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Autore: Burdock 95    05/07/2012    1 recensioni
Ashirama Senju, il primo Hokage, uomo stimato e dalle idee chiare. Egli anela ad una sola cosa: la pace. Ma il suo rivale, Madara Uchiha, anela invece alla guerra. I due si scontrano, e solo uno sarà il vincitore.
Questa fic racconta il punto di vista del Primo Hokage
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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L’alba della Volontà Ardente



Il mondo è avvolto da continui conflitti, siamo in un’era dove esiste solo la guerra. I ninja, categoria alla quale appartengo, sono mercenari divisi in clan. Un paese in guerra paga un clan di ninja perché combatta contro i ninja assoldati da un altro paese: così funzionano le guerre.
Guerre infinite, una spirale infinita ed inutile di scontri e di sangue. Un giorno troverò il modo di far finire tutto questo, lo giuro: creerò qualcosa, che permetterà a più clan di ninja di vivere in pace.
Attualmente, però, siamo costretti a combattere. Mio fratello minore, pur parlando di pace, non fa altro che armarsi per un nuovo conflitto. In fondo, ama combattere come tutti i ninja, proprio come i nostri nemici storici, il clan Uchiha.
Il nostro clan, il clan Senju, è uno dei più forti, e si contende il primato con il potente clan Uchiha, che viene sempre assoldato dai nemici dei paesi di coloro che assoldano noi.
Il loro leader, in particolare, lo considero il mio rivale. Io sono Ashirama, il leader del clan Senju, e la gente dice di non aver mai visto un ninja forte come me dal tempo dell’Eremita delle Sei Vie.
Il leader degli Uchiha, però, è l’unico che ha sempre combattuto alla pari con me, è un uomo forte, di nome Madara.
Madara ed io siamo di nuovo l’uno di fronte all’altro, in una grande pianura. Combattiamo nuovamente, la mia arte del legno contro la sua del fuoco. L’ultima volta mi ha sconfitto, ma stavolta sono io a metterlo in fuga.
Sono stanco! Stanco di dover combattere tutti i giorni al servizio di gente che non conosce nemmeno il vero significato della guerra. Sono stanco di uccidere per niente!
Il paese del fuoco imparerà a conoscere la pace. Dopo aver ottenuto a fatica il consenso di tutto il mio clan, mi reco a parlamentare con Madara e il clan Uchiha. Il mio progetto, che espongo loro, consiste nel creare un villaggio di soli ninja, capeggiati dai nostri due clan, rispettati da tutti gli altri.
Il consiglio del clan Uchiha appoggia a gran voce la mia idea, e nonostante il parere contrario di quel guerrafondaio di Madara, gli Uchiha accettano la proposta.
Insieme, io e il riluttante Madara, aiutati dai nostri due clan, fondiamo una nuova organizzazione, a cui diamo il nome di Villaggio della Foglia.
In molti altri paesi, presto la mia idea viene imitata da molti altri clan, che fondano vari villaggi di ninja, creando il sistema di “un villaggio ninja per regione”.
Poco tempo dopo, il popolo del Villaggio della Foglia vuole nominarmi Primo Hokage, preferendomi a Madara Uchiha.
Io non ambisco il potere, ma accetto di buon grado poiché non posso certo lasciare il villaggio nelle mai di quel pazzo sanguinario.
Così, mentre io divento Primo Hokage, Madara abbandona il villaggio, facendosi ripudiare dal suo stesso clan.
Passa il tempo, e il villaggio comincia ad assaporare una prima impronta di pace, quando Madara riappare, dichiarandoci guerra.
Sono stanco di combattere, ma non mi tirerò indietro: io sono Ashirama Senju, sono il Primo Hokage, i ninja del villaggio sono la mia famiglia, e io li difenderò tutti!
In questa vallata, questa notte, decido di sfidare da solo Madara: i nostri scontri hanno sempre avuto esiti alterni, e questa sarà la resa dei conti.
So per certo però che non sarà facile: lui è un maestro del corpo a corpo, combatte con un ventaglio in grado di creare l’alterazione delle proprietà del vento ed una tremenda falce, oltre a possedere un livello di arte del fuoco spaventoso. Senza contare, poi, che si tratta del più grande possessore di Sharingan mai esistito, in grado di utilizzare tutti i poteri di quell’arte oculare.
Insieme posizioniamo le mani, per iniziare a combattere. Io creo degli alberi, che mi innalzano mentre lui esegue una tecnica di richiamo: la creatura che ha evocato è nientemeno che la Volpe a Nove Code, Kurama, che ruggisce spietata.
Le radici dei miei alberi attaccano Kurama, ma quella bestiaccia riesce a distruggerle con i suoi denti ed i suoi artigli. La attacco con altre radici, avvolgendo in esse il suo corpo possente, ma con un ruggito spaventoso le distrugge.
Mentre Madara, balzato sulla testa della volpe, la fa correre verso di me, io, coprendomi con il fumo generato dal ruggito della stessa e attaccando il nemico con altre radici che la volpe distrugge a zampate, utilizzo il mio rotolo magico per evocare le mie armi, ovvero un grande shuriken e vari tipi di spade.
