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Autore: _brilliam    05/07/2012    3 recensioni
forse non è troppo tardi per essere felice per la giovane protagonista della mia storia, Karoline, che dopo un doloroso lutto si ritrova a cominciare una nuova vita... Con l'aiuto di nuovi amici e di un nuovo amore di cui inizia a fidarsi, a cui affidare il suo cuore. Il suo nome ? Zayn Malik.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Karoline ci vuole così tanto ?" urlò mia mamma, facendo finta di essere arrabbiata.


"No mamma adesso scendo aspetta un altro po’" le urlai dalla mia camera al piano di sopra. Mi osservavo allo specchio quasi non riconoscendomi per la bellezza e l’eleganza del vestito che indossavo. 

"Dillo a Duncan che ti stai aspettando giù al portone !" sbraitò mamma con una risatina. Oh cavolo Duncan era già lì ! 

Indossai velocemente le scarpette bianche che si legavano alla caviglia con un laccetto e diedi un ultima occhiata nello specchio. Il vestito bianco come le nuvole nel cielo in estate, lasciava le spalle nude e il tessuto le scendeva morbido ed elegante sul petto, il vestito scendeva morbido sui fianchi e una fascia azzurra in raso le fasciava sotto al seno e si allacciava con un fiocco dietro, il vestito dietro, scendeva fino a terra avvicinandosi sempre di più alle diverse sfumature di celeste, fino a diventare di un azzurro intenso, davanti era uguale ma le arrivava sopra le ginocchia. I capelli color cioccolato a latte e corti fino alle spalle, li aveva raccolti in tante piccole ciocche e ci aveva infilato le perline tirandoseli indietro. Il trucco era leggero e solo un po’ di azzurro aleggiava ai bordi degli occhi, il mascara metteva in risalto i suoi occhioni verde smeraldo.

Sorrise e la sua copia la imitò attraverso lo specchio. Il vestito le sembrava troppo elegante per un semplice ballo d’Inverno della scuola ma la mamma sembrava ci tenesse di più di lei a farle fare bella figura. Mentre scendeva le scale fino al salone, rimpianse di non aver messo le sue vans celesti.

Faceva ancora in tempo ad andare al ballo con i jeans e una t-shirt lunga. Mentre prendeva in seria considerazione l’ipotesi delle vans la madre la chiamò ancora "Su Karol o manderò Duncan a cercarsi un'altra partner !" rise. Scesa l’ultimo gradino si avviò verso il salone e fu soddisfatta nel vedere le bocche della mamma e di Duncan spalancarsi appena la videro.

"Allora ne è valsa la pena " sussurrò Duncan sorridendole, uno di quei sorrisi che gli faceva da una vita ma che questa volta la mise a disagio. 

"Sei uno spettacolo tesoro" sorrise la mamma con gli occhi lucidi.

"Oh no ti prego mamma non piangere o mi cambio seduta stante !" la minacciai con fare fintamente burbero. La mamma rise e lei si diresse vero la madre per darle un bacio sulla guancia. "Torno più tardi" borbottò tirando per un braccio Duncan. "Okkei e fai conquiste" le sorrise la mamma con fare malizioso e facendole l’occhiolino. Karol scosse la testa con un sorriso amaro in viso al ricordo dell’ultima 'conquista'…  Poi chiuse la porta con un unico scatto trascinando Duncan dietro di se. 

"Duncan grazie ancora per avermi accompagnato, ma che farei senza di te" disse abbracciando il suo migliore amico. 

"Niente te lo dico io. Senza di me non faresti niente" disse il suo amico tra i capelli di Karoline mentre ancora si stritolavano in un abbraccio.

"Ma smettila !" esclamò dandogli un pugno amichevole sulla spalla e ritraendosi di colpo dall’abbraccio. "No dai a parte gli scherzi grazie davvero, non penso che si sarebbero proposti altri ragazzi per accompagnarmi al ballo della scuola" mormorò distratta osservando il marciapiede mentre si dirigevano alla Porche che Duncan aveva affittato per accompagnarla.

