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Autore: Oneipo_    05/07/2012    2 recensioni
One-shot ispirata a una canzone di Claudio Baglioni, con protagonista Niall Horan.
"...di nascosto sbirciavo sotto il tavolino per guardarle le gambe da vicino, ma non mi riusciva, lei che se ne accorgeva ma non se la prendeva e rideva."
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"...con lei, con lei
mi son chiesto spesso che cos'era successo
ma c'avrei scommesso di
starle ad un passo dal cuore."
Claudio Baglioni - Una faccia pulita
 
 

 
 
 
 
Mi voltai indietro per accorgermi che non ero più seguito e tirai un sospiro di sollievo.
Era straziante ritornare a Londra dopo mesi passati in America per il tour e ritrovarsi per strada a dover scappare da decine di fans con gli ormoni in festa.
Non che non mi piacesse fermarmi con loro, scattare fotografie e firmare autografi. Ma delle volte erano talmente tante che mi mancava il fiato e dovevo correre via inventando una scusa, pur di non svenire di fronte alla folla.
Stupida claustrofobia.
Respirai profondamente, fermandomi a riprendere fiato e appoggiandomi con le mani sulle ginocchia.
Mi ero infilato in un una strada fuori mano che non conoscevo, ma che quel pomeriggio mi aveva salvato. Nessuno si era accorto che avevo girato per quella via.
Mi guardai intorno individuando un bar e senza pensarci due volte mi ci infilai dentro.
Non era proprio quello che si definisce un "posto accogliente", ma almeno avrei potuto bere qualcosa di fresco con la consapevolezza di non essere riconosciuto.
Di certo quello non era il posto che frequentavano le ragazze.
Le finestre chiuse rendevano quel locale buio e, a dir la verità, anche un pò puzzolente. Il tipo alla cassa era un uomo grasso con i capelli lunghi, che fumava una sigaretta in modo volgare, con un'aria burbera e alquanto scortese. Solo un tavolo era occupato da un paio di vecchietti che giocavano a carte, bevendo del whisky e bestemmiando di continuo.
Ignorai la battuta di uno di loro che richiamò l'attenzione del proprietario urlando "Carl adesso ti metti anche a fare da babysitter?" e mi sedetti in un tavolo vicino all'entrata, sperando di ricavarne un pò di luce e, soprattutto, un pò di aria.
Il tempo di bere una cosa e sarei fuggito di lì a gambe levate. Non potevo scegliermi posto peggiore.

