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Autore: emme30    05/07/2012    14 recensioni
Prima c'era il sole tutti i giorni, adesso la neve copre ogni cosa. Tutto è bianco e freddo, è inodore, incolore, insapore. Rende tutto più silenzioso e tetro ma, soprattutto, non smette mai di scendere e coprire il suolo.
La vita ora non sa più di niente, ma Sebastian non vuole comunque avere sulla lingua il sapore di quelle giornate di sole e bel tempo. Farebbe troppo male confrontare quanto la vita gli dava prima e quanto invece gli toglie adesso.
Genere: Angst, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C'è la Neve senza di Te.

 

Fa freddo in casa, ma Sebastian non si azzarda ad accendere i termosifoni.

Si stringe nella giacca del completo mentre percorre in silenzio i vani deserti della dimora in cui ha vissuto gli ultimi dieci anni. E mentre fa scorrere la mano sulla libreria vuota coperta da un sottile strato di polvere, non può che pensare che è davvero giunto alla fine.

La fine di tutto quello che negli ultimi dieci anni è stato motivo del suo sorriso ogni mattina appena sveglio. La fine della sua felicità probabilmente, la fine della vita come la conosceva fino a quel momento.

Partirà il giorno dopo: ha un biglietto aereo per la Francia nella ventiquattrore e due valigie che lo aspettano nell'appartamento di un amico.

Un biglietto di sola andata, un biglietto che sa già non porterà alcun ritorno.

E' stato facile farsi trasferire a Parigi dalla sua azienda; almeno là ha ancora sua sorella, visto che entrambi i suoi genitori sono passati a miglior vita da un paio di anni. E' contento che quantomeno non siano stati costretti a vedere la fine della vita di loro figlio. Riposeranno per sempre in pace sapendolo contento con una persona che lo ama al suo fianco.

Non sarebbe mai stato in grado di dirgli che quell'uomo felice è morto una fredda mattina di novembre, tra lenzuola umide e uno stupido litigio.

Quando la sua mente ritorna, quasi masochista, a quella mattinata, sente davvero il dolore nel petto, e non sa ancora per quale motivo lo ha fatto. A distanza di mesi, dopo tutti quei documenti da firmare, dopo tutte le lacrime che mai ha versato in vita sua, i litigi e i “Ti prego, non lasciarmi”, non sa ancora per quale motivo ha fatto quello che ha fatto.

Non sa perchè ha distrutto quello che loro due avevano costruito in una vita insieme.

Ed è più il fatto di non saperlo che l'accaduto stesso a metterlo in ginocchio inerme e ad accettare tutto ciò che è adesso la sua esistenza.

Non la vuole, ma la deve riconoscere in qualche modo perchè è stato lui l'artefice di quella prigione che adesso lo sta quasi soffocando. E' stato lui ad accartocciare la loro vita insieme e lanciarla nel cestino dell'immondizia, come fosse carta straccia.

Non ha più sorriso da quel giorno, non ha più avuto il coraggio di salutare la vita arricciando le labbra all'insù. Prima c'era il sole tutti i giorni, adesso la neve copre ogni cosa. Tutto è bianco e freddo, è inodore, incolore, insapore. Rende tutto più silenzioso e tetro ma, soprattutto, non smette mai di scendere e coprire il suolo.

La vita ora non sa più di niente, ma Sebastian non vuole comunque avere sulla lingua il sapore di quelle giornate di sole e bel tempo. Farebbe troppo male confrontare quanto la vita gli dava prima e quanto invece gli toglie adesso.

Cammina senza pace per quei vani che racchiudono memorie e sogni. Ricorda ancora quelle sere in cui guardavano le stelle fuori dalla finestra e si tenevano per mano. Ricorda tutte le volte che hanno fatto l'amore su quel divano e le chiacchierate in cucina il pomeriggio davanti a un the caldo.

Al limone, perchè il limone era il suo preferito, e quando lo baciava dopo aver bevuto il the aveva sempre le labbra dolci ed aspre assieme.

E' in camera da letto quando sente la porta di casa aprirsi e chiudersi con poca gentilezza. E il cuore nel suo petto si stringe giusto un po' di più.

Rimane a dare le spalle all'uscio, in attesa. Aspetta di sentire la sua voce per tornare sulla terra e scostarsi da quelle immagini.

Oh, sei qui.”

