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Autore: courageinkheart    05/07/2012    4 recensioni
Una serie di 10 os su Johnlock ispirate ad alcune canzoni.
Ho visto che molti di voi hanno adottato il sistema di scrivere flashfic/ os seguendo l'ispirazione di una determinata canzone scegliendo dei personaggi, l'idea mi è piaciuta e così ho deciso di iniziare anch'io questa 'raccolta'.
Genere: Sentimentale, Slice of life, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Dead City- Patti Smith

Le luci accenti di uno dei tanti locali illuminavano uno dei quartieri più rispettabili di Londra.
L’alba era calata sulla città morta d’ideali.

‘’This dead city longs to be free. This dead city longs to be living.’’

Infagottato nel suo cappotto, Sherlock Holmes aveva rialzato il colletto e si era preparato a ritornare a Baker Street. Era riuscito da poco a smaltire i vapori dell’alcol, a suo malincuore, e prima di tirar fuori le chiavi dalla tasca ed aprire la porta di casa, c’era qualcosa in lui che lo sovrastava e lo faceva sentire profondamente cambiato.

’Well, I bulid my dreams on your empty scenes, now I’m burning them one by one.’’

Cosa aveva fatto, sin ora? Forse, era ancora troppo stanco. Non potevano frullargli in testa idee così.
<< Ho perso tempo, troppo tempo. ‘’Se fossi un uomo cieco, mi vedresti per quello che sono o confonderesti la natura del mio blues?’’>> Aprì la porta di casa.
Cercò di fare il meno rumore possibile, trascinando piano il passo felpato sul pavimento. Ma, evidentemente, lui era lì, e lo aspettava con un libro calato sugli occhi ed il bastone poggiato accanto alla poltrona.
<< Mattiniero, eh? Cos’hai fatto? Dove sei stato?>> Gli chiese John.
Oh, perché era così dolcemente assillante e preoccupato?
<< Da nessuna parte. Tu, piuttosto, perché mi hai aspettato? E a cosa ti serve, di nuovo, quel bastone?>> Rispose Sherlock strofinandosi gli occhi.
<< A niente. L’ha portato  William qui, e non avevo proprio la forza di alzarmi dalla poltrona ed andarlo a posare in soffitta>>.
William, il bulldog, era andato a scovare un bastone sotterrato Dio sa dove, solo per puro divertimento? Impossibile.
Da quando, tre mesi prima, Sherlock era tornato a vivere nell’appartamento di Baker Street, non riusciva a non notare come John fosse sempre in allerta. Era stato sveglio tutta la notte con il cuore in gola ed il bastone alla mano, pronto ad udire un qualsiasi rumore che non fosse quello dei passi del suo coinquilino.
Negli ultimi tempi, infatti, John aveva sviluppato un intento quasi vendicativo, non riuscendo ad accettare il fatto di aver trascorso anni credendo che Sherlock Holmes fosse morto, scoprendo invece che era vivo e vegeto, seppure all’inizio stranamente malandato.
Era tornato un soldato, e questo spiegava l’uso del bastone rispetto ad una più fredda pistola.
<< Sai… ti ho aspettato>>.
<< Me ne sono accorto. Voglio dire, ne stiamo parlando proprio adesso>>.
<>.

‘’God’s parasites in abandoned sities, they never have much fun.’’

Holmes lo guardò con aria interrogativa. Si tolse la sciarpa ed il cappotto e si avviò verso la cucina, prendendo un bicchiere e versandoci all’interno il contenuto di una bottiglia di liquore.
<< Ma come, bevi ancora?>>
Sherlock fu ancora più sbigottito di prima.
<< Sono io il detective>> rispose con aria di sufficienza << e poi devo prepararmi>>.
<< A che cosa?>>
<< A questo>> rispose facendo un profondo respiro per prendere coraggio.
Con estrema delicatezza prese il braccio di John e, baciandolo, gli passò una mano tra i capelli.

  
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