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Autore: LaMicheCoria    05/07/2012    1 recensioni
[Mitobe/Koganei] [Accenni: Kagami/Kuroko, Aida/Hyuuga]
Dieci canzoni, dieci momenti e il tempo della musica come unico limite.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: I personaggi di Kuroko no Basket
Non mi appartengono,
ma sono di proprietà di Tadatoshi Fujimaki ©.

 

 

 

 

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Non impiegare altro tempo, non importa quanto sia sconclusionata la drabble

* Fanne 10 e poi postale.

 

 

 

 

 

 

 

 

A Rota, per farmi perdonare il ritardo
Della Midorima/Takao.

 

 

 

 

 

 

.: Ten Sentences to Midnight :.

 

 

 

 

1. Just Hear You Breathing [I Don’t Wanna Miss a Thing – Aerosmith]

Quando Mitobe apre gli occhi, fuori è notte: sulle pareti picchiettano ancora le luci brulicanti della strada, lo sbadiglio di una finestra lasciata aperta, la luce dei lampioni come cerchi sfumati.
Koganei dorme e Mitobe gli si avvicina, lo spia in silenzio. Fa’ attenzione alla fronte spianata e tranquilla, gli occhi chiusi e le ciglia che ombreggiano le guance, le labbra schiuse, l’angolo destro arricciato, e il lenzuolo che si solleva a ritmo del suo respiro.
Rinnosuke rimane in silenzio ad attendere l’alba, per non perdersi nemmeno un dettaglio del corpo di Shinji che si apre alla luce del sole.

 

2. Stoviglie Color Nostalgia [Incontro – Francesco Guccini]

Koganei non sembra così cambiato, o almeno questa è l’impressione nel vederlo da lontano, mentre scende le scale e arriva ad accoglierlo tra le mura in carta di riso, un giardino minuto, un gatto pigro tra fiori secchi.
Ma Shinji non corre e non urla. Un passo dopo l’altro, pacato e quieto.
Lui e Mitobe rimangono ad osservarsi per istanti lunghi dieci anni: Rinnosuke coi capelli più corti, Shinji con gli occhi tristi, Koganei con la voce flebile, Mitobe con troppe parole per un solo pomeriggio.
Troppi non-detti anche per un’esistenza intera.

 

3. Someone’s Hand [Get Out Alive – Three Days Grace]

Corri. Corri. Corri.
Te ne sei andato. Hai fatto un errore. Hai sprecato anche troppe parole. Lo sai, anche se non vuoi ammetterlo. Nascondilo, nascondilo pure, calpestalo contro l’asfalto, distruggilo sotto le suole, scioglilo nella pioggia che cade.
Corri. Corri. Corri.
Cancella la sua rabbia nelle lacrime che ti scorrono sul viso, frantuma il suo perenne silenzio tra le scuse che mastichi in bocca, dimentica i suoi occhi feriti nelle ombre della notte.
Corri. Corri. Corri.
Ma non basteranno tutte le parole di questo mondo per farlo dimenticare.
Per farti dimenticare.
Per dimenticarlo.
Corri. Corri. Corri.

 

4. Il Mio Mondo Che Tuo Sarà [Al Di Fuori di Me – Phil Collins]

Koganei è fermo, la tracolla che sbatacchia sulle ginocchia, gli occhi sgranati.
L’altro palleggia, si piega, lancia, riprende, corre, scatta, si blocca, respira, espira, inspira, e si muove, si muove, sciolto, sicuro, veloce, svelto, con tale forza che Shinji deve prendere fiato prima di stramazzare a terra.
L’altro si asciuga il sudore dalla fronte e si volta: lo vede, arcua le sopracciglia.
Sorride.

 

5. E Non Puoi Smettere, Smettere Mai [Certe Notti – Luciano Ligabue]

Le notti dopo una vittoria sono strane: uno si aspetterebbe baldoria e sakè e karaoke fino al mattino, momenti di euforia per scaricare la tensione accumulata durante la partita.
Un po’ di baraonda c’è, inutile negarlo, soprattutto da parte di Koganei e del suo bisogno quasi fisico di abbracciare ogni compagno di squadra –Mitobe forse più a lungo di altri.
Ma poi sono soltanto saluti, Kagami che va al fast food e finge di non trascinare Kuroko con sé, Aida e Hyuuga che si allontanano insieme, ignorando volutamente il fatto che Junpei abiti dalla parte opposta.
E poi Rinnosuke e Shinji, sempre soli, sempre insieme, che siano notti di vittoria e festa o albe di sconfitta e lacrime.

