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Autore: Mikiri_Tohoshima    05/07/2012    0 recensioni
Un incontro tra Antonio e Lovino in una notte di una Festa d'Estate in Giappone. Una storia breve, scritta per Valeria
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nord Italia/Feliciano Vargas, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Notte di Matsuri
≪ Veh fratellone, Kiku non è stato gentilissimo ad invitarci a partecipare a questo “Mazzuri”?≫
≪ Forse avrei apprezzato più volentieri che si facesse gli affaracci suoi sul fatto che quest’anno non abbiamo potuto andare in vacanza... ≫.
≪Ma dai, ha anche invitato il fratellone Spagna e i nostri amici per farci compagnia!≫
≪Appunto, ci mancava solo quel bastardo a rompere le scatole...≫. Borbottò Lovino, sventolandosi leggermente con il ventaglio. 

Giappone li aveva invitati, loro ed altri amici per una delle sue “famose” feste d’estate, la festa del primo agosto con i fuochi d’artificio. Feliciano aveva accettato subito, e trascinato con sé il fratello maggiore, che aveva voglia solo di restarsene a casa attaccato ad un ventilatore. Invece, adesso era costretto a passeggiare per le bancarelle vestito... con un... si, Feliciano poteva dire quello che gli pareva, ma quella era una GONNA, sandali scomodissimi sopra i calzini, cos’erano diventati, crucchi pure loro? A guardarsi in giro per vedere se anche i loro “colleghi” si divertivano da qualche parte. Immersi nei pensieri, non sentì i primi strilli gioiosi di Feliciano, che lo strattonò per andare a vedere chissà cosa ad una bancarella. 
Incredibile. Antonio si era dedicato alla “pesca” con dei minuscoli dischi, e aveva preso su quasi tutti i pesciolini esposti.
≪ Veh, il fratellone è bravissimo! ≫. Esclamò Feliciano, battendo le mani allegramente.
Lovino annuì preso tra sé e sé, osservando il sorriso allegro di Antonio mentre finiva di pescare e otteneva un sacchetto dove riporre il suo “premio”. Si vide sventolare quel’enorme sacchetto di pesci davanti al viso.
≪E questi sono per il mi querido Lovinito! ≫. Esclamò Antonio, cercando di scoccargli un bacio sulla guancia. Lovino gli strappò di mano il sacchetto.
≪Perfetto, con questi mi farò una bella frittura!≫. e iniziò a camminare velocemente, quasi incespicando nel kimono e sui sandali, nel tentativo di allontanarsi il più possibile dal bastardo. Antonio lo seguì, ridendo quasi per quel buffo modo che aveva di camminare, ma sapeva che forse, forse, lo avrebbe fatto incazzare ancora di più, così, appena lo vite stanco appoggiarsi ad un albero poco fuori dalle bancarelle, si mise vicino a lui, sorridendo.
≪ Lovi, non dovresti andare in giro da solo! Non conosci una parola di giapponese, potresti...≫. Lo vide pallido, e lo sorresse, sventolandolo con il ventaglio che aveva legato all’obi,
≪ Ehi, ehi... Respira, Lovinito! ≫. Si guardò intorno, e alla fine lo prese in spalle, per trasportarlo velocemente.
≪Lo porto in albergo!≫. Gridò a Feliciano preoccupato per la sorte del fratello.
≪Ha preso un colpo di caldo, ma va tutto bene, lo faccio tornare in forma in men che non si dica!≫. Feliciano annuì, salutandoli con la mano. 

Antonio riuscì a portarlo in camera dopo aver spiegato la situazione al portiere, e dopo averlo messo a letto, lo spogliò rapidamente, ridacchiando a vedere che, il solito, si era infilato jeans e maglioncino sotto il kimono. Alla fine se li cercava pure, i guai. Con un sospirò lo lasciò in mutante e andò a bagnare un asciugamano per tamponargli i polsi e sotto le ascelle, per farlo riprendere. I pesciolini erano in salvo sul comodino, in attesa di venir trasferiti in un acquario. 
Bastò poco tempo di refrigerio, e Lovino finalmente tornò a respirare normalmente, aprendo gli occhi e fissando subito male lo spagnolo.
≪Sei un pervertito...≫. borbottò, mettendosi seduto. ≪ che bisogno c’era di spogliarmi così?≫. Antonio sorrise tra sé.
≪ È colpa di tutti quei vestiti che sei svenuto, mi Lovinito. ≫. Osservò il buio della sera.
≪In questa direzione si vedono i fuochi d’artificio?≫. Lovino alzò le spalle, cercando qualcosa da mettersi. ≪Forse... di sicuro di vedono le luci della festa...≫. Antonio annuì, restando a guardare incantato le stelle. 

Lovi si avvicinò a lui, sedendosi a terra sul balcone.
≪ Se vuoi tornare alla festa va’ pure. Io mi stavo annoiando in maniera assurda... ≫. Bofonchiò ad un certo punto Lovino, portandosi le ginocchia al petto, quasi ad aspettare i fuochi d’artificio
. Antonio scosse la testa, togliendosi la parte superiore del kimono per il caldo e restando a petto nudo. ≪ Preferisco restare qui con te... non si sa mai, Lovi.≫.
≪ Credi che non sappia badare a me stesso, bastardo?≫. Fece, fissandolo più che male. Antonio scoppiò a ridere.
≪ Vorrei... vedere i fuochi insieme a te, veramente...≫. Lovino arrossì un poco, imbronciandosi.
≪Razza di presuntuoso con manie di romanticismo... non fai ridere per nulla... ≫. Antonio si avvicinò di più a lui, facendogli una carezza sulla testa.
≪ È bello guardare i fuochi d’artificio assieme alla persona amata, Lovi... non pensi sia così anche per te?≫.
≪Si bah... hai... penso tu abbia ragione...≫ rispose, senza vedere il sorriso raggiante di Antonio. Il primo fischio dei fuochi d’artificio lo persero, perché in quel momento le loro labbra si fusero. 

Restarono tutta la notte vicini, e guardarono fino all’ultimo fuoco d’artificio in quella calda notte d’estate. 


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Ok, ho scritto questa storia basandomi su un sogno di stanotte, e per una persona molto gentile e carina. Dovrebbe essere boh, la festa dei fuochi d’artificio, ma su internet ho trovato un sacco di fraintendimenti, e matsuri vuol dire “festa”. Alla prossima

  
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