Lo guardò dalla testa ai piedi e solo allora si accorse di quanto fosse ancora più bello del solito.
I capelli neri gli ricoprivano con qualche ciuffo la fronte, erano tutti spettinati come ultimamente andava di moda e il papillon blu che portava stretto sotto il colletto della camicia bianca, metteva in risalto gli occhi blu come i lapislazzuli. La giacca e il pantalone si abbinavano perfettamente ai suoi capelli e quei colori scuri mettevano in risalto la sua carnagione chiara.

Duncan era uno dei ragazzi più popolari della loro scuola ed era proprio in quell’edificio che c’erano ragazze che sarebbero state disposte ad uccidere pur di avere uno come lui con loro e lei invece aveva avuto la fortuna di averlo al suo fianco dalla nascita, erano cresciuti insieme ed erano diventati subito ottimi amici, crescendo avevano provato una forte attrazione l’uno verso l’altra e si erano messi insieme per vedere se davvero si amavano. 

Giravano per i corridoi della scuola abbracciati e lei notava subito gli sguardi assassini di tante ragazze. Dopo un paio di mesi insieme, avevano capito che non c’era niente di più di una forte amicizia, per la grande felicità delle papere della scuola che alla notizia si erano messe a scodinzolare dietro Duncan come cagnolini continuando a lanciare occhiate omicida ogni volta che qualcuna di loro la vedeva. A Karoline però non importava dei giudizi della gente, non le era mai importato, l’importante era che stava bene lei e nonostante le prime volte che l’aveva pensato si era ritenuta egoista, col tempo aveva scoperto che molta gente faceva come lei e viveva meglio, ecco che così aveva applicato la sua nuova filosofia.

Tra lei e Duncan ? Erano solamente amici, amici al di fuori della norma e legati da una grandissima amicizia che non sarebbe stata spezzata da niente, era come se tra loro non ci fosse stato nient’altro e a lei andava bene così, così come andava bene a lui. Karoline si riprese dall’afflusso di ricordi e ascoltò la risposta di Duncan.

"Fidati se ti dico che ho sentito tanti ragazzi che avrebbero voluto portarti al ballo peccato solo che li ho preceduti, mi dispiace per loro perché non sanno che si sono persi" borbottò sorridente e guardandomi. Sorrisi e lo risposi.

"In realtà anche nei tuoi confronti ci sono tante ragazze che avrebbero voluto andare con te al ballo" mi girai verso di lui osservandone la reazione.

Non si scompose. "Si lo so ma tutte quelle papere, chiamale, per nome, so che le volevi chiamare così" sorrisi "mi vedono solo come il fico della scuola che è bravo a scopare e credono che sono il genere che porta a letto la prima ragazza che gli corre dietro, la maggior parte delle ragazze di quella scuola non ci capiscono niente di me quindi perché avrei dovuto portarle al ballo. Preferisco te centomila volte !" dichiarò con un sorriso sghembo illuminandosi.

Gli sorrisi a mia volta. Arrivati all’auto, salimmo a bordo, lui al posto del guidatore e io al suo fianco. "Ah ma aspetta dove vai conciata così ?!" esclamò guardandomi da cima a fondo.

"Che c’è che non va ?" domandai con un sopracciglio alzato.

"Questo non va" disse cacciando dalla tasca dentro la giacca un fiore bianco con screziature azzurre all’interno, il fiore era identico a quello che lui aveva nel taschino della giacca. Mi prese la mano e m’infilò il bracciale con i fiori al polso.

"Ecco !" esclamò soddisfatto guardandomi. "Ora sei perfetta" disse sorridendomi. Risi. "hai ragione non si può andare a un ballo senza un fiore da hippie nel taschino, al polso o tra i capelli" risi ancora e lui con me dopodiché mise in moto il motore.
Arrivammo al ballo, 10 minuti dopo. Duncan si fermò davanti alla scuola con una sgommata che mi fece sbandare contro il vetro della portiera alla mia destra. "Ma ti sei rincoglionito tutto di botto ?!" gli domandai retorica. "Ti sei cacata sotto vero ?" chiese lui a sua volta con un sorriso da farti venire la voglia di prenderlo a schiaffi.