Sebastian si volta lentamente. Vorrebbe tenere gli occhi bassi, ma non ci riesce e il suo sguardo si incatena con quelli dell'uomo che lo guarda arrabbiato. Oggi il miele dei suoi occhi è spento, scuro, e la cosa più brutta è che Sebastian conosce perfettamente il motivo.

Ho gli ultimi documenti, vieni in cucina,” gli ordina Blaine, distogliendo lo sguardo dalle sue iridi che – è sicuro – sono disperate e imploranti.

Lo segue perchè in fondo non ha alternative, e lo guarda estrarre un paio di fogli da una valigetta. Li dispone sul tavolo e gli passa una penna nera.

Sebastian la prende senza riuscire a nascondere il tremore della sua mano e si china sul tavolo. Legge le intestazioni dei documenti per il divorzio e annuisce quando Blaine gli fa segno dove deve firmare.

Il cuore è stretto in una morsa, fa fatica a respirare e, prima che possa appoggiare la punta della penna sul foglio e cominciare a tracciare la sua elegante esse, si alza dritto, scuotendo la testa.

Non posso,” sussurra con lo sguardo basso.

Firma quei documenti, per favore.”

No.”

Non mettiamo in mezzo l'avvocato. Avevi detto che avresti collaborato.”

Non posso perderti.”

Il silenzio cala in cucina, interrotto solo dai respiri pesanti e infuriati di Blaine e da quelli rassegnati di Sebastian.

Lo hai già fatto quando ti ho beccato a scoparti uno sconosciuto sul nostro letto.”

Blaine, io-”

Ti dispiace, lo so. Non volevi per davvero, so anche questo. Eri fuori di te perchè avevamo litigato, non mi suona nuovo. Mi ami,” fa una pausa Blaine, come se pesasse le proprie parole. “Continui a ripeterlo, ma non ci credo più ormai.”

Blaine, io ti-”

Il punto è...” continua deciso lui. “Che hai fatto quello che hai fatto. E io non voglio più condividere nulla con te. Ti ho dato dieci anni della mia vita e hai gettato via tutto. Tutto, Sebastian.”

Sebastian si morde il labbro e sente l'aria mancare nei polmoni, si sente soffocare nel suo stesso respiro perchè Blaine dice quelle cose con odio e non riesce a nasconderlo.

Ogni singola parola è una pugnalata in pieno petto.

Io non voglio vederti mai più. Quindi fammi il favore di firmare questi documenti, così posso chiamare quelli del trasloco e lasciare questa casa.”

Sebastian non sa più cosa dire, non sa cosa fare. Blaine gli è sfuggito via dalle dita, come un aquilone in un giorno di vento forte.

Lo ha perso ormai e corrergli dietro sarebbe inutile.

Lascia la sua sigla su quei documenti e non fa neanche in tempo a rileggerla che Blaine glieli ha già strappati via da sotto il naso e li sta mettendo in una busta trasparente.

E' finita.

Lui e Blaine non sono più nulla, neanche dal punto di vista legale, oltre che da quello sentimentale.

Adesso lui è Sebastian senza Blaine e il dolore scorre copioso nelle vene, come se fosse un veleno che lo rende sempre più debole e lo fa cadere in uno stato comatoso.

Sente una lacrima scivolargli lungo la guancia ma non la asciuga, la lascia lì in bella mostra perchè è la perfetta rappresentazione del dolore che sente nel cuore.

Blaine chiude la valigetta con uno scatto secco e si mette la giacca, prima di avviarsi verso la porta.

Parto per la Francia domani,” annuncia prima che Blaine possa uscire da casa.

Lui rimane fermo sull'uscio senza voltarsi, senza degnarlo neanche di uno sguardo, e a Sebastian non sono mai mancati così tanto gli occhi caldi e genuini di Blaine come in quel momento. Vorrebbe osservarlo un'ultima volta, vorrebbe poterlo baciare o abbracciare o sentirlo vicino come era un tempo.

Ma Blaine non si volta. Blaine non lo guarda. Blaine esce di casa sbattendo la porta, senza neanche dirgli addio.

Ed è solo Sebastian, in quella casa piena di sogni e di ricordi. Solo con se stesso e il suo dolore.

Si accascia contro il muro e inizia a piangere e a mormorare il nome di Blaine tra un singhiozzo e l'altro.

E' finita, è finita davvero.

 

 

 


Scusatemi. Avevo voglia di scrivere una cosa del genere e non c'era nessuno a togliermi il pc dalle mani, quindi ecco. Scusate.

Non odiatemi troppo,

Marti

   
 
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