Diedi un'occhiata al menù e scelsi di ordinare una semplice coca-cola, mentre l'uomo dal nome Carl mi guardava con un'aria scettica alzando un sopracciglio.
Forse non era abituato a vendere bevande analcoliche, ma si arrese immediatamente dopo. Si era reso conto che non avevo l'età per bere e di certo non si sarebbe fatto altri anni di carcere per colpa mia.
Perchè ero sicuro che quell'uomo era già stato in carcere, almeno una volta nella sua vita. Magari dopo aver ucciso sua moglie, o sua figlia o..
"Ehi hai una sigaretta?"
Una voce femminile interruppe i miei sciocchi pensieri.
Girai la testa verso la direzione da dove proveniva e osservai la ragazza seduta a due tavoli dopo di me. Non l'avevo neanche notata appena entrato.
Anche se il locale era buio riuscii a osservare ogni suo minimo particolare.
Occhi verdi smeraldo, capelli lisci e neri. Indossava una maglietta bianca fin troppo scollata, potevo intravedere le sue curve e questo mi fece per un attimo rabbrividire.
Mi allungai leggermente per studiare il suo viso.
Non sapevo come definirla ma aveva...una faccia pulita, ecco. Il trucco leggero, le guance leggermente arrossate.
Sembrava quasi una bambola di porcellana tanto era perfetta e trasmetteva gentilezza, dolcezza, spensieratezza.
Le sue labbra si aprirono in un grande sorriso quando si rese conto che la stavo osservando senza proferire parola.
Probabilmente avevo anche un'espressione da ritardato in viso.
"Perdonami, sono stata sfacciata. Fa finta che non ti abbia detto niente."
Rise, bevendo un sorso del suo caffè e scuotendo la testa divertita.
Mi risvegliai da quello stato di coma dove ero caduto e mi alzai dal tavolo, sedendomi quindi accanto a lei.
Rovistai nella tasca dei pantaloni e tirai fuori un pacchetto di sigarette, porgendogliele.
"Il mio amico mi ha chiesto di tenergliele, credo che non se ne accorgerà se ne manca una."
Pensai a cosa sarebbe successo quando Zayn si sarebbe accorto che aveva dimenticato di riprendersi le sigarette e, soprattutto, a quando si sarebbe accorto che ne mancava una.
Perchè sicuramente se ne sarebbe accorto.
Quindi sorrisi a quell'immagine nella mia mente.
"Perchè ridi?"
"Nulla, pensavo..."
"Oh, ok." Non disse altro, prendendo una sigaretta e portandola alle labbra, accendendola poi e tirando via del tabacco.
Era bella anche quando fumava, era bella qualunque cosa facesse.
"Mi chiamo Lilian, comunque. Ma ti prego chiamami Lily."
Gettò fuori del fumo, finendo il suo caffè.
Io presi la coca-cola che il proprietario mi stava porgendo, sempre in modo molto maleducato, e bevvi un sorso imitandola.
"Niall."
Parlai poi.
"Non sei di qui, vero?"
Alzai lo sguardo a quell'affermazione.
Per lo meno avevo incontrato una ragazza che non mi conosceva e non sapeva chi fossi.
Pensai che dovevo essere del tutto impresentabile, ancora sudato e spettinato, prima di rispondere.
"Sono Irlandese." Spiegai poi semplicemente, rifugiandomi dietro al bicchiere di coca-cola. Cercando di nascondere i capelli un pò appiccicati alla mia fronte.
"Bella l'Irlanda, ci sono stata una volta...da più piccola." Fece un ultimo tiro di sigaretta poi continuò "...e cosa ti porta qui, Niall?"
"Volevo prendere qualcosa da bere."
La sentii ridere e la sua risata mi sembrò il suono più meraviglioso del mondo.
"Non intendevo qui, al bar. Intendevo a Londra."
Attesi alcuni secondi prima di parlare.
Era la prima volta che incontravo qualcuno che non sapeva chi fossi nè cosa facessi. Ed era positivo.
Avevo la possibilità di farmi apprezzare per Niall, un ragazzo qualunque incontrato per strada, e non per Niall Horan, il cantante dei One Direction.
Velocemente elaborai una scusa plausibile, che non risultasse poi così tanto ciò che in realtà era...una bugia.
"Sono venuto a trovare alcuni amici."
Lei rise di nuovo e mi domandai se mi prendesse in giro o se trovasse davvero la cosa divertente.
Non mi importava, comunque. L'importante era sentirla ridere.
"E tu, invece? Cosa ti porta qui?"
"Io ci vivo a Londra."
"Non intendevo qui, a Londra. Intedevo al bar." Ripetei le sue parole, osservandola seriamente.
La vidi quasi stupirsi e regalarmi subito dopo un mezzo sorriso.
"Volevo prendere qualcosa da bere." Mi imitò quindi lei, rispondendo alla mia provocazione.
I suoi occhi si illuminarono e per un attimo mi ci persi dentro.

Controllai l'orologio e mi accorsi che era già passata più di un'ora e a me sembrava che il tempo fosse volato.
Avevamo continuato a parlare del più e del meno come se ci conoscessimo da sempre, senza renderci conto che l'intero pomeriggio stava passando.
Sapevo che me ne sarei dovuto andare, che avevo già preso impegni che non potevo saltare, ma lei mi teneva inchiodato lì con lo sguardo, la voce, i suoi movimenti, la sua perfezione.
Lei era talmente bella che non volevo andarmene con il pensiero di non poterla rivedere più.
Non mi importava delle chiamate che avrei presto ricevuto da Liam, del cazziatone che mi avrebbe fatto Louis e delle risatine irritanti di Harry.
Non mi importava del fatto che probabilmente Zayn stava imprecando per tutta casa alla ricerca delle sue sigarette.
Non mi importava neanche che Paul si fosse raccomandato di essere puntuali, perchè era un incontro importante.
Mi importava solo del fatto che lei era lì.
E io ero lì con lei.
"Ho fame, tu no?"
Annuii senza parlare, lasciando che fosse lei a ordinare due panini e un'altra coca-cola, sotto lo sguardo urtato di Carl.
La osservai mentre mangiava divertita, tirandosi indietro i capelli e mettendo in risalto il suo naso piccolo e leggermente all'insù. Un'altra cosa di lei che io adoravo.
Richiamò la mia attenzione con una mano mentre scuoteva di fronte a me il pacchetto di sigarette, completamente vuoto.
"Credo di averle finite."
Non mi ero neanche accorto che in un'ora aveva fumato tutte le sigarette nel pacchetto. Fumava troppo, come se fosse nervosa per qualcosa, o probabilmente il pacchetto era già quasi vuoto quando glielo avevo dato.
La seconda, mi convinsi.
"Adesso gliele ricompri!" Esclamai, immaginandomi la furia del mio amico.
Lei rise, annuendo.
"Sei mai stato operato?"
La guardai divertito.
Era un turbinio di idee senza fine. Per tutto il tempo era passata da un argomento all'altro con semplicità, facendo domande curiose, senza smettere mai di parlare.
La sua naturalità mi faceva sentire a mio agio.
"Sì, una volta qui."
Indicai l'appendicite. Ero stato operato da piccolo, e ancora me lo ricordavo perfettamente.
"Hai avuto paura?"
Diede un altro morso al suo panino, sporcandosi un poco di maionese sulle labbra.
Io, nel frattempo, cercavo di allungare l'occhio sotto al tavolo, per poter guardare le sue gambe perfette, sotto la gonna forse troppo corta.
Non potevo farci nulla, tutto di lei mi attirava da morire.
"Mah, così così." Risposi distratto, tirandomi leggermente indietro con il corpo sulla sedia e abbassando la testa sotto il tavolino.
Lei rise e immediatamente tornai composto. Arrossii violentemente incrociando il suo sguardo.
Aveva capito cosa cercavo di fare, ma non se l'era presa. Anche questo mi piaceva di lei.
In realtà, pensai subito dopo, non c'era una cosa che non mi piacesse di lei.
 
