrivava il Natale. Tutte le persone erano frizzanti.
-mamma ma che succede?-
-non lo sai? Louis oggi ritorna a casa-
Rimasi paralizzata da quella notizia.
Per tutto il tempo che rimasi in negozio, pensai a come sarebbe stato se l’avessi rivisto. Come si sarebbe comportato.
Il tic alla gamba non accennava a lasciarmi in pace.
Le ore in negozio per me erano finite, così salutai i miei e percorsi la strada per tornare a casa.
Mi bloccai facendo marcia indietro, per poi ritornare di nuovo sui miei passi.
La voglia di andare all’aeroporto era tanta. Avrei fatto di tutto pur di vederlo da lontano.
Sbuffando diedi retta al mio cuore che aveva dominato la mente e mi incamminai all’aeroporto.
Una marmaglia di ragazzine urlavano il nome di Louis.
Entrai nell’aeroporto e controllai gli orari di atterraggio.
Sarebbe uscito tra dieci minuti dal Gate 45.
Mi torturai le mani, ero nervosa, tanto nervosa.
Non avevo intenzione di farmi vedere.
Sentì urlare e alzai il mio sguardo.
Eccolo lì, in tutta la sua bellezza mentre sorrideva e salutava con la mano le fan.
Mi salirono su le lacrime e una mia mano si posò sulla mia bocca per evitare i singhiozzi.
Louis si guardava intorno felice, poi si sedette su una poltroncina della sala d’aspetto. Forse aspettava i bodyguard.
Abbassai lo sguardo e mi nascosi dietro una pianta, perché da quella posizione mi avrebbe vista sicuramente.
Continuavo a spiarlo. Ad un tratto si alzò e io mi feci piccola, piccola dietro la pianta.
-perché ti nascondi?-
Quella voce, me l’ero immaginata?
Voltai il mio sguardo e Louis mi apparve davanti con un sorrisino sul volto cresciuto e con un po’ di barba.
-n … non mi sto nascondendo-
-ah no? E perché sei schiacciata contro quella povera piantina che non ti ha fatto niente?-
-saranno anche fatti miei-
-pensavo che col tempo ti fossi addolcita, ma rimani la Renè di sempre-
-certe cose con cambiano mai-
-hai ragione. Mi ha fatto piacere vederti-
-si, anche a me-
-allora ci si vede in giro-
-certo-
Voltai la testa dall’altra parte e cominciai a camminare.
Mi sentì afferrare un braccio.
-ma chi voglio prendere in giro? Scusami Renè. Scusami se non ti ho risposto, ma faceva troppo male sentirti lontana. Sono uno stronzo lo so. La storia con Eleanor non è vera. Tutta pubblicità. Se puoi perdonami-
-sai che c’è? Non sono mai stata abbastanza arrabbiata con te-
Avvicinai le mie labbra alle sue e non mi interessava quello che sarebbe successo dopo, l’importante era che Louis William Tomlinson era qui con me.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
LOOK AT MEEEE
Ehm, lo sa fa cagare, ma l’ho scritta un po’ di tempo fa.
Non mi ricordavo nemmeno dove l’avessi messa e che l’avessi scritta.
Poi l’altro giorno mia cugina me l’ha ricordata. GRACIAS MARS.
Okay non voglio annoiarvi ulteriormente, spero vi sia piaciuta.
Commentate (se volete)
UN BACIO
-A
 
 
PS: visto che nell’altra storia sono arrivata all’ultimo capitolo ne sto scrivendo un’altra.
Okay ora posso andare.