"Ma smettila" sbottai dandogli uno schiaffo dietro la schiena e ridendo. Lui mi sorrise incoraggiante.

"Tanto lo so che hai paura" sussurrò lui con aria tenera.

"Ma che dici ?" gli chiesi ridendogli in faccia.

"Non intendo per la sgommata stupidina, so che hai paura perché questa è la prima volta che metti piede a scuola dopo quello che è successo con …" mormorò piano con la testa abbassata. Il silenzio nella macchina rendeva più vividi i ricordi e anche se cercavo di non pensarci, inutilmente gli ultimi flash del suo sorriso illuminati dai fari dell’auto mi comparirono davanti agli occhi. Mi stava sorridendo .. ero stata l’ultima immagine nei suoi occhi.
Cercai di mantenere le lacrime. Odiavo piangere in pubblico. Non mi ero mai fatta vedere nemmeno da nessuno della mia famiglia, figurarsi dai miei amici …

"Scusa non dovevo parlarne, ma non ti vedevo da quel giorno e volevo sapere come stai" mi chiese con gli occhi lucidi.

Ray era anche suo amico .. Specifichiamo. Il suo migliore amico, quindi immagino come stava pure lui. 

"Tranquillo sto bene, e se non sto bene adesso, prima o poi lo sarò".

"Ti auguro di stare bene il prima possibile" mi sorrise amaramente.

"Lo auguro anche a te" gli risposi sorridendo e con gli occhi lucidi. No non devo piangere ..
Duncan mi abbracciò e fu quello che proprio non doveva fare. Una lacrima mi scese per quanto tentassi di mantenerla. Mi asciugai in fretta e ricambiai l’abbraccio poi ci staccammo. "Su entriamo prima che il ballo inizi senza di noi" sorrisi facendo finta che fosse tutto passato. "Si hai ragione, questo è il tuo rientro nella società e sembri una vera principessa". Duncan scese dalla macchina e mi venne ad aprire la portiera. "Oh ma quanto siamo gentiluomini" lo presi in giro facendo la linguaccia. Lui scoppiò a ridere e mi offrì il braccietto.

"Andiamo ?" mi chiese con aria elegante. Sorrisi. "Andiamo" dissi decisa e mettendomi a braccietto con lui.

Ci avviammo verso le scalinate e dopo averle salite ci ritrovammo davanti alla porta della scuola dove due guardie ci aprirono le porte dopo che noi gli demmo il biglietto dell’invito alla festa. Diciamo che la nostra scuola era molto .. riservata ?! Penso sia la parola adatta. Dopo essere entrati, io e Duncan ci trovammo catapultati in un’altra dimensione. Era tutto blu ! Nel senso che le luci stroboscopiche che andavano a destra e sinistra, rendevano mura pavimento e soffitto tutto di un azzurro chiaro tendente al blu.

Dischetti argento di un qualche materiale indefinibile, pendevano dal soffitto come stalattiti che riflettevano luci bianche in tutta la sala. Batuffoli di ‘neve’ erano legati ad ogni cosa. Il tavolo per il punch era ricoperto di tutta quella finta neve e il pavimento altrettanto. 2 grandi porte finestre erano a i 2 lati opposti della sala e si affacciavano una sul giardino della scuola e l’altra lasciava intravedere da lontano la statua della libertà. Si, ero di New York, la così chiamata “Grande Mela”. 

Che poi non avevo mai capito quel soprannome assurdo, era senza senso. "Karol ?" domandò Duncan facendomi scendere dalle nuvole.

"Mh ?"  mugolai confusa. "A che pensi ?" mi rispose lui con un’altra domanda. Odio quando qualcuno mi risponde con un’altra domanda. "Niente. Vagavo col cervello. Già mi sono stufata di stare qua" risposi imbronciata. Quella sala era troppo agghindata, troppo dolce e romantica ed io non ero in vena. "Karol ?" chiese con un tono vagamente preoccupato. "Si ?", "Stai di nuovo vagando col cervello, ma che ti succede stasera ?" mi chiese Duncan preoccupato. 