Finì in un sorso la sua bevanda e si alzò di scatto, guardandomi senza smettere di sorridere.
"Devo andare, mia madre mi aspetta."
"Come? No dai, resta ancora un pò. Se aspetta un minuto in più non succede niente, no?"
La pregai, afferrandola per un braccio.
Poi mi stupii di me stesso.
Sul serio io, Niall Horan, stavo pregando una ragazza di cui conoscevo solo il nome, di restare?
Lei rise, tirandosi indietro i capelli.
E mi sorprese, come aveva fatto per tutto il pomeriggio.
La osservai tirare fuori dalla borsa un foglietto di carta e porgermelo delicatamente.
Poi la sentii avvicinarsi lentamente al mio orecchio ed ebbi un brivido.
"Questo è il mio numero di telefono, se vuoi puoi chiamarmi, Niall Horan. Devo scappare."
Non ebbi il tempo di realizzare che sentii le sua labbra morbide sulle mie e persi un battito del mio cuore.
Quel bacio veloce era stata la cosa migliore della giornata. Incontrare lei era stata la cosa migliore della giornata.
In un attimo nella mia testa si disegnò un'immagine.
Io avevo già visto quella ragazza, non era la prima volta che la incontravo.
Io l'avevo già vista poche ore prima, quando mi aveva chiesto di firmarle un autografo, proprio fuori casa.
Io l'avevo già vista e non me ne ero ricordato fino a quel momento. Finchè non l'avevo sentita pronunciare il mio cognome.
Cognome che io mi ero premurato di non dirle.
Lei sapeva chi fossi sin dall'inizio, eppure era stata brava ad ingannarmi. A farmi credere che non fosse così.
 
Sorrisi tra me e me, osservandola chiudersi la porta alle spalle e aprendo quel foglietto.
Lessi il numero e scossi la testa.
Dovevo ammetterlo che era riuscita nel suo intento.
Che aveva studiato un piano perfetto, mi aveva seguito senza farsi accorgere e aveva attirato la mia attenzione facendomi credere di non conoscermi.
E io ci ero cascato con tutte le scarpe.
Dovevo ammettere che aveva ottenuto tutto quello che voleva.
E dovevo anche ammettere che l'avrei richiamata.
Magari quella sera, magari il giorno dopo.
Ma sicuramente l'avrei richiamata.
Perchè lei non solo mi aveva incontrato, aveva il mio autografo ed era riuscita a parlarmi.
Non solo aveva passato più tempo con me di quanto tutte le altre fans avessero mai fatto in quegli anni.
Ma lei, una fan come tutte le altre, una fan che sognava di incontrare il proprio idolo, era riuscita in quello che ogni ragazza forse desiderava di fare.
 
Lei mi aveva fatto innamorare.
 
 
 
 
 
 
 
Ehilà, buonsalve!
Non riesco ad aggiornare la long-fic ma perlomeno ho milioni di idee in testa per le os,
che ho scoperto mi piace di più scrivere quindi se mai un giorno riuscirò a finire l'altra storia
credo che sarà la prima e l'ultima XD
Non ho molto da dire, a parte che la storia è nata dopo che ho sentito "Una faccia pulita" di Claudio Baglioni
e se l'ascoltate potete anche capire che è praticamente la canzone raccontata in una storia più lunga.
Ma la verità è che mi andava troppo che Niall fosse protagonista di una mia storia e alle fine mi ha ispirato questa.
Vi dico anche che sarei voluta essere più soddisfatta di quello che ho scritto, ma in ogni caso l'ho riletta milioni di volte
e non mi viene in mente nulla per migliorarla, vabbè.
Credo che più tardi pubblicherò anche un'altra os (triste, quindi se volete leggerla preparatevi).
Sarebbe dovuta rimanere nel mio computer ma qualcuno mi ha obbligata a pubblicarla, quindi lo accontento.
Per ultima cosa vi chiedo, se vi va, di passare anche nella os "Remember me." perchè ci tengo particolarmente a quella
e se vi va di recensire mi farebbe tantissimo piacere.
Grazie per aver letto :)
A prestissimo! 
  
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