 

6. Let’s Start Over [It’s Not Over – Daughtry]

Nessuno dei due è disposto ad arrendersi, sia che la difesa si spacchi, sia che il tiro manchi il canestro, hanno entrambi abbastanza forza per andare avanti.
E se è così nel gioco, perché non dovrebbe esserlo anche nelle vita, quando il silenzio di Mitobe è freddo e trincerato tra le labbra serrate, o quando le parole di Koganei sono affilate e velenose, il tono troppo alto, l’assenza troppo pesante?
Se la difesa viene meno, servirà più costanza, più concentrazione, più impegno.
Se il tiro manca il canestro, servirà più impegno, più concentrazione, più mira.
Il silenzio  è più leggero, se ci sono parole ad accompagnarlo.
Le parole più miti, se intervallate dall’assenza.
Basta non dimenticare e ricordarsi di ricominciare.

 

7. No Pretty Words, No Diamond Rings [Le Val d’Amour /English/ - Notre Dame de Paris]

Una casa normale, una strada normale, un tramonto normale.
Normale i sospiri e gli ansimi, normali le mani di Mitobe che corrono sulla schiena, sulle spalle, sulle gambe, ovunque le dita possano arrivare a toccare e sfiorare e pizzicare e assaggiare la pelle di Koganei, là, dove le labbra sono già preda della sua bocca, di quelle parole che si fanno più rade, ingoiate e inglobate dal respiro profondo, pesante, languido, molle, veloce, rapido, svelto, spezzato.
Normale il letto e le lenzuola attorcigliate e sfatte, ma straordinario il legame e l’amore che non hanno bisogno di regali e ninnoli e monete d’argento e anelli di diamanti.
Né di altre persone.

 

8. Love Is This Blues That I’m Singing Again [Love Is Noise – The Verve]

Mitobe parlerà poco –potrà addirittura non parlare affatto-, ma non gli manca l’udito, non gli manca la vista.
Se dovesse dare un volto alla sensazione che sente all’altezza del petto, avrebbe il volto di Koganei, la  sua bocca sempre sollevata in un sorriso, gli occhi grandi e luminosi. Non è più cieco, se ne è accorto.
Se dovesse dare una voce al battito feroce contro la cassa toracica, sarebbe lo stridio delle scarpe contro il campo, il tonfo di una caduta, il vibrare di una risata. Non è più sordo, ora lo sa.
Guarda Shinji e qualcosa fa rumore.
Un suono doloroso in mezzo tra le costole, una musica che lenisce ogni ferita.

 

9. L'Amë Dû Teu Arveà [Jamin-A – Fabrizio de Andrè]

La bocca di Mitobe è caldo, accogliente, come se il silenzio non avesse fatto altro che tenerla al sicuro, conservarla per tutti quegli anni –e solo per lui.
Rinnosuke gli sfiora il collo con la punta della lingua, rimane sospeso lì dove il cuore palpita contro la pelle sudata; Koganei si inarca all’indietro, puntellandosi sui gomiti. Fa scendere le mani dal mento di Mitobe alle spalle, lungo la schiena e le vertebre, mentre i palmi si riempiono dei suoi fianchi, la bocca del suo respiro, il corpo di lui, di lui, di lui.

 

10. Verrò A Raccogliere Il Bucaneve [La Stagione Del Tuo Amore – Fabrizio de Andrè]

I volti della Seirin High sono ormai sbiaditi.
Tutto ha cominciato ad invecchiare, tutto è alle spalle. Le uniformi sono piccole e lise, le scarpe bucate, la suola rovinata. Non ci sono più gli amici di una volta, ma nuove rughe ai lati degli occhi, capelli bianchi sulle tempie.
Tutto è finito, tutto è cambiato.
Tutto.
Tranne Mitobe. Tranne Koganei.

   
 
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