Impugno una spada e mentre lo faccio Madara balza verso di me, intenzionato a concludere lo scontro. Anch’io balzo verso di lui, mettendomi a menare fendenti che lui contrasta con la falce. Anche lui cerca di colpirmi, ma i suoi colpi non riescono a raggiungermi.
Gli lancio degli shurikem, che lui para con il ventaglio, e poi me li rimanda contro. Io li blocco facendo elevare una radice, che però prontamente viene distrutta dagli artigli di Kurama.
Mentre continuiamo a far danzare le lame, a mezz’aria, Kurama continua a distruggere le radici con le quali tento di sconfiggerla. Io e Madara, continuando a duellare, atterriamo su una mia radice.
Altre radici tentano di afferrare la volpe, che però balza indietro e le distrugge con un ruggito che spacca anche la radice sulla quale ci troviamo.
Celato dalla polvere generato dal ruggito di Kurama, lancio il mastodontico shurikem contro Madara, che però riesce a parare grazie a quel suo dannato Sharingan e rispedirmelo indietro.
Ognuna delle mie armi viene afferrata da una diversa radice, e con ogni radice comincio a vibrare dei fendenti contro il mio avversario, che utilizzando falce e ventaglio riesce a parare ogni assalto.
Accidenti! Con quel suo Sharingan prevede tutti miei i colpi!
Sembra però essersi stancato: balza sulla testa di Kurama, ordinandole di attaccare.
Cosa? No! Quel pazzo vuole farle usare la Teriosfera! Devo difendermi a tutti i costi! Se quella cosa dovesse prendermi in pieno … mi farebbe a pezzi!
La volpe mi sputa contro la Teriosfera, distruggendo tutte le radici che controllavo. Devo usare lo scudo arboreo.
Utilizzando tutta la forza concessami dall’arte del legno, creo uno scudo fatto di possenti radici. La Teriosfera vi cozza contro, ma poi viene respinta, passando oltre e danneggiando solamente la parete di roccia alle mie spalle, creando un solco ed esplodendo nel lago poco distante. L’acqua comincia a scorrere, generando una piccola cascata nel solco creato dall’attacco di Kurama.
Sottovalutavo Madara … e sottovalutavo anche me stesso. Il nostro combattimento è davvero degno di entrare nella leggenda: non stiamo solo scuotendo ma perfino sfregiando la terra stessa, affrontandoci.
Faccio fuoriuscire di colpo altre radici dal terreno, che avvolgono il corpo della volpe, immobilizzandola temporaneamente.
Approfittando di ciò, le balzo contro e usufruendo della mia capacità innata ne sigillo la forza, proprio quando ormai si era liberata.
La volpe è completamente neutralizzata, ma non posso permettere che il mio rivale continui a controllare una simile calamità.
Madara mi balza addosso, dall’alto, approfittando del fatto che sto usando la mano destra per tenere sotto controllo Kurama. Emettendo delle radici dalla mano sinistra, lo blocco a mezz’aria, attirandolo vicino a me. Quando mi è appresso, compongo un sigillo che gli imprimo sullo stomaco, separandolo dalla Volpe a Nove Code.
Ora che la volpe non è più sotto il suo controllo, posso esiliarla lontano, cosa che immediatamente faccio. Adesso Madara non ha più la volpe, ma rimane comunque un avversario ostico.
Continuiamo a lottare per tutta la notte, in perfetta parità.
Alla fine, alle prime luci dell’alba, riesco a trafiggerlo con la spada.
Abbagliato dalla sfolgorante potenza del sole, mi accascio a terra, in ginocchio, stremato.
Alzo lo sguardo sul mio avversario, e lo vedo cadere a terra, privo di vita: ho vinto, l’ho ucciso!
Io odio uccidere, ma stavolta … era necessario.
Torno al villaggio, dove mio fratello mi accoglie insieme a tutti gli altri. Mi festeggiano come se fossi un eroe.
A me non interessa essere un eroe, mi interessa solo proteggere la mia gente. E forse … è proprio per questo che mi ritengono tale.
Questo è il credo che insegno a tutti coloro che abitano il villaggio: il Villaggio della Foglia è una grande famiglia, e pertanto tutti devono proteggersi ed aiutarsi. Lo insegno a tutti, ma in particolare a mio fratello minore, Toribama, il quale ha finalmente capito l’importanza della pace.
Un giorno sarà lui … il nuovo Hokage.
Il tempo passa, e la mia fine avanza inesorabile. Quando sono ormai prossimo alla morte, designo Toribama Senju come Secondo Hokage, assegnandogli il compito di tramandare la Volontà Ardente al resto del villaggio, alle generazioni future … e al futuro Terzo Hokage.
Chiudo gli occhi … e tutto finisce.

Cosa? Ci vedo? Ma io ero morto!
Alzo lo sguardo, attraverso lo spazio nero nel quale mi trovo. Davanti a me c’è un uomo di spalle.
“Chi sei?” gli domando.
Non odo risposta. Lui si volta, e apre gli occhi. I suoi occhi … no, è impossibile! Occhi grigi, composti da cerchi concentrici … il Rinnegan.
Ma allora …
“Siete l’Eremita delle Sei Vie?” gli chiedo.
Di nuovo lui non risponde alla mia domanda, dicendo invece “Ashirama … hai fatto uno splendido lavoro. Ora vieni con me … è tempo di riposare.”
Mi tende la mano. Io la afferro, e poi voliamo insieme verso l’infinito.

FINE


  
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