"Sto bene Duky, mi sto solo riabituando a quest’ambiente e alle nuove facce" gli risposi osservandomi in giro. In effetti c’erano nuovi studenti. Molte persone le riconoscevo e loro mi guardavano come se avessero visto una fata dei boschi, per quanto erano sorpresi.

Capii tutto. Non si aspettavano di rivedermi, non dopo ciò che era successo, non dopo Ray. E invece no, io ero in piedi, frantumata, re-incollata e in piedi ! Non avrei dato la soddisfazione di vedermi soffrire. Avrei fatto finta di non sapere il motivo di quegli sguardi … E anche se lo sapevo benissimo non l’avrei dimostrato anche se il mio cuore tremava.

"Duncan mi guardano tutti" sussurrai tenendomi più stretta al braccio di quest’ultimo.

"Karol non li pensare, ti guardano perché questa sera sei splendida" m’incoraggiò lui con  un sorriso. Lo sapevamo entrambi che non era quello il motivo ma mi convinsi con quell’assurda idea. "Allora camminiamo" borbottai. Mentre io e Duncan camminavamo spediti, si aprirono 2 file al nostro passaggio. Sembravano le acque di Mosè. Quella sala che prima era occupata in ogni singolo spazio, ora aveva lasciato posto a noi. Ero in ansia e Duncan se ne accorse perché mi tenne forte la mano sotto al braccio.

Arrivati al tavolo del punch, la fila si richiuse e dopo un altro paio di secondi di silenzio tutto tornò normale e tutti sembrarono non accorgersi della mia esistenza. Mi piaceva molto si più così, odiavo stare sotto i riflettori.

Dopo che Duncan mi offrì un bicchiere trasparente di liquido rosastro come l’alcool, che io accettai e ingurgitai senza nemmeno odorarlo, dalla tanta sete, vidi 2 paia di occhi, lo stesso taglio, lo stesso colore, lo stesso sguardo di Ray. Credetti di avere le allucinazioni ma nonostante tutto mi allontanai per avvicinarmi dove prima credevo di averlo visto. Sentivo le urla di Duncan che mi chiamava, ma alle mie orecchie sembrava solo un mormorio trascinato dal vento della porta finestra aperta. Arrivata al tavolino dove prima lo avevo visto non trovai niente, o meglio, trovai tanta gente ma non lui. Mi convinsi di dover andare dallo psicologo. Forse mamma aveva ragione, forse avevo bisogno di aiuto esterno.

Mi girai di scatto per tornare da Duncan ma me lo ritrovai dietro e ci andai a sbattere contro. 

"Karoline adesso mi preoccupo seriamente" disse in tono freddo. Non lo guardai nemmeno negli occhi.

"Vuoi dire almeno al tuo migliore amico cos’è che non va ?" mi chiese scrutandomi. 

"Ti prego non prendermi per pazza ma .. mi sembrava di aver visto Ray … " gli risposi dopo un paio di minuti. Ci fu un silenzio imbarazzante e dopo Duncan mi abbracciò forte. Sentivo che stava mantenendo le lacrime anche lui e me ne sorpresi visto che non avevo mai visto Duncan nemmeno con gli occhi lucidi.

"Non ti prendo per pazza, non ti prenderei mai per pazza, ciò che hai detto è normale, lo amavi … è non c’è niente di sbagliato nel vederlo. Magari l’hai visto davvero, magari lui è davvero qui e ti protegge, non ricordi la promessa che ti aveva fatto ?" mi domandò con la voce spezzata.

"Si la ricordo “Con o senza la morte o con o senza il matrimonio, io sarò sempre vicino a te, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà e nemmeno uno stupido scheletro con un mantello nero e una falce in mano, ci separerà mai. Mai !”" sussurrai tra le sue braccia, chiudendo gli occhi e ricordandomi il suo viso a un centimetro dal mio di quando disse quella frase.

"Brava, quindi è sicuro che l’hai visto perché è sempre con te, anche se non lo puoi vedere, anche se non lo puoi toccare lui c’è" borbottò lui tra i miei capelli. 

Ci staccammo prima di dare nell’occhio e ci sorridemmo incoraggiandoci a vicenda. 

"E ora Karoline io devo andare a rintracciare un mio amico fuori dalla scuola visto che è nuovo e non sa la strada, tu resta ferma qui e non ti muovere, ci siamo intesi ?" domandò serio. Gli sorrisi sbruffona. "E chi si muove Duky" lo risposi. Lui sbuffò, odiava quel soprannome. "Vado e torno tu resta là" disse un ultima volta facendo un gesto come a dire ‘io ti tengo d’occhio’ che mi fece sogghignare. 

Mentre lo guardavo allontanarsi, mi appoggiai a un muro nell’angolo più isolato della sala per non farmi avvicinare da nessuno che avesse intenzione di ballare con me. Poi una volta rilassatami nell’ombra, mi misi a osservare i volti dei nuovi arrivati. Alcuni erano del primo liceo e altri erano abbastanza grandi da essere del terzo o del quarto anno, anche quinto forse. Venni attirata particolarmente da 3 ragazzi.
Uno era castano scuro con una frangetta scombinata e un paio di occhi azzurro inteso. Fisico niente male e non era nemmeno tanto basso. Era vestito con una camicia bianca attillata e un paio di bretelle color avorio con un pantalone blu stretto. Non era vestito elegante ma attirava gli sguardi di tutti gli invitati su di se e gli altri 2. Uno “degli altri 2” era biondo con i capelli sparati all’insù e messi in disordine con 2 occhi che sembravano 2 ghiacciai. Viso angelico, tipico da bravo ragazzo, ma tutti nascondono qualcosa no ?! Era magrolino ma anche muscoloso, più basso del suo amico dai capelli castano scuro, ma ciò non sembrava compromettere la sua fama di ‘play boy’.
Aveva un bellissimo smoking in seta con una camicia bianca e una cravatta nera come tutto il suo abbigliamento. Affianco a lui più indietro, c’era un ragazzo con una camicia bianca anche lui e un gilet e pantalone in coordinato grigio. I capelli erano castano biondini e tutti in disordine, pettinato in quel modo. Gli occhi erano di un castano con screziature ambrate. Era il più alto e muscoloso di tutti e 3. IL gilet gli andava stretto ma non faceva altro che mettergli in risalto gli addominali. Nonostante i muscoli era magro e non un bisonte come le guardie fuori dalla scuola.
Quei tre camminando uno affianco all’altro attiravano su di loro gli sguardi di tutti. Erano nuovi perché prima di lasciare la scuola per Ray … Non c’erano quindi potevano essere lì da 4 o 5 mesi e non di più ma nonostante tutto negli occhi delle ragazze si vedeva ancora l’ammirazione di chi li vede per la prima volta.

Odiavo i tipi così, che si credevano Dio sceso in terra.

Da lontano vidi spuntare Duncan dalla porta d’ingresso con 2 tizi alle calcagne. Uno era riccioluto e bruno, sembrava che un nido di piccione gli si fosse posato sulla testa, ma era bello non c’è che dire. Occhi verdi da gatto, pronti a fulminare chiunque lo guardi e far svenire tutte le ragazze della scuola, era alto, a prima vista come quello dagli occhi ambrati. Era vestito allo stesso modo del presunto “angioletto” ma al posto della cravatta aveva un papillon azzurro da un lato e blu dall’altro. Era raro che i papillon stessero bene, ma a lui oltre che stargli bene lo rendeva  abbastanza sensuale.
Forse era in combutta con i 3 tizi che avevo notato prima. Spostai lo sguardo sul ragazzo al suo fianco e rimasi paralizzata come una deficiente quando lo vidi. Occhi con taglio che si avvicinava agli orientali, del colore del mogano con screziature verdi ornati da lunghe ciglia nere dello stesso colore dello smoking e dei suoi capelli, alzati a formare un ciuffo alto chissà quanti centimetri.
Alto pochi centimetri in meno del riccilino-nido-di-piccione. Ma non fu quello a colpirmi, non fu nemmeno il papillon lasciato sciolto sotto il colletto della camicia bianca con i primi 2 bottoni slacciati, fu il suo sguardo, quello di quando mi vide. Mi sentii trapiantare tanti aghi nel corpo. Fu una sensazione bellissima e spaventosa per il semplice fatto che quel ragazzo avevo lo stesso modo di guardare di Ray, la stessa pettinatura, lo stesso taglio d’occhi.
Quando Duncan e gli altri 2 passarono tra la folla tutti si fermarono per guardarli passare, così come era successo con ‘Peter Pan’, ‘Angioletto’ e ‘Vestiti stretti’. Neanche finito di pensare che quei tre si avvicinarono a Nido-di-piccione e Ciuffo-ribelle. Li abbracciarono e Duncan mi si avvicinò subito dopo con i 5 tizi al suo seguito.

"Karoline" Duncan fece un inchino sorridendomi. 

"Come dicevo Karoline, ero andata a prendere il mio amico, solo che ho sbagliato, intendevo dire ‘i miei amici’ adesso te li presento uno per uno" concluse sorridendomi incoraggiante. Mi feci avanti e vidi la mano di Vestiti stretti tesa verso di me. Gliela strinsi e lui ricambiò con una presa forte e calda.

"Piacere Liam" mi disse sorridendo e mi parve di vedere quasi la luna brillare di più. Mannaccia a me, dovevo decidermi a mettere gli occchiali.

"Karolin" gli sorrisi timida. L’angioletto mi tese la mano "Piacere Niall" disse molto dolcemente. "Ancora Karoline" gli risposi stringendo la mano anche a lui, era talmente dolce la sua presa, mi sorrise.

"Louis piacere" mi tese la mano Peter Pan, con un  sorriso furbetto disegnato sul viso. ""Okkei piacere Karol, è banale dire lo stesso nome" iniziai a rompermi di tutte quelle strette di mano. "si hai ragione la prossima volta mi presenterò col nome di Carotone" disse Louis ridendo.

Risi senza volerlo ma non ne potetti fare a meno. "Piacere io sono Harry e non rubarmi il fidanzato" mi tese la mano Harry con aria fintamente arrabbiata indicandomi Louis. "Oh tranquillo e chi te lo tocca quello comunque piacere il mio nome lo sai" risi. Harry rise con me prendendomi la mano e agitandola freneticamente. "Piacere io sono Zayn" disse il moro prende nomi la mano e stringendola delicatamente, con tanta dolcezza. "Piacere Karoline" sorrisi timidamente e lui ricambiò con un sorriso misterioso. Vedevo tutto appannato, vedevo solo lui … Si forse era meglio se andavo a fare una visita oculistica !

Ciao a tutti :D Sono sempre Sara, l'autrice dell'altra mia fan fiction che continuerò :) 
Solo che  ho voluto cominciare anche quest' altra e questa la volevo dedicare a una mia amica che forse non capisce quanto le volglio bene, la protagonista è lei, si chiama Clara ed è speciale :3 le voglio bene ma aspetto con calma il momento uin cui lo capirà, ci spero <3
Come spero  che voi seguiate questa Fan Ficton, è il primo capitolo e spero che sia abbastanza avvincente per i vostri standard ;) lasciate dei commentii, che fa sempre piacere riceverli, e prima di pensare di non recensire perché ci sarannio altri a farlo, pensate che anche gli altri faranno il vostro pensiero *usa tattiche psicologiche xD* ora vi lascio con una gif che dovrebbe rappresentare Zayn come si presenta al ballo, spero si veda perché sennò vi perdete tanto >.<
Con  un bacione enorme <3 Sara